Codice di Procedura Civile art. 528 - Intervento tardivo 1.Intervento tardivo 1. [I]. I creditori chirografari che intervengono successivamente ai termini di cui all'articolo 525, ma prima del provvedimento di distribuzione, concorrono alla distribuzione della parte della somma ricavata che sopravanza dopo soddisfatti i diritti del creditore pignorante, dei creditori privilegiati e di quelli intervenuti in precedenza 2. [II]. I creditori che hanno un diritto di prelazione [2741 c.c.] sulle cose pignorate, anche se intervengono a norma del comma precedente, concorrono alla distribuzione della somma ricavata in ragione dei loro diritti di prelazione [510 2].
[1] Articolo così sostituito dall'art. 10 d.P.R. 17 ottobre 1950, n. 857. [2] Comma così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 2 3 lett. e) n. 14 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 , 3-sexies, d.l. n. 35, cit., sub art. 476. Il testo recitava: «I creditori chirografari che intervengono oltre l'udienza indicata nell'articolo 525, secondo comma, ovvero oltre la data di presentazione del ricorso per l'assegnazione o la vendita dei beni pignorati nell'ipotesi prevista nell'articolo 525, terzo comma, ma prima del provvedimento di distribuzione, concorrono alla distribuzione della parte della somma ricavata che sopravanza dopo soddisfatti i diritti del creditore pignorante e di quelli intervenuti in precedenza» InquadramentoNell'ambito dei creditori tardivamente intervenuti, occorre distinguere tra chirografari e privilegiati. Invero, i creditori chirografari, se intervenuti tardivamente, possono soddisfarsi soltanto in via successiva e residuale rispetto agli altri creditori. Diversamente, i creditori privilegiati continueranno a vantare, a prescindere dalla tempestività dell'intervento, una causa legittima di prelazione sul bene (o sui beni) oggetto della garanzia anche in sede di distribuzione del ricavato. Creditori chirografariLa differenza tra tempestività e tardività dell'intervento si apprezza con riguardo ai creditori chirografari che, se intervenuti tardivamente, potranno soddisfarsi soltanto in via successiva e residuale rispetto agli altri creditori tempestivamente intervenuti. Creditori privilegiatiI creditori che vantino una causa legittima di prelazione, ossia, trattandosi di espropriazione mobiliare, un pegno su un bene mobile ovvero un privilegio, generale o speciale, continueranno a vantare la stessa in sede distributiva, anche ove intervenuti tardivamente (v., tra le molte, Cass. III, n. 7296/2003). Non è privo di rilievo il principio, affermato in sede di legittimità, per il quale dall'art. 629 che prevede l'estinzione del processo esecutivo nel caso di rinunzia agli atti esecutivi da parte del creditore pignorante o dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo, si desume che anche questi ultimi, ancorché siano intervenuti tardivamente, hanno la facoltà di provocare i singoli atti di esecuzione, in quanto non sarebbe in alcun modo giustificabile il permanere della procedura esecutiva per la mancata rinunzia del creditore intervenuto tardivamente se questi non avesse il potere di promuovere il completamento della procedura stessa. Resterebbe altrimenti frustrata la ratio della norma di impedire — per ragioni di economia processuale e di effettività della tutela — che il processo si estingua quando vi sono creditori intervenuti che hanno interesse alla sua prosecuzione, senza che sussistano motivi per distinguere la posizione dei creditori intervenuti tardivamente rispetto a quelli intervenuti tempestivamente (Cass. III, n. 18227/2014). Peraltro, nell'ipotesi di pegno o privilegio speciale, laddove il credito sia superiore alla garanzia, per la restante parte il trattamento sarà identico a quello dei creditori chirografari intervenuti tardivamente. La S.C. ha, inoltre, precisato che, peraltro, in caso di intervento tardivo, oltre il termine di cui all'art. 499, comma 2, del creditore privilegiato che versi in una delle condizioni cui all'art. 499, comma 1, c.p.c., il credito si ha per disconosciuto, restando preclusa l'attivazione del subprocedimento di verificazione regolato dalla norma, senza che da ciò, peraltro, derivi l'inammissibilità dell'intervento stesso attesa la prevalenza della disciplina di cui all'art. 551 ovvero, per le espropriazioni mobiliari presso il debitore e per le espropriazioni immobiliari, degli artt. 528 e 566, sicché detto creditore, per assicurarsi almeno il diritto all'accantonamento in sede di distribuzione, è tenuto a presentare specifica istanza e a dimostrare di aver agito, entro i trenta giorni dalla data dell'intervento tardivo, per conseguire il titolo esecutivo mancantegli nei confronti dell'esecutato (Cass. n. 774/2016). BibliografiaAndrioli, Intervento dei creditori, in Enc. dir., XXII, Milano 1972, 486; Bonsignori, L'esecuzione forzata, Torino 1991; Castoro, Il processo d'esecuzione nel suo aspetto pratico, 14a edizione, Milano, 2017; Garbagnati, Il concorso dei creditori nel processo d'espropriazione, Milano, 1959; Saletti, Le (ultime) novità in tema di esecuzione forzata, in Riv. dir. proc. 2006, 194 ss.; Tarzia, L'oggetto del processo d'espropriazione, Milano, 1961. |