Codice di Procedura Civile art. 539 - Vendita o assegnazione degli oggetti d'oro e d'argento.

Rosaria Giordano

Vendita o assegnazione degli oggetti d'oro e d'argento.

[I]. Gli oggetti d'oro e d'argento non possono in nessun caso essere venduti per un prezzo inferiore al valore intrinseco.

[II]. Se restano invenduti, sono assegnati per tale valore ai creditori [505 ss.].

Inquadramento

Gli oggetti d'oro e argento (nonché i gioielli in genere: Castoro, 520) non possono essere venduti ad un importo inferiore rispetto al valore intrinseco, che dovrà essere determinato con l'ausilio di uno stimatore.

Pertanto se la vendita a tale prezzo va deserta, a prescindere da un'istanza, del creditore, deve essere disposta l'assegnazione c.d. coattiva, di detti beni ai creditori al valore intrinseco.

Prezzo di vendita

La norma in esame stabilisce che gli oggetti di oro e di argento non possono essere venduti per un importo inferiore al valore intrinseco.

Tale valore dovrà di regola essere determinato mediante l'ausilio di uno stimatore.

In dottrina si è evidenziato che la disposizione dovrebbe intendersi estesa anche ai gioielli in genere (Castoro, 520).

Assegnazione coattiva

Se il bene non è venduto ad un prezzo pari al valore intrinseco, ne è disposta l'assegnazione a favore dei creditori per detto valore.

Mancando un'istanza, si tratta di una forma di assegnazione coattiva (Castoro, 520).

Se i creditori sono più di uno l'assegnazione dovrà essere effettuata a ciascuno di essi, salvi i conguagli.

In dottrina si è invece prospettata la differente soluzione della comunione tra creditori sui beni (Satta, 1966, 298).

Bibliografia

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