Codice di Procedura Civile art. 530 - ( Provvedimento per l'assegnazione o per l'autorizzazione della vendita )1.

Rosaria Giordano

( Provvedimento per l'assegnazione o per l'autorizzazione della vendita )1.

[I]. Sull'istanza di cui all'articolo precedente il giudice dell'esecuzione  2 fissa l'udienza per l'audizione delle parti [485].

[II].  All'udienza le parti possono fare osservazioni circa l'assegnazione [505, 5061] e circa il tempo e le modalità della vendita e debbono proporre, a pena di decadenza, le opposizioni agli atti esecutivi, se non sono già decadute dal diritto di proporle [6172].

[III]. Se non vi sono opposizioni o se su di esse si raggiunge l'accordo delle parti comparse, il giudice dell'esecuzione 3dispone con ordinanza [487] l'assegnazione o la vendita [2919 ss. c.c.].

[IV]. Se vi sono opposizioni il giudice dell'esecuzione 4le decide con sentenza [6182; 187 att.] e dispone con ordinanza l'assegnazione [162 att.] o la vendita [164 att.].

[V].Qualora ricorra l'ipotesi prevista dal secondo comma 5 dell'articolo 525, e non siano intervenuti creditori fino alla presentazione del ricorso, il giudice dell'esecuzione (2) provvederà con decreto per l'assegnazione o la vendita; altrimenti provvederà a norma dei commi precedenti, ma saranno sentiti soltanto i creditori intervenuti nel termine previsto dal secondo comma 6 dell'articolo 525.

[VI]. Il giudice dell'esecuzione stabilisce che il versamento della cauzione, la presentazione delle offerte, lo svolgimento della gara tra gli offerenti, ai sensi dell'articolo 532, nonché il pagamento del prezzo, siano effettuati con modalità telematiche, salvo che le stesse siano pregiudizievoli per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura  7.

[VII]. In ogni caso il giudice dell'esecuzione può disporre che sia effettuata la pubblicità prevista dall'articolo 490, secondo comma, almeno dieci giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte o della data dell'incanto. Il giudice dispone che sia sempre effettuata la pubblicità prevista dall'articolo 490, primo comma, nel rispetto del termine di cui al periodo precedente 8.

[VIII].  Fuori dell'ipotesi prevista dal secondo comma dell'articolo 525, il giudice dell'esecuzione può disporre che il versamento del prezzo abbia luogo ratealmente ed entro un termine non superiore a dodici mesi; si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui agli articoli 569, terzo comma, terzo periodo, 574, primo comma, secondo periodo, e 587, primo comma, secondo periodo 9.

 

[1] Articolo così sostituito dall'art. 48 l. 14 luglio 1950, n. 581.

[2] Le parole « giudice dell'esecuzione » sono state sostituite alla parola « pretore » dall'art. 93, d.lg. 19 febbraio 1998 n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247, comma 1, dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1, l. 16 giugno 1998 n. 188, dal 2 giugno 1999.

[3] Le parole « giudice dell'esecuzione » sono state sostituite alla parola « pretore » dall'art. 93, d.lg. 19 febbraio 1998 n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247, comma 1, dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1, l. 16 giugno 1998 n. 188, dal 2 giugno 1999.

[4] Le parole « giudice dell'esecuzione » sono state sostituite alla parola « pretore » dall'art. 93, d.lg. 19 febbraio 1998 n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247, comma 1, dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1, l. 16 giugno 1998 n. 188, dal 2 giugno 1999.

[5] Le parole « secondo comma » sono state sostituite, in sede di conversione, alle parole «terzo comma» dall'art. 2, d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

[6] Le parole « secondo comma » sono state sostituite, in sede di conversione, alle parole «terzo comma» dall'art. 2, d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

[7] Comma inserito dal d.l. 29 dicembre 2009 n. 193, conv., con modif., dalla l. 22 febbraio 2010, n. 24, e successivamente sostituito dall'art. 48, d.l. 24 giugno 2014 n. 90, conv., con modif., in l. 11 agosto 2014, n. 114. La disposizione si applica a partire dal trentesimo giorno successivo alla entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Il testo originario recitava: «Il giudice dell'esecuzione può stabilire che il versamento della cauzione, la presentazione delle offerte, lo svolgimento della gara tra gli offerenti e l'incanto, ai sensi degli articoli 532, 534, e 534-bis, nonché il pagamento del prezzo, siano effettuati con modalità telematiche».

[8] Comma inserito, in sede di conversione, dall'art. 4, comma 8, d.l. 29 dicembre 2009 n. 193, conv., con modif., dalla l. 22 febbraio 2010, n. 24. L'ultimo periodo è stato aggiunto dall'art. 13 d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 9, del d.l. n. 83 del 2015 medesimo.

[9] Comma inserito dall'art. 13 d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 9, del d.l. n. 83 del 2015 medesimo.

Inquadramento

Per i beni mobili aventi valore superiore a 20.000 euro o quando siano intervenuti tempestivamente altri creditori, deve essere fissata l'udienza di autorizzazione alla vendita.

Si ritiene, tuttavia, che l'omessa audizione del debitore non sia di per sé causa di nullità della vendita.

L'autorizzazione della vendita preclude la deducibilità di vizi attinenti ai singoli atti che abbiano preceduto l'udienza fissata ex art. 530, nel senso che, relativamente a detti vizi, l'udienza è l'ultimo momento utile per la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi ove non si sia verificata ancora decadenza (Cass. n. 20814/2009).

Attualmente è obbligatoria, a seguito dell'emanazione del decreto del Ministero della Giustizia (d.m. 26 febbraio 2015, n. 132), la vendita mobiliare con modalità telematiche.

La pubblicità delle operazioni di vendita può essere autorizzata in ogni caso il giudice lo ritenga rilevante e dovrà essere effettuata sul portale delle vendite pubbliche.

In presenza di giusti motivi, a seguito della riforma di cui al d.l. n. 83/2015, il giudice può autorizzare che il versamento del prezzo avvenga ratealmente, entro un termine massimo di dodici mesi.

Ipotesi nelle quali deve essere fissata l'udienza

Non è necessaria l'udienza di autorizzazione della vendita o dell'assegnazione nell'ipotesi di c.d. piccola espropriazione mobiliare, ossia laddove il valore dei beni sia inferiore a 20.000 euro, e qualora non siano intervenuti tempestivamente altri creditori oltre al procedente. In questo caso la vendita potrà essere autorizzata con decreto.

Quando il valore dei beni supera l'importo di euro 20.000 o siano comunque intervenuti altri creditori tempestivamente dovrà essere fissata udienza per l'autorizzazione delle operazioni di vendita.

Conseguenze dell'omessa convocazione del debitore all'udienza

La giurisprudenza è incline a ritenere che sebbene il debitore debba essere convocato per l'udienza in cui il giudice dell'esecuzione autorizza la vendita dell'immobile ma, poiché il processo esecutivo non è caratterizzato dal principio del contraddittorio, la sua omessa audizione, non è, di per sé, causa di nullità del procedimento, essendo solo strumentale al migliore esercizio della potestà ordinatoria del giudice, essa può essere dedotta solo con l'opposizione agli atti esecutivi contro l'ordinanza di vendita nei casi in cui abbia influito, su quest'ultima, viziandola (Cass. n. 18513/2006).

Tale tesi trova generale fondamento nell’assunto per il quale il processo esecutivo ha carattere tipicamente unilaterale e, quindi, la convocazione delle parti, che nel processo medesimo venga disposta dal giudice, quando la ritenga necessaria o quando la legge la prescriva, avviene non per costituire un formale contraddittorio, ma soltanto per il migliore esercizio della potestà ordinatoria, affidata al giudice stesso (Cass. n. 16731/2009).

Vizi della fase anteriore alla vendita

Nel processo esecutivo, strutturato quale successione di sub-procedimenti, cioè una serie autonoma di atti ordinati a distinti provvedimenti successivi, l'autorizzazione della vendita preclude la deducibilità di vizi attinenti ai singoli atti che abbiano preceduto l'udienza fissata ex art. 530, nel senso che, relativamente a detti vizi, l'udienza è l'ultimo momento utile per la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi ove non si sia verificata ancora decadenza (Cass. n. 20814/2009). In mancanza, troverà applicazione la regola generale dettata dall'art. 2929 c.c. sicché i vizi non tempestivamente denunciati non potranno incidere sulla vendita (o sull'assegnazione).

E’ pacifico che, tuttavia, la regola contenuta nell'art. 2929 c.c. , secondo cui la nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita e l'assegnazione non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, non è applicabile alle nullità che riguardino proprio la vendita o l'assegnazione, cioè quando si tratti di vizi che direttamente le concernano ovvero ad esse obbligatoriamente prodromici (Cass. n. 27526/2014).

In dottrina si è evidenziato che, tuttavia, la decadenza dal diritto di proporre opposizione agli atti esecutivi suppone trattarsi di materia non sottratta al potere di disposizione delle parti, nel senso che, se la materia è invece sottratta a detto potere, il giudice dell'esecuzione può e deve rilevare d'ufficio ogni irregolarità che gli impedisce di proseguire l'espropriazione, a prescindere dalla iniziativa privata delle parti, esercitabile senza limite di tempo (Castoro, 482, che adduce l'esempio del pignoramento che non esiste fisicamente o giuridicamente o è affetto da nullità insanabile).

Vendita con modalità telematiche

La legge di conversione del d.l. n. 193/2009, conv., con modif. in l. n. 24/2010, ha inserito due nuovi commi nella disposizione in esame.

In particolare, è stata riconosciuta, innanzitutto, al giudice dell'esecuzione la facoltà di stabilire, con l'ordinanza di vendita, che il versamento della cauzione, la presentazione delle offerte, lo svolgimento della gara tra gli offerenti e l'incanto nonché il pagamento del prezzo siano effettuati con modalità telematiche. Tale previsione è stata peraltro sostituita già dal d.l. n. 90/2014 — che trova applicazione nelle vendite mobiliari disposte dopo la data del 18 settembre 2014 — con una norma che rende obbligatoria la vendita con modalità telematiche dei beni mobili pignorati, salvo che ciò possa essere pregiudizievole per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura.

Non può trascurarsi che ai sensi dell'art. 161-ter disp. att. l'operatività della vendita con modalità telematiche era subordinata all'emanazione del decreto del Ministro della giustizia che stabilisce le regole tecnico-operative per lo svolgimento della vendita di beni mobili ed immobili mediante gara telematica, regolamento emanato con d.m. 26 febbraio 2015, n. 32 (in arg. Castoro, 484).

Pubblicità delle operazioni di vendita

La medesima legge di conversione del d.l. n. 193/2009, conv., con modif. in l. n. 24/2010, ha inoltre inserito il comma 7 della disposizione in esame che ha previsto la possibilità per il giudice dell'esecuzione di disporre la pubblicità dell'avviso di vendita, in precedenza prevista per il solo caso di espropriazione di beni mobili registrati aventi un valore superiore a euro 25.000, anche nelle altre ipotesi in cui lo ritenga opportuno. Tale pubblicità è quella su appositi siti internet e la norma in commento stabilisce che la stessa sia effettuata almeno dieci giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte o della data dell'incanto. Il d.l. n. 83/2015, ha aggiunto un ulteriore periodo al comma 7 che, anche per i beni mobili, è obbligatoria la pubblicità prevista dall'odierno comma 1 dell'art. 490 (al cui Commento si rinvia), ossia la pubblicità sul portale delle vendite pubbliche.

Versamento rateale del prezzo

Il d.l. n. 83/2015 ha aggiunto un ulteriore comma alla disposizione in esame prevedendo che, nelle ipotesi nelle quali il valore stimato ai sensi dell'art. 518 dei beni mobili pignorati superi l'importo di euro 20.000, il giudice dell'esecuzione può stabilire che il versamento del prezzo abbia luogo ratealmente, entro un termine non superiore a dodici mesi.

La norma ha l'obiettivo di favorire il reperimento di potenziali offerenti nelle procedure esecutive mobiliari quando il valore dei beni è di una certa rilevanza sul piano economico e si correla alla scelta generale effettuata in tal senso dal d.l. n. 83/2015 anche per le procedure esecutive immobiliari.

Quanto alla disciplina si richiamano, con la riserva della concreta compatibilità, alcune disposizioni dettate in tema di espropriazione immobiliare introdotte dal medesimo d.l. n. 83/2015, che ha previsto, ove ricorrano giustificati motivi, la possibilità per il giudice dell'esecuzione di autorizzare una rateizzazione nel versamento del prezzo entro lo stesso termine massimo di dodici mesi anche nell'ambito delle esecuzioni immobiliari.

Tra le norme richiamate (v. anche relativo Commento) quella che, in concreto, appare l'unica compatibile con l'espropriazione mobiliare — essendo le altre correlate alla possibilità per l'aggiudicatario che presti fideiussione secondo determinate modalità di ottenere l'immissione in possesso “anticipata” nell'immobile — è il secondo periodo dell'art. 587, comma 1, che applica la sanzione della decadenza dall'aggiudicazione nei confronti dell'aggiudicatario che non abbia versato anche una sola rata entro dieci giorni dalla scadenza del termine (Castoro, 485).

Decadenza dalla proponibilità dell’opposizione all’esecuzione

L’udienza nella quale viene disposta la vendita o l’assegnazione  è il termine ultimo entro il quale può essere proposta a pena di inammissibilità, a seguito della modifica dell’art. 615, comma 2, ad opera del d.l. 3 maggio 2016, n. 59, l’opposizione all’esecuzione.

L’opposizione potrà essere proposta dopo il decorso del termine in questione soltanto laddove vengano dedotti con la stessa fatti sopravvenuti o la parte dimostri di non averla potuta proporre prima per causa a sé non imputabile.

Bibliografia

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