Codice di Procedura Civile art. 513 - Ricerca delle cose da pignorare.Ricerca delle cose da pignorare. [I]. L'ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo [474] e del precetto [480], può ricercare le cose da pignorare nella casa del debitore e negli altri luoghi a lui appartenenti. Può anche ricercarle sulla persona del debitore, osservando le opportune cautele per rispettarne il decoro [165 att.]. [II]. Quando è necessario aprire porte, ripostigli o recipienti, vincere la resistenza opposta dal debitore o da terzi, oppure allontanare persone che disturbano l'esecuzione del pignoramento, l'ufficiale giudiziario provvede secondo le circostanze, richiedendo, quando occorre, l'assistenza della forza pubblica. [III]. Il presidente del tribunale o un giudice da lui delegato, su ricorso del creditore [486], può autorizzare con decreto l'ufficiale giudiziario a pignorare cose determinate che non si trovano in luoghi appartenenti al debitore, ma delle quali egli può direttamente disporre 1. [IV]. In ogni caso l'ufficiale giudiziario può sottoporre a pignoramento, secondo le norme della presente sezione, le cose del debitore che il terzo possessore [543 2 n. 2] consente di esibirgli.
[1] Comma così modificato dall'art. 92 d.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. A norma dell'art. 27, comma 1, lett. b), n. 1) del d.lgs. 13 luglio 2017, n. 116, le parole: «Il presidente del tribunale o un giudice da lui delegato» sono sostituite dalle seguenti: «Il giudice di pace»; ai sensi dell'art. 32, comma 3 del d.lgs. 116 cit., come da ultimo modificato dall'art. 8-bis, comma 1, lett. b), d.l. 30 dicembre 2019, n. 162, conv., con modif., in l. 28 febbraio 2020, n. 8, le disposizioni di cui all'art. 27 citato entrano in vigore il 31 ottobre 2025. InquadramentoL'ufficiale giudiziario procede innanzitutto a pignoramento dei beni mobili che si trovano presso la casa del debitore e negli altri luoghi appartenenti allo stesso (ovvero dove svolge la propria attività professionale). Per tali beni vi è una presunzione di titolarità in capo al debitore. Ove necessario, l'ufficiale giudiziario, nell'esercizio di un potere discrezionale, può richiedere l'ausilio della forza pubblica. Su richiesta del creditore, il Presidente del Tribunale può autorizzare il pignoramento di cose del debitore che si trovano in luoghi non appartenenti allo stesso: tipico è il caso della vettura custodita in un garage. Peraltro, dovrà procedersi nelle forme del pignoramento presso terzi ex art. 543 qualora il terzo rifiuti di esibire tali cose. Casa del debitoreLa disposizione in commento stabilisce che l'ufficiale giudiziario, richiesto in forma anche orale dal creditore, può ricercare i beni mobili da pignorare in primo luogo nella casa del debitore. La norma, come è stato chiarito in sede di legittimità, pone una presunzione di titolarità in capo a quest'ultimo dei beni che si trovano nella sua casa e negli altri luoghi a lui appartenenti, con la conseguenza che, poiché l'attività svolta dall'ufficiale giudiziario in sede di pignoramento mobiliare è meramente esecutiva, è preclusa al medesimo qualsiasi valutazione giuridica sui titoli di appartenenza dei beni da sottoporre al pignoramento, rimanendo a disposizione degli eventuali terzi proprietari lo strumento processuale dell'opposizione di terzo all'esecuzione (Cass. n. 23625/2012). La S.C. ha più volte ribadito che, per superare la presunzione di appartenenza posta dall'art. 513, nel giudizio di opposizione di terzo all'esecuzione di cui all'art. 619 il terzo opponente deve dare la dimostrazione dei fatti costitutivi del diritto vantato sul bene pignorato: a tal fine, è rilevante che il debitore sia proprietario dei beni pignorati ed è necessario, altresì, dimostrarne l'appartenenza, la quale completa la valutazione sulla proprietà stante la presunzione in favore del creditore procedente che i beni mobili rinvenuti nella casa di abitazione o nell'azienda del debitore sono di proprietà del medesimo (Cass. n. 20173/2010). L'affidamento dei beni mobili al debitore da parte del terzo deve risultare da documentazione in data certa, anteriore al pignoramento, e che il diritto di proprietà su tali beni deve essere anch'esso provato formalmente (cfr. Cass. n. 4222/1998, che ha ritenuto a tal fine inidoneo il contratto di comodato). A riguardo, la stessa Corte Costituzionale ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 513 commi 1 e 2, proposta, in riferimento agli artt. 3 e 14 Cost., nella parte in cui la norma consente all'ufficiale giudiziario di ricercare le cose da pignorare anche in luoghi appartenenti a terzi, in cui il debitore non abbia residenza anagrafica ma solo temporanea dimora in quanto, sebbene la ricerca può essere fatta anche nella casa in cui abiti l'esecutato che non sia proprietario o locatario dell'immobile, occorre comunque un connotato di abitualità e di tendenziale stabilità della relazione fattuale tra debitore e luogo di ubicazione delle cose da pignorare (Corte cost. n. 189/1994). Il terzo che si oppone all'esecuzione mobiliare ha l'onere di provare documentalmente non solo l'affidamento dei beni al debitore in data certa, anteriore al pignoramento, ma altresì il suo diritto di proprietà su di essi e a questo fine il contratto di comodato è inidoneo (Cass. n. 4222/1998). Altri luoghi appartenenti al debitoreIl pignoramento può inoltre essere effettuato su beni mobili rinvenuti dall'ufficiale giudiziario in luoghi, diversi dalla casa di abitazione, ma appartenenti comunque al debitore. I luoghi «appartenenti al debitore» sono quelli in cui egli esplica di fatto la propria attività professionale o commerciale indipendentemente dalla titolarità di un diritto di natura reale o personale sui medesimi (Trib. Lucca 27 gennaio 1995, Giust. civ., 1996, I, 251, con nota di Monnosi). In tale direzione si è ritenuto che è azienda del debitore anche quella ubicata in un immobile preso in locazione (Cass. n. 2909/2007). Poteri dell'ufficiale giudiziario ed ausilio della forza pubblicaIl comma 3 della previsione in esame stabilisce che, quando è necessario aprire porte, ripostigli o recipienti, vincere la resistenza opposta dal debitore o da terzi, oppure allontanare persone che disturbano l'esecuzione del pignoramento, l'ufficiale giudiziario provvede secondo le circostanze, richiedendo, quando occorre, l'assistenza della forza pubblica. Pertanto, l'ufficiale giudiziario dispone ex se del potere dovere di richiedere l'assistenza della forza pubblica, quando, secondo una sua valutazione discrezionale, egli ritenga che occorra, e senza necessità di alcuna autorizzazione da parte del giudice che ha emesso il provvedimento che si tratta di eseguire (Trib. Messina II, 27 febbraio 2008). Cose che si trovano in luoghi non appartenenti al debitoreIl creditore può inoltre chiedere al Presidente del Tribunale di autorizzare il pignoramento di cose determinate che non si trovano in luoghi appartenenti al debitore, ma delle quali egli può direttamente disporre (ad esempio, il pignoramento della vettura del debitore che si trova presso un garage). Peraltro, anche in presenza dell'autorizzazione del Presidente del Tribunale, il creditore che pretende di eseguire il pignoramento di un bene mobile che assume di proprietà del suo debitore ed è, però, detenuto da un terzo, deve procedere, se il terzo non consente di esibire la cosa all'ufficiale giudiziario, con le modalità e le forme previste dall'art. 543 ss., e non con quelle previste per il pignoramento presso il debitore che, ai sensi del comma ultimo dell'art. 513, può essere eseguito dall'ufficiale giudiziario presso il terzo possessore solo per i beni che questo consente di esibirgli come cose appartenenti al debitore (Cass. n. 5617/1994). E’ stato chiarito in sede di legittimità che la forma di pignoramento prevista dal comma 3 dell'art. 513 prescinde dal collegamento spaziale dei beni pignorati presso la casa o l'azienda del debitore, presupponendo soltanto la disponibilità materiale della cosa da parte del debitore medesimo, rispetto alla quale il terzo che ne rivendichi la proprietà dovrà fornire la prova del titolo di questa, ma non anche l'affidamento al debitore, che, invece, è presupposto rilevante nella fattispecie regolata dal comma 1 del citato art. 513 ed alla cui stregua si impone il rigoroso regime probatorio dettato dall'art. 621. Tuttavia, nell'anzidetta fattispecie di cui al comma 3 dell'art. 513, al terzo si richiede anche la dimostrazione dell'opponibilità dell'acquisto al creditore pignorante ed a quelli intervenuti nell'esecuzione, il cui regime, ove si tratti di alienazione di beni mobili iscritti in pubblici registri, è dettato dall'art. 2914, n. 1, c.c. (Cass. n. 8746/2011). Analogamente, in sede di merito, è stato evidenziato che il terzo opponente ha l'onere di provare documentalmente, con scrittura di data certa anteriore al pignoramento, l'acquisto del diritto dominicale sui beni pignorati anche nell'ipotesi in cui i beni siano stati pignorati non nella casa o azienda del debitore bensì dello stesso terzo opponente in virtù di decreto ex art. 513 del Presidente del tribunale (Trib. Benevento, 30 luglio 2005, in Riv. giur. Molise Sannio, 2005, n. 3, 148). Pignoramento negativo e interruzione del termine di prescrizioneLa Corte di cassazione ha chiarito che ai fini dell'interruzione della prescrizione ai sensi degli artt. 2943, comma 4, e 2945, comma 1, c.c., il tentativo di pignoramento mobiliare infruttuoso, documentato da verbale di "pignoramento negativo", costituisce idoneo atto di esercizio del credito, a condizione che l'attività all'uopo effettuata dall'ufficiale giudiziario (accesso, ostensione del titolo esecutivo e del precetto, ricerca dei beni, ecc.) sia conosciuta o conoscibile dal debitore e, dunque, che la stessa si svolga almeno in presenza dei soggetti di cui all'art. 139 c.p.c. ed in luogo appartenente alla sfera giuridica del debitore stesso, nei termini di cui all'art. 513 c.p.c. (Cass. III, n. 41386/2021). CasisticaIl diritto di proprietà sull'abitazione già coniugale acquisito in via esclusiva da uno dei coniugi giusta verbale di conciliazione avvenuta davanti al g.i., anteriormente alla sentenza di separazione giudiziale, non implica il diritto di proprietà esclusiva anche sui beni mobili che l'arredano, a favore del medesimo coniuge, se fino alla data della separazione giudiziale sussisteva tra i coniugi il regime di comunione legale dei beni e la divisione dei beni comuni non ha riguardato i beni mobili: deve conseguentemente ritenersi, salvo prova contraria, che gli stessi beni appartengano in comunione ad entrambi i coniugi e siano assoggettabili a pignoramento anche in danno di un solo coniuge, sia pur limitatamente alla quota pari alla metà al medesimo spettante (Trib. Nuoro, 17 gennaio 1994, in Riv. giur. Sarda, 2006, 111, con nota di Siddi). BibliografiaBonsignori, L'esecuzione forzata, II ed., Torino, 1996; Bonsignori, Pignoramento, Nss. D.I., XIII, Torino, 1966, 75 ss.; Bucolo, Il processo esecutivo ordinario, Padova, 1994; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; Gobio Casali, Prime osservazioni sul nuovo pignoramento di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi ex art. 521-bis c.p.c., in judicium.it; Martinetto, Insequestrabilità ed impignorabilità, Nss. D.I., VIII, Torino 1962, 744; Picardi, L'ufficiale giudiziario: una figura ambigua, in Studi in onore di Mario Vellani, II, Milano, 1998, 721; Tarzia, Indicazione del bene da pignorare e opposizione per impignorabilità, in Giur. it. 1964, I, 2, 315; Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l. 132/2014, in Corr. giur. 2015, n. 3, 390; Verde, Pignoramento mobiliare, Enc. Dir., XXXIII, Milano, 1983, 822; Ziino, Sub artt. 514, 515, 517, 518, 520, 521, 524, in La riforma del processo civile, a cura di Cipriani e Monteleone, Padova, 2007, 279 e ss. |