Codice di Procedura Civile art. 569 - Provvedimento per l'autorizzazione della vendita 1 .Provvedimento per l'autorizzazione della vendita 1. [I]. A seguito dell'istanza di cui all'articolo 567 il giudice dell'esecuzione, entro quindici giorni dal deposito della documentazione di cui al secondo comma dell'articolo 567, nomina l'esperto che presta giuramento in cancelleria mediante sottoscrizione del verbale di accettazione e fissa l'udienza per la comparizione delle parti e dei creditori di cui all'articolo 498 che non siano intervenuti. Tra la data del provvedimento e la data fissata per l'udienza non possono decorrere più di novanta giorni . Salvo quanto disposto dagli articoli 565 e 566, non oltre trenta giorni prima dell'udienza, il creditore pignorante e i creditori gia' intervenuti ai sensi dell'articolo 499 depositano un atto, sottoscritto personalmente dal creditore e previamente notificato al debitore esecutato, nel quale e' indicato l'ammontare del residuo credito per cui si procede, comprensivo degli interessi maturati, del criterio di calcolo di quelli in corso di maturazione e delle spese sostenute fino all'udienza. In difetto, agli effetti della liquidazione della somma di cui al primo comma dell'articolo 495, il credito resta definitivamente fissato nell'importo indicato nell'atto di precetto o di intervento, maggiorato dei soli interessi al tasso legale e delle spese successive2. [II]. All'udienza le parti possono fare osservazioni circa il tempo e le modalità della vendita, e debbono proporre, a pena di decadenza, le opposizioni agli atti esecutivi, se non sono già decadute dal diritto di proporle [617 2]. [III]. Nel caso in cui il giudice disponga con ordinanza la vendita forzata, fissa un termine non inferiore a novanta giorni, e non superiore a centoventi, entro il quale possono essere proposte offerte d'acquisto ai sensi dell'articolo 571. Il giudice con la medesima ordinanza stabilisce le modalita' con cui deve essere prestata la cauzione, se la vendita e' fatta in uno o piu' lotti, il prezzo base determinato a norma dell'articolo 568, l'offerta minima, il termine, non superiore a centoventi giorni dall'aggiudicazione, entro il quale il prezzo dev'essere depositato, con le modalita' del deposito e fissa, al giorno successivo alla scadenza del termine, l'udienza per la deliberazione sull'offerta e per la gara tra gli offerenti di cui all'articolo 573. Quando ricorrono giustificati motivi, il giudice dell'esecuzione puo' disporre che il versamento del prezzo abbia luogo ratealmente ed entro un termine non superiore a dodici mesi. Il giudice provvede ai sensi dell'articolo 576 solo quando ritiene probabile che la vendita con tale modalita' possa aver luogo ad un prezzo superiore della meta' rispetto al valore del bene, determinato a norma dell'articolo 568 3. [IV]. Con la stessa ordinanza, il giudice stabilisce, salvo che sia pregiudizievole per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura, che il versamento della cauzione, la presentazione delle offerte, lo svolgimento della gara tra gli offerenti e, nei casi previsti, l'incanto, nonché il pagamento del prezzo, siano effettuati con modalità telematiche, nel rispetto della normativa regolamentare di cui all'articolo 161-ter delle disposizioni per l'attuazione del presente codice 4. [V]. Se vi sono opposizioni il tribunale le decide con sentenza [618 2] e quindi il giudice dell'esecuzione dispone la vendita con ordinanza. [VI]. Con la medesima ordinanza il giudice fissa il termine entro il quale essa deve essere notificata, a cura del creditore che ha chiesto la vendita o di un altro autorizzato, ai creditori di cui all'articolo 498 che non sono comparsi.
[1] Articolo così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 2 , comma 3, lett. e), n. 26, d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, come modificato dall'art. 1, comma 3, lett. m), l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 , comma 3-sexies, d.l. n. 35, cit., sub art. 476. Il testo precedentemente in vigore recitava: «[I]. Sulla istanza di cui all'articolo 567 il giudice dell'esecuzione fissa l'udienza per l'audizione delle parti e dei creditori di cui all'articolo 498 che non siano intervenuti. [II]. All'udienza le parti possono fare osservazioni circa il tempo e le modalità della vendita e debbono proporre, a pena di decadenza, le opposizioni agli atti esecutivi, se non sono già decadute dal diritto di proporle. [III]. Se non vi sono opposizioni o se su di esse si raggiunge l'accordo delle parti comparse, il giudice dispone con ordinanza la vendita, la quale si fa a norma degli articoli seguenti, se egli non ritiene opportuno che si svolga col sistema dell'incanto. [IV]. Se vi sono opposizioni il tribunale le decide con sentenza e quindi il giudice dell'esecuzione dispone la vendita con ordinanza. [V]. Con la medesima ordinanza il giudice fissa il termine entro il quale essa deve essere notificata, a cura del creditore che ha chiesto la vendita o di un altro autorizzato, ai creditori di cui all'articolo 498 che non sono comparsi». [2] L'art. 13, d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha precedentemente modificato il comma. Il testo recitava: «A seguito dell'istanza di cui all'articolo 567 il giudice dell'esecuzione, entro trenta giorni dal deposito della documentazione di cui al secondo comma dell'articolo 567, nomina l'esperto convocandolo davanti a sé per prestare il giuramento e fissa l'udienza per la comparizione delle parti e dei creditori di cui all'articolo 498 che non siano intervenuti. Tra la data del provvedimento e la data fissata per l'udienza non possono decorrere più di centoventi giorni». Da ultimo gli ultimi due periodi del presente comma sono stati aggiunti dall'art. 4, comma 3, d.l. 14 dicembre 2018, n. 135, conv., con modif., in l. 11 febbraio 2019, n. 12, in vigore dal 15 dicembre 2018. Ai sensi dell'art. 4, comma 4, d.l. n. 135, cit. «le disposizioni introdotte con il presente articolo non si applicano alle esecuzioni iniziate anteriormente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto» . [3] Comma sostituito dall'art. 13, d.l. 27 giugno 2015 n. 83 conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, per l'applicazione vedi l'art. 23, comma 9, d.l. n. 83 del 2015 medesimo. Il testo recitava: «Se non vi sono opposizioni o se su di esse si raggiunge l'accordo delle parti comparse, il giudice dispone con ordinanza la vendita, fissando un termine non inferiore a novanta giorni, e non superiore a centoventi, entro il quale possono essere proposte offerte d'acquisto ai sensi dell'articolo 571. Il giudice con la medesima ordinanza stabilisce le modalità con cui deve essere prestata la cauzione e fissa, al giorno successivo alla scadenza del termine, l'udienza per la deliberazione sull'offerta e per la gara tra gli offerenti di cui all'articolo 573. Il giudice provvede ai sensi dell'articolo 576 solo quando ritiene probabile che la vendita con tale modalità possa aver luogo ad un prezzo superiore della metà rispetto al valore del bene, determinato a norma dell'articolo 568». Il comma era già stato modificato, in sede di conversione, dall'art. 19 d.l. 12 settembre 2014 n. 132, conv., con modif., in l. 10 novembre 2014, n. 162. Il testo recitava: «Se non vi sono opposizioni o se su di esse si raggiunge l'accordo delle parti comparse, il giudice dispone con ordinanza la vendita, fissando un termine non inferiore a novanta giorni, e non superiore a centoventi, entro il quale possono essere proposte offerte d'acquisto ai sensi dell'articolo 571. Il giudice con la medesima ordinanza stabilisce le modalità con cui deve essere prestata la cauzione, fissa, al giorno successivo alla scadenza del termine, l'udienza per la deliberazione sull'offerta e per la gara tra gli offerenti di cui all'articolo 573 e provvede ai sensi dell'articolo 576, per il caso in cui non siano proposte offerte d'acquisto entro il termine stabilito, ovvero per il caso in cui le stesse non siano efficaci ai sensi dell'articolo 571, ovvero per il caso in cui si verifichi una delle circostanze previste dall'articolo 572, terzo comma, ovvero per il caso, infine, in cui la vendita senza incanto non abbia luogo per qualsiasi altra ragione». [4] Comma inserito, in sede di conversione, dall'art. 4, comma 8 del d.l. 29 dicembre 2009, n. 193, conv., con modif., dalla l. 22 febbraio 2010, n. 24. L'articolo 4, comma 1, lettera e) del d.l. 3 maggio 2016 n. 59, conv., con modif., in l. 30 giugno 2016, n. 119, ha sostituito le parole «puo' stabilire» con le seguenti: «stabilisce, salvo che sia pregiudizievole per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura,» e dopo le parole «con modalita' telematiche» ha aggiunto le seguenti: «,nel rispetto della normativa regolamentare di cui all'articolo 161-ter delle disposizioni per l'attuazione del presente codice». Per l'applicazione v. l'art. 4, comma 5, d.l. n. 59, cit. InquadramentoLa norma è stata significativamente incisa dalla riforma realizzata dal d.l. n. 83/2015, e non solo in ordine alla riduzione di diversi termini processuali aventi comunque carattere ordinario. In primo luogo non è più previsto il giuramento dell'esperto in udienza bensì mediante sottoscrizione in cancelleria del verbale di accettazione dell'incarico. Nell'ordinanza di vendita non dovrà, in considerazione della residualità della vendita con incanto nel sistema riformato, essere indicato il doppio tentativo di vendita, senza e con incanto, bensì dettate le sole previsioni inerenti la presentazione delle offerte nella vendita senza incanto (di regola delegata: v. art. 591-bis). È prevista la possibilità che già nell'ordinanza di vendita il giudice dell'esecuzione autorizzi per giusti motivi il versamento rateale del prezzo entro dodici mesi. Riduzione dei termini per la nomina dell'esperto e per la fissazione dell'udienza di venditaL'art. 569, insieme ad alcune disposizioni di attuazione ad esso correlate, è stato significativamente riformato dal d.l. n. 83/2015, conv., con modif., in l. n. 132/2015. In primo luogo, si interviene sulla disposizione in commento, sempre in una prospettiva di accelerazione dei termini della procedura, riducendo da trenta a quindici giorni il termine entro il quale il Giudice dell'esecuzione, dopo il deposito della documentazione ipo-catastale, è tenuto a nominare l'esperto. Modificando lo stesso comma 1 dell'art. 569 viene poi ridotto da centoventi a novanta giorni il termine entro il quale il Giudice è tenuto a fissare l'udienza di comparizione delle parti per l'autorizzazione delle operazioni di vendita rispetto alla data di emissione del relativo provvedimento. La violazione di tali termini è, tuttavia, priva di qualsivoglia sanzione sicché gli stessi devono ritenersi meramente ordinatori. Per altro verso, è stato precisato, in sede di legittimità, che, con riferimento al procedimento ordinato all'emissione dell'ordinanza di autorizzazione alla vendita di cui all'art. 569, è inammissibile il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., avverso il provvedimento del giudice dell'esecuzione con il quale venga conferito all'esperto l'incarico per la redazione della relazione di stima del bene da vendere, con l'indicazione del relativo stato di possesso, da riportare nel successivo bando, trattandosi di provvedimento privo di natura decisoria e revocabile o modificabile da parte dello stesso giudice dell'esecuzione, che lascia impregiudicata la possibilità per l'avente interesse di far valere i vizi ad esso relativi con il rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 12637/2018). Giuramento dell'espertoIl comma 1 della disposizione in esame è stato modificato dallo stesso d.l. n. 83/2015 nel senso che l'esperto stimatore non deve essere più convocato dinanzi al giudice per rendere il giuramento di rito che, invece, sarà reso in cancelleria mediante sottoscrizione del verbale di accettazione dell'incarico. Finalità della previsione è, in un'ottica di riduzione della durata delle procedure esecutive, quella di eliminare un adempimento solo formale per il Giudice dell'esecuzione, essendo i quesiti standardizzati nella generalità dei casi, e far concentrare l'attività d'udienza dello stesso su questioni di maggiore rilevanza e complessità. La S.C. ha recentemente ribadito che, con riferimento al procedimento ordinato all'emissione dell'ordinanza di autorizzazione alla vendita di cui all'art. 569 c.p.c., è inammissibile il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., avverso il provvedimento del giudice dell'esecuzione con il quale venga conferito all'esperto l'incarico per la redazione della relazione di stima del bene da vendere, con l'indicazione del relativo stato di possesso, da riportare nel successivo bando, trattandosi di provvedimento privo di natura decisoria e revocabile o modificabile da parte dello stesso giudice dell'esecuzione, che lascia impregiudicata la possibilità per l'avente interesse di far valere i vizi ad esso relativi con il rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 12637/2018). L'udienza ed il contenuto dell'ordinanza di autorizzazione alla venditaAll'udienza di autorizzazione alle operazioni di vendita devono essere chiamate a partecipare tutte le parti della procedura, compreso il debitore, nonché i creditori iscritti. Il comma 3 della disposizione in esame, come modificato dal d.l. n. 83/2015, stabilisce, in primo luogo, che, con l'ordinanza che dispone la vendita, il giudice dell'esecuzione non è più tenuto ad indicare, secondo il sistema congegnato dopo la riforma del 2005, la doppia vendita prima senza incanto e poi con incanto e ciò tenuto conto della valenza ormai residuale della vendita con incanto tenuto conto dell'attuale formulazione dell'art. 503. In particolare, infatti, il giudice dovrà fissare soltanto un termine, non inferiore a novanta giorni e non superiore a centoventi giorni, entro il quale potranno essere presentate le offerte d'acquisto di cui all'art. 571 (quindi quelle proprie della vendita senza incanto). Nell'ordinanza — come già nell'assetto antecedente alla novella del 2015 — andranno poi individuate «le modalità con cui deve essere prestata la cauzione, se la vendita è fatta in uno o più lotti, il prezzo base determinato a norma dell'articolo 568, l'offerta minima, il termine, non superiore a centoventi giorni dall'aggiudicazione, entro il quale il prezzo dev'essere depositato, con le modalità del deposito e fissa, al giorno successivo alla scadenza del termine, l'udienza per la deliberazione sull'offerta e per la gara tra gli offerenti di cui all'articolo 573». Si precisa, invero, in conformità alla regola programmatica generale stabilita dall'art. 503, che il giudice dispone anche la vendita con incanto soltanto qualora ritenga che, mediante la stessa, il bene possa essere aggiudicato ad un prezzo superiore alle metà rispetto al valore di stima determinato ai sensi dell'art. 568, ossia al valore effettivo di mercato del bene. All'udienza di autorizzazione alle operazioni di vendita devono essere chiamate a partecipare tutte le parti della procedura, compreso il debitore, nonché i creditori iscritti. Una volta che il debitore sia stato posto in condizioni di comparire all'udienza di cui all'art. 569, il termine per la opposizione della esecuzione agli atti esecutivi contro i provvedimenti emessi dal giudice nella stessa udienza decorre dalla data di essi e non da quella di effettiva conoscenza. Se pure, infatti, il debitore che ha ricevuto la comunicazione dell'avviso di comparizione, non ha l'obbligo di comparire alla detta udienza, lo stesso ha, tuttavia, l'onere di essere presente, onde svolgere tutte le attività idonee alla tutela delle proprie ragioni, mentre l'omessa comparizione implica senz'altro la applicazione del principio generale di cui all'art. 176, a mente del quale la parte volontariamente assente nel processo "imputet sibi" ogni pregiudizievole conseguenza derivante dalla mancata conoscenza dei provvedimenti adottati in udienza (Cass. n. 3950/2006). Sotto altro profilo, la S.C. ha chiarito che, pur in assenza di un vero e proprio obbligo giuridico di notificazione dell'ordinanza di vendita, sono nulle la vendita immobiliare e la successiva aggiudicazione in caso di omessa notifica al debitore dell'ordinanza di fissazione della vendita, posto che detta omissione impedisce all'esecutato di richiedere la conversione del pignoramento e viola il diritto al contraddittorio, desumibile anche dall'art. 111 Cost., che va salvaguardato nel processo esecutivo ogniqualvolta detto diritto sia funzionale all'esercizio di facoltà sostanziali o processuali da parte dell'esecutato (Cass. n. 26930/2014). Tuttavia, più di recente, nella giurisprudenza di legittimità è stato precisato che la mancata comunicazione al debitore esecutato del provvedimento di fissazione dell'udienza ex art. 569 c.p.c. per la comparizione delle parti e l'autorizzazione alla vendita non è opponibile all'aggiudicatario del bene, trattandosi di un vizio afferente ad una fase procedimentale anteriore alla vendita ed alla quale l'aggiudicatario non prende parte (Cass. III, n. 39243/2021). Peraltro, l'omessa audizione del debitore, non attuandosi nel processo esecutivo un contraddittorio formale, non costituisce di per sé causa di nullità del provvedimento (Cass. n. 18513/2006). Diversamente, l'omessa notifica dell'ordinanza di fissazione delle modalità della vendita ai creditori iscritti ex art. 498 che non siano comparsi all'udienza non comporta alcuna nullità qualora l'assegnazione o la vendita avvengano egualmente pur in difetto di tali adempimenti, ma solo la responsabilità, ex art. 2043 c.c., del creditore procedente per le conseguenze dannose subite dagli stessi a seguito del provvedimento di vendita o di assegnazione emesso illegittimamente, giacché la mancata notifica dell'avviso costituisce violazione di un obbligo imposto da una norma giuridica, ed integra un'ipotesi di illecito extracontrattuale (Cass. n. 18336/2014). Le opposizioni esecutive L'ordinanza di vendita deve essere oggetto di tempestiva opposizione agli atti esecutivi, non potendosi, in difetto, far valere i relativi vizi per contestare atti successivi del procedimento come la vendita stessa (cfr., tra le altre, Cass. n. 8145/2014, con riguardo alla determinazione del prezzo base). Nel processo esecutivo, strutturato quale successione di subprocedimenti, cioè una serie autonoma di atti ordinati a distinti provvedimenti successivi, l'autorizzazione della vendita preclude la deducibilità di vizi attinenti ai singoli atti che abbiano preceduto le udienze fissate ex art. 530 e 569, nel senso che, relativamente a detti vizi, l'udienza è l'ultimo momento utile per la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi ove non si sia verificata ancora decadenza; le situazioni invalidanti che si producano nella fase che è conclusa dalla ordinanza di autorizzazione della vendita sono, però, suscettibili di rilievo nel corso ulteriore del processo, ancora nelle forme dell'opposizione agli atti esecutivi, solo in quanto impediscano che esso consegua il risultato che ne costituisce lo scopo, e cioè l'espropriazione del bene pignorato come mezzo per la soddisfazione dei creditori (Cass. 20814/2009; conf. Trib. Nuoro, 4 aprile 2011). Da ultimo, la S.C. ha evidenziato che, in tema di vendita forzata, le disposizioni adottate dal giudice dell'esecuzione nell'ordinanza di vendita o di delega circa gli adempimenti, le modalità, i termini e, in generale, le condizioni alle quali l'esperimento di vendita è soggetto sono posti a presidio delle esigenze di certezza, legittimità, trasparenza, correttezza ed efficienza che sovrintendono al sistema dell'espropriazione forzata, sicché le parti del procedimento esecutivo hanno pieno interesse a farne valere la violazione mediante opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c., non essendo tenuti altresì a dimostrare di aver subito uno specifico pregiudizio (Cass. n. 18421/2022). Versamento rateale del prezzo di venditaAl fine di tener conto delle problematiche riscontrate anche nella prassi delle vendite forzate per la crisi economica ormai strutturale, è stata introdotta dal d.l. n. 83/2015 l'innovativa possibilità, ancorata ad una valutazione discrezionale del giudice dell'esecuzione fondata su giusti motivi sebbene contenuta come astratta previsione già nell'ordinanza di vendita, di disporre che il prezzo venga versato ratealmente dall'aggiudicatario entro il termine massimo di dodici mesi. Se tale termine potrebbe sembrare eccessivamente ristretto affinché nell'esecuzione avente ad oggetto un immobile l'aggiudicatario riesca a procurarsi le somme necessarie per provvedere al pagamento del prezzo, è pur vero che nella prassi si è più volte verificata negli ultimi anni la decadenza dell'aggiudicatario ex art. 587 per la sola ragione dei tempi più lunghi rispetto a quello previsto per l'istruttoria da parte dell'istituto di credito presso il quale è richiesto il mutuo (Castoro 770). Compiti e compenso dell'esperto stimatoreLo stesso art. 14 d.l. n. 83/2015, introduce significative novità in ordine ai compiti ed al compenso dell'esperto stimatore. Invero, alla stregua di quanto evidenziato anche nella Relazione Illustrativa, l'art. 14 d.l. n. 83/2015, in considerazione del ruolo centrale svolto dalla relazione di stima dell'esperto, ne ha dettagliato ulteriormente i contenuti, intervenendo sull'art. 173-bis disp. att., con particolare riferimento al caso di opere abusive, ovvero gravate da censo, livello e uso civico e richiedendo dati precisi in ordine alle spese ordinarie e straordinarie relative all'immobile. Ulteriore, non trascurabile, novità introdotta dall'art. 14 d.l. n. 83/2015 mediante il comma 3 dell'art. 161 disp. att., attiene alla disciplina del compenso dell'esperto. Invero si prevede che il compenso dello stesso debba essere parametrato al prezzo di vendita dell'immobile e non già al valore stimato, come avveniva sinora, avendo riguardo alla previsione generale di cui all'art. 13 d.m. 30 maggio 2002, che viene quindi derogata dal comma 3 dell'art. 161 disp. att. che si atteggia a disposizione di carattere speciale — in quanto relativa esclusivamente al compenso dello stimatore nell'espropriazione immobiliare — successiva. Poiché la determinazione del compenso è ancorata al prezzo di vendita dell'immobile si prevede, necessariamente, che il compenso dell'esperto dovrà essere liquidato soltanto dopo la vendita, potendosi prima della stessa riconoscere acconti non superiori al 50% del compenso calcolato in base al valore di stima. L'obiettivo è quello di evitare che gli esperti stimino il valore dei beni in modo eccessivamente superiore rispetto a quello effettivo onde lucrare un compenso maggiore, determinando così la necessità di numerosi tentativi di vendita degli stessi con progressivi ribassi prima che il valore si adegui a quello effettivo di mercato (con aumento dei costi e della durata della procedura esecutiva).Diversamente, ancorando il compenso spettante all'esperto al prezzo di vendita del bene e limitando l'entità complessiva degli acconti si vuole indurre lo stimatore ad individuare nella relazione di stima un valore del bene effettivo, tale da renderlo collocabile sul mercato sin dal primo tentativo (Castoro, 772). Potrebbe ovviamente presentarsi una situazione nella quale il bene viene alienato ad un prezzo addirittura inferiore al 50% del valore inizialmente stimato, con onere, in caso di liquidazione di acconti superiori, per l'esperto stimatore di restituzione delle somme eccedenti alla procedura. La disposizione che pure è funzionale a ridurre la durata delle procedure esecutive immobiliari potrebbe apparire in contrasto con i maggiori compiti demandati all'esperto stimatore proprio in occasione della riforma in esame e potrebbe ridurre l'appetibilità degli incarichi per gli esperti tenuti ad attendere per ottenere il pagamento integrale del compenso anche lunghi anni (cioè quelli necessari per la vendita del bene). Non sembra tuttavia possibile che, essendo previsto per l'attività di stima dell'immobile uno specifico compenso ex art. 13 d.m. 30 maggio 2002, lo svolgimento della stessa possa, almeno nella generalità dei casi, essere “integrato” dalla liquidazione di un ulteriore compenso c.d. a tempo, i.e. mediante vacazioni (Castoro, 739). Vendita con modalità telematicheSino all’emanazione del d.l. 3 maggio 2016, n. 59, era prevista la mera facoltà per il giudice dell’esecuzione immobiliare di prevedere, mediante l’ordinanza di vendita, che le operazioni di vendita e la fase preliminare di presentazione delle offerte e di versamento della cauzione fossero effettuate con modalità telematiche. La norma è stata poi modificata nel senso della tendenziale obbligatorietà delle vendite immobiliari telematiche, da espletarsi nel rispetto della normativa regolamentare richiamata dall’art. 161-ter disp. att. c.p.c., ossia il d.m. 26 febbraio 2015, n. 32, in G.U. 24 marzo 2015, n. 69, regolamento recante le regole tecniche ed operative per lo svolgimento della vendita dei beni mobili e immobili con modalità telematiche nei casi previsti dal codice di procedura civile. Viene peraltro prevista la possibilità per il giudice dell’esecuzione di derogare a tale regola generale, ove la procedura di vendita telematica possa pregiudicare gli interessi dei creditori o il sollecito svolgimento della procedura. 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Note a prima lettura, in giustiziainsieme.it; Farina, Riforma del processo civlie: espropriazione forzata, in IUS processocivile.it, 2021; Farina - Giordano - Metafora, La riforma del processo civile, Milano 2022; Giorgetti, L’espropriazione immobiliare riformanda, in Immobili e proprietà, 2022, n. 4, 223; Giusti G., Il «giusto» prezzo della vendita del bene immobile pignorato, fra incanti reiterati e dichiarazioni di improcedibilità o di estinzione della procedura esecutiva, in Giur. mer. 2006, 2681; Liccardo, I modelli decisionali della vendita coattiva nelle leggi 14 maggio 2005 n. 80, 28 dicembre 2005 n. 263 e 24 febbraio 2006 n. 52: ovvero della qualità delle leggi o delle leggi senza qualità, in Riv. esecuz. forzata 2006, 105 ss.; Longo, La custodia dell’immobile pignorato: prassi e prospettive di riforma, in Riv. esecuz. forzata 2005, 384 ss.; Luiso, I rapporti tra notaio delegato e giudice dell’esecuzione, in Riv. esecuz. forzata 2000, 5; Merlin, La vendita forzata immobiliare e la custodia dell’immobile pignorato, in AA.VV., Il processo civile di riforma in riforma, Milano, 2007, 89 ss.; Miccolis, Commento agli artt. 571 e ss., in La riforma del processo civile, a cura di Cipriani e Monteleone, Padova, 2007, 328 ss.; Miccolis, L’esecuzione forzata nella riforma che ci attende, in Quest. 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