Codice di Procedura Civile art. 572 - Deliberazione sull'offerta (1).Deliberazione sull'offerta (1). [I]. Sull'offerta il giudice dell'esecuzione sente le parti [485] e i creditori iscritti non intervenuti [498]. [II]. Se l'offerta è pari o superiore al valore dell'immobile stabilito nell'ordinanza di vendita, la stessa è senz'altro accolta (2). [III]. Se il prezzo offerto è inferiore rispetto al prezzo stabilito nell'ordinanza di vendita in misura non superiore ad un quarto, il giudice può far luogo alla vendita quando ritiene che non vi sia seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita e non sono state presentate istanze di assegnazione ai sensi dell'articolo 588 (3). [IV]. Si applicano le disposizioni degli articoli 573, 574 e 577. (1) Articolo così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 2 3 lett. e) n. 27 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, come modificato dall'art. 1 3 lett. p) l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476. Il testo precedente recitava: «[I]. Sull'offerta il giudice dell'esecuzione sente le parti e i creditori iscritti non intervenuti. [II]. Se l'offerta non supera di almeno un quarto il valore dell'immobile determinato a norma dell'articolo 568, è sufficiente il dissenso di un creditore intervenuto a farla respingere. [III]. Se supera questo limite, il giudice può fare luogo alla vendita, quando ritiene che non vi è seria probabilità di migliore vendita all'incanto. [IV]. Si applica anche in questo caso la disposizione dell'articolo 577». (2). L'art. 13, comma 1, lett. r), d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha sostituito il presente comma. Il testo recitava: «Se l'offerta è superiore al valore dell'immobile determinato a norma dell'articolo 568, aumentato di un quinto, la stessa è senz'altro accolta». (3). L'art. 13, comma 1, lett. r), d.l. 27 giugno 2015 n. 83, conv. con modif. in l. 6 agosto 2015, n. 132, ha sostituito il presente comma. Il testo recitava: «Se l'offerta è inferiore a tale valore il giudice non può far luogo alla vendita quando ritiene probabile che la vendita con il sistema dell'incanto possa aver luogo ad un prezzo superiore della metà rispetto al valore del bene determinato a norma dell'articolo 568. In tali casi lo stesso ha senz'altro luogo alle condizioni e con i termini fissati con l'ordinanza pronunciata ai sensi dell'articolo 569». Il comma era già stato modificato, in sede di conversione, dall'art. 19 d.l. 12 settembre 2014 n. 132, conv., con modif., in l. 10 novembre 2014, n. 162, che si applicava ai procedimenti iniziati a decorrere dal trentesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione. Il testo recitava: «Se l'offerta è inferiore a tale valore, il giudice non può far luogo alla vendita se vi è il dissenso del creditore procedente, ovvero se il giudice ritiene che vi è seria possibilità di migliore vendita con il sistema dell'incanto. In tali casi lo stesso ha senz'altro luogo alle condizioni e con i termini fissati con l'ordinanza pronunciata ai sensi dell'articolo 569». InquadramentoEliminato già dalla riforma realizzata dalla l. n. 162/2014 (di conversione del d.l. n. 132/2014) il dissenso del creditore procedente quale condizione ostativa all'aggiudicazione nell'ipotesi di offerta inferiore al valore di stima aumentato di un quinto, la norma in esame, che regola i criteri da seguire da parte del giudice ovvero del professionista delegato, nell'ipotesi di presentazione di un'unica offerta, è stata radicalmente modificata dal d.l. n. 83/2015. L'obiettivo è quello di rendere meno rigorose le condizioni di accettazione dell'offerta nella prospettiva di accelerare le procedure esecutive immobiliari. In particolare è possibile l'aggiudicazione anche ove l'offerta, entro i limiti di un quarto, sia inferiore al prezzo base ove il giudice non ritenga che possa conseguirsi un prezzo superiore in una nuova vendita o quando non sia presentata un'istanza di assegnazione, la quale pertanto sarebbe destinata a prevalere. Inoltre, se l'offerta è pari o superiore al valore di stima è senz'altro accolta. Deliberazione sull'unica offertaLa norma in esame prevede che, se il prezzo offerto è inferiore rispetto a quello stabilito nell'ordinanza di vendita, entro i limiti di un quarto il giudice può far comunque luogo alla vendita ove ritenga che non vi sia una seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita e laddove non siano state presentate offerte di assegnazione. È dunque possibile fare luogo alla vendita anche in presenza di un'offerta inferiore al valore di stima indicato nell'ordinanza ex art. 569, purché nei limiti di 1/4 e ciò in correlazione con la modifica dell'art. 571 che consente oggi di presentare offerte inferiori, entro i predetti limiti, al valore di stima indicato nell'ordinanza di vendita (Castoro, 751). Viene previsto, che, se l'offerta è pari o superiore al valore di stima, la stessa è senz'altro accolta, mentre nell'assetto precedente tale effetto conseguiva alla presentazione di un'offerta pari al valore di stima, aumentato di un quinto . Nel regime antecedente alla novella del 2015, invece, l'offerta unica, superiore al prezzo base aumentato di un quinto, non lasciava spazi alla discrezionalità del giudice che, ai sensi dell'art. 572, comma 2, avrebbe aggiudicato il bene. Come è stato osservato in dottrina, l'attuale formulazione della norma segna indiscutibilmente un'inversione di rotta a beneficio della celere definizione dell'espropriazione forzata. Il giudice (o il professionista) aggiudica “senz'altro” il bene ogni volta che l'offerta è pari o superiore al prezzo base; di contro se l'offerta unica è inferiore a tale importo nei limiti di un quarto (recte non è inferiore al 75%) il giudice può aggiudicare il bene solo se ritiene che non vi sia seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita, sempre che non siano state presentate istanze di assegnazione ex art. 588. L'aggiudicazione non costituisce una scelta obbligata ma presuppone il convincimento del giudice di non potere conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita (Farina, § 3). Con riferimento alla disciplina intertemporale (in fattispecie relativa alla possibilità di aggiudicazione a prezzo ribassato ai sensi del comma 3 della norma in esame) è stato osservato che la sopravvenuta modifica delle norme relative alla vendita, nei limiti in cui essa sia applicabile per espressa opzione legislativa di disciplina transitoria, diviene parte del regime proprio del relativo subprocedimento solo se richiamata nella sottesa ordinanza, ovvero imposta dall'esito della sua fondata impugnazione, attesa la necessaria immutabilità delle iniziali condizioni del subprocedimento di vendita, perché finalizzata a mantenere la parità di quelle condizioni tra i partecipanti alla gara in uno all'affidamento di ognuno di loro sulle stesse (Cass. n. 24570/2018). 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D.I., VI, Torino, 1964, 902; Turroni, Commento agli artt. 570 e ss., in Commentario alle riforme del processo civile, diretto da S. Chiarloni, Bologna, 2007, 916 e ss.; Vaccarella, Orientamenti e disorientamenti giurisprudenziali in tema di aumento di sesto, in Foro it. 1989, I, 1923; Vaccarella, La vendita forzata immobiliare fra delega al notaio e prassi giudiziarie «virtuose», in Riv. esecuz. forzata 2001, 289 ss.; Vocino, Irrevocabilità dell’offerta di aumento di sesto nella vendita forzata immobiliare, in Riv. dir. proc. 1964, 144. |