Codice di Procedura Civile art. 550 - Pluralità di pignoramenti.

Rosaria Giordano

Pluralità di pignoramenti.

[I]. Il terzo deve indicare i pignoramenti [543] che sono stati eseguiti presso di lui.

[II]. Se altri pignoramenti sono eseguiti dopo che il terzo abbia fatto la sua dichiarazione, egli può limitarsi a richiamare la dichiarazione precedente e i pignoramenti ai quali si riferiva.

[III]. Si applicano le disposizioni dell'articolo 524 secondo e terzo comma [493 3].

Inquadramento

La disposizione ha l'obiettivo di coordinare le procedure esecutive quando sono compiuti una pluralità di pignoramenti presso il terzo nei confronti di un unico debitore (Satta, III, 330).

Nei primi due commi la disciplina è diversificata a seconda che i pignoramenti successivi al primo siano eseguiti dopo la notifica ma prima della dichiarazione o dopo la stessa: in un caso, il terzo dovrebbe rendere un'unica dichiarazione indicando le singole procedure, mentre nell'altro potrà, per i pignoramenti successivi al primo limitarsi a richiamare la dichiarazione precedente (Andrioli, III, 208).

La norma pone un autentico onere a carico del debitor debitoris il quale, in mancanza, rischia che ricada a proprio carico una duplice assegnazione (Satta, III, 331; Vaccarella, 115).

Peraltro, il terzo è legittimato a dedurre con l'opposizione agli atti esecutivi che l'omessa dichiarazione dell'esistenza dell'altro pignoramento è dipesa da errore di fatto (Cass. n. 3958/2007).

Ratio della disposizione

La norma cerca di coordinare le procedure esecutive quando siano compiuti una pluralità di pignoramenti presso il terzo nei confronti di un unico debitore (Satta, III, 30).

Il terzo pignorato ha l'obbligodi indicare gli estremi dei precedenti pignoramenti (precisando, quindi, l'identità dei creditori pignoranti, la data della notifica dei pignoramenti, gli importi pignorati, nonché il contenuto delle dichiarazioni di quantità già rese e gli eventuali pagamenti già effettuati in base ai provvedimenti di assegnazione emessi), onde consentire al giudice dell'esecuzione di eventualmente disporre, nella presenza dei necessari presupposti, la riunione delle procedure, ai sensi dell'art. 524 c.p.c. (cfr. Cass. n. 9433/2023 per la quale, laddove tali indicazioni non siano fornite, la dichiarazione dovrà ritenersi incompleta e il giudice dell'esecuzione dovrà sollecitarne al terzo l'integrazione, fissando all'uopo una nuova udienza ex art. 548 c.p.c. e concedendogli, nell'ipotesi in cui i pignoramenti in questione siano in numero tale da rendere necessaria una complessa attività di recupero dei dati necessari, un adeguato termine, il cui vano decorso impedisce di intendere la dichiarazione come regolarmente resa, ai sensi dello stesso art. 548 c.p.c., con la conseguenza che, se le allegazioni del creditore o anche la stessa dichiarazione comunque resa dal terzo consentano l'individuazione del credito pignorato, potrà procedersi alla relativa assegnazione in favore del creditore procedente).

Nei primi due commi la disciplina è differenziata a seconda che i pignoramenti successivi al primo siano eseguiti dopo la notifica ma prima della dichiarazione o dopo la stessa: in un caso, il terzo dovrebbe rendere un'unica dichiarazione indicando le singole procedure, mentre nell'altro potrà, per i pignoramenti successivi al primo limitarsi a richiamare la dichiarazione precedente (Andrioli, III, 208).

La S.C. ha evidenziato, sul punto, che, qualora il terzo dichiari che il credito è già stato in parte pignorato ed assegnato, ma non fornisca gli elementi essenziali per determinare l'entità e la scadenza di tale precedente assegnazione, il creditore che pignori per secondo il medesimo credito ha l'onere di impugnare nelle forme prescritte tale dichiarazione, se vuole far accertare la consistenza della prima assegnazione. Ove, invece, il creditore pignorante per secondo ciò non faccia, chiedendo puramente e semplicemente l'assegnazione del credito pignorato, egli accetta il rischio derivante dalle predette carenze e consistente nell'incertezza della data di effettiva e totale estinzione del precedente debito; in tal caso, mancando nel titolo esecutivo elementi univoci idonei alla puntuale determinazione della precedente assegnazione, occorre far riferimento all'entità oggettiva del credito precedente, da accertarsi anche con apposita opposizione all'esecuzione intentata contro il terzo debitore costituito debitore del creditore originario con l'ordinanza di assegnazione (Cass. n. 3851/2011).

Conseguenze della mancata denuncia

La disposizione pone un autentico onere a carico del debitor debitoris che, in mancanza, rischia che ricada a proprio carico una duplice assegnazione (Satta, III, 331; Vaccarella, 115).

Sulla questione la S.C. ha chiarito che il terzo il quale, nel fare dichiarazione dell'esistenza del credito pignorato, abbia omesso di riferire. in funzione della riunione dei pignoramenti per l'attuazione del concorso tra i creditori sul credito che quest'ultimo è stato nel frattempo pignorato una seconda volta, qualora abbia luogo l'assegnazione, è legittimato a dedurre con l'opposizione agli atti esecutivi che l'omessa dichiarazione dell'esistenza dell'altro pignoramento è dipesa da errore di fatto, per ottenere la rimozione dell'ordinanza di assegnazione, poiché l'assegnazione è inefficace come fatto estintivo del credito nei confronti dell'altro creditore pignorante e considerato che anche una dichiarazione confessoria può essere revocata per errore di fatto (Cass. n. 3958/2007, la quale ha escluso, invece, che l'errore possa essere posto a fondamento di un'istanza di revoca dell'ordinanza di assegnazione, posto che un simile potere del giudice dell'esecuzione non è configurabile).

In sede applicativa nel senso che, in presenza di una pluralità di procedure espropriative presso terzi aventi il medesimo oggetto, ai sensi dell'art. 550 c.p.c., il terzo debitore ha l'onere di comunicare al G.E. della sussistenza dei diversi crediti vantati dal debitore esecutato nei suoi confronti, per poter procedere alla riunione delle procedure, alla fine di consentire una compiuta tutela esecutiva nei confronti dei diritti dei vari creditori, v. Trib. Benevento 30 gennaio 2020, n. 242.

Riunione delle procedure esecutive

Nell'ultimo comma sono richiamate le previsioni dettate dall'art. 524, commi 2 e 3 (v. Commento).

La Corte di cassazione ha chiarito che non solo la riunione dei pignoramenti aventi ad oggetto il medesimo bene (inclusi i crediti, ai sensi degli articoli 550 e 524) è obbligatoriamente disposta dal giudice dell'esecuzione, ma essa deve avvenire anche di ufficio, non essendo necessaria alcuna istanza di parte e costituendo i relativi provvedimenti una ineludibile estrinsecazione di una potestà ordinatoria riconosciuta al giudice. In tale prospettiva, la S.C. ha chiarito che pertanto non può sostenersi che il creditore procedente debba documentare l'esito dei precedenti pignoramenti indicati dal terzo (anche a voler ipotizzare che abbia titolo per esaminarne gli atti), trattandosi in realtà di una verifica che deve effettuarsi di ufficio, ai fini della necessaria riunione delle procedure e della conseguente verifica del concorso tra i creditori, contrariamente a quanto posto dal giudice dell'esecuzione a base della riconosciuta soccombenza virtuale (cfr. Cass. III, n. 20178/2022, per la quale ne deriva che la riunione dei procedimenti esecutivi aventi ad oggetto i medesimi crediti pignorati e, in definitiva, la stessa futura assegnazione delle somme pignorate non può essere subordinata alla documentazione da parte del pignorante, dell'esito degli stessi).

Da ultimo, nel senso che, in caso di pignoramento presso terzi delle somme dovute al debitore a titolo di canone di locazione di un immobile già pignorato da altro creditore, dovendosi considerare dette somme già pignorate, ai sensi dell'art. 2912 c.c., quali frutti civili dell'immobile, il giudice dell'espropriazione presso terzi, a cui il terzo dichiari che i canoni sono stati già pignorati nell'ambito dell'esecuzione immobiliare, deve trasmettere il fascicolo al giudice di quest'ultima affinché questi proceda alla parziale riunione, trattandosi di plurime azioni esecutive avviate da creditori diversi su beni parzialmente coincidenti v. Cass. n. 11698/2024.

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