Codice di Procedura Civile art. 614 - Rimborso delle spese.

Rosaria Giordano

Rimborso delle spese.

[I]. Al termine dell'esecuzione o nel corso di essa, la parte istante presenta al giudice dell'esecuzione (1) la nota delle spese anticipate vistata dall'ufficiale giudiziario [95], con domanda di decreto d'ingiunzione [633 ss.].

[II]. Il giudice dell'esecuzione (1), quando riconosce giustificate le spese denunciate, provvede con decreto a norma dell'articolo 642.

(1) Le parole « giudice dell'esecuzione » sono state sostituite alla parola « pretore » dall'art. 93 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

Inquadramento

La parte istante il procedimento all'esito dello stesso può ottenere il rimborso delle spese anticipate, previa presentazione all'ufficiale giudiziario, di una nota delle stesse, alla quale vede essere apposto un visto.

La nota delle spese vistata dovrà quindi essere posta a fondamento della richiesta al giudice dell'esecuzione di provvedimento monitorio, provvisoriamente esecutivo, mediante il quale potranno essere liquidati anche gli onorari di difesa.

Avverso il decreto dovrà essere proposta opposizione ex art. 645 ss., onde far valere doglianze afferenti la congruità delle spese sostenute ovvero l'effettiva anticipazione delle stesse.

Diversamente, ove si contesti che quelle spese andavano effettivamente sostenute per attuare il comando giuridico contenuto nel titolo esecutivo dovrà essere esperita opposizione all'esecuzione ( avverso il decreto esecutivo posto in esecuzione: v. Cass. n. 11270/1993).

Presentazione della nota delle spese vistata dall'ufficiale giudiziario

La parte istante il procedimento di esecuzione forzata per gli obblighi di fare e di non fare al fine di ottenere il rimborso delle spese anticipate nel corso del procedimento deve presentare una nota all'ufficiale giudiziario che, previo controllo, apporrà un visto alla stessa, che sarà presentata, quindi, dalla parte al Giudice dell'esecuzione.

Tra le spese in questione non rientrano anche le spese di precetto e di notifica dello stesso, trattandosi di atti preliminari all'esecuzione forzata e non atti esecutivi. Pertanto, il precetto per l'adempimento di una obbligazione di fare o di non fare può anche contenere l'intimazione di pagamento delle spese del precetto medesimo e della sua notifica perché queste, essendo il precetto un atto che precede l'esecuzione, non rientrano tra le spese di esecuzione che possono essere liquidate solo dal giudice al termine della esecuzione o nel corso di essa, ai sensi dell'art. 614 (Cass. n. 457/1994).

L'istante ha inoltre diritto alla liquidazione, con il provvedimento monitorio, anche dei compensi professionali per l'attività difensiva espletata (Cass. n. 8339/2003, la quale ha precisato che, tuttavia, ove l'intimato proponga opposizione sostenendo di avere già adempiuto l'obbligazione, sicché la relativa controversia deve essere decisa con sentenza, la liquidazione delle spese processuali relative alla fase che inizia con tale contestazione va invece operata con il provvedimento che definisce la controversia, e, qualora il giudice non vi provveda, la sentenza può essere per tale parte impugnata, ma sulla liquidazione delle predette spese non può provvedere il giudice dell'esecuzione con il decreto previsto dall'art. 614).

E' stato inoltre ritenuto che il decreto ingiuntivo ex art. 614 c.p.c. può essere ottenuto, durante o dopo l'esecuzione, anche per i compensi del difensore del creditore procedente e del CTU e con riferimento sia agli obblighi di fare sia a quelli di non fare (Cass. n. 269/2021).

E’ stato affermato, inoltre, il giudice dell'esecuzione è competente a liquidare il compenso degli ausiliari designati nella procedura, siano essi direttamente nominati dal giudice oppure designati con suo assenso o per sua indicazione o istruzione, poiché l'art. 614 c.p.c. attribuisce all'autorità giurisdizionale, organo direttivo del processo, il potere di liquidare tutte le spese dell'esecuzione, ivi, dunque, incluse quelle relative agli ausiliari (Cass. n. 35101/2023).

Le spese della esecuzione forzata di un obbligo di fare integrano un credito di colui che procede all'esecuzione nei confronti dell'esecutato, con la conseguenza, in tema di rimborso, che, trattandosi di debiti di valuta, l'importo non può essere maggiorato di rivalutazione e di risarcimento del danno da lucro cessante, in mancanza di domanda di parte. (Cass. n. 13666/2003).

Poiché al di fuori del caso di provvedimento avente ad oggetto il pagamento di danaro, l'attuazione dei provvedimenti cautelari, non dà luogo ad un processo esecutivo conseguentemente, l'ordinanza che concede la cautela non può essere utilizzata per ottenere dal giudice che l'ha concessa un decreto ingiuntivo ai sensi dell'art. 614, per le spese sostenute per l'attuazione della misura cautelare, dovendo invece il diritto al loro rimborso farsi valere nel giudizio di merito (Cass. n. 7922/2007).

Pronuncia del decreto

Al Giudice dell'Esecuzione, a fronte della presentazione della nota delle spese vistata dall'ufficiale giudiziario spetta il potere di valutare se tali spese siano o meno giustificate: non è pacifico, in dottrina, tuttavia, se si tratti di un controllo di legittimità (Denti, 230) ovvero di merito (Mandrioli, 1991, 772).

Sulla scorta della nota spese vistata dall'ufficiale giudiziario, la parte ricorrente può ottenere decreto ingiuntivo anche per il pagamento degli onorari.

Il giudice dell'esecuzione, quando riconosce giustificate le spese denunciate provvede, anche alla liquidazione degli onorari, con decreto a norma dell'art. 642, ovvero con decreto provvisoriamente esecutivo. In tale prospettiva in sede applicativa si è osservato, in giurisprudenza, che non è necessario che l'esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo suddetto venga dichiarata espressamente nel contenuto del provvedimento (Giudice pace Tarcento 17 aprile 2004, Giur. mer., 2004, 1385).

Opposizione

Il decreto sarà opponibile, trattandosi di provvedimento monitorio pronunciato ex art. 642,secondo le norme dettate dagli artt. 645 ss.

L'opposizione nelle forme previste dagli artt. 645 ss. deve essere esperita, in base al principio di prevalenza della sostanza sulla forma, anche quando il Giudice emetta erroneamente un'ordinanza quando decide sulla richiesta di liquidazione delle spese (Cass. n. 24260/2010).

A seguito della riforma realizzata dal d.lgs. n. 51/1998 sull'introduzione del giudice unico di primo grado e l'abolizione delle Preture, non potendo peraltro il giudice di pace svolgere le funzioni di giudice dell'esecuzioneex art. 9, comma 2, d.lgs. n. 51/1998, non può più porsi un problema di incompetenza per l'opposizione in capo al medesimo ufficio giudiziario del quale fa parte il giudice dell'esecuzione che ha emesso il decreto alla stregua di quanto avveniva nel sistema previgente in relazione al quale la S.C. aveva affermato il principio secondo cui è inammissibile il reclamo al tribunale della parte istante per il rimborso delle spese anticipate in una procedura esecutiva di obbligo di fare avverso il decreto del pretore di liquidazione delle medesime perché la tutela dell'interessato è attuabile soltanto attraverso l'opposizione dinanzi al medesimo giudice che ha emesso il provvedimento, a cui spetta, funzionalmente e inderogabilmente, la competenza a deciderla, in applicazione del principio generale di cui all'art. 645 (Cass. n. 3735/2001).

È stato chiarito, che nel caso di opposizione a decreto ingiuntivo emesso, ai sensi dell'art. 614, comma 2, per il rimborso delle spese anticipate dalla parte istante, l'opponente può far valere contestazioni circa la congruità delle spese (Cass. n. 25394/2009, la quale ha altresì evidenziato che, poiché il rapporto processuale tra creditore e debitore è oggettivamente autonomo e scindibile rispetto a quello intercorrente tra il creditore ed il prestatore d'opera che ha eseguito i lavori, non sussiste litisconsorzio necessario nei confronti di quest'ultimo, essendo onere, se mai, del creditore medesimo chiamare in causa il terzo cui abbia anticipato le spese per esserne garantito; v. anche Trib. Macerata, 9 giugno 1994, in Gius, 1994, n. 1774, per la quale l'opponente può contestare, oltre alla congruità delle spese, anche l'effettiva anticipazione delle stesse da parte del creditore).

Con l'opposizione a decreto ingiuntivo non possono, per converso, essere dedotte questioni afferenti gli eventuali vizi dell'esecuzione che vanno fatti valere nell'ambito delle opposizioni esecutive (Cass. n. 3552/1972).

In una recente decisione, la S.C. ha affermato il principio per il quale, poiché anche l'opposizione a decreto ingiuntivo emesso ai sensi dell'art. 614 per il recupero delle spese dell'esecuzione per obblighi di fare o di non fare è finalizzata al sollecito soddisfacimento delle ragioni creditorie, costituendo il ristoro delle anticipazioni, cui il creditore è stato costretto dall'inadempimento del debitore, l'indefettibile complemento di una effettiva tutela delle ragioni del primo, anche tale opposizione è soggetta alla regola dell'esclusione dalla sospensione feriale dei termini prevista dagli art. 1 e 3 l. n. 742/1969, nella parte in cui richiamano l'art. 92 r.d. n. 12/1941; ne discende che è tardiva l'opposizione avverso quel decreto ingiuntivo, la quale sia stata proposta in violazione del termine di quaranta giorni, da computarsi senza tener conto della maggiorazione per la sospensione feriale (Cass. n. 14961/2016).

Quanto ai rapporti tra opposizioni esecutive ed opposizioni a decreto ingiuntivo, devono essere veicolate con l'opposizione ex art. 615 le doglianze in ordine alla corrispondenza delle opere a quanto previsto dal titolo esecutivo, mentre in sede di opposizione avverso il provvedimento monitorio potrà essere contestata l'entità delle spese (Cass. n. 11270/1993).

Resta fermo che nell'ipotesi di opposizione avverso il decreto pronunciato ai sensi della disposizione in esame, il giudice è tenuto a rilevare d'ufficio l'intervenuta caducazione del titolo presupposto azionato e, quindi, della stessa legittima ragione creditoria, producendosi l'effetto espansivo enunciato dall'art. 336, comma 2, , con la conseguenza che le spese di cui sopra resteranno a carico del medesimo creditore procedente (Cass. n. 269/2021).

Per altro verso, è stato precisato, che in tema di esecuzione di obblighi di fare e di non fare, l'impugnazione, da parte del creditore procedente, dell'ordinanza di liquidazione delle spese a carico del debitore esecutato, pronunciata in caso di estinzione atipica del procedimento esecutivo, va proposta non già nelle forme dell'opposizione al decreto ingiuntivo, bensì con l'opposizione agli atti esecutiviex art. 617 c.p.c., che costituisce il rimedio tipico per contestare i provvedimenti del giudice dell'esecuzione regolanti l'andamento del relativo processo (Cass. n. 14604/2020).

Bibliografia

Borrè, Esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non fare, Napoli, 1965; Carpi, Note in tema di tecniche di attuazione dei diritti, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1988, 115;  Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, 15a ed., Milano 2019;Denti, L'esecuzione forzata in forma specifica, Milano, 1953; Fornaciari, I limiti dell'esecuzione forzata di obblighi di are e di non fare, in Riv. esecuz. forzata 2000, 397; Mandrioli, voce Esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non fare, in Dig. civ., VII, Torino, 1991, 649; Montesano, voce Esecuzione specifica, in Enc. dir., XV, Milano, 1966, 524; Sassani, L'esecuzione delle sentenze civili di condanna dell'amministrazione nei rapporti di lavoro, in Riv. esecuz. forzata 2005, 1; Satta, L'esecuzione forzata, Torino, 1963; Vaccarella, Problemi vecchi e nuovi dell'esecuzione forzata dell'obbligo di consegna di minore, in Giur. it. 1982, 1-2, 301.

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