Codice di Procedura Civile art. 637 - Giudice competente (1) (2).

Caterina Costabile

Giudice competente (1) (2).

[I]. Per l'ingiunzione è competente il giudice di pace o, in composizione monocratica, il tribunale che sarebbe competente per la domanda proposta in via ordinaria [7, 9, 18 ss.].

[II]. Per i crediti previsti nel numero 2 dell'articolo 633 è competente anche l'ufficio giudiziario che ha deciso la causa alla quale il credito si riferisce.

[III]. Gli avvocati o i notai possono altresì proporre domanda d'ingiunzione contro i propri clienti al giudice competente per valore del luogo ove ha sede il consiglio dell'ordine al cui albo sono iscritti o il consiglio notarile dal quale dipendono.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 100 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

(2) La Corte cost., con sentenza 3 novembre 2005, n. 410 ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, una questione di legittimità costituzionale del presente articolo sollevata in riferimento agli artt. 24 e 111 secondo comma Cost. 

Inquadramento

La disposizione in esame disciplina il riparto di competenza tra giudice di pace e tribunale in composizione monocratica in relazione al procedimento monitorio, richiamando gli ordinari criteri previsti dal codice di rito per il riparto di competenza.

Il legislatore ha, inoltre, previsto due speciali criteri di competenza con riferimento ai decreti ingiuntivi afferenti ai crediti occasionati da un processo ed a quelli di avvocati o notai.

Per i crediti occasionati da un processo il comma 2 dell'art. 637 prevede, difatti, la possibilità di l'«ufficio giudiziario che ha deciso la causa alla quale il credito si riferisce».

Il comma 3 stabilisce, inoltre, che avvocati e notai possono presentare il ricorso per ingiunzione che ha ad oggetto crediti nascenti dalle proprie prestazioni professionali contro i propri clienti anche davanti «al giudice competente per valore del luogo ove ha sede il consiglio dell'ordine al cui albo sono iscritti o il consiglio notarile dal quale dipendono».

Riparto di competenza per materia, valore e territorio

La domanda di ingiunzione va rivolta al giudice che sarebbe competente per la domanda proposta in via ordinaria (Cass. III, n. 6672/2007).

Rientrano nella competenza per materia del tribunale in composizione monocratica le domande monitorie aventi ad oggetto crediti:

- fondati sui rapporti previsti dall'art. 409 ovvero di natura previdenziale ed assistenziale;

- nascenti dai rapporti contrattuali previsti dall'art. 447-bis ovvero locazione, comodato ed affitto (Cass. III, n. 2143/2006; Cass. III, n. 10300/2004);

- nascenti dai rapporti agrari, caso in cui ricorre la competenza esclusiva delle sezioni specializzate agrarie exartt. 47 l. n. 203/1982, 9 l. n. 29/1990, anche se si ritiene che l'istanza monitoria debba essere esaminata e valutata dal giudice monocratico appartenente alla sezione;

- relativi alle spese processuali sostenute dal creditore procedente nell'esecuzione forzata per obblighi di fare e non fare ex art. 614 (Cass. III, n. 9680/2024);

- vantati dalla società fallita nei confronti dei soci, ex art. 150 l. fall. (per la nuova disciplina v. art. 260 d.lgs. n. 14/2019 - Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza), ipotesi in cui la domanda va rivolta al giudice delegato alla gestione della procedura fallimentare

Il valore della domanda, per individuare il giudice competente ad emettere l'ingiunzione, va determinato applicando le regole generali dettate dagli artt. 10 ss.

Il giudice territorialmente competente a decidere sull'istanza monitoria deve essere individuato applicando i criteri generali previsti dagli artt. 18-30.

Va all'uopo ricordato che:

- nelle controversie aventi ad oggetto il pagamento di somme di danaro da parte dello Stato o degli enti pubblici, le norme di contabilità che fissano il luogo di adempimento delle obbligazioni in quello della sede di tesoreria dell'ente, valgono ad individuare il forum destinatae solutionis, eventualmente in deroga all'art. 1182 c.c., ma non rendono detto foro né esclusivo, né inderogabile, sicché la competenza per territorio può ben radicarsi sulla base di uno dei fori alternativi previsti dagli artt. 18,19 e 20 (Cass. VI, n. 270 /2015);

- non incide sul forum destinatae solutionis la pattuita modalità di pagamento del prezzo della vendita per mezzo delle cd. ricevute bancarie poiché queste, non avendo efficacia di obbligazione cartolare, ma essendo destinate soltanto a facilitare la riscossione delle rate del credito per mezzo dei servizi bancari, non determinano lo spostamento del luogo di adempimento dal domicilio del creditore, come previsto dall'art. 1182, comma 3, c.c., a quello del debitore, salvo che la suddetta modalità di pagamento sia stata convenuta con carattere esclusivo ed il creditore abbia rinunziato espressamente al suo diritto di ricevere il pagamento nel proprio domicilio, ai sensi dell'art. 1182 e dell'art. 1498, comma 3, c.c. (Cass. VI, n. 10858/2015);

- non incide sul “forum destinatae solutionis” la pattuita modalità di pagamento del prezzo mediante cambiale tratta, se tale modalità non sia prevista come esclusiva, ma come semplice facoltà concessa al debitore (nel qual caso non comporta deroga al principio generale del forum solutionis fissato dagli art. 1182, comma 3, e 1498, comma 3, c.c., con esclusione pertanto, dell'applicabilità del diverso criterio di individuazione del luogo di pagamento nel domicilio del debitore, ex art. 44 r.d. n. 1669/1933 - legge cambiaria), e, comunque, se non risulti certa la rinunzia dell'alienante al diritto di essere soddisfatto al proprio domicilio ai sensi dell'art. 1498, comma 3, c.c. la cui disciplina, ove il venditore abbia ad essa rinunziato, diviene, tuttavia, nuovamente applicabile, anche ai fini suindicati, nell'ipotesi in cui il compratore non abbia onorato il detto titolo di credito (Cass. III, n. 8547/2000);

- nel giudizio di cognizione, ordinario o monitorio, promosso dal giratario di tratta contro il traente o girante, obbligati di regresso, il forum destinatae solutionis, al fine della competenza per territorio, deve essere determinato, in difetto di diversa previsione, alla stregua del domicilio del creditore, in applicazione dell'art. 1182, comma 3, c.c., indipendentemente dalla natura causale o cartolare dell'azione, tenuto conto che, anche in ipotesi di azione cartolare, non può operare l'art. 44 r.d. n. 1669/1933 (l. camb.), il quale deroga alla suddetta regola generale, sul luogo dell'adempimento, con riferimento al diverso caso dell'obbligato cambiario diretto (Cass. I, n. 8561/1987).

Competente a pronunziarsi sull'istanza per decreto ingiuntivo avente ad oggetto un credito da canone di affitto di terreno agricolo è il Presidente della sezione specializzata agraria per cui, nel caso in cui il decreto sia stato emesso dal Presidente del Tribunale ordinario, nella fase di opposizione a decreto ingiuntivo il Tribunale investito del merito può dichiarare la nullità del provvedimento in quanto proveniente da giudice incompetente e revocare, quindi, il decreto ingiuntivo assegnando un termine per la riassunzione della causa dinanzi alla sezione specializzata agraria (Trib. Latina, II, 4 febbraio 2020, n. 258).

I crediti occasionati da un processo

I soggetti elencati nell'art. 633, comma 1, n. 2 («avvocati, cancellieri, ufficiali giudiziari o [...] chiunque altro ha prestato la sua opera in occasione di un processo») possono avvalersi anche della competenza speciale attribuita dall'art. 637, comma 2, all'«ufficio giudiziario che ha deciso la causa alla quale il credito si riferisce».

La dottrina fornisce una interpretazione restrittiva della disposizione ritenendo la stessa inapplicabile ai crediti relativi a prestazioni rese nell'ambito di procedimenti amministrativi, penali e tributari, di procedimenti civili di natura camerale, cautelare, esecutiva (tutte ipotesi non qualificabili come «causa»), nonché di procedimenti non ancora decisi ovvero conclusisi senza una vera e propria decisione, come accade in caso di estinzione per inattività delle parti (Balbi, 9; Garbagnati, 47).

Le Sezioni Unite, dirimendo un contrasto sul punto e tenendo conto anche delle esigenze di snellezza e della tendenziale celerità del procedimento, hanno recentemente chiarito che, in ordine al procedimento per la liquidazione delle spese, degli onorari e dei diritti di avvocato di cui all'art. 28 della l. n. 794 del 1942, come sostituito dall'art.34, comma 16, lett. a), del d.lgs. n. 150 del 2011, ove il professionista, agendo ai sensi dell'art. 14 del citato decreto legislativo, chieda la condanna del cliente inadempiente al pagamento dei compensi per l'opera prestata in più fasi o gradi del giudizio, la competenza è dell'ufficio giudiziario di merito che ha deciso per ultimo la causa (Cass. S.U., n. 4247/2020). La S.C. ha, invero, rimarcato che l'applicazione dei principi del giusto processo comporta che, per assicurare un'effettiva tutela del diritto di difesa di cui all'art. 24 Cost., in coerenza con l'art. 6 della CEDU, devono essere evitati i frazionamenti di tutela processuale per la medesima vicenda e comunque si deve dare una risposta, possibilmente celere, alla domanda di giustizia proposta, con una decisione di merito che sia esauriente.

I crediti di avvocati o notai

In alternativa alla competenza generale prevista dal primo comma dell'art. 637, gli avvocati ed i notai possono presentare il ricorso per ingiunzione che ha ad oggetto crediti nascenti dalle proprie prestazioni professionali anche dinanzi al giudice competente per valore del luogo ove ha sede il consiglio dell'ordine al cui albo sono iscritti o il consiglio notarile dal quale dipendono.

Occorre in primo luogo evidenziare in tema di domanda di ingiunzione dell'avvocato contro il cliente che, ad avviso della S.C., il criterio speciale di competenza stabilito dall'art. 637, comma 3, non è stato abrogato dall'art. 14 d.lgs. n. 150/2011, sicché l'avvocato può ancora adire il giudice del luogo in cui ha sede il consiglio dell'ordine nel cui albo egli è iscritto al momento della proposizione del ricorso, nel qual caso tale giudice è anche competente a decidere sull'opposizione ex art. 645 (Cass. VI, n. 5810/2015).

La giurisprudenza ha altresì evidenziato che il consiglio dell'ordine, in relazione al quale si determina il giudice competente ai sensi dell'art. 637, comma 3, va identificato in quello al quale il legale è iscritto attualmente, cioè con riferimento al momento della proposizione del ricorso, a nulla rilevando che, al tempo della richiesta in via stragiudiziale di pagamento della parcella, il medesimo avesse la sede principale dei suoi affari e interessi in altro luogo e fosse iscritto ad altro Consiglio dell'ordine (Cass. II, n. 17050/2010).

La S.C. ha, inoltre, chiarito che il foro speciale di cui all'art. 637, comma 3, trova applicazione solo se la domanda monitoria abbia ad oggetto l'onorario per prestazioni professionali rese dall'avvocato direttamente al cliente rappresentato e difeso in giudizio  e non anche ove si riferisca al credito al compenso maturato dal medesimo professionista nei confronti di un diverso collega che lo abbia incaricato, in forza di un ordinario contratto di mandato, sia pure a beneficio di un terzo, dello svolgimento di singoli atti processuali nell'interesse del proprio assistito (Cass. II, n. 7674/2019).

Invero, l'attività resa dall'avvocato in altri contesti che non richiedano l'iscrizione all'albo, pur rimanendo attività professionale, è estranea alla ratio della previsione in oggetto e non ne può pertanto comportare l'applicazione (Cass. VI, n. 567/2022).

Allo stesso modo non opera il foro speciale in relazione al compenso maturato dal medesimo professionista nei confronti del Ministero dello Sviluppo economico per l'attività da lui svolta quale componente di un comitato di esperti incaricati della valutazione di proposte progettuali, non venendo in rilievo un'attività prettamente difensiva per la quale sia richiesta l'iscrizione all'albo (Cass. VI, n. 567/2022).

Il foro del consumatore

Costituisce orientamento pacifico in giurisprudenza che anche al rapporto tra l'avvocato e il suo cliente trovi applicazione la disciplina a tutela del consumatore, con la conseguenza che il c.d. foro esclusivo del consumatore, attualmente previsto dall'art. 33, comma 2, lett. u) d.lgs. n. 206/2005, prevale sul foro speciale alternativo di cui all'art. 637, comma 3, in virtù del quale gli avvocati possono proporre la domanda di ingiunzione contro i propri clienti al giudice competente per valore del luogo ove ha sede il Consiglio dell'Ordine al cui albo sono iscritti. Ne consegue che, qualora il cliente dell'avvocato sia qualificabile come consumatore (essendo una persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta), il giudice territorialmente competente a conoscere la domanda di emissione del decreto ingiuntivo è quello di residenza di quest'ultimo (Cass. VI, 8406/2022 ).

Pertanto, ove un avvocato abbia presentato ricorso per ingiunzione per ottenere il pagamento delle competenze professionali da un proprio cliente, avvalendosi del foro speciale di cui agli artt. 637, comma 3, e 14, comma 2, d.lg. n. 150/2011, il rapporto tra quest'ultimo foro ed il foro speciale della residenza o del domicilio del consumatore, previsto dall'art. 33, comma 2, lett. u), d.lg. n. 206/2005, va risolto a favore del secondo, in quanto di competenza esclusiva, che prevale su ogni altra, in virtù delle esigenze di tutela, anche sul terreno processuale, che sono alla base dello statuto del consumatore (Cass. VI, n. 21647/2021).

La clausola compromissoria

Va poi considerata l'ipotesi in cui il creditore agisca in sede monitoria sulla base di un contratto contenente la previsione di una clausola compromissoria.

La giurisprudenza ha ritenuto che l'esistenza di una clausola compromissoria non esclude la competenza del giudice ordinario ad emettere un decreto ingiuntivo atteso che la disciplina del procedimento arbitrale non contempla l'emissione di provvedimenti «inaudita altera parte», ma impone a quest'ultimo, in caso di successiva opposizione fondata sull'esistenza della detta clausola, la declaratoria di nullità del decreto opposto e la contestuale remissione della controversia al giudizio degli arbitri (Cass. I, n. 27085/2019; Cass. II, n. 5265/2011).

Anche la dottrina perviene alla medesima conclusione evidenziando che l'eccezione di arbitrato rituale o irrituale ha natura di eccezione in senso proprio e, dunque, non rilevabile di ufficio dal giudice del monitorio (Valitutti - De Stefano, 161) .

Il rilievo di ufficio dell'incompetenza in sede di emissione

La Corte costituzionale ha ritenuto che nel procedimento monitorio, nel quale il contraddittorio è differito o eventuale, deve essere consentito al giudice rilevare anche d'ufficio la propria incompetenza per territorio derogabile, perché altrimenti l'intimato sarebbe posto dinanzi all'alternativa tra subire le conseguenze della mancata opposizione, ovvero difendersi nella sede (eventualmente per lui disagiata) arbitrariamente scelta dal ricorrente.

Per tali ragioni, non essendo tale interpretazione impedita dalla lettera dell'art. 637, la Consulta ha ritenuto infondata la questione di legittimità costituzionale di tale norma, sollevata con riferimento agli artt. 24 e 111 Cost. (Corte cost. n. 410/2005).

Incompetenza del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo accertata nel successivo giudizio di opposizione

Il rilievo della incompetenza del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo può avvenire anche nella fase di opposizione, sia a seguito di eccezione formulata dall'opponente sia sulla scorta del rilievo di ufficio.

La dichiarazione di incompetenza del giudice che ha emanato il decreto ingiuntivo, pronunciata dallo stesso giudice funzionalmente competente ex art. 645 — configurandosi il requisito della competenza come condizione di ammissibilità del decreto — determina in ogni caso la caducazione del decreto, della quale non possono disporre né quel giudice né le parti (Cass. III, n. 16744/2009).

Deriva da quanto precede, pertanto, che qualora il predetto giudice, nel dichiararsi incompetente, non abbia espressamente dichiarato caducato il decreto ingiuntivo, l'eventuale riassunzione dinanzi al giudice competente non concerne la causa di opposizione, ormai definita, ma soltanto la causa relativa alla pretesa azionata dal creditore e, ove le parti riassumano formalmente l'opposizione al decreto ingiuntivo come tale, il giudice ad quem è tenuto a interpretare la domanda contenuta nell'atto di riassunzione esclusivamente come diretta a investirlo della cognizione dell'azione di cognizione ordinaria sulla pretesa del creditore e sulle altre eventualmente introdotte (Cass.VI, n. 1121/2022; Cass. III, n. 41230/2021).

La giurisprudenza ha altresì rimarcato che, poiché il provvedimento recante la dichiarazione di incompetenza del giudice che ha emanato il decreto monitorio emesso dal giudice dell'opposizione non è una decisione soltanto sulla competenza, ma presenta un duplice contenuto, di accoglimento in rito dell'opposizione e di caducazione per nullità del decreto, ad esso non si applica la previsione della forma conclusiva dell'ordinanza, di cui all'art. 279, comma 1, come modificato dall'art. 46 l. n. 69/2009 (Cass. VI n. 15579/2019; Cass. VI, n. 14594/2012), dovendo dunque la relativa pronuncia rendersi con sentenza.

L'adesione dell'opposto all'eccezione dell'opponente di incompetenza territoriale del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo comporta, a norma dell'art. 38, l’esclusione di ogni potere del giudice adito di decidere sulla competenza e conseguentemente di pronunciare sulle spese processuali relative alla fase svoltasi davanti a lui, dovendo provvedervi il giudice al quale è rimessa la causa (Cass. II, n. 21300/2024).

La S.C. ha all'uopo chiarito che l'ordinanza con la quale il giudice dell'opposizione a decreto ingiuntivo, prendendo atto dell'adesione dell'opposto all'eccezione, dispone la cancellazione della causa dal ruolo, deve contenere la revoca dell'ingiunzione, essendo a tal fine necessario un provvedimento espresso, e non implicito, che impedisca al decreto di produrre gli effetti provvisori di cui esso è capace in pendenza dell'opposizione (Cass. III, n. 6106/2006).

I giudici di legittimità hanno altresì rimarcato che nell'ipotesi di omessa rilevazione “ex officio” della incompetenza territoriale ex artt. 28 e 29, o di mancata opposizione al decreto monitorio da parte di uno dei debitori ingiunti, va escluso che la competenza ex art. 637 si possa radicare presso il foro generale del debitore non opponente sulla base di una scelta “arbitraria” compiuta dal creditore e possa precludere agli altri condebitori la facoltà di far valere quella convenzionale esclusiva riferibile anche al debitore non opponente nei cui confronti l'efficacia esecutiva del decreto sia divenuta incontestabile (Cass. VI, n. 14540/2017).

In tema di procedimenti davanti al giudice di pace, la sentenza che, a definizione del giudizio di opposizione, accolga l'eccezione di incompetenza territoriale del giudice adito in sede monitoria e, conseguentemente, revochi il decreto ingiuntivo opposto, pur non integrando una decisione nel merito della vertenza, contenendo solo statuizioni in rito, non può essere impugnata con il regolamento di competenza, espressamente escluso dall'art. 46, ma è soggetta ad appello, secondo quanto previsto dall'art. 339 (Cass. VI, n. 21975/2020).

La competenza per il decreto ingiuntivo europeo

La competenza giurisdizionale a conoscere dell'ingiunzione di pagamento è determinata conformemente alle norme di diritto comunitario applicabili in materia, segnatamente il Regolamento CE n. 44/2001.

Ciò nondimeno il par. 2 dell'art. 6 del Regolamento CE n. 1896/2006 introduce una importante eccezione alla predetta regola sancendo che qualora la domanda si riferisca ad un contratto concluso dalla persona del consumatore, per una finalità che può essere considerata estranea alla sua professione, e convenuto sia proprio il consumatore, la competenza appartiene in via esclusiva ai giudici dello Stato membro in cui il convenuto è domiciliato, ai sensi dell'articolo 59 del Regolamento CE n. 44/2001.

Bibliografia

Asprella, Opposizione a decreto ingiuntivo tra teoria e pratica, in Giur. mer. 2011, 7-8, 2013 ss.; Balbi, Ingiunzione (procedimento di), in Enc. giur., XVII, Roma, 1997; Franco, Guida al procedimento di ingiunzione, Milano, 2009; Garbagnati, Il procedimento d’ingiunzione, Milano, 1991; Giordano, Note in tema di giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in Giust. civ. 2013, 9, 489 ss.; Ronco, Struttura e disciplina del rito monitorio, Torino, 2000; Scarselli, I compensi professionali forensi dopo il decreto sulle specializzazioni, in Corr. giur., Speciale, 2012, 2, 67 ss; Sciacchitano, Ingiunzione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XXI, Milano, 1971; Vaccari, Le modifiche alla disciplina del procedimento di ingiunzione derivanti dalla c.d. riforma parametri, Giur. mer. 2013, 4, 857 ss; Valitutti, Il procedimento di ingiunzione: le problematiche più controverse, in Giur. mer. 2010, 7-8, 2032 ss.; Valitutti - De Stefano, Il decreto ingiuntivo e la fase di opposizione, Padova, 2013.

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