Codice di Procedura Civile art. 642 - Esecuzione provvisoria.

Caterina Costabile

Esecuzione provvisoria.

[I]. Se il credito è fondato su cambiale, assegno bancario, assegno circolare, certificato di liquidazione di borsa, o su atto ricevuto da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato, il giudice, su istanza del ricorrente, ingiunge al debitore di pagare o consegnare senza dilazione, autorizzando in mancanza l'esecuzione provvisoria del decreto [186-ter 2, 655] e fissando il termine ai soli effetti dell'opposizione [645, 649].

[II]. L'esecuzione provvisoria può essere concessa anche se vi è pericolo di grave pregiudizio nel ritardo, ovvero se il ricorrente produce documentazione sottoscritta dal debitore, comprovante il diritto fatto valere; (1) il giudice può imporre al ricorrente una cauzione [119; 86 att.].

[III]. In tali casi il giudice può anche autorizzare l'esecuzione senza l'osservanza del termine di cui all'articolo 482 [186-ter 2].

(1) Le parole da « ovvero » a « valere; » sono state inserite e la parola « ma » che figurava prima delle parole « il giudice » è stata soppressa dall'art. 2 1 lett. s) l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2 4 l. n. 263, cit., tali modifiche si applicano per i procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006.

Inquadramento

In via di principio il provvedimento monitorio, emesso sulla base della prova scritta, acquista l'efficacia esecutiva solo a seguito della mancata opposizione dell'ingiunto, come previsto dall'art. 647, o a seguito del rigetto dell'opposizione con sentenza passata in giudicato o provvisoriamente esecutiva, ai sensi dell'art. 653.

L'art. 642 prevede, tuttavia, che in alcuni casi il giudice adito in via monitoria debba o possa (secondo le ipotesi) pronunciare un provvedimento di condanna immediatamente esecutivo senza la preventiva instaurazione del contraddittorio. L'efficacia esecutiva così attribuita al decreto ingiuntivo potrà essere definitivamente rimossa solo con la pronuncia della sentenza che decide il futuro eventuale giudizio di opposizione, poiché medio tempore l'art. 649 ne consente solo la sospensione.

La Corte costituzionale ha finora fugato tutti i dubbi di legittimità, che sono stati sollevati con riferimento all'idoneità del decreto a fungere da titolo per l'iscrizione di ipoteca giudiziale (Corte cost. n. 37/1988) ed all'inammissibilità della revoca dell'immediata esecutività nel corso del giudizio di opposizione (Corte cost. n. 134/2001; Corte cost. n. 200/1996).

Provvisoria esecutività vincolata

Il primo comma dell'art. 642, a fronte di una documentazione ritenuta particolarmente probante (cambiale, assegno bancario, assegno circolare, certificato di liquidazione di borsa, o su atto ricevuto da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato), prevede che il decreto ingiuntivo deve essere necessariamente dichiarato provvisoriamente esecutivo dal giudice adito.

La dottrina ravvisa la ratio della norma nella peculiare natura delle prove sulle quali si fonda l'ingiunzione, la cui attendibilità è tale da far ritenere particolarmente certo il credito azionato dal ricorrente, e correlativamente meno probabile la fondatezza dell'eventuale opposizione del debitore ingiunto (Garbagnati, 112; Valitutti, 2036).

La giurisprudenza fornisce una interpretazione estensiva ed analogica della norma ritenendo l'elenco dei documenti non tassativo (Cass. III, n. 704/1977; Cass. III, n. 3130/1974).

Di contrario avviso è la dottrina maggioritaria che attribuisce carattere tassativo ai titoli ivi indicati (Balbi, 11; Garbagnati, 114; Ronco, 276; contra v. Franco, 241; Gabellini, 1040).

I documenti presi in considerazione dal legislatore sono la cambiale, l'assegno bancario, l'assegno circolare, il certificato di liquidazione di borsa, gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato.

Il codice civile e la legislazione speciale prevedono, poi, altre fattispecie di provvisoria esecutività obbligatoria, segnatamente con riferimento ai crediti delle amministrazioni condominiali documentati dallo stato di ripartizione approvato dall'assemblea (art. 63 disp. att. c.c.), ai crediti contributivi previdenziali ed assistenziali (art. 1, d.l. n. 688/1985, conv. con l. n. 11/1986) ed ai crediti vantati dal subfornitore (l. n. 192/1998).

Provvisoria esecutività facoltativa

Il secondo comma dell'art. 642 prevede, per il caso in cui il ricorrente alleghi e dimostri la ricorrenza di un «grave pregiudizio nel ritardo», la facoltà del giudice di autorizzare l'immediata esecutività del decreto ingiuntivo.

Il pregiudizio deve, ovviamente, essere efficacemente provato dal richiedente documentando adeguatamente lo stato di insolvenza del debitore (Franco, 247; Valitutti - De Stefano, 200).

La l. n. 51/2006, ha esteso tale facoltà anche al caso in cui, pur non ricorrendo il requisito del grave pregiudizio nel ritardo, il ricorrente produca «documentazione sottoscritta dal debitore comprovante il diritto fatto valere».

In applicazione della nuova disposizione, la giurisprudenza di merito ha ritenuto che la documentazione sottoscritta dal debitore, comprovante il diritto di credito fatto valere e che, senza limitare la discrezionalità del giudice, può consentire la provvisoria esecuzione dell'ingiunzione, deve avere una valenza probatoria che dia maggior certezza della esistenza del credito stesso e renda probabile l'assenza di contestazioni (Trib. Milano 12 dicembre 2006).

Nel concedere il provvedimento, il giudice può imporre al ricorrente una cauzione.

La giurisprudenza ha all'uopo rimarcato che la condizione della prestazione di una cauzione ad opera della parte intimante, svolge la funzione di garantire la restituzione di quanto la parte ingiunta abbia ingiustamente pagato, nel caso di revoca del decreto ingiuntivo. Questa garanzia, quando è imposta, deve permanere sino alla definizione dell'opposizione contro il decreto ingiuntivo, atteso che la compagnia assicurativa, che ha prestato la cauzione, se posta in liquidazione, anche solo dopo la prestata cauzione, non è in grado di adempiere la funzione della cauzione. Dalla liquidazione coatta amministrativa della società assicuratrice che ha prestato la causazione, pertanto, deriva l'illegittimità sopravvenuta nella cauzione nonché l'illegittimità della formula esecutiva apposta (Cass. III, n. 13069/2007).

Esonero dal rispetto del termine ex art. 482

In entrambe le ipotesi contemplate dall'art. 642, il giudice, pronunciando il decreto ingiuntivo esecutivo, può esonerare il ricorrente dall'osservanza del termine dilatorio (dieci giorni dalla data di notifica del precetto) previsto dall'art. 482 per l'inizio del processo esecutivo (Franco, 247).

Si tratta dello stesso potere normalmente attribuito dal medesimo art. 482 al presidente del tribunale competente per l'esecuzione, che in tal modo viene devoluto — per evidenti ragioni di economia processuale e di opportunità cronologica — in via concorrente (e non esclusiva: Ronco, 295) allo stesso giudice competente per la fase monitoria.

Fallimento dell’ingiunto

I giudici di legittimità hanno chiarito che la sopravvenuta dichiarazione di fallimento del debitore determina l'inopponibilità alla massa dei creditori concorsuali del decreto ingiuntivo in precedenza emesso se, all'epoca del fallimento, il termine per la proposizione dell'opposizione non sia ancora decorso, a nulla rilevando che il decreto stesso sia munito della clausola di provvisoria esecutività, occorrendo invece, per il prodursi di tale opponibilità, che il decreto ingiuntivo acquisti efficacia di giudicato sostanziale, conseguibile solo a seguito della dichiarazione di esecutorietà ai sensi dell'art. 647 (Cass. I, n. 9465/2021).

La S.C. ha altresì sottolineato che, nel caso in cui la dichiarazione di fallimento del debitore sopravvenga nelle more dell'opposizione da lui proposta contro il decreto ingiuntivo, il curatore non è tenuto a riassumere il giudizio, poiché il provvedimento monitorio, quand'anche provvisoriamente esecutivo, non è equiparabile ad una sentenza non ancora passata in giudicato, che viene emessa nel contraddittorio delle parti, ed è, come tale, totalmente privo di efficacia nei confronti del fallimento, al pari dell'ipoteca giudiziaria iscritta a ragione della sua provvisoria esecutività ( Cass. I, n. 21049/2022; Cass. VI, n. 23474/2020 ).  

Bibliografia

Asprella, Opposizione a decreto ingiuntivo tra teoria e pratica, in Giur. mer. 2011, 7-8, 2013 ss.; Balbi, Ingiunzione (procedimento di), in Enc. giur., XVII, Roma, 1997; Franco, Guida al procedimento di ingiunzione, Milano, 2009; Garbagnati, Il procedimento d’ingiunzione, Milano, 1991; Giordano, Note in tema di giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in Giust. civ. 2013, 9, 489 ss.; Ronco, Struttura e disciplina del rito monitorio, Torino, 2000; Scarselli, I compensi professionali forensi dopo il decreto sulle specializzazioni, in Corr. giur., Speciale, 2012, 2, 67 ss; Sciacchitano, Ingiunzione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XXI, Milano, 1971; Vaccari, Le modifiche alla disciplina del procedimento di ingiunzione derivanti dalla c.d. riforma parametri, Giur. mer. 2013, 4, 857 ss; Valitutti, Il procedimento di ingiunzione: le problematiche più controverse, in Giur. mer. 2010, 7-8, 2032 ss.; Valitutti - De Stefano, Il decreto ingiuntivo e la fase di opposizione, Padova, 2013.

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