Codice di Procedura Civile art. 576 - Contenuto del provvedimento che dispone la vendita.Contenuto del provvedimento che dispone la vendita. [I]. Il giudice dell'esecuzione, quando ordina l'incanto, stabilisce, sentito quando occorre un esperto [68 1]: 1) se la vendita si deve fare in uno o più lotti [504, 577]; 2) il prezzo base dell'incanto determinato a norma dell'articolo 568; 3) il giorno e l'ora dell'incanto [581 1]; 4) il termine che deve decorrere tra il compimento delle forme di pubblicità e l'incanto, nonché le eventuali forme di pubblicità straordinaria a norma dell'articolo 490 ultimo comma; 5) l'ammontare della cauzione [580] in misura non superiore al decimo del prezzo base d'asta e il termine entro il quale tale ammontare deve essere prestato dagli offerenti [119; 86 att.] (1); 6) la misura minima dell'aumento da apportarsi alle offerte [581 2]; 7) il termine, non superiore a sessanta giorni dall'aggiudicazione, entro il quale il prezzo deve essere depositato e le modalità del deposito [585 1]. [II]. L'ordinanza è pubblicata a cura del cancelliere [490]. (1) Numero così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 2 3 lett. e) n. 29 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dalla data indicata sub art. 476. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476. Il testo recitava: «5) l'ammontare della cauzione e il termine entro il quale deve essere prestata dagli offerenti». InquadramentoLa vendita con incanto, già a seguito della novellazione dell'art. 503 ad opera della l. n. 162/2014 (di conversione del d.l. n. 132/2014, è diventata assolutamente residuale in quanto può essere disposta soltanto qualora il giudice ritenga di poter conseguire un prezzo superiore della metà rispetto a quello determinato ai sensi dell'art. 568. L'ordinanza che dispone la vendita con incanto ha un contenuto molto dettagliato che non lascia spazi di discrezionalità, come invece nella vendita senza incanto (Satta, 1966, 378). Le condizioni stabilite nell'ordinanza che dispone la vendita dovranno essere rigorosamente rispettate, essendo poste a tutela della trasparenza della procedura e di ciascuno degli offerenti (Cass. n. 9255/2015). Vendita forzata con incantoLa norma in esame è la prima dedicata alla vendita forzata con incanto, vendita ormai peraltro assolutamente residuale (se non abrogata di fatto), in ragione della modifica dell'art. 503 (e poi di tutte le disposizioni correlate nella vendita mobiliare ed immobiliare da parte del d.l. n. 83/2015), ad opera della l. n. 162/2014 (di conversione del d.l. n. 132/2014), nel senso che il giudice dispone la vendita con incanto soltanto laddove ritenga che mediante la stessa possa conseguirsi un prezzo superiore alla metà rispetto a quello base. Tale prognosi appare di scuola a fronte del fallimento della precedente vendita senza incanto e dell'ormai strutturale crisi del mercato immobiliare. Contenuto dell'ordinanza di venditaL'ordinanza di vendita con incanto predetermina in modo esauriente le condizioni di vendita, costituendo il regolamento del rapporto scaturente dalla vendita, senza lasciare alcun margine di discrezionalità (Satta, 1966, 378). Nell'ordinanza, sebbene non previsto dalla disposizione in esame, dovranno anche essere contenute indicazioni di carattere sostanziale, come la descrizione del bene e le generalità del debitore espropriando, come può desumersi dall'art. 586 laddove fa riferimento al decreto con il quale il giudice dell'esecuzione, avvenuto il versamento del prezzo di aggiudicazione, trasferisce il bene espropriato « ripetendo » la descrizione contenuta nell'ordinanza che dispone la vendita (Castoro). La S.C. ha in più occasioni ribadito, anche di recente, che le condizioni di vendita fissate dal giudice dell'esecuzione, anche in relazione ad eventuali modalità di pubblicità ulteriori rispetto a quelle minime di cui all'art. 490, devono essere rigorosamente rispettate a garanzia dell'uguaglianza e parità di condizioni tra tutti i potenziali partecipanti alla gara, nonché dell'affidamento da ciascuno di loro riposto nella trasparenza e complessiva legalità della procedura, per cui la loro violazione comporta l'illegittimità dell'aggiudicazione, che può essere fatta valere da tutti gli interessati e, cioè, da tutti i soggetti del processo esecutivo, compreso il debitore (Cass. n. 9255/2015). In ogni caso l'ordinanza di vendita, la quale trova il suo momento esecutivo solo nell'aggiudicazione, fino a tale momento può sempre essere revocata o modificata dal giudice che l'ha emessa (Cass. n. 14842/2007). Quanto al termine fissato per la presentazione delle offerte, poiché i termini processuali, anche quando si svolgono a ritroso, non debbono tener conto dei giorni festivi di scadenza; pertanto qualora il giorno fissato per la vendita all'incanto sia un lunedì e per la presentazione delle offerte sia stabilito quale termine il giorno precedente la vendita, detto termine scade nel di sabato precedente la vendita (Cass. n. 16343/2002). In giurisprudenza è stato chiarito, che il termine che deve intercorrere tra la pubblicità ed il primo incanto ha carattere ordinatorio (Cass. n. 6297/1984, in Giust. civ., 1985, I, 722, con nota di Sassani), con la conseguenza che la sua inosservanza non si riflette sulla regolarità del procedimento di incanto e di vendita (Cass. n. 15705/2003). E’ invece perentorio il termine per il deposito della cauzione da parte degli offerenti all'incanto (Cass. S.U., n. 262/2010). Sotto altro profilo, va ricordato che il termine per il versamento del prezzo dell'aggiudicazione dell'immobile, così come fissato nel provvedimento che ha disposto la vendita a norma dell'art. 576, può farsi decorrere solo dall'aggiudicazione definitiva, cioè dal momento in cui sarà risultato che la domanda di aumento non è stata presentata o, pur presentata, non era ammissibile (Cass. n. 9908/1998). CasisticaNell'espropriazione forzata immobiliare, la nullità derivante dalla omessa pubblicità straordinaria disposta dal giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'art. 490, con l'ordinanza che dispone l'incanto, idonea a riverberarsi, con effetti anche per l'acquirente, sull'atto di aggiudicazione, deve essere fatta valere con l'opposizione agli atti esecutivi, ex art. 617, a pena di inammissibilità, entro il termine di decadenza di cinque giorni dall'atto di aggiudicazione (che chiude la fase dell'incanto), se emesso in presenza della parte, ovvero dalla sua comunicazione (Cass. n. 8006/2005). 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D.I., VI, Torino, 1964, 902; Turroni, Commento agli artt. 570 e ss., in Commentario alle riforme del processo civile, diretto da S. Chiarloni, Bologna, 2007, 916 e ss.; Vaccarella, Orientamenti e disorientamenti giurisprudenziali in tema di aumento di sesto, in Foro it. 1989, I, 1923; Vaccarella, La vendita forzata immobiliare fra delega al notaio e prassi giudiziarie «virtuose», in Riv. esecuz. forzata 2001, 289 ss.; Vocino, Irrevocabilità dell’offerta di aumento di sesto nella vendita forzata immobiliare, in Riv. dir. proc. 1964, 144. |