Codice di Procedura Civile art. 504 - Cessazione della vendita forzata.

Rosaria Giordano

Cessazione della vendita forzata.

[I]. Se la vendita è fatta in più volte o in più lotti [576 1 n. 1], deve cessare quando il prezzo già ottenuto raggiunge l'importo delle spese e dei crediti menzionati nell'articolo 495 primo comma [163 att.].

Inquadramento

La norma in esame vuole evitare che il debitore subisca un'espropriazione eccessiva rispetto al credito vantato dal procedente (e dai creditori eventualmente intervenuti).

Rientra nel potere discrezionale del giudice disporre che la vendita venga effettuata, ove riguardi più beni, in lotti separati o in momenti successivi (Cass. n. 636/1975). In tali ipotesi, quando il prezzo raggiunge quello indicato dall'art. 495, comma 1, per la determinazione della somma da versare in sede di conversione, il giudice è tenuto, anche d'ufficio, a disporre la cessazione della vendita.

A ciò consegue la liberazione e restituzione al debitore dei lotti non ancora venduti(Redenti-Vellani 685).

Finalità ed ambito d'applicazione dell'istituto

La norma in commento rientra nell'ambito degli strumenti che, come la riduzione del pignoramento, sono volti ad evitare che il debitore subisca l'espropriazione di beni “esorbitanti” rispetto all'entità della pretesa del creditore.

In particolare, l'operatività dell'istituto della cessazione della vendita forzata viene in rilievo nelle ipotesi in cui il Giudice dell'esecuzione, nell'esercizio di un potere discrezionale (Cass. n. 636/1975), abbia deciso che la vendita debba eseguirsi separatamente per più lotti ovvero in momenti successivi per i singoli beni pignorati.

Peraltro occorre considerare che, peraltro, in tema di esecuzione forzata, l'immobile coincide con quello che viene offerto in vendita come unico lotto, anche quando la vendita sia fatta in più lotti, non richiedendo né la disposizione in esame, né quelle che regolano la vendita senza incanto e con incanto, o la delega delle operazioni di vendita, che si proceda all'individuazione di un apposito e separato valore per ogni immobile che componga un lotto, qualora in questo vengano incluse più porzioni, a maggior ragione se considerate come un'unica unità immobiliare, senza che neppure rilevi l'attribuzione di dati catastali autonomi ad una o alcuna di tali porzioni. La mancata individuazione di un separato valore per ciascuna delle possibili componenti di un lotto può, piuttosto, rilevare esclusivamente ove si traduca nell'erronea determinazione del giusto prezzo di vendita del lotto unitariamente considerate (Cass. n. 1607/2012).

Presupposti ed effetti della cessazione

La disposizione in esame stabilisce che la vendita deve cessare “quando il prezzo già ottenuto raggiunge l'importo delle spese e dei crediti menzionati nell'articolo 495 primo comma”, ovvero un importo pari alle spese di esecuzione, alle somme dovute al creditore pignorante ed ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese.

Il giudice, come previsto dall'art. 163 disp. att., può disporre anche d'ufficio la cessazione della vendita: a seguito di tale provvedimento, cessa il vincolo del pignoramento sui beni non venduti e quelli devono essere restituiti al debitore, del quale non avevano mai cessato di essere in proprietà (Redenti - Vellani 685).

In sede applicativa è stato affermato che la cessazione della vendita forzata deve essere dichiarata anche successivamente all'aggiudicazione provvisoria, non ostando alla produzione dei suoi effetti le posizioni dell'aggiudicatario e dell'aumentante di sesto (ora, di quinto) che soccombono di fronte ad una causa sopravvenuta di improseguibilità della vendita stessa (Trib. Roma, 23 maggio 1985, Giur. mer., 1986, 562).

E' stato inoltre precisato che l'improseguibilità della procedura per il verificarsi della fattispecie prevista dalla norma in esame integra un motivo di opposizione all'esecuzione, mentre deve essere denunciata con opposizione agli atti esecutivi l'illegittimità degli atti conseguenti e successivi (Trib. Roma, 23 maggio 1985, cit.).

Bibliografia

Bonsignori, Assegnazione forzata e distribuzione del ricavato, Milano, 1962; Bucolo, Il processo esecutivo ordinario, Padova, 1994; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; Cerino Canova, Offerte dopo l'incanto, Padova, 1975; Chiovenda, Sulla natura giuridica dell'espropriazione forzata, in Saggi di diritto processuale civile, II, Milano, 1993, 459; De Stefano, Assegnazione nell'esecuzione forzata, Enc. dir., III, Milano, 1958, 278; Garbagnati, Intorno alla rivendita forzata immobiliare, Milano, 1936; Saletti, Tecniche ed effetti delle vendite forzate immobiliari, in Riv. dir. proc. 2003, 1052 ss.; Sassani, Sulla portata precettiva dell'art. 2929 c.c., in Giust. civ. 1985, I, 3138; Satta, L'esecuzione forzata, Torino, 1963; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur. 2015, n. 3, 390; Travi, Vendita dei beni pignorati, Nss. D.I., XX, Torino, 1975, 636.

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