Codice di Procedura Civile art. 555 - Forma del pignoramento 1 .

Rosaria Giordano

Forma del pignoramento1.

[I]. Il pignoramento immobiliare si esegue mediante notificazione al debitore e successiva trascrizione [29141 n. 1 c.c.] di un atto nel quale gli si indicano esattamente [170 att.], con gli estremi richiesti dal codice civile per la individuazione dell'immobile ipotecato [2826 c.c.], i beni e i diritti immobiliari [812, 813 c.c.] che si intendono sottoporre a esecuzione, e gli si fa l'ingiunzione prevista nell'articolo 492.

[II]. Immediatamente dopo la notificazione l'ufficiale giudiziario consegna copia autentica dell'atto con le note di trascrizione [26591 c.c.] al competente conservatore dei registri immobiliari [2663 c.c.], che trascrive l'atto e gli restituisce una delle note [26642 c.c.] 2.

[III]. Le attività previste nel comma precedente possono essere compiute anche dal creditore pignorante, al quale l'ufficiale giudiziario, se richiesto, deve consegnare gli atti di cui sopra [5572].

 

[1]  Ai sensi dell'art. 54-ter d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv., con modif., in l. 24 aprile 2020, n. 27, come da ultimo modificato dall'art. 13, comma 14, del d.l. 31 dicembre 2020, n. 183,  conv., con modif., in l. 26 febbraio 2021, n. 21, « al fine di contenere gli effetti negativi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in tutto il territorio nazionale è sospesa, fino al 30 giugno 2021, ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare, di cui al presente articolo, che abbia ad oggetto l'abitazione principale del debitore.» Successivamente la Corte costituzionale, con sentenza n. 128 depositata il 22 giugno 2021 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 13, comma 14, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183. L'originario termine di « sei mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto » era stato sostituito con il termine del 31 dicembre 2020 dall'art. 4 comma 1 d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv. con modif. in legge 18 dicembre 2020, n. 176 che ha, inoltre, disposto che « è inefficace ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare, che abbia ad oggetto l'abitazione principale del debitore, effettuata dal 25 ottobre 2020 alla data di entrata in vigore della legge di conversione del d.l. n. 137, cit. ». Da ultimo, la Corte cost. n. 87 del 4 aprile 2022 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 del d.l. n. 137/2020, conv., con modif., in l. 18 dicembre 2020, n. 176, nella parte in cui prevede che «È inefficace ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare, di cui all’articolo 555 del codice di procedura civile, che abbia ad oggetto l’abitazione principale del debitore, effettuata dal 25 ottobre 2020 alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

[2] Comma così modificato dal r.d. 20 aprile 1942, n. 504.

Inquadramento

Il pignoramento immobiliare può avere ad oggetto il diritto del debitore di proprietà sul bene come diritti reali c.d. minori del debitore sul bene.

L'errore sull'individuazione del bene da sottoporre ad esecuzione determina la nullità del pignoramento solo se comporti una incertezza assoluta su tale individuazione (Cass. n. 2110/2014).

L'atto di pignoramento, riveste forma scritta, e deve essere sottoscritto dal creditore personalmente ovvero dal difensore munito di procura (Cass. n. 1687/2012).

Il pignoramento deve essere corredato, a pena di nullità insanabile, dell'ingiunzione ex art. 492, da intendersi come quella disciplinata dal comma 1, quanto all'avvertimento al debitore di astenersi dal compiere atti dispositivi del bene pignorato (Cass. n. 8408/2011).

Il pignoramento immobiliare deve, poi, essere trascritto nei registri immobiliari.

Secondo una prima e tradizionale impostazione tale trascrizione avrebbe la mera funzione di rendere opponibile ai terzi il pignoramento, da considerarsi già “perfetto” nei suoi elementi costitutivi con la notificazione (Satta, 1966, 344 ss.).

Per altri, invece, la trascrizione ha valenza costitutiva del pignoramento immobiliare (Andrioli, 1968, 217).

Nella giurisprudenza più recente si è affermato che il pignoramento immobiliare è strutturato come fattispecie a formazione progressiva, nella quale la notificazione all'ingiunzione al debitore segna l'inizio del processo esecutivo e produce, tra gli altri, l'effetto dell'indisponibilità del bene pignorato, mentre la trascrizione dell'atto completa il pignoramento e, oltre a consentire la produzione degli effetti sostanziali nei confronti dei terzi e di pubblicità notizia nei confronti dei creditori concorrenti, è indispensabile perché il giudice dia seguito all'istanza di vendita del bene (Cass. n. 7998/2015).

Individuazione del bene e dei diritti da sottoporre ad esecuzione

Nel pignoramento immobiliare, a differenza di quanto avviene in quello mobiliare, è il creditore ad individuare il bene immobile da sottoporre ad esecuzione: ciò deve avvenire mediante la compilazione di un atto nel quale devono essere indicati esattamente, secondo gli estremi richiesti per l'individuazione dell'immobile ipotecato, i beni e diritti oggetto del pignoramento.

Invero, può essere pignorato, in danno del debitore, sia il diritto di proprietà sull'immobile, sia un diritto reale c.d. minore.

La Corte di legittimità ha più volte ribadito il principio per il quale l'errore contenuto nell'atto di pignoramento sugli elementi identificativi del bene pignorato non è causa di nullità del pignoramento, tranne nel caso in cui comporti incertezza assoluta sul bene stesso (Cass. n. 2110/2014).

E' stato precisato che, ove all'erronea indicazione, nell'atto di pignoramento e nella nota di trascrizione, dei dati identificativi dell'immobile staggito consegua un nuovo pignoramento, compiuto asseritamente “in rettifica” del precedente, il vincolo in tal guisa apposto al bene non è opponibile al terzo acquirente in forza di titolo trascritto anteriormente alla trascrizione del secondo pignoramento, il solo idoneo a produrre gli effetti anche sostanziali del pignoramento, con conseguente salvezza dei diritti "medio tempore" validamente acquisiti dai terzi. (Cass. n. 5780/2017).

Da ultimo, la S.C. ha tuttavia sottolineato che, in tema di pignoramento immobiliare, gli errori o le imprecisioni di identificazione del bene negli atti di provenienza sono di per sé irrilevanti rispetto ai terzi di buon fede che abbiano eseguito il pignoramento dopo aver diligentemente verificato i registri immobiliari, né l'indicazione nel pignoramento o nella sua nota di trascrizione di dati catastali non aggiornati ha alcun effetto invalidante, ove non vi sia comunque incertezza sulla fisica identificazione dei beni ed ove sussista continuità tra i dati catastali precedenti e quelli corretti al momento dell'imposizione del vincolo, sì che l'erroneità di per sé considerata non comporti alcuna confusione sui beni che si intendono pignorare (Cass. n. 7342/2022).

Casistica

Il pignoramento di beni appartenenti solo in quota all'esecutato è nullo ove, nel relativo atto, non sia indicata la misura di quest'ultima: qualora, peraltro, la quota dell'esecutato si ricavi con chiarezza dalla nota di trascrizione, la reciproca interazione tra i due atti consente di escludere ogni incertezza sull'identificazione del diritto assoggettato ad esecuzione, sicché, anche in ragione del principio di conservazione degli atti del processo, non può essere dichiarata la nullità dell'atto di pignoramento, in dipendenza di una lacuna solo originaria (Cass. n. 6833/2015).

È valido, anche se riferito alla proprietà senza altre specificazioni, il pignoramento di un immobile edificato compiutamente identificato come tale, anche se esso sia oggetto di sola proprietà superficiaria in capo al debitore; e tanto anche in caso di immobile costruito in base alle norme sull'edilizia popolare od economica, ove il residuo patrimonio del debitore sia insufficiente ai fini del soddisfacimento delle ragioni dei creditori (Cass. n. 6576/2013).

Il pignoramento immobiliare erroneamente eseguito e trascritto sulla proprietà piena, anziché sul diritto di superficie effettivamente spettante al debitore, successivamente fatto oggetto di rettifica, non determina il pignoramento del bene del terzo nudo proprietario e la conseguente ablazione del diritto di quest'ultimo (Cass. n. 4369/2012).

Il pignoramento di beni immobili eseguito nei confronti di un “trust” in persona del “trustee”, e non di quest’ultimo, è illegittimo, in quanto il “trust” è un ente privo di personalità giuridica, costituendo un mero insieme di beni e rapporti destinati ad un fine determinato, formalmente intestati al “trustee”, il quale è l’unico soggetto che, nei rapporti con i terzi, è titolare dei diritti conferiti nel patrimonio vincolato: ne deriva che il giudice dell’esecuzione, nell’ambito della verifica in ordine all’esistenza delle condizioni dell’azione esecutiva, può disporre d’ufficio la chiusura anticipata della procedura esecutiva (Cass. n. 2043/2017).

In caso di procedura esecutiva su una nuda proprietà, nel corso della quale sia intervenuta la morte dell'usufruttuario, la suddetta procedura prosegue in capo alla proprietà divenuta piena in ossequio al principio di elasticità. Dunque, anche se il decreto di trasferimento abbia ad oggetto la sola nuda proprietà per mancata informazione circa la morte dell'usufruttuario da parte del giudice dell'esecuzione, ad essere trasferita sarà la piena proprietà, a causa della estinzione medio tempore intervenuta del diritto reale di godimento (Trib. Trapani, 10 marzo 2010).

In tema di pignoramento immobiliare, non appare prospettabile la possibilità per il creditore di limitare il pignoramento ad una quota inferiore all'intero in quanto detta operazione avrebbe l'effetto di frazionare artificiosamente un cespite che è in piena proprietà del debitore: ne deriva che, in sede di aggiudicazione non può darsi seguito, a fronte della piena proprietà di un immobile, alla offerta cd composta, ossia, presentata da diversi soggetti e relativa all'acquisto di diritti parziali scorporati dal diritto pieno (Trib. Napoli Nord 3 maggio 2016, n. 472).

Sottoscrizione

Il pignoramento immobiliare riveste forma scritta in quanto l'art. 170 disp. att. stabilisce che lo stesso deve essere sottoscritto, prima della relata di notifica dal creditore pignorante ex art. 125.

Si ritiene, sulla scorta di tale dato normativo, che l'atto di pignoramento immobiliare deve essere sottoscritto dal creditore pignorante, se esso sta in giudizio personalmente, o dal suo difensore munito di procura, la quale, una volta rilasciata, ha validità per tutto il procedimento esecutivo (Cass. n. 1687/2012, che ha pertanto ritenuto valido l'atto di pignoramento immobiliare sottoscritto dal difensore, al quale il creditore abbia conferito procura alle liti nell'atto di precetto).

Ingiunzione

La disposizione in commento individua, inoltre, quale elemento essenziale del pignoramento immobiliare l'ingiunzione di cui all'art. 492 (Verde, 832).

In dottrina è prevalente la tesi per la quale l'eventuale mancanza dell'ingiunzione comporta la nullità insanabile del pignoramento (Andrioli, 1968, 219).

La S.C. ha chiarito che l'ingiunzione alla quale fa riferimento l'art. 555, mediante il rinvio espresso all'art. 492, consiste nel richiamo che l'ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito, esattamente indicato, i beni che si assoggettano all'espropriazione ed i frutti di esso, di talché solo nell'ipotesi di omissione dell'ingiunzione di cui al comma 1 dell'art. 492 deve dichiararsi la nullità del pignoramento immobiliare mentre la mancanza dell'avviso ad eleggere domicilio o a dichiarare la residenza e dell'avvertimento della facoltà e dei termini per proporre istanza di conversione di cui, rispettivamente, ai commi 2 e 3 dell'art. 492 determinano mere irregolarità, non essendo prevista la nullità dell'atto o della procedura, comunque impedita dal raggiungimento dello scopo previsto dalla legge (Cass. n. 8408/2011).

Trascrizione

Nel pignoramento immobiliare alla notifica dell'atto segue la trascrizione dello stesso nei registri immobiliari.

Funzione principale della trascrizione del pignoramento è quella di vincolare il bene oggetto della procedura esecutiva, rendendo opponibili ai soggetti terzi gli effetti del vincolo del pignoramento ex art. 2913 c.c. e così consentendo il trasferimento del bene all'aggiudicatario libero da trascrizioni ed iscrizioni pregiudizievoli (Cass. n. 7214/1996).

In dottrina come in giurisprudenza è tradizionalmente vivace il dibattito concernente il momento nel quale si perfeziona il pignoramento immobiliare che sarebbe realizzato, secondo alcuni, soltanto a seguito della trascrizione del pignoramento cui dovrebbe, in tale prospettiva, essere attribuita efficacia costitutiva (Andrioli, 1968, 217).

Per altri, invece, la trascrizione del pignoramento avrebbe l'esclusiva funzione di rendere lo stesso opponibile ai terzi (Satta, 1966, 344 ss.).

Sulla questione, in un non risalente precedente, la S.C. sembra aver avallato la prima impostazione interpretativa mediante l'affermazione del principio secondo cui l'esecuzione del pignoramento immobiliare delineata dall'art. 555 ha natura unitaria, benché a formazione progressiva, e si attua attraverso la fase della notifica dell'atto e quella della sua trascrizione, con la conseguenza chela successiva rettifica, ovvero la rinnovazione di trascrizione carente o erronea, non è sufficiente alla sanatoria dell'invalidità, perché la semplice notifica dell'atto di pignoramento non ha rilevanza autonoma, indipendentemente dalla natura costitutiva o meramente dichiarativa della trascrizione stessa, poiché soltanto la rinnovazione sia della notifica che della trascrizione tutela in modo coerente e completo il contraddittorio nell'ambito del processo esecutivo (Cass. n. 12429/2008).

Tale principio si è discostato dalla giurisprudenza più risalente per la quale la notifica del pignoramento e la trascrizione dello stesso sono adempimenti distinti ed autonomi, i quali hanno una propria ragione d'essere ed una specifica efficacia giuridica, rispettivamente tra le parti ed erga omnes (Cass. n. 525/1965, in Riv. dir. proc., 1966, 320, con nota di Tarzia).

Tornando in seguito sulla controversa questione, ed assumendo una posizione intermedia, la S.C. ha affermato che il pignoramento immobiliare, pur componendosi di due momenti processuali, cui corrispondono due diversi adempimenti e, cioè, la notifica dell'atto al debitore esecutato e la sua trascrizione nei registri immobiliari, è strutturato come fattispecie a formazione progressiva, nella quale la notificazione all'ingiunzione al debitore segna l'inizio del processo esecutivo e produce, tra gli altri, l'effetto dell'indisponibilità del bene pignorato, mentre la trascrizione dell'atto completa il pignoramento e, oltre a consentire la produzione degli effetti sostanziali nei confronti dei terzi e di pubblicità notizia nei confronti dei creditori concorrenti, è indispensabile perché il giudice dia seguito all'istanza di vendita del bene (Cass. n. 7998/2015).

Sotto altro profilo, è stato precisato che nel caso di espropriazione di un bene in comunione legale per crediti personali di un solo coniuge, la trascrizione del pignoramento va eseguita anche nei confronti del coniuge non debitore, in quanto anch'egli soggetto passivo dell'espropriazione, considerato che nella struttura di fattispecie a formazione progressiva del pignoramento immobiliare la formalità pubblicitaria ha la funzione di completare il pignoramento e di renderlo opponibile ai terzi, dovendosi dar conto della natura di cespite in comunione legale nel quadro "D" della nota di trascrizione (Cass. n. 9356/2023).

Sospensione delle procedure esecutive aventi ad oggetto l’abitazione principale del debitore

Al fine di contenere gli effetti negativi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, l'art. 54-ter d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv. con modif. in l. 24 aprile 2020, n. 27, ha disposto la sospensione, in tutto il territorio nazionale, per la durata di sei mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione dello stesso decreto (ossia il 30 aprile 2020),  di ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare avente ad oggetto l'abitazione principale del debitore. Questa sospensione è stata prorogata, una prima volta, dall'art. 4, comma 1, del d.l. n. 137/2020,  conv. con modif. in l. n. 176/2020, fino alla data del 31 dicembre 2020 e una seconda volta dall'art. 13, comma 14, del d.l. n. 183/2020, conv. con modif. in l. l.  n. 21/2021,  fino alla data del 30 giugno 2021.

La sospensione implica che non può essere compiuto alcun atto, a pena di nullità, nel corso delle predette procedure esecutive immobiliari, che pure devono ritenersi pendenti ad ogni altro effetto.

Nella prassi applicativa, che si rinviene nelle indicazioni fornite mediante circolare da molti uffici giudiziari, la sospensione è stata intesa, peraltro, come limitata esclusivamente agli atti volti alla liquidazione del bene pignorato, costituente abitazione principale del debitore; si è di norma ritenuto, pertanto, che la fase di distribuzione del ricavato non fosse ricompresa nell'ambito operativo della sospensione e potesse darsi corso alla stessa anche nei periodi indicati.

Per altro verso, in coerenza con l'interpretazione dominante in dottrina come in giurisprudenza dell'art. 626 c.p.c., in tema di effetti della sospensione della procedura esecutiva, durante il periodo di generale stasi della stessa dovuto all'emanazione del predetto art. 54-ter, come convertito e successivamente prorogato nella sua efficacia, potevano comunque essere posti in essere atti volti alla conservazione del cespite pignorato, a tutela del ceto creditorio. Ciò ha implicato anche la possibilità di emanazione da parte del giudice dell'esecuzione dell'ordine di liberazione anticipato dell'immobile costituente abitazione principale del debitore, qualora la sua permanenza nello stesso avrebbe potuto comportare pregiudizi rispetto al predetto obiettivo.

Dopo che con l'art. 13, comma 14, del d.l. n. 183 del 2020, la sospensione delle procedure immobiliari aventi ad oggetto l'abitazione principale del debitore è stata prorogata per ulteriori sei mesi (per un totale di 14 mesi), sino alla data del 30 giugno 2021, il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto e il Tribunale di Rovigo hanno promosso questioni di legittimità costituzionale, sotto diversi parametri, della predetta norma.

Con la sentenza n. 128 del 2021 (in Ilprocessocivile.it, con nota di Metafora), la Corte Costituzionale ha ritenuto fondate le questioni relative alla violazione degli artt. 3 e 24 Cost., assorbendo gli altri parametri.

La Corte ha ricordato la valenza fondamentale del diritto all'effettività della tutela giurisdizionale, sancito dall'art. 24 Cost., diritto che ricomprende anche la fase esecutiva di un provvedimento in assenza di un adempimento spontaneo a da parte dell'obbligato. E' legittimo, pertanto, che il legislatore “sacrifichi” tale diritto, con una misura come la sospensione della procedura, a fronte di esigenze di carattere eccezionale e limitate nel tempo.

Anche a fronte della natura inviolabile del diritto all'abitazione, come affermato più volte dalla stessa giurisprudenza costituzionale (cfr., di recente, sent. n. 44 del 2020), la Corte ha tuttavia rilevato che il bilanciamento operato dal legislatore è divenuto nel tempo - ossia con le successive proroghe dell'efficacia della misura, ed in particolare con quella relativa al periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2021 realizzata dalla disposizione censurata – non proporzionato in danno del ceto creditorio.

Ciò sotto un primo profilo, in quanto la legislazione c.d. emergenziale sul processo civile e di quello esecutivo si è invece evoluta verso una generale ripresa delle attività giudiziali, pur secondo modalità compatibili con gli obblighi sul distanziamento sociale, mentre il contenuto del predetto art. 54-ter è rimasto identico nelle successive proroghe senza prevedere, ad esempio, alcun vaglio concreto dell'autorità giudiziaria sulla situazione delle parti della procedura esecutiva (atteso che, peraltro, abitazione principale è nozione che non coincide con la prima casa).

Peraltro, la Corte ha sottolineato che, proprio nel semestre di riferimento, il diritto all'abitazione del debitore esecutato era già stato tutelato dal legislatore mediante l'art. 103, sesto comma, del d.l. n. 18 del 2010, nella formulazione modificata e prorogata dallo stesso d.l. n. 183 del 2020, conv. in l. n. 21 del 2021, che ha previsto la sospensione delle procedure esecutive per rilascio fondate su decreti di trasferimento se aventi ad oggetto, per l'appunto, l'abitazione principale del debitore. Giova ricordare che, del resto, almeno di regola, in questa ipotesi, l'art. 560 c.p.c., nella formulazione attualmente vigente, impedisce che possa essere liberato l'immobile nel quale il debitore vive, da solo o con i propri familiari, prima della pronuncia del decreto di trasferimento.

Per altro verso, sempre nell'ambito della legislazione c.d. emergenziale, il secondo comma dell'art. 4 del d.l. n. 137 del 2020, conv. in l. n. 176, aveva previsto che «È inefficace ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare, di cui all'articolo 555 del codice di procedura civile, che abbia ad oggetto l'abitazione principale del debitore, effettuata dal 25 ottobre 2020 alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto». Con la recentissima sentenza n. 87 del 2022 la Corte Costituzionale – ricordati i fondamentali effetti sostanziali correlati all'effettuazione del pignoramento e dunque le conseguenze irrimediabili che possono derivare dall'impossibilità, anche per un periodo limitato, di pignorare beni immobili di soggetti privati – ha dichiarato la norma costituzionalmente illegittima per contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost.

In particolare, la Corte ha rilevato, per un verso, l'incoerenza del “divieto” pur temporaneo di pignoramento previsto dalla norma rispetto all'obiettivo di tutelare il diritto di abitazione del debitore durante l'emergenza pandemica e, per un altro, ha sottolineato la valenza essenziale del diritto di azione in sede esecutiva, quale connotato essenziale della tutela giurisdizionale.

Bibliografia

Auletta, Il pignoramento immobiliare, in Il pignoramento nel suo aspetto pratico, a cura di De Stefano - Giordano, Milano 2020; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2017; De Stefano, Gli interventi in materia di esecuzione forzata nel d.l. n. 132/2014, in Riv. esecuz. forzata 2014, 787 ss.; Merlin, La vendita forzata immobiliare e la custodia dell’immobile pignorato, in Il processo civile di riforma in riforma, diretto da Carbone, Milano, 2006, 89 ss.; Metafora, È incostituzionale la seconda proroga della sospensione delle espropriazioni aventi ad oggetto l’abitazione principale del debitore esecutato, in Ilprocessocivile.it; Ricci G.F., La connessione nel processo esecutivo, Milano, 1986; S. Rossetti, La espropriazione presso terzi versione 2014: una riforma nel segno dell’efficienza, in Giustiziacivile.com, 2015; Saletti, La custodia dei beni pignorati nell’espropriazione immobiliare, in Riv. esecuz. forzata 2006, 67 ss.; Tarzia, L’oggetto del processo di espropriazione, Milano, 1961; Travi, Espropriazione immobiliare, in Nss. D.I., VI, Torino, 1969; Verde, Pignoramento in generale, in Enc. dir., XXXIII, Milano, 1983.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario