Codice di Procedura Civile art. 638 - Forma della domanda e deposito.

Caterina Costabile

Forma della domanda e deposito.

[I]. La domanda d'ingiunzione si propone con ricorso contenente, oltre i requisiti indicati nell'articolo 125, l'indicazione delle prove che si producono [634-636]. Il ricorso deve contenere altresì l'indicazione del procuratore del ricorrente [82, 83] oppure, quando è ammessa la costituzione di persona [82 1-2, 86, 417 1], la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune dove ha sede il giudice adito o l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o l'elezione di un domicilio digitale speciale1 [637].

[II]. Se mancano le indicazioni di cui al primo comma le notificazioni al ricorrente possono essere fatte presso la cancelleria, salvo quanto previsto dall'articolo 149-bis.2 .

[III]. Il ricorso e' depositato insieme con i documenti che si allegano3.

[1] Comma modificato dall'art. 3, comma 8, lett. b) num. 1) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha  aggiunto dopo le parole «dove ha sede il giudice adito»  le seguenti: «o l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o l'elezione di un domicilio digitale speciale» ; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[2]  Comma sostituito dall'art. 3, comma 8, lett. b) num. 2) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, il testo precedente alla sostituzione era il seguente: «se manca l'indicazione del procuratore oppure la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio, le notificazioni al ricorrente possono essere fatte presso la cancelleria»;  ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[3]  Comma sostituito dall'art. 3, comma 8, lett. b) num. 2) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, il testo precedente alla sostituzione era il seguente: «Il ricorso è depositato in cancelleria insieme con i documenti che si allegano; questi non possono essere ritirati fino alla scadenza del termine stabilito nel decreto d'ingiunzione a norma dell'articolo 641»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

La disposizione in esame individua nel ricorso la forma processuale per la proposizione della domanda monitoria.

Il ricorso deve contenere i requisiti previsti in via generale per ogni atto giudiziario dall'art. 125, ossia l'indicazione del giudice adito, delle parti, della causa petendi e del petitum, la formulazione delle conclusioni, la sottoscrizione e l'eventuale procura alle liti (Valitutti - De Stefano, 165 ss.).

La giurisprudenza in tema di procedimento d'ingiunzione ha rimarcato che i requisiti di forma-contenuto ex art. 156, comma 2, da cui dipende la validità del ricorso, sono quelli necessari a dedurre il credito nell'ambito di una chiara «causa petendi», riconducibile alle condizioni di ammissibilità dettate dall'art. 633, sicché, ove il ricorrente intenda domandare il pagamento di un credito complessivo, derivante dalla somma di più rapporti omogenei intercorsi fra le stesse parti, non è necessario che il ricorso contenga una narrazione specifica relativa a ciascun rapporto e dia conto delle varie componenti dei distinti obblighi azionati, in quanto queste riguardano l'allegazione dei fatti secondari che, per la loro funzione di prova dei fatti principali, possono essere indicati pure successivamente, entro i termini di decadenza stabiliti per la trattazione probatoria (Cass. II, n. 7786/2013).

Indicazione del difensore o elezione di domicilio

L'art. 638 dispone che nel ricorso monitorio venga indicato il difensore del ricorrente o, nelle ipotesi in cui sia consentita la costituzione di persona, venga effettuata la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel Comune dove ha sede il giudice adito, in mancanza della quale le notificazioni al ricorrente vanno effettuate in cancelleria.

Il d.lgs. 31 ottobre 2024 n. 164 è intervenuto sulla norma prevedendo, accanto alla dichiarazione di residenza e all’elezione di domicilio, la possibilità per il ricorrente che sta in giudizio personalmente di indicare un indirizzo di posta elettronica certificata o eleggere un domicilio digitale speciale.

Coerentemente, nel secondo comma è stato previsto che in difetto di tali indicazioni le notificazioni al ricorrente possono essere fatte mediante deposito in cancelleria (secondo quanto previsto dalle disposizioni già vigenti), ma che debba prevalere la disciplina in materia di notificazioni tramite PEC prevista dall’articolo 149-bis.

La nuova formulazione della norma si applicherà anche ai procedimenti in corso introdotti dopo il 28 febbraio 2023.

La giurisprudenza ha, peraltro, chiarito che ove il ricorrente abbia indicato nel ricorso per decreto ingiuntivo il nominativo del proprio procuratore, la possibilità di effettuare la notificazione dell'atto di opposizione nella cancelleria del giudice adito deve ritenersi esclusa allorché l'autorità giudiziaria abbia sede nell'ambito della circoscrizione del tribunale cui il procuratore è assegnato. Tale conclusione è imposta dal principio stabilito in via generale dall'art. 82 r.d. n. 37/1934, che può ritenersi derogato dall'art. 638 posto che questa disposizione, a differenza di quelle precedentemente in vigore (art. 8 e 15 r.d. n. 1531/1936), impone la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune dove ha sede il giudice adito solo quando la parte sia costituita personalmente (Cass. I, n. 10852/1996).

Occorre all'uopo ricordare che la domiciliazione «ex lege», prevista dall'art. 82 r.d. n. 37/1934 per quelle ipotesi in cui il difensore, esercitando il proprio ufficio al di fuori della circoscrizione del tribunale al quale è assegnato, non abbia eletto domicilio nel luogo in cui ha sede l'Autorità Giudiziaria presso la quale ha sede il giudizio in corso, è ormai applicabile soltanto in quei casi in cui detto difensore non abbia effettuato la comunicazione del proprio indirizzo di pec al Ministero della Giustizia per il tramite del Consiglio dell'Ordine di appartenenza (in arg. v. Cass. I, n. 10102/2019; Cass. III, n. 15147/2017; Cass. S.U., n. 10143/2012).

La S.C. ha inoltre precisato che nell'ipotesi in cui l'avvocato eserciti lo ius postulandi nel proprio interesse ai sensi dell'art. 86, non può trovare applicazione l'art. 638 nella parte in cui prevede la dichiarazione di residenza o elezione di domicilio trattandosi comunque di intervento del legale in veste professionale, equiparabile all'ipotesi in cui il professionista agisca su mandato del cliente. Di conseguenza la mancanza della predetta dichiarazione di residenza od elezione di domicilio non autorizza la notificazione dell'opposizione al decreto ingiuntivo presso la cancelleria (Cass. I, n. 417/1981).

La procura alle liti

La giurisprudenza ha evidenziato che, poiché l'art. 638 prescrive, in ordine alla forma della domanda di ingiunzione, che il ricorso contenga i requisiti indicati nell'art. 125 (e, quindi, che esso sia sottoscritto: dalla parte, se essa sta in giudizio personalmente, oppure dal difensore), soltanto il totale difetto di sottoscrizione comporta l'inesistenza dell'atto, non quando quell'elemento formale, al quale l'ordinamento attribuisce la funzione di nesso tra il testo ed il suo apparente autore, sia desumibile da altri elementi indicati nell'atto stesso. Deve, pertanto, escludersi l'inesistenza del ricorso per decreto ingiuntivo allorché la sottoscrizione del difensore, pur mancando in calce a tale atto introduttivo del procedimento monitorio, figuri apposta per certificare l'autenticità della firma di rilascio della procura alle liti, redatta a margine dell'atto stesso, giacché, in tal caso, la firma del difensore ha lo scopo non solo di certificare l'autografia del mandato, ma anche di sottoscrivere la domanda di ingiunzione e di assumerne, conseguentemente, la paternità (Cass. I, n. 8042/2006).

Ad avviso della S.C. l'inesistenza della procura alle liti relativa al ricorso per decreto ingiuntivo comporta l'invalidità non solo della fase monitoria e dell'ingiunzione, ma anche della domanda agli effetti della cognizione piena con il rito ordinario in sede di giudizio di opposizione, allorché l'opposto non abbia prodotto in quest'ultimo una nuova valida procura nella comparsa di risposta, con la conseguenza che il giudice deve definire l'opposizione con una pronuncia di mero rito dichiarativa del difetto del presupposto processuale del ministero del difensore (Cass. VI, n. 32792/2021; Cass. III, n. 4780/2013).

Sulla validità della notificazione del ricorso monitorio, sottoscritto dal difensore munito di mandato di data certa anteriore, non incide la mancata menzione di tale mandato nel ricorso stesso, trattandosi di formalità non prescritta dall'art. 638 (Cass. VI, n. 23325/2017).

Bibliografia

Asprella, Opposizione a decreto ingiuntivo tra teoria e pratica, in Giur. mer. 2011, 7-8, 2013 ss.; Balbi, Ingiunzione (procedimento di), in Enc. giur., XVII, Roma, 1997; Franco, Guida al procedimento di ingiunzione, Milano, 2009; Garbagnati, Il procedimento d’ingiunzione, Milano, 1991; Giordano, Note in tema di giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in Giust. civ. 2013, 9, 489 ss.; Ronco, Struttura e disciplina del rito monitorio, Torino, 2000; Scarselli, I compensi professionali forensi dopo il decreto sulle specializzazioni, in Corr. giur., Speciale, 2012, 2, 67 ss; Sciacchitano, Ingiunzione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XXI, Milano, 1971; Vaccari, Le modifiche alla disciplina del procedimento di ingiunzione derivanti dalla c.d. riforma parametri, Giur. mer. 2013, 4, 857 ss; Valitutti, Il procedimento di ingiunzione: le problematiche più controverse, in Giur. mer. 2010, 7-8, 2032 ss.; Valitutti - De Stefano, Il decreto ingiuntivo e la fase di opposizione, Padova, 2013.

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