Codice di Procedura Civile art. 567 - Istanza di vendita 1Istanza di vendita 1 [I]. Decorso il termine di cui all'articolo 501, il creditore pignorante e ognuno dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo [474, 564] possono chiedere la vendita dell'immobile pignorato. [II]. Il creditore che richiede la vendita deve provvedere, a depositare, entro il termine previsto dall'articolo 497, l'estratto del catasto, nonché i certificati delle iscrizioni e trascrizioni relative all'immobile pignorato effettuate nei venti anni anteriori alla trascrizione del pignoramento; tale documentazione può essere sostituita da un certificato notarile attestante le risultanze delle visure catastali e dei registri immobiliari 234. [III]. Il termine di cui al secondo comma può essere prorogato una sola volta su istanza dei creditori o dell'esecutato, per giusti motivi e per una durata non superiore ad ulteriori quarantacinque giorni. Un termine di quarantacinque giorni è inoltre assegnato al creditore dal giudice, quando lo stesso ritiene che la documentazione da questi depositata debba essere completata. Se la proroga non è richiesta o non è concessa, oppure se la documentazione non è integrata nel termine assegnato ai sensi di quanto previsto nel periodo precedente, il giudice dell'esecuzione, anche d'ufficio, dichiara l'inefficacia del pignoramento relativamente all'immobile per il quale non è stata depositata la prescritta documentazione. L'inefficacia è dichiarata con ordinanza, sentite le parti. Il giudice, con l'ordinanza, dispone la cancellazione della trascrizione del pignoramento. Si applica l'articolo 562, secondo comma. Il giudice dichiara altresì l'estinzione del processo esecutivo se non vi sono altri beni pignorati 5.
[1] Articolo così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 23 lett. e) n. 25 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, come modificato dall'art. 13 lett. l)l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476. Il testo precedente, che era stato modificato dall'art. 1 l. 3 agosto 1998, n. 302, recitava: «[I]. Decorso il termine di cui all'articolo 501, il creditore pignorante e ognuno dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo possono chiedere la vendita dell'immobile pignorato. [II]. Il creditore che richiede la vendita deve provvedere, entro sessanta giorni dal deposito del ricorso, ad allegare allo stesso l'estratto del catasto e delle mappe censuarie, il certificato di destinazione urbanistica di cui all'articolo 18 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, di data non anteriore a tre mesi dal deposito del ricorso, nonché i certificati delle iscrizioni e trascrizioni relative all'immobile, e pignorato; tale documentazione può essere sostituita da un certificato notarile attestante le risultanze delle visure catastali e dei registri immobiliari. [III]. La documentazione di cui al secondo comma può essere allegata anche a cura di un creditore intervenuto munito di titolo esecutivo. [IV]. Qualora non sia depositata nei termini prescritti la documentazione di cui al secondo comma, ovvero il certificato notarile sostitutivo della stessa, il giudice dell'esecuzione pronuncia ad istanza del debitore o di ogni altra parte interessata o anche d'ufficio l'ordinanza di estinzione della procedura esecutiva di cui all'articolo 630, secondo comma, disponendo che sia cancellata la trascrizione del pignoramento. Si applica l'articolo 562, secondo comma». [2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 39, lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole: «a depositare, entro il termine previsto dall'articolo 497,» alle parole: «, entro sessanta giorni dal deposito del ricorso, ad allegare allo stesso» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". [3] L'art. 13, d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha sostituito alla parola "centoventi", la parola "sessanta", per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 9, d.l. n. 83 del 2015 medesimo. [4] V. l'art. 30 d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, in tema di atti di trasferimento, costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali. [5] L'art. 13, d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha sostituito, ovunque ricorre, alla parola "centoventi", la parola "sessanta", per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 6, d.l. n. 83 del 2015 medesimo. Successivamente l'art. 3, comma 39, lett. b), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 ha sostituito, ovunque ricorre, la parola: «quarantacinque» alla parola: «sessanta»(ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". InquadramentoDopo dieci giorni dalla notifica del pignoramento, ciascun creditore munito di titolo può depositare l'istanza di vendita che andrà corredata, entro il termine di sessanta giorni, dalla documentazione ipo-catastale. Per le procedure promosse dalla data del 28 febbraio 2023, la documentazione ipo-catastale dovrà essere depositata, invece, entro il termine previsto per il deposito dell’istanza di vendita. Il termine può essere prorogato per giusti motivi per ulteriori sessanta giorni, ridotti a quarantacinque dal d.lgs. n. 149 del 2022 (sempre per le procedure incardinate dopo il 28 febbraio 2023) In dottrina si ritiene che la documentazione possa essere depositata anche da creditori diversi rispetto a quelli che hanno formulato istanza di vendita (Merlin, 70). Se è omesso il tempestivo deposito della documentazione ne deriva l'inefficacia del pignoramento per i bene cui la stessa si riferiva ovvero l'estinzione della procedura esecutiva se la documentazione mancante riguarda l'unico bene oggetto del pignoramento ovvero l'intero compendio pignorato. Il rimedio esperibile avverso il provvedimento dichiarativo dell'estinzione è il reclamo ex art. 630 (Cass. n. 14812/2012). Deposito della documentazione ipo-catastaleTrascorso il termine di dieci giorni dalla notifica del pignoramento immobiliare (ove lo stesso sia stato trascritto) il creditore procedente o un creditore intervenuto munito di titolo possono depositare l'istanza di vendita dei beni pignorati. La norma in esame, come modificata da ultimo dal d.l. n. 83/2015, conv. nella l. n. 132/2015, prevede che la c.d. documentazione ipo-catastale vada depositata entro il termine di sessanta giorni dalla proposizione dell'istanza di vendita e non più in quello di centoventi giorni. Per le procedure promosse dalla data del 30 giugno 2023, la documentazione ipo-catastale dovrà essere depositata, invece, entro il termine previsto per il deposito dell’istanza di vendita. Il deposito di tale documentazione è funzionale alla verifica da parte del giudice dell'esecuzione della titolarità del bene pignorato in capo al debitore (Cass. n. 11638/2014). Il comma 2 della norma non prevede più, come nell'assetto anteriore alla riforma di cui alla l. n. 80/2005, che al deposito della documentazione possano provvedere creditori diversi da quello che ha depositato l'istanza di vendita: si è osservato, in dottrina, che, peraltro, ad analoga conclusione può pervenirsi in via interpretativa, atteso che per l'istanza di vendita il comma 1, continua a prevedere la legittimazione di tutti i creditori muniti di titolo esecutivo e tenendo conto del generale principio in forza del quale tutti i creditori muniti di titolo esecutivo possono compiere atti di impulso nella procedura esecutiva (Merlin 2007, 90). Il termine per il deposito della documentazione può essere prorogato, su istanza di parte, ove ricorrano giusti motivi, per un termine ulteriore rideterminato in sessanta giorni dal d.l. n. 83/2015 (invece di quello pregresso di centoventi) e ulteriormente ridotto a quarantacinque giorni dal d.lgs. n. 149 del 2022 (per le procedure esecutive incardinate dal 28 febbraio 2023). Peraltro, la Corte di Cassazione ha evidenziato che l'assegnazione di un termine al creditore per integrare la documentazione ipocatastale non è subordinata al preventivo vaglio di sussistenza dei "giusti motivi" da parte del giudice, non assumendo rilievo la circostanza che il termine originario fosse decorso nella vigenza della disciplina preesistente (la quale non distingueva l'ipotesi dell'incompletezza della documentazione da quella dell'omesso deposito), in quanto, ai sensi dell'art. 2, comma 3-sexies, d.l. n. 35/2005 le norme precedentemente in vigore continuano ad applicarsi soltanto con riferimento alla fase della vendita regolata dall'ordinanza emessa prima del 1 marzo 2006 (Cass. n. 10009/2014). Inoltre può essere il giudice dell'esecuzione a concedere un ulteriore termine di sessanta giorni per l'integrazione della documentazione, qualora ne rilevi l'incompletezza. La S.C. ha chiarito che qualora in cui ad un primo pignoramento invalido ne segua, tra le stesse parti, un altro valido, la riunione tra le due procedure esecutive l'attività prevista dall'art. 567, comma 2, sebbene compiuta formalmente con riguardo al primo procedimento, comunica i suoi effetti anche al secondo, attesa l'identità delle azioni esecutive e tenuto conto che la riunione ai sensi dell'art. 273 - norma applicabile in via analogica al giudizio di esecuzione - comporta la riferibilità delle suddette attività a ciascuno dei procedimenti esecutivi, restando priva di rilievo la mancata reiterazione del deposito della documentazione ex art. 567 nel secondo procedimento, di cui non può essere dichiarato, per tale ragione, l'estinzione (Cass. n. 28461/2013). Conseguenze dell'omesso deposito nei terminiNel sistema attuale se la documentazione ipo-catastale non è depositata nel termine previsto (o prorogato) è dichiarata dal giudice, con ordinanza, l'inefficacia del pignoramento. L'estinzione della procedura seguirà esclusivamente all'omesso deposito della documentazione relativa all'intero compendio pignorato. Questa impostazione, fedele alla lettera della disposizione in commento, è stata confermata nella giurisprudenza di legittimità all'interno della quale si è evidenziato che nella ipotesi di pignoramento di una pluralità di beni, l'art. 567 - nel testo introdotto dal d.l. n. 35/2005, convertito con modificazioni nella l. n. 80/2005, immediatamente applicabile alle procedure pendenti nelle quali non sia stata ancora emessa l'ordinanza di vendita, in virtù dell'art. 2, comma 3-sexies, d.l. n. 35/2005 - non prevede l'estinzione dell'intera procedura ove la certificazione notarile sia carente solo per alcuni dei beni pignorati, circoscrivendo, al contrario, la possibilità per il giudice di dichiarare l'inefficacia del pignoramento soltanto a quello o a quegli immobili pignorati, per i quali manchi il deposito della prescritta documentazione (Cass. n. 24354/2015). Inoltre, la S.C. ha chiarito che la norma in esame prevede determinati termini esclusivamente per la produzione della certificazione ipotecaria e catastale e dell'eventuale certificazione notarile sostitutiva, mentre non è applicabile in relazione al deposito di altri documenti, pur se necessari ai fini dell'utile procedibilità della azione esecutiva, quali il titolo esecutivo, la nota di trascrizione del pignoramento, la prova degli avvisi ai creditori iscritti ai sensi dell'art. 498, il certificato di destinazione urbanistica (cfr. Cass. n. 4543/2016, la quale ha ritenuto che la disposizione in commento non è applicabile alla documentazione della avvenuta rinnovazione della trascrizione del pignoramento). Sostanzialmente nello stesso senso, in sede applicativa si è evidenziato che l'inefficacia del pignoramento può essere dichiarata soltanto nell'ipotesi di totale omissione del deposito della certificazione ipocatastale e non quando la stessa dovesse risultare incompleta, in forza del principio della tassatività delle ipotesi di estinzione del processo esecutivo, atteso che nel processo di esecuzione il certificato di destinazione e la mappa censuaria non costituiscono documenti il cui deposito è necessario per procedere alla vendita, con la conseguenza che anche quando il creditore procedente non si avvalga dell'opera di un notaio, l'estinzione del processo non può essere dichiarata, ai sensi dell'art. 567 comma 4, per il solo fatto che i suddetti documenti non siano stati depositati (Trib. Bari II, 21 novembre 2011). Occorre considerare che, secondo l'art. 630 nella formulazione novellata dalla l. n. 69/2009, l'estinzione del processo esecutivo può essere dichiarata anche d'ufficio dal giudice. Proprio in ragione della circostanza che l'estinzione del processo esecutivo per omesso deposito della documentazione di cui all'art. 567, comma 2 può essere dichiarata anche d'ufficio, la relativa statuizione può essere sollecitata non solo dalle parti in senso stretto del giudizio, ma anche da chiunque possa trarne un vantaggio, e quindi sia dal terzo acquirente del bene pignorato, sia dal debitore esecutato (Cass. n. 5539/2012). È stato inoltre chiarito che nell'ipotesi in cui ad un primo pignoramento invalido ne segua, tra le stesse parti, un altro valido, la riunione tra le due procedure esecutive comporta che l'attività prevista dell'art. 567, comma 2, sebbene compiuta formalmente con riguardo al primo procedimento, comunica i suoi effetti anche al secondo, attesa l'identità delle azioni esecutive e tenuto conto che la riunione ai sensi dell'art. 273 comporta la riferibilità delle suddette attività a ciascuno dei procedimenti esecutivi, restando priva di rilievo la mancata reiterazione del deposito della documentazione ex art. 567 nel secondo procedimento, di cui non può essere dichiarato, per tale ragione, l'estinzione (Cass. n. 28461/2013). Su un piano più generale, Cass. n. 15597/2019, ha precisato che il giudice dell'esecuzione ha il dovere di richiedere, ai fini della vendita forzata, la certificazione attestante che, in base alle risultanze dei registri immobiliari, il bene pignorato è di proprietà del debitore esecutato sulla base di una serie continua di trascrizioni di idonei atti di acquisto riferibili al periodo che va dalla data di trascrizione del pignoramento fino al primo atto di acquisto anteriore al ventennio dalla trascrizione stessa, precisando che all'ordinanza di richiesta del primo atto di acquisto ultraventennale effettuata dal giudice dell'esecuzione si applica il regime degli artt. 152, 154, 175 e 484 e alla mancata produzione del suddetto titolo, imputabile al soggetto richiesto, consegue la dichiarazione di chiusura anticipata del processo esecutivo. Rimedio avverso il provvedimento di estinzione I provvedimenti del giudice dell'esecuzione, dichiarativi dell'estinzione del processo, sono soggetti al controllo previsto dall'art. 630, a nulla rilevando la causa dell'estinzione (Cass. n. 10238/2022), sicché tale rimedio è applicabile anche nell'ipotesi di dichiarazione di estinzione del processo per omesso deposito nei termini della documentazione da allegare all'istanza di vendita (Cass. n. 14812/2012). Analogamente, in sede applicativa, si è osservato che il reclamo ex art. 630 costituisce il rimedio giuridico tipico per contestare l'estinzione pronunciata dal giudice dell'esecuzione a motivo della ritenuta inosservanza dell'ordine di integrazione della documentazione prescritta dal comma 1 dell'art. 567, e ciò anche nel caso in cui non si sia dato adempimento a detta ordinanza, in quanto considerare inoppugnabile l'ordinanza integrativa per effetto della omessa proposizione di opposizione ai sensi dell'art. 617, escludendo nel contempo il ricorso al rimedio del reclamo ex art. 630 c.p.c. avverso l'ordinanza di estinzione della procedura esecutiva in ragione della pretesa omessa integrazione della documentazione come richiesta dal giudice dell'esecuzione, comporterebbe un parziale ed ingiustificato “svuotamento” del rimedio collegiale avverso le decisioni assunte, al riguardo, dal giudice dell'esecuzione (Trib. Napoli V, 1 ottobre 2013). CasisticaNon si produce perenzione per mancato deposito dell'istanza di vendita se il processo è stato medio tempore sospeso (Trib. Vicenza, 19 giugno 2012). In senso contrario si è evidenziato che il mancato deposito della documentazione ipocatastale - che può essere effettuata dal creditore procedente in qualunque momento, in quanto l'attività di mero deposito della documentazione non rientra nel novero degli atti del processo, vietati durante la sospensione di quest’ultimo a norma dell'art. 626, ovvero, non appena cessata la causa di sospensione - comporta che il giudice dell’esecuzione deve dichiarare l'estinzione del processo esecutivo a norma dell'art. 567 (Trib. Bari II, 27 ottobre 2008, n. 2421). Il termine per il deposito della documentazione ipocatastale è perentorio e può essere prorogato su istanza delle parti ai sensi dell'art. 567, ma non rinnovato, quand'anche l'istanza di rinnovazione provenga dall'intervenuto che assuma di essere senza colpa, per aver confidato nel deposito della documentazione da parte del creditore procedente (Trib. Busto Arsizio 19 ottobre 2009). Il certificato notarile attestante le risultanze delle visure catastali e dei registri immobiliari ex art. 567, comma 2 attesta l'esistenza di dati riscontrati in relazione ad un determinato immobile e quindi ha funzione meramente ricognitiva dello stato giuridico del medesimo, nei soli termini risultanti dai pubblici registri; dovendo fedelmente rispecchiare le risultanze del regime di pubblicità dei beni immobili, la richiesta attestazione non può che riprodurre quanto è soggetto alle forme di pubblicità dichiarativa, ossia esattamente quanto, in forza di quel regime, sia opponibile a terzi: la certificazione deve ritenersi assistita da una presunzione iuris tantum di legittimità al pari degli atti e dei certificati provenienti dalla p.a. o da enti pubblici (Trib. Civitavecchia 5 settembre 2008). 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Considerazioni a prima lettura, in REF, 2022, n. 1, 12; De Stefano, Assegnazione nell’esecuzione forzata, in Enc. dir., III, Milano, 1958, 270; De Stefano, Il nuovo processo di esecuzione, 2a ed., Milano, 2006; Fabiani, In tema di aggiudicazione per persona da nominare ai sensi dell’art. 583 c.p.c., in Riv. trim. dir. proc. civ. 2003, 1429 ss.; Fabiani - Piccolo, Le modifiche in tema di esecuzione forzata di cui alla legge di riforma (n. 206/2021) della giustizia civile. Note a prima lettura, in giustiziainsieme.it; Farina, Riforma del processo civile: espropriazione forzata, in IUS processocivile.it, 2021; Farina - Giordano - Metafora, La riforma del processo civile, Milano 2022; Giorgetti, L’espropriazione immobiliare riformanda, in Immobili e proprietà, 2022, n. 4, 223; Giusti G., Il «giusto» prezzo della vendita del bene immobile pignorato, fra incanti reiterati e dichiarazioni di improcedibilità o di estinzione della procedura esecutiva, in Giur. mer. 2006, 2681; Liccardo, I modelli decisionali della vendita coattiva nelle leggi 14 maggio 2005 n. 80, 28 dicembre 2005 n. 263 e 24 febbraio 2006 n. 52: ovvero della qualità delle leggi o delle leggi senza qualità, in Riv. esecuz. forzata 2006, 105 ss.; Longo, La custodia dell’immobile pignorato: prassi e prospettive di riforma, in Riv. esecuz. forzata 2005, 384 ss.; Luiso, I rapporti tra notaio delegato e giudice dell’esecuzione, in Riv. esecuz. forzata 2000, 5; Merlin, La vendita forzata immobiliare e la custodia dell’immobile pignorato, in AA.VV., Il processo civile di riforma in riforma, Milano, 2007, 89 ss.; Miccolis, Commento agli artt. 571 e ss., in La riforma del processo civile, a cura di Cipriani e Monteleone, Padova, 2007, 328 ss.; Miccolis, L’esecuzione forzata nella riforma che ci attende, in Quest. Giust., 2021; Saletti, La prassi di fronte alle norme e al sistema, in Riv. esecuz. forzata 2001, 487 ss.; Saletti, Tecniche ed effetti delle vendite forzate immobiliari, in Riv. dir. proc. 2003, 1052 ss.; Scardaccione, Brevi osservazioni sull’offerta di aumento di sesto prevista dall’art. 584 c.p.c., in Riv. dir. proc. 1959, II, 613; Travi, Espropriazione immobiliare, in Nss. D.I., VI, Torino, 1964, 902; Turroni, Commento agli artt. 570 e ss., in Commentario alle riforme del processo civile, diretto da S. Chiarloni, Bologna, 2007, 916 e ss.; Vaccarella, Orientamenti e disorientamenti giurisprudenziali in tema di aumento di sesto, in Foro it. 1989, I, 1923; Vaccarella, La vendita forzata immobiliare fra delega al notaio e prassi giudiziarie «virtuose», in Riv. esecuz. forzata 2001, 289 ss.; Vigorito, Gli interventi sul processo esecutivo previsti dal ddl delega AS 1662/XVIII collegato al «Piano nazionale di ripresa e resilienza», in Quest. 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