Codice di Procedura Civile art. 596 - Formazione del progetto di distribuzione1

Rosaria Giordano

Formazione del progetto di distribuzione1

[I]. Se non si può provvedere a norma dell'articolo 510, primo comma, il professionista delegato a norma dell'articolo 591-bis, entro trenta giorni dal versamento del prezzo, provvede, secondo le direttive impartite dal giudice dell'esecuzione, alla formazione di un progetto di distribuzione, anche parziale, contenente la graduazione dei creditori che vi partecipano, e alla sua trasmissione al giudice dell'esecuzione. Il progetto di distribuzione parziale non può superare il novanta per cento delle somme da ripartire.

[II]. Entro dieci giorni dal deposito del progetto, il giudice dell'esecuzione esamina il progetto di distribuzione e, apportate le eventuali variazioni, lo deposita nel fascicolo della procedura perché possa essere consultato dai creditori e dal debitore e ne dispone la comunicazione al professionista delegato. Il professionista delegato fissa innanzi a sé entro trenta giorni l'audizione delle parti per la discussione sul progetto di distribuzione. Tra la comunicazione dell'invito e la data della comparizione innanzi al delegato debbono intercorrere almeno dieci giorni.

[III]. Il giudice dell'esecuzione può disporre la distribuzione, anche parziale, delle somme ricavate, in favore di creditori aventi diritto all'accantonamento a norma dell'articolo 510, terzo comma, ovvero di creditori i cui crediti costituiscano oggetto di controversia a norma dell'articolo 512, qualora sia presentata una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da uno dei soggetti di cui all'articolo 574, primo comma, secondo periodo, idonea a garantire la restituzione alla procedura delle somme che risultino ripartite in eccesso, anche in forza di provvedimenti provvisoriamente esecutivi sopravvenuti, oltre agli interessi, al tasso applicato dalla Banca centrale europea alle sue più recenti operazioni di rifinanziamento principali, a decorrere dal pagamento e sino all'effettiva restituzione. La fideiussione è escussa dal custode o dal professionista delegato su autorizzazione del giudice. Le disposizioni del presente comma si applicano anche ai creditori che avrebbero diritto alla distribuzione delle somme ricavate nel caso in cui risulti insussistente, in tutto o in parte, il credito del soggetto avente diritto all'accantonamento ovvero oggetto di controversia a norma del primo periodo del presente comma.

[IV]. Nell'ipotesi di cui all'articolo 591-bis, secondo comma, il giudice dell'esecuzione provvede alla formazione del progetto di distribuzione, al suo deposito in cancelleria e alla fissazione dell'udienza di audizione delle parti nel rispetto del termine di cui al secondo comma.

 

[1] Articolo modificato dall'art. 23 lett. e) n. 34 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80; successivamente dall'articolo 4, comma 1, lettera i), numero 1, del d.l. 3 maggio 2016, n. 59, conv., con modif., in l. 30 giugno 2016, n. 119 e, da ultimo, così sostituito dall'art. 3, comma 43, lett. a) del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". Si riporta il testo prima della sostituzione: «[I]. Se non si può provvedere a norma dell'articolo 510 primo comma, il giudice dell'esecuzione o il professionista delegato a norma dell'articolo 591-bis, non più tardi di trenta giorni dal versamento del prezzo [5741, 5851], provvede a formare un progetto di distribuzione, anche parziale, contenente la graduazione dei creditori che vi partecipano [565, 566], e lo deposita in cancelleria affinché possa essere consultato dai creditori e dal debitore, fissando l'udienza per la loro audizione [179 att.]. Il progetto di distribuzione parziale non puo' superare il novanta per cento delle somme da riparti. [II]. Tra la comunicazione dell'invito e l'udienza debbono intercorrere almeno dieci giorni. [III]. Il giudice dell'esecuzione puo' disporre la distribuzione, anche parziale, delle somme ricavate, in favore di creditori aventi diritto all'accantonamento a norma dell'articolo 510, terzo comma, ovvero di creditori i cui crediti costituiscano oggetto di controversia a norma dell'articolo 512, qualora sia presentata una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da uno dei soggetti di cui all'articolo 574, primo comma, secondo periodo, idonea a garantire la restituzione alla procedura delle somme che risultino ripartite in eccesso, anche in forza di provvedimenti provvisoriamente esecutivi sopravvenuti, oltre agli interessi, al tasso applicato dalla Banca centrale europea alle sue piu' recenti operazioni di rifinanziamento principali, a decorrere dal pagamento e sino all'effettiva restituzione. La fideiussione e' escussa dal custode o dal professionista delegato su autorizzazione del giudice. Le disposizioni del presente comma si applicano anche ai creditori che avrebbero diritto alla distribuzione delle somme ricavate nel caso in cui risulti insussistente, in tutto o in parte, il credito del soggetto avente diritto all'accantonamento ovvero oggetto di controversia a norma del primo periodo del presente comma».

Inquadramento

Nell'ipotesi in cui vi sia un unico creditore, piuttosto che di distribuzione, si avrà un'attribuzione diretta delle somme allo stesso (Castoro, 362; Denti, 326).

L’atto di attribuzione è assoggettato ad opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 3786/2014).

Il vero e proprio riparto è predisposto, anche dal professionista delegato, quando vi siano una pluralità di creditori ed è effettuato avendo riguardo alle cause legittime di prelazione, e, di seguito, soddisfacendo i creditori chirografari intervenuti tempestivamente e, poi, quelli intervenuti tardivamente (Bonsignori, 236 ss.).

Le somme in ipotesi eccedenti rispetto ai crediti azionati nella procedura, sono restituite al debitore.

Creditore unico

Atteso il richiamo operato dall'incipit della norma in esame al comma 1 dell'art. 510, ne deriva che quando vi sia un solo creditore, anche nell'espropriazione immobiliare, possa realizzarsi, piuttosto che una distribuzione, un'attribuzione diretta di somme allo stesso (Castoro, 362; Denti, 326).

L'ordinanza con la quale il giudice dell'esecuzione disponga il pagamento della somma ricavata a favore del solo creditore pignorante, in assenza di intervento di altri creditori, ai sensi dell'art. 510, comma 1, costituisce atto esecutivo, contro cui è esperibile, nel relativo termine perentorio, l'opposizione prevista dall'art. 617 (Cass. n. 3786/2014).

Riparto tra creditori concorrenti

Laddove vi siano una pluralità di creditori, invece, dovrà essere presi posto un piano di graduazione tra gli stessi, tenendo conto delle cause legittime di prelazione (Bonsignori, 236 ss.).

Ciò implica che sul bene sul quale verte la garanzia o il privilegio il creditore che vanti gli stessi ha diritto di soddisfarsi, fino all'intero, in via prioritaria e questo anche nell'ipotesi in cui sia intervenuto tardivamente (nel senso che il cessionario del credito ipotecario, divenuto tale dopo la vendita del bene ipotecato, partecipa alla distribuzione della somma ricavata nel processo esecutivo con la prelazione spettante all'originario creditore ipotecario, qualora la cessione sia stata idoneamente e tempestivamente manifestata al giudice dell'esecuzione, ai creditori concorrenti e all'esecutato, senza necessità di annotazione della vicenda traslativa ai sensi dell'art. 2843 c.c., dato che, ai fini della distribuzione, la formalità non assume funzione costitutiva, bensì latamente dichiarativa, v. Cass. n. 5508/2021).

Seguirà poi il riparto tra i creditori chirografari e, tra questi, quelli intervenuti tempestivamente avranno diritto di soddisfarsi, anche sino all'intero, prima dei creditori chirografari intervenuti tardivamente (Bonsignori, 242).

Nell'espropriazione immobiliare delegata al Notaio o ad altro professionista, detto piano può essere disposto anche direttamente dal delegato.

Sia nell'ipotesi in cui il piano sia redatto dal professionista delegato che dal giudice dell'esecuzione, nel termine ordinatorio di trenta giorni dal versamento del prezzo, esso dovrà essere depositato in cancelleria, dandone comunicazione ai creditori per la consultazione, per un tempo di almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata per l'approvazione.

Sebbene la norma faccia riferimento alle sole cause legittime di prelazione, andranno distribuite per prime le spese c.d. prededucibili sostenute nell'interesse comune dei creditori, di solito dal creditore procedente, onde dare corso alla procedura esecutiva.

Peraltro, il progetto di distribuzione può prescindere dai crediti per i quali non siano stati prodotti i necessari documenti giustificativi entro il termine a tale scopo fissato, nell'ambito della potestà prevista dagli artt. 484, 175 e 152 c.p.c., dal giudice dell'esecuzione (o dal professionista delegato), in quanto l'eccezionale facoltà prevista dall'art. 566 c.p.c. si riferisce al solo atto originario di intervento nella procedura e non a tutte le successive attività incombenti ai creditori (Cass. n. 2044/2017).

Distribuzione parziale

 

Conformandosi in realtà ad una prassi già invalsa in molti uffici giudiziari quando la vendita riguardi più lotti e nell’intento di anticipare il momento di soddisfazione dei creditori in sede esecutiva, il legislatore prevede espressamente la possibilità che venga redatto un piano di riparto parziale quando, evidentemente, tutti i beni oggetto della procedura non sono stati ancora venduti, ma vi siano delle somme da ripartire.

Opportuno limite è individuato nell’ultimo periodo, anch’esso introdotto dal d.l. 3 maggio 2016, n. 59, nel senso che tale distribuzione parziale non è possibile ove la stessa superi del 90% le somme da ripartire tra i creditori: in tale ipotesi, dovrà attendersi il riparto definitivo, ormai prossimo.

Distribuzione a favore di particolari categorie di creditori

 

 In sede di conversione del d.l. n. 59/2016 è stata, poi, introdotta una disciplina assolutamente innovativa in tema di distribuzione delle somme in due fattispecie problematiche, ossia:

a) in favore del creditore avente diritto all’accantonamento ex art. 499 c.p.c.;

b) in favore del creditore il cui diritto sia oggetto di una contestazione distributiva.

In sostanza, viene espressamente riconosciuto il diritto anche di tali soggetti ad ottenere la distribuzione del ricavato dalla vendita dagli altri creditori purché prestino una fideiussione, autonoma, irrevocabile ed a prima richiesta, per garantire la restituzione delle somme corrisposte per l’ipotesi nella quale si accerti l’insussistenza del diritto del creditore c.d. “provvisorio”.

Le novità in questione sono di indubbia rilevanza.

A riguardo, è opportuno ricordare che, nella vigenza dell’art. 512, ante novella degli anni 2005-2006, sino alla definizione delle controversie distributive non poteva provvedersi al riparto. Pertanto, la S.C. aveva più volte ribadito il principio in virtù del quale nell'espropriazione immobiliare, per poter procedere alla distribuzione del ricavato della vendita forzata, è necessario che non vi siano contestazioni in ordine all'esistenza o all'ammontare del credito, perché in tal caso il progetto di distribuzione non può essere approvato, ed occorre accertare l'ammontare del credito contestato mediante un ordinario giudizio di cognizione, in attesa della cui definizione la distribuzione deve essere sospesa (cfr. Cass. n. 16370/2005).

Con riguardo all’attuale formulazione dell’art. 512, che, come noto, demanda in prima battuta al giudice dell’esecuzione la  definizione delle controversie in materia distributiva, occorre evidenziare che la sospensione della distribuzione del ricavato non è più obbligatoria ma soggetta ad una valutazione discrezionale del giudice dell’esecuzione che provvede al riguardo con ordinanza (quando decide sulla contestazione).

Ne deriva che, nel sistema riformato dalla l. n. 119/2016, invece, il giudice dell’esecuzione non potrà più provvedere a siffatta sospensione ove il creditore che vanta il credito oggetto della contestazione ex art. 512  presenti una fideiussione avente le caratteristiche di cui all’odierno art. 596.

Creditori aventi diritto all’accantonamento ai sensi dell’art. 499

Dopo le riforme degli anni 2005 e 2006, non è più ammesso, come avveniva in precedenza, attribuendo precipua valenza al principio della par condicio creditorum rispetto a quello della certezza dei crediti, l’intervento nella procedura esecutiva iniziata da un altro creditore in base ad  ogni tipo di documento purché attestante un credito per un diritto certo, liquido ed esigibile. E’ infatti possibile intervenire nella procedura esecutiva, anche se il credito vantato non sia supportato da un titolo esecutivo, soltanto in presenza dei presupposti indicati dall’art. 499, comma 1, ossia: se il creditore ha eseguito un sequestro conservativo sui beni pignorati; se il creditore vanta una causa legittima di prelazione risultante dai pubblici registri; se il creditore è un imprenditore commerciale il cui credito risulti dalle scritture contabili obbligatorie.

Peraltro, il creditore intervenuto in assenza di titolo esecutivo deve in primo luogo procedere, al fine di provocare l'attivazione del debitore esecutato in vista di un tale procedimento di riconoscimento (o disconoscimento) del debito, alla notificazione dell'atto di intervento e dell'eventuale estratto autentico delle scritture contabili nei confronti del debitore entro dieci giorni dal deposito del ricorso (si veda l'art. 499, comma 3, c.p.c.).

All'udienza fissata per l'assegnazione o la vendita il giudice, laddove siano presenti interventi non fondati su titolo esecutivo, provvederà alla fissazione di una apposita udienza di comparizione dinanzi a sé dei creditori intervenuti privi di titolo esecutivo e del debitore. Nel corso di tale udienza il debitore dovrà dichiarare quali crediti (fra quelli non fondati su titolo esecutivo), e in quale misura, egli intenda riconoscere, pur con efficacia soltanto “endoesecutiva”.

In tutti i casi di riconoscimento (sia espresso, che tacito) del credito non supportato da titolo esecutivo, il creditore intervenuto potrà partecipare alla fase distributiva per intero (ovvero per la parte di credito non disconosciuta).

Qualora, invece, il debitore, comparendo a tale udienza, formalizzi il disconoscimento del credito, il giudice non potrà procedere alla distribuzione in relazione a tali crediti, anche se - in presenza di una formale istanza del creditore intervenuto, il quale si attivi, entro i trenta giorni successivi allo svolgimento di tale udienza di riconoscimento, per iniziare il giudizio finalizzato a munirsi di titolo esecutivo in relazione al credito vantato – dovrà procedere, ai sensi dell'art. 510, commi 2 e 3, c.p.c., all'accantonamento delle somme relative a tali crediti disconosciuti.

La distribuzione delle somme così accantonate potrà avvenire, su istanza di una delle parti che vi abbia interesse o anche d'ufficio, a distanza di non oltre tre anni dall'avvenuto accantonamento, in favore dei creditori che siano riusciti, nel frattempo, a munirsi di titolo esecutivo.

La novità introdotta in sede di conversione del d.l. n. 59 del 2016 è pertanto nel senso che sarà possibile una distribuzione delle somme ricavate dalla vendita anche in favore di un creditore intervenuto avente diritto all’accantonamento nel senso ora indicato purché presenti una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da uno degli istituti di cui all’art. 574 c.p.c. Viene così risolto un problema pratico di non trascurabile rilevanza considerato che, nell’assetto antecedente, il creditore che pure aveva diligentemente incardinato un’azione giudiziaria per munirsi del titolo esecutivo rischiava di perdere, incolpevolmente, il diritto all’accantonamento per la mera circostanza di non aver ottenuto una sentenza (o altro titolo di cui all’art. 474 c.p.c.) nel termine previsto.

Creditore il cui diritto è oggetto di una contestazione distributiva

A riguardo, è opportuno ricordare che, nella vigenza dell’art. 512, ante novella degli anni 2005-2006, sino alla definizione delle controversie distributive non poteva provvedersi al riparto. Pertanto, la S.C. aveva più volte ribadito il principio in virtù del quale nell'espropriazione immobiliare, per poter procedere alla distribuzione del ricavato della vendita forzata, è necessario che non vi siano contestazioni in ordine all'esistenza o all'ammontare del credito, perché in tal caso il progetto di distribuzione non può essere approvato, ed occorre accertare l'ammontare del credito contestato mediante un ordinario giudizio di cognizione, in attesa della cui definizione la distribuzione deve essere sospesa (cfr. Cass. n. 16370/2005 ).

Con riguardo all’attuale formulazione dell’art. 512, che, come noto, demanda in prima battuta al giudice dell’esecuzione la  definizione delle controversie in materia distributiva, occorre evidenziare che la sospensione della distribuzione del ricavato non è più obbligatoria ma soggetta ad una valutazione discrezionale del giudice dell’esecuzione che provvede al riguardo con ordinanza (quando decide sulla contestazione).

Ne deriva che, nel sistema riformato dalla l. n. 119 del 2016, invece, il giudice dell’esecuzione non potrà più provvedere a siffatta sospensione ove il creditore che vanta il credito oggetto della contestazione ex art. 512  presenti una fideiussione avente le caratteristiche di cui all’odierno art. 596.

Restituzione dell'eccedenza al debitore

Dopo la distribuzione delle somme ricavate nel corso della procedura espropriativa, se rimane un residuo lo stesso è consegnato al debitore o al terzo che ha subito in concreto l'espropriazione nei casi di cui all'art. 603.

Bibliografia

Bonsignori, Assegnazione forzata e distribuzione del ricavato, Milano, 1962; Bove, Capponi, Martinetto, Sassani, L’espropriazione forzata, Torino, 1988; Campese, L’espropriazione forzata immobiliare dopo la legge 14 maggio 2005, n. 80, Milano, 2005; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2019; Cordopatri, Le nuove norme sull’esecuzione forzata, in Riv. dir. proc. 2006, 768; Denti, Distribuzione della somma ricavata, in Enc. dir., XIII, Milano 1964, 325; Giordano, Riforma del processo civile: i professionisti delegati nell’espropriazione immobiliare, in IUS processocivile.it; Saija, Il progetto di distribuzione parziale e anticipata: l’art. 596 c.p.c. dopo la riforma del 2016, in www.ilprocessocivile.it; Travi, Espropriazione immobiliare, in Nss. D.I., VI, Torino, 1960, 502 ss.; Travi, Espropriazione immobiliare, in Nss. D.I., App. III, Torino 1982, 517 ss.; Verde, Ancora sui rapporti tra opposizione all’esecuzione e contestazione dei debiti, in Riv. dir. proc. 1955, 302.

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