Codice di Procedura Civile art. 643 - Notificazione del decreto.

Caterina Costabile

Notificazione del decreto.

[I]. L'originale del ricorso e del decreto rimane depositato in cancelleria [35 att.].

[II]. Il ricorso e il decreto sono notificati per copia autentica a norma degli articoli 137 e seguenti.

[III]. La notificazione determina la pendenza della lite [2943 1 c.c.].

Inquadramento

L'art. 643 prevede che il ricorso monitorio ed il decreto ingiuntivo sono notificati al debitore per copia autentica, mentre gli originali restano depositati in cancelleria.

Per le forme e le modalità di notificazione del decreto ingiuntivo devono essere osservati i principi stabiliti in via generale dagli artt. 137 ss.

L'ultimo comma della norma in esame ricollega alla notificazione del decreto ingiuntivo «la pendenza della lite», espressione che sembra voler indicare che alcuni effetti si verificano solo al momento della notificazione, senza però chiarire quali siano questi effetti e se prima di tale momento se ne possano verificare altri.

La notificazione del decreto ingiuntivo

Per le forme e le modalità di notificazione del decreto ingiuntivo devono essere osservati i principi stabiliti in via generale dagli artt. 137 ss. Il ricorso monitorio ed il decreto ingiuntivo vanno notificati al debitore per copia autentica, mentre gli originali restano depositati in cancelleria (art. 643, comma 1).

La notificazione di decreto ingiuntivo si configura come procedimento che necessariamente impone che sia raggiunto il rappresentante legale dell'incapace affinchè sia completo e quindi comincino a scorrere i termini per l'opposizione (Cass. II, n. 6197/2021).

In giurisprudenza è stato evidenziato che la nullità della notificazione del decreto ingiuntivo, per essere stata la stessa effettuata a soggetto interdetto legalmente «pro tempore» a seguito di condanna penale, è sanata dall'opposizione ritualmente proposta dal tutore, con conseguente obbligo del giudice dell'opposizione di pronunciarsi sul merito di quest'ultima (Cass. III, n. 26537/2014).

È stato altresì escluso che, ove la notifica del decreto ingiuntivo sia stata omessa per essere il destinatario deceduto, i relativi effetti si trasmettano ugualmente all'erede che, per ipotesi, fosse destinatario dello stesso decreto ingiuntivo in quanto coobbligato e di esso avesse ricevuto regolare notificazione, attesa l'idoneità di quest'ultima a produrre effetti autonomi limitatamente alla sfera giuridica di ciascun soggetto che ne sia destinatario (Cass. I, n. 3552/2014).

Ai fini della decorrenza del termine per l'opposizione a decreto ingiuntivo, a norma dell'art. 643, devono essere notificati il ricorso e il decreto monitorio, mentre non è necessaria la notificazione - nemmeno quando questa è eseguita con posta elettronica certificata ai sensi della l. n. 53 del 1994 - della procura alle liti rilasciata al difensore della parte creditrice (Cass. III, n. 27154/2021).

I giudici di legittimità hanno inoltre ritenuto che, in caso di discordanza tra l'originale del decreto ingiuntivo e la copia notificata all'ingiunto, nel senso che il primo rechi l'indicazione di un termine ridotto ai sensi dell'art. 641, comma 2, mentre la seconda contenga quella del termine ordinario, l'ingiunto ha diritto di proporre l'opposizione nel termine più ampio indicato nella copia notificatagli, corrispondente al tenore dell'ingiunzione da lui effettivamente ricevuta e dalla quale è dunque chiamato a difendersi, atteso che l'opposta conclusione contrasterebbe con il diritto di difesa dell'ingiunto, il quale sarebbe esposto alla dichiarazione di decadenza dall'opposizione senza poterla prevenire, non avendo conoscenza del termine ridotto e non essendo tenuto a conoscerlo visionando l'originale del decreto presso la cancelleria del giudice emittente, adempimento, questo, che non è previsto dalla legge ed aggraverebbe ingiustificatamente l'esercizio della difesa nel breve tempo a disposizione dell'intimato (Cass. I, n. 13671/2007).

La notifica del decreto ingiuntivo a soggetto diverso dal reale debitore

In linea di principio, qualora il decreto ingiuntivo venga notificato ad un soggetto diverso dalla parte intimata la notificazione non trasforma il terzo in parte, sicché tale soggetto non è legittimato alla proposizione dell'opposizione, non essendo nei suoi confronti il provvedimento suscettibile di acquistare autorità di giudicato (Cass. II, n. 7523/1992).

In dottrina è stato, tuttavia, osservato che tale principio vale unicamente per l'ipotesi in cui non sussista alcuna incertezza sull'identità del soggetto ingiunto e sulla sua non coincidenza soggettiva con la persona destinataria della notifica . Qualora, invece, vi sia omonimia o sussista dubbio sull'effettiva diversa identità del debitore rispetto al soggetto destinatario della notificazione, quest'ultimo è legittimato a proporre opposizione, anche tardiva, al fine di far accertare l'insussistenza della sua posizione di soggetto obbligato verso il creditore ingiungente, impedendo, così, che lo stesso possa fungere da titolo esecutivo nei suoi confronti (Ianni).

Invero, anche la giurisprudenza ha chiarito che quando un decreto ingiuntivo sia notificato a soggetto diverso dal debitore effettivo, ma che potrebbe essere considerato debitore a causa delle ambigue indicazioni contenute nel ricorso, questi è legittimato a proporre opposizione avverso l'ingiunzione giacché, non essendo più possibile la successiva esatta identificazione del soggetto destinatario della pretesa, il decreto ingiuntivo acquisterebbe autorità di cosa giudicata e qualità di titolo esecutivo ove non opposto dall'ingiunto, con conseguente incidenza pregiudizievole nella sfera giuridica dell'intimato (Cass. II, n. 11040/2015).

Qualora, all'esito dell'opposizione, sia riscontrata l'effettiva ambiguità di tali indicazioni, va dichiarato il difetto di titolarità, dal lato passivo, del rapporto obbligatorio in capo all'opponente, traendone le dovute conseguenze anche in relazione alle spese del giudizio (Cass. VI, n. 21213/2022).

Non sono mancate, tuttavia, anche a fronte del caso di omonimia o incertezza sull'identificazione del soggetto ingiunto, pronunce nelle quali si è ritenuto che la mancata proposizione dell'opposizione (anche tardiva) a decreto ingiuntivo non preclude la possibilità di proporre opposizione all'esecuzione ai sensi dell'art. 615 ove con essa si intenda contestare la qualità di parte del destinatario della notificazione del decreto ingiuntivo ovvero la coincidenza tra il soggetto nei cui confronti il creditore ha ottenuto l'ingiunzione di pagamento e quella nei cui confronti ha effettuato la notificazione, trattandosi di accertamento non esteso al fatto costitutivo del credito (Cass. II, n. 14444/2013; Cass. III, n. 17802/2011).

La pendenza della lite

La formulazione dell'ultimo comma della disposizione in esame ha creato ampio dibattito in dottrina.

Alcuni autori, difatti, che tutti gli effetti della domanda, processuali e sostanziali, si produrrebbero solamente al momento della notificazione del decreto ingiuntivo (Balbi, 13; Valitutti - De Stefano, 210); altri che detti effetti si verificherebbero fin dal momento del deposito del ricorso, ma in concreto sarebbero condizionati dall'effettiva notifica del decreto (Ronco, 238); altro orientamento ritiene, invece, che gli effetti si produrrebbero integralmente al momento del deposito del ricorso monitorio (Sciacchitano, 517).

In giurisprudenza si è ormai affermato il principio per il quale il comma 3 dell'art. 643 deve interpretarsi nel senso che la lite introdotta con la domanda di ingiunzione deve considerarsi pendente a seguito della notifica del ricorso e del decreto, ma gli effetti della pendenza retroagiscono al momento del deposito del ricorso (Cass. S.U., n. 20596/2007).

Di conseguenza, nel caso in cui la parte nei cui confronti è stata chiesta l'emissione di decreto ingiuntivo abbia proposto domanda di accertamento negativo del credito davanti a un diverso giudice prima che il ricorso e il decreto ingiuntivo le siano stati notificati, se, in virtù del rapporto di continenza tra le due cause, quella di accertamento negativo si presti ad essere riunita a quella di opposizione, la continenza deve operare in questo senso, retroagendo gli effetti della pendenza della controversia introdotta con la domanda di ingiunzione al momento del deposito del relativo ricorso, sempre che la domanda monitoria sia stata formulata davanti a un giudice che, alla data della presentazione, era competente a conoscerla (Cass. I, n. 18564/2015).

Le S.U. hanno inoltre rimarcato che per determinare la litispendenza ai fini della prevenzione tra cause in rapporto di continenza, una iniziata con ricorso monitorio e una iniziata con citazione, per quest'ultima si ha riguardo al perfezionamento del procedimento di notificazione tramite consegna dell'atto al destinatario, non operando la scissione soggettiva del momento perfezionativo per il notificante e il destinatario, che vale solo per le decadenze non addebitabili al notificante (Cass. S.U., n. 23675/2014).

I giudici di legittimità hanno, invero, rimarcato che non può invocarsi in tale ipotesi il principio di uguaglianza tra gli attori, in rapporto alla pendenza della lite monitoria già al momento del deposito del ricorso, atteso che la maggiore o minore incidenza dell'impulso di parte nell'individuazione del giudice naturale della controversia è solo l'effetto indiretto della differente disciplina processuale, discrezionalmente prevista dal legislatore.

La S.C. si è occupata della tematica della continenza di cause con riferimento alla ipotesi in cui una causa sia introdotta con rito ordinario e l'altra mediante deposito telematico di un ricorso per decreto ingiuntivo, ritenendo che la pendenza del procedimento monitorio va valutata, ai fini dell'individuazione del giudizio preveniente, con riferimento al momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del gestore di posta elettronica certificata, ex art. 16-bis, comma 7, d.l. n. 179/2012, conv. dalla l. n. 221/2012 e non da quella successiva in cui il ricorso è stato effettivamente iscritto a ruolo da parte del personale di cancelleria, essendo l'intento del legislatore quello di prevenire il rischio di ritardi o decadenze incolpevoli a carico della parte e riconducibili agli eventuali, sebbene non auspicabili, ritardi nella lavorazione degli atti oggetto di invio telematico da parte della cancelleria (Cass. VI, n. 1366/2018).

La notificazione del decreto ingiuntivo europeo

Ottenuta l'emissione da parte del Tribunale italiano dell'ordine di ingiunzione di pagamento europeo secondo il “form E” del Regolamento CE n. 1896/2006, il ricorrente è tenuto ad attivarsi al fine di notificare il titolo giudiziario al debitore. Più precisamente, il ricorrente è tenuto a chiedere ed ottenere dal Tribunale adito le copie conformi ad uso notifica del titolo giudiziario, chiedere all'ufficiale giudiziario di notificare una copia conforme del titolo al debitore (o ai debitori) e, infine, verificare l'esito della notifica stessa.

Tuttavia, occorre precisare che, di regola, colui che propone un ricorso per decreto ingiuntivo europeo non è un ricorrente domiciliato nello stato del Tribunale adito, bensì in uno Stato membro diverso.

Pertanto, le attività processuali relative alla notificazione del titolo sono difficilmente realizzabili dal ricorrente-creditore domiciliato all'estero, sia che lo stesso agisca personalmente sia che agisca per il tramite di un professionista legale stabilito nel proprio paese. Di conseguenza, in una simile circostanza, il ricorrente-creditore è giocoforza costretto a nominare un professionista legale o comunque un mandatario che sia domiciliato in Italia e che possa curare gli adempimenti necessari per la notificazione del decreto ingiuntivo europeo nonché per gli ulteriori impulsi processuali richiesti in caso di non opposizione del debitore (in particolare, la richiesta di esecutività del titolo).

L'ingiunzione di pagamento europea deve essere notificata al convenuto a norma delle disposizioni del diritto nazionale del paese nel quale la notifica va effettuata. Gli artt. 13 e 14 del regolamento prevedono norme minime da rispettare per una serie di notifiche con o senza prova di ricevimento da parte del convenuto.

Precisamente, per la notifica con prova di ricevimento (art. 13) sono previste le seguenti forme:

— notifica in mani proprie: il convenuto firma una dichiarazione di ricevimento datata;

— notifica in mani proprie: la persona preposta alla notifica firma un documento datato nel quale si specifica che il convenuto ha ricevuto l'atto o ha rifiutato di riceverlo senza alcuna giustificazione legale;

— il convenuto firma e rispedisce una dichiarazione di ricevimento datata quando riceve l'ingiunzione di pagamento europea a mezzo posta o con mezzi elettronici, come la telecopia o la posta elettronica.

Per la notifica senza prova di ricevimento (art. 14) sono invece previste:

— la notifica in mani proprie, presso l'indirizzo personale del convenuto, a persona con esso convivente o che lavori come dipendente presso questo indirizzo;

— la notifica in mani proprie nei locali commerciali del convenuto a una persona alle sue dipendenze, ove il convenuto sia un lavoratore autonomo o una persona giuridica;

— il deposito dell'ingiunzione nella cassetta delle lettere del convenuto;

— il deposito dell'ingiunzione presso un ufficio postale o un'autorità pubblica competente e relativa comunicazione scritta depositata nella cassetta delle lettere del convenuto, la quale specifichi la natura giudiziaria dell'atto;

— la notifica a mezzo posta o con mezzi elettronici attestata da conferma automatica della trasmissione, a condizione che il convenuto abbia preventivamente dato il proprio accordo.

Bibliografia

Asprella, Opposizione a decreto ingiuntivo tra teoria e pratica, in Giur. mer. 2011, 7-8, 2013 ss.; Balbi, Ingiunzione (procedimento di), in Enc. giur., XVII, Roma, 1997; Franco, Guida al procedimento di ingiunzione, Milano, 2009; Garbagnati, Il procedimento d’ingiunzione, Milano, 1991; Giordano, Note in tema di giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in Giust. civ. 2013, 9, 489 ss.; Ronco, Struttura e disciplina del rito monitorio, Torino, 2000; Scarselli, I compensi professionali forensi dopo il decreto sulle specializzazioni, in Corr. giur., Speciale, 2012, 2, 67 ss; Sciacchitano, Ingiunzione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XXI, Milano, 1971; Vaccari, Le modifiche alla disciplina del procedimento di ingiunzione derivanti dalla c.d. riforma parametri, Giur. mer. 2013, 4, 857 ss; Valitutti, Il procedimento di ingiunzione: le problematiche più controverse, in Giur. mer. 2010, 7-8, 2032 ss.; Valitutti - De Stefano, Il decreto ingiuntivo e la fase di opposizione, Padova, 2013.

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