Codice di Procedura Civile art. 529 - Istanza di assegnazione o di vendita.

Rosaria Giordano

Istanza di assegnazione o di vendita.

[I]. Decorso il termine di cui all'articolo 501, il creditore pignorante e ognuno dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo [474] possono chiedere [497, 498 3] la distribuzione del danaro [494 3, 495 1, 517 2] e la vendita di tutti gli altri beni.

[II]. Dei titoli di credito e delle altre cose il cui valore risulta dal listino di borsa o di mercato possono chiedere anche l'assegnazione [505 ss., 532 3].

[III]. Al ricorso si deve unire il certificato d'iscrizione dei privilegi gravanti sui mobili pignorati [2762 2 c.c.].

Inquadramento

Entro il termine di cui all'art. 501, il creditore procedente o un creditore intervenuto titolato devono presentare istanza di vendita o di assegnazione.

L'istanza assume la forma di un ricorso, sottoscritto personalmente dalla parte o dal difensore munito di mandato (Cass. n. 5986/1985).

Al ricorso deve essere allegato il certificato di iscrizione dei privilegi gravante sul bene, in assenza del quale non può essere disposta la vendita o l'assegnazione (Trib. Monza 22 novembre 1982).

L'istanza di assegnazione può riguardare, a pena di inammissibilità, soltanto i titoli di credito o i beni aventi un valore risultante da listino di borsa (Trib. Modena 5 aprile 2013).

Soggetti legittimati e modalità di presentazione dell'istanza

L'istanza di vendita o di assegnazione deve essere presentata dal creditore procedente o da un creditore intervenuto, purché munito di titolo esecutivo, e quindi del potere di dare impulso alla procedura.

L'istanza che, se presentata fuori udienza, assume la forma di un ricorso (Castoro, 473), mentre in udienza può essere formulata oralmente.

L'istanza deve essere sottoscritta personalmente dalla parte o dal difensore munito di mandato (Cass., n. 5986/1985).

Al ricorso deve poi essere allegato il certificato d'iscrizione dei privilegi gravanti sui beni mobili pignorati. In mancanza, il giudice non può disporre l'assegnazione o la vendita, ma l'istanza, sebbene irregolare, è comunque idonea ad interrompere il termine di perenzione di cui all'art. 497 (Trib. Monza 22 novembre 1982).

Beni mobili che possono essere oggetto di assegnazione

In dottrina è discussa la natura dell'assegnazione prevista dalla norma in commento. In particolare, per alcuni si di assegnazione satisfattiva (Satta III, 281), da altri, invece, la si considera di duplice natura, vuoi satisfattiva, vuoi vendita (c.d. assegnazione vendita), cosicché si rende necessario regolare l'eventuale contrasto, nel caso di presentazione di istanza satisfattiva e di assegnazione-vendita, da parte di diversi creditori (Bonsignori, 174).

Il secondo comma della disposizione in esame limita la possibilità di richiedere l'assegnazione ai titoli di credito ed agli beni il cui valore risulta dal listino di borsa o di mercato.

È quindi inammissibile l'istanza di assegnazione di beni mobili pignorati non deteriorabili diversi da quelli contemplati dall'art. 529 comma 2 (Trib. Modena 5 aprile 2013, con riguardo ad una “vetrina-credenza”).

Sempre nella prassi si è invece ritenuto che poiché il mercato di autoveicoli consta di un vero e proprio listino di mercato, tanto che i prezzi medi di compravendita di autovetture usate sono pubblicati su varie riviste, il creditore procedente può chiedere, in alternativa alla vendita, l'assegnazione dell'autovettura pignorata (Trib. Ascoli Piceno, 13 aprile 2008, in Dir. e lav. Marche, 2008, n. 1-2, 76).

Nell'ipotesi di assegnazione di un bene mobile diverso da quelli indicati dal comma 2 il provvedimento sarà nullo, senza che possa trovare applicazione la regola dettata dall'art. 2929 c.c., secondo cui la nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita e l'assegnazione non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, regola che non è applicabile alle nullità che riguardino proprio la vendita o l'assegnazione, cioè quando si tratti di vizi che direttamente le riguardino ovvero ad esse obbligatoriamente prodromici (Cass. n. 27526/2014).

Il provvedimento di assegnazione, in quanto atto del processo esecutivo, può essere contestato mediante la proposizione dell’opposizione agli atti esecutivi e non già con i rimedi propri del processo di cognizione, come il ricorso straordinario per cassazione (Cass. n. 7166/1997).

Bibliografia

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