Codice di Procedura Civile art. 533 - Obblighi del commissionario 1.

Rosaria Giordano

Obblighi del commissionario 1.

[I]. Il commissionario assicura agli interessati la possibilità di esaminare, anche con modalità telematiche, le cose poste in vendita almeno tre giorni prima della data fissata per l'esperimento di vendita e non può consegnare la cosa all'acquirente prima del pagamento integrale del prezzo2. Egli è tenuto in ogni caso a documentare le operazioni di vendita mediante certificato, fattura o fissato bollato in doppio esemplare, uno dei quali deve essere consegnato al cancelliere col prezzo ricavato dalla vendita, nel termine stabilito dal giudice dell'esecuzione nel suo provvedimento.

[II]. Qualora la vendita non avvenga nel termine fissato a norma dell'articolo 532, secondo comma, il commissionario restituisce gli atti in cancelleria e fornisce prova dell'attività specificamente svolta in relazione alla tipologia del bene per reperire potenziali acquirenti. In ogni caso fornisce prova di avere effettuato la pubblicità disposta dal giudice 3

[III]. Il compenso al commissionario [1733 c.c.] è stabilito dal giudice dell'esecuzione  4con decreto.

 

[1] Articolo così sostituito dall'art. 11 d.P.R. 17 ottobre 1950, n. 857.

[2] Comma modificato, in sede di conversione, dall'art. 4, comma 8, del d.l. 29 dicembre 2009, n. 193, conv., con modif., dalla l. 22 febbraio 2010, n. 24, che ha sostituito il primo periodo che precedentemente recitava: «Il commissionario non può vendere se non per contanti».

[3] Comma sostituito dall'art. 13 d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132. Per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 10, del d.l. n. 83 del 2015 medesimo. Il testo precedente recitava: «Qualora la vendita senza incanto non avvenga nel termine di un mese dal provvedimento di autorizzazione, il commissionario, salvo che il termine sia prorogato su istanza di tutti i creditori intervenuti, deve riconsegnare i beni, affinché siano venduti all'incanto».

[4] Le parole « giudice dell'esecuzione » sono state sostituite alla parola « pretore » dall'art. 93 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51 , con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188 , dal 2 giugno 1999.

Inquadramento

La norma in commento disciplina gli obblighi del commissionario nell'espletamento delle operazioni di vendita.

In dottrina è discusso il momento nel quale si verifica l'effetto traslativo nella vendita a mezzo commissionario: secondo alcuni quando è terminata la vendita (Satta III, 290), per altri solo a seguito del versamento integrale del prezzo (Castoro, 514).

Se nel termine indicato dal giudice dell'esecuzione nell'ordinanza di vendita la stessa non ha avuto esito positivo, il commissionario dovrà restituire gli atti documentando l'attività effettuata e dando prova della pubblicità eseguita.

Il compenso è determinato dal giudice dell'esecuzione con decreto, secondo i parametri ministeriali per l'Istituto Vendite Giudiziarie.

Per gli altri commissionari si è evidenziato che il criterio per la determinazione del compenso dovrebbe essere quello ex art. 1733 c.c. (Andrioli III, 172).

Il provvedimento di liquidazione del compenso ha natura monitoria ed è impugnabile con opposizione a decreto ingiuntivo (Cass., n. 1956/1995).

Attività e doveri del commissionario

Il commissionario è tenuto a mostrare i beni mobili a coloro i quali lo richiedano, anche secondo modalità telematiche, entro tre giorni prima della vendita che dovrà essere documentata mediante certificato, fattura o fissato bollo in doppio esemplare, da consegnare alla cancelleria unitamente al prezzo corrisposto dall'acquirente.

Solo al momento del versamento integrale del prezzo il bene mobile sarà consegnato all'acquirente.

Il commissionario per la vendita delle cose pignorate, in quanto esecutore delle disposizioni del giudice civile finalizzate alla conversione del compendio pignorato in equivalente pecuniario, esercita, quale ausiliario del giudice, una pubblica funzione giudiziaria e pertanto riveste la qualità di pubblico ufficiale. (Cass. pen. VI, n. 10886/2013: in applicazione del principio, la Corte ha ritenuto corretta la configurazione come peculato della condotta del responsabile di un I.V.G. che si era appropriato dei beni a lui affidati per l'espletamento della procedura esecutiva).

È discusso in dottrina quando si verifichi l'effetto traslativo della vendita.

Secondo una prima tesi, tale effetto nella vendita a mezzo di commissionario si verifica contestualmente alle operazioni di vendita, documentate nei modi previsti dallo stesso art. 533, di talché anche nel caso in cui il prezzo non venga pagato, la vendita ed il relativo effetto traslativo sono ugualmente efficaci, e la responsabilità per il pagamento del prezzo ricade sul commissionario (Satta III, 290).

Per altri, invece, qualora il prezzo non venga corrisposto dall'acquirente, la vendita dovrà ritenersi inefficace (Castoro, 514).

Il commissionario, a seguito della riforma di cui al d.l. n. 83/2015, è tenuto ad eseguire le operazioni di vendita non già nel pregresso termine “fisso” di un mese, prorogabile su accordo dei creditori, bensì nel termine indicato dal provvedimento di autorizzazione alla vendita, provvedimento il cui contenuto è quello descritto in modo dettagliato dall'art. 532, termine che non potrà comunque essere superiore a sei mesi (v. relativo Commento).

Qualora, dopo aver effettuato gli esperimenti di vendita seguendo le indicazioni del giudice dell'esecuzione e scaduto il relativo termine, il bene pignorato sia rimasto invenduto, il commissionario dovrà restituire gli atti alla cancelleria, fornendo prova sia dell'attività svolta in relazione alla tipologia del bene al fine di reperire acquirenti, sia di aver effettuato la pubblicità disposta dal Giudice, ossia quella obbligatoria sul portale delle vendite pubbliche.

Compenso

Secondo quanto previsto dalla norma in esame, il compenso del commissionario è stabilito con decreto del giudice dell'esecuzione.

In dottrina si è evidenziato che tale compenso potrebbe essere determinato a provvigione ai sensi dell'art. 1733 c.c. (Andrioli III, 172).

Il compenso per gli Istituti Vendite Giudiziarie deve invece essere calcolato secondo le previsioni dell'art. 159, ultimo comma, disp. att.

La S.C. ha evidenziato che il provvedimento con il quale il giudice dell'esecuzione approva o riduce il compenso all'Istituto vendite giudiziarie, stabilito dal Ministro della giustizia, incide direttamente sul relativo diritto spettante all'Istituto, per le attività dal medesimo svolte, di custodia e vendita dei beni soggetti ad esecuzione forzata, e, pertanto, non essendo atto preliminare o propedeutico dell'atto conclusivo del processo esecutivo, è autonomamente impugnabile, a decorrere dalla comunicazione del medesimo alle parti interessate (Cass. n. 843/2002).

Il decreto di liquidazione del compenso al commissionario, previsto dalla disposizione in esame, ha natura di ingiunzione di pagamento assimilabile al decreto monitorio e come tale soggetto al rimedio della opposizione davanti al medesimo giudice che lo ha emesso, ai sensi dell'art. 645 (Cass. n. 1956/1995).

Bibliografia

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