Codice di Procedura Civile art. 648 - Esecuzione provvisoria in pendenza di opposizione.

Caterina Costabile

Esecuzione provvisoria in pendenza di opposizione.

[I]. Il giudice istruttore, se l'opposizione [645 1] non è fondata su prova scritta o di pronta soluzione, può concedere, provvedendo in prima udienza, con ordinanza non impugnabile [177 3 n. 2], l'esecuzione provvisoria del decreto [186-ter 2, 655], qualora non sia già stata concessa a norma dell'articolo 642. Il giudice deve concedere l'esecuzione provvisoria parziale del decreto ingiuntivo opposto limitatamente alle somme non contestate, salvo che l'opposizione sia proposta per vizi procedurali 1.

[II]. Deve in ogni caso concederla, se la parte che l'ha chiesta offre cauzione [119; 86 att.] per l'ammontare delle eventuali restituzioni, spese e danni 2.

[III]. Se ricorrono ragioni di urgenza specificamente indicate nell'istanza, la parte costituita puo' chiedere che la decisione sulla concessione della provvisoria esecuzione sia pronunciata prima dell'udienza di comparizione. Il giudice, sentite le parti, provvede con ordinanza non impugnabile3

 

[1] Comma modificato dall'articolo 78, comma 1, lettera b), del d.l. 21 giugno 2013, n. 69, conv., con modif., in l. 9 agosto 2013, n. 98, che ha sostituito le parole «con ordinanza non impugnabile» con le parole: «provvedendo in prima udienza, con ordinanza non impugnabile». La modifica si applica ai procedimenti instaurati, a norma dell'articolo 643, ultimo comma, del codice di procedura civile, successivamente all'entrata in vigore del presente decreto. Precedentemente il comma era stato modificato dall'art. 93d.lg. 9 ottobre 2002, n. 231. Successivamente, l'articolo 4, comma 1, lettera m) del d.l. 3 maggio 2016 n. 59, conv., con modif., in l. 30 giugno 2016, n. 119, ha sostituito la parola «concede» con le seguenti: «deve concedere».

[2] La Corte cost., con sentenza 4 maggio 1984, n. 137, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma nella parte in cui dispone che nel giudizio di opposizione il giudice istruttore, se la parte che ha chiesto l'esecuzione provvisoria del decreto d'ingiunzione offre cauzione per l'ammontare delle eventuali restituzioni, spese e danni, debba e non già possa concederla solo dopo aver deliberato gli elementi probatori di cui all'art. 6481, e la corrispondenza della offerta cauzione all'entità degli oggetti indicati nel comma 2 dello stesso art. 648.

[3] Comma aggiunto dall'art. 3, comma 8, lett. c) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.  

Inquadramento

L'art. 648 prevede che, una volta instaurato il contradditorio nei confronti del debitore destinatario dell'ingiunzione di pagamento mediante la notifica del decreto ed introdotto da parte del debitore stesso il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, su richiesta del creditore può essere concessa l'esecuzione provvisoria del decreto, non concessa in sede di emissione ex art. 642, laddove l'opposizione non sia fondata su prova scritta né di pronta soluzione.

ll'ordinanza che concede la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto (Corte cost. n. 306/2007; Corte cost. n. 428/2002).

La S.C. ritiene che a richiesta dell'opponente di ripetizione delle somme versate in forza della provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo opposto non è qualificabile come domanda nuova e deve ritenersi implicitamente contenuta nell'istanza di revoca del decreto stesso, così come formulata nell'atto di opposizione, costituendo essa solo un accessorio di tale istanza ed essendo il suo accoglimento necessaria conseguenza, ex art. 336, dell'eliminazione dalla realtà giuridica dell'atto solutorio posto in essere (Cass. VI, n. 2946/2017; Cass. III, n. 23260/2009).

Presupposti dell'esecuzione provvisoria

L’opposizione non è fondata su prova scritta quando le eccezioni formulate dal debitore opponente e concretanti fatti modificativi, estintivi ed impeditivi dell’avversa pretesa creditoria sono soltanto allegati e non documentati (Giordano, 493).

Nell’ipotesi di presentazione di prova scritta da parte dell’opponente, il giudice mantiene comunque un certo margine di discrezionalità in ordine alla valutazione della riferibilità diretta e immediata della prova scritta prodotta ad un fatto impeditivo, modificativo od estintivo del credito azionato o, comunque, nella valutazione della sua pienezza (Valitutti-De Stefano, 383).

Per pronta soluzione s’intende l’esistenza di mezzi di prova posti a sostegno dell’opposizione, tali però da non dare vita ad una vera e propria istruttoria (fatti notori, ammissioni del ricorrente, fatti pacifici tra le parti) (Garbagnati, 179; Valitutti, 2045).

La causa dovrà ritenersi matura per la decisione, e dunque di pronta soluzione, non soltanto quando la prova offerta dalle parti sia esclusivamente documentale o quando non comporti la necessità dell’assunzione di un mezzo di prova, ma anche allorquando la natura delle questioni prospettate dalle parti sia tale da consentire una decisione senza mezzi istruttori.

Poiché l’istanza ex art. 648 si formula prima ancora che le parti siano incorse nelle decadenze istruttorie, la valutazione di prontezza della soluzione va formulata allo stato degli atti tenendo conto delle istanze istruttorie formulate sino a quel momento (Valitutti-De Stefano, 386).

La costante giurisprudenza di merito ritiene che l'esecuzione provvisoria ex art. 648 possa essere concessa non solo in presenza di determinati connotati delle eccezioni dell'opponente (non fondate su prova scritta e di non pronta soluzione), ma all'ulteriore condizione che il decreto ingiuntivo poggi su documenti aventi efficacia di prova anche in un giudizio ordinario a cognizione piena (Trib. Bologna, II, 15 novembre 2023; Trib. Rimini 23 maggio 2018; Trib. Nola 24 febbraio 2015).

In definitiva, ai fini della concedibilità dell'esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo opposto è necessaria la sussistenza del ragionevole fumus del credito, nel senso che occorre indagare anche sull'esistenza di una prova adeguata dei fatti costitutivi del diritto vantato dall'oppostosecondo i canoni del giudizio ordinario di merito: tale adeguatezza si ha o quando la documentazione della fase sommaria ha valore di prova scritta anche nel giudizio di opposizione, o quando viene integrata da idonea ulteriore documentazione o, infine, quando non vi è stata contestazione dei fatti costitutivi da parte dell'opponente (Trib. Torino 22 gennaio 2016; Trib. Pescara, 16 a L'art. 9 d.lgs. n. 231/2002 ha introdotto la possibilità che il giudice conceda l'esecuzione provvisoria parziale del decreto ingiuntivo opposto limitatamente alle somme non contestate, salvo che l'opposizione sia proposta per vizi procedurali.

Con la riforma della norma operata dall'art. 73, comma 1, lett. b), d.l. n. 69/2013, era stato previsto che il giudice dovesse provvedere sull'istanza di concessione della provvisoria esecuzione nel corso della prima udienza.

Il d.lgs. 31 ottobre 2024 n. 164 è intervenuto sulla norma inserendo un nuovo terzo comma che introduce la possibilità per il creditore opposto di chiedere che il giudice provveda sulla istanza di provvisoria esecuzione prima della prima udienza di comparizione, se ricorrono ragioni di urgenza e previa instaurazione del contraddittorio sul punto.

Tale previsione si applicherà a tutti i procedimenti introdotti dopo il 28 febbraio 2023.

Il provvedimento con il quale il giudice decide sull'esecuzione provvisoria del decreto assume in ogi caso la forma dell'ordinanza non impugnabile, non ricorribile per cassazione ( Garbagnati , 188).

La Corte Costituzionale ha ritenuto non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 648, nella parte in cui prevede la non impugnabilità, e conseguentemente la non revocabilità e la non modificabilità de gosto 2013, n. 5482).

 

Le novità del d.lgs n. 164/2024

Il legislatore con il cd. Correttivo Cartabia ha deciso di intervenire sull'art. 648, relativo alla concessione della provvisoria esecuzione in caso di opposizione a decreto ingiuntivo, al fine di scongiurare interpretazioni della norma che avrebbero potuto comportare un significativo allungamento dei tempi necessari affinché il creditore possa agire esecutivamente per il recupero del credito.

In particolare, la norma dispone che di regola il giudice deve provvedere sull'istanza alla prima udienza: la previsione era stata introdotta dall'art. 73, comma 1, lett. b), d.l. n. 69/2013 con finalità acceleratorie, allo scopo di evitare che la decisione fosse procrastinata e differita alle fasi successive del procedimento. Tale previsione era, tuttavia, stata letta da parte della giurisprudenza come un impedimento a che il giudice possa provvedere in una fase anteriore alla prima udienza di trattazione sulla istanza di provvisoria esecuzione.

Udienza che a seguito della riforma introdotta dal d.lgs. n. 149 del 2022 è destinata a svolgersi non prima di sei mesi dall'emissione del decreto ingiuntivo.

  Proprio in ragione del sensibile allungamento dei tempi della prima udienza conseguente alla riforma del d.lgs. n. 149 del 2022, una parte della giurisprudenza di merito ha ritenuto possibile, ancorchè non previsto dal nuovo rito, la fissazione da parte del giudice dell'opposizione a decreto ingiuntivo, titolare del potere di direzione del procedimento, di un'apposita udienza in data anteriore a quella destinata alla prima comparizione personale delle parti per valutare l'istanza di concessione dell'esecuzione provvisoria, totale o parziale, del decreto monitorio e nella fissata udienza decidere su di essa (Trib. Reggio Calabria, II, 12 giugno 2024; Trib. Bologna, II, 10 maggio 2024; Trib. Bologna,  II, 21 settembre 2023).

Il legislatore della novella ha ritenuto opportuno prevedere espressamente, mediante l'inserimento nell'art. 648 di un nuovo terzo comma, che il creditore opposto può sempre chiedere che il giudice provveda prima della prima udienza di comparizione, se ricorrono ragioni di urgenza che, al fine di prevenire abusi che intralcerebbero l'ordinata e regolare gestione del ruolo, dovranno essere specificamente indicate nell'istanza. Il giudice solleciterà quindi il contraddittorio delle parti sul punto, e provvederà – anche in questo caso – con ordinanza non impugnabile.

Il provvedimento di accoglimento

Il provvedimento con il quale il giudice decide sull'esecuzione provvisoria del decreto assume la forma dell'ordinanza non impugnabile (Garbagnati, 188) e non ricorribile per cassazione exart. 111 Cost. (Cass. III, n. 14051/2004).

L'ordinanza con la quale il giudice dell'opposizione a decreto ingiuntivo concede la provvisoria esecuzione, ai sensi dell'art. 648,non ha carattere definitivo e decisorio, potendo essere modificata e revocata con sentenza dal giudice che l'ha emessa. Per tali ragioni le Sezioni Unite hanno ritenuto che l'emissione di tale ordinanza non preclude l'istanza di regolamento preventivo di giurisdizione, inidonea a contenere una statuizione sulla giurisdizione sulla quale possa formarsi il giudicato (Cass. S.U ., n. 10132/2012; Cass. S.U. , n. 10941/2007).

Si è, inoltre, ritenuto che l'ordinanza ex art. 648, non contenendo la decisione di una questione idonea a definire il giudizio, non ha natura di sentenza e non contenendo una implicita decisione di questione di competenza non è suscettibile di essere impugnata con ricorso per regolamento di competenza che, se, proposto, deve essere dichiarato inammissibile (Cass. VI, n. 20357/2020; Cass. III, n. 11431/2007).

L'ordinanza emessa ai sensi dell'art. 648, comma 1, non è impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. anche quando il giudice abbia provveduto sulla richiesta di provvisoria esecuzione senza pronunciarsi su eventuali questioni pregiudiziali attinenti alla competenza e alla proponibilità della domanda, potendo il giudice differirne la decisione col merito o dovendo, in alternativa, invitare, anche in prima udienza di comparizione, le parti a precisare le conclusioni(Cass. lav., n. 711/2020).

L'ordinanza ex art. 648 non è impugnabile neppure laddove il giudice, ai fini di tale decisione, abbia conosciuto di questioni di merito rilevanti per accertare la sussistenza del "fumus" del diritto in contestazione, trattandosi di provvedimento inidoneo ad interferire sulla definizione della causa, il quale produce effetti meramente interinali, destinati ad esaurirsi con la sentenza che pronunzia sull'opposizione (Cass. VI, n. 24683/2022).

La ragione per cui non è impugnabile il provvedimento ex art. 648, si rinviene nel difetto del carattere di definitività del provvedimento, che ha natura anticipatoria della decisione sul merito e che, dunque, sotto tutti i profili è ridiscutibile con quella decisione. Ciò, anche per le questioni di merito e di rito sommariamente delibate agli effetti della decisione sulla concessione dell'esecutività.

La giurisprudenza di merito ritiene altresì che avverso l'ordinanza che dispone la provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo ai sensi dell'art. 648 non sia esperibile il rimedio di cui all'art. 669-terdecies (Trib. Parma 23 giugno 2006; Trib. Lamezia Terme 29 marzo 1996; Trib. Roma 8 maggio 1995).

Detta esclusione è dovuta al fatto che l'ordinanza di concessione della provvisoria esecuzione non può essere ritenuta provvedimento cautelare ex art. 669-quaterdecies, non tanto per la collocazione sistematica della norma quanto per l'assenza degli elementi tipici delle misure cautelari: manca, difatti, la strumentalità rispetto alla decisione che definisce nel merito il procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, posto che la ratio dell'art. 648 è consentire l'assunzione di provvedimenti che accelerino la soddisfazione del credito vantato dall'opposto in assenza di prova scritta o pronta soluzione in ordine alla opposizione.

Il provvedimento di rigetto

L'ordinanza con la quale, in pendenza di opposizione a decreto ingiuntivo, venga negata l'esecuzione provvisoria del decreto stesso, ha natura interinale ed è produttiva di effetti destinati ad esaurirsi con la sentenza che pronunzia sull'opposizione, senza interferire sulla definizione della causa, per cui non è impugnabile con l'appello neppure se, ai fini della sua pronuncia, il giudice abbia conosciuto di questioni di merito rilevanti per accertare la sussistenza del «fumus» del diritto in contestazione (Cass. VI, n. 13596/2014).

L'ordinanza di rigetto non è nemmeno ricorribile in cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. VI, n. 24683/2022; Cass. II, n. 880/1987).

Parte della dottrina ritiene che nel caso in cui venga rigettata, con ordinanza, la richiesta di concessione della provvisoria esecuzione del decreto, possa essere revocabile e quindi riproponibile (Asprella, 2028; Garbagnati, 189).

Anche una parte della giurisprudenza concorda sul punto evidenziando che l'art. 648 considera «non impugnabili» le sole ordinanze con cui viene concessa la provvisoria esecuzione del decreto opposto, mentre nulla viene stabilito in ordine alle ordinanze di rigetto, con la conseguenza che il giudice ai sensi dell'art. 177 può revocare la precedente ordinanza di rigetto, e concedere ex art. 648 la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto (Trib. Roma  XI, 11 novembre 2018; Trib. Latina 16 febbraio 2006; Trib. Como 22 gennaio 1999; Trib. Lecco 24 luglio 1986).

Altra parte della dottrina assume, invece, l'irrevocabilità dell'ordinanza di rigetto dell'istanza ex art. 648 facendo leva sulla natura unitaria delle ordinanze con cui si concede o meno la provvisoria esecuzione e di quelle con cui la si sospende ex art. 649: poiché detta ultima norma prevede espressamente la non impugnabilità dell'ordinanza di rigetto dell'istanza di sospensione, la stessa sorte dovrebbe riservarsi all'ordinanza di rigetto ex art. 648 (Valitutti - De Stefano, 414).

Detta ricostruzione risulta accolta da una parte minoritaria della giurisprudenza che ritiene che l'ordinanza che rigetta l'istanza di provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto non può essere revocata in corso di causa, non essendo impugnabile ex art. 177 (Trib. Torino 7 novembre 2006).

Esecuzione provvisoria parziale

Prima della modifica introdotta dal d.lgs. n. 231/2002, la tesi dominante nella giurisprudenza di legittimità era per la non concedibilità della provvisoria esecuzione limitatamente ad una parte della somma originariamente ingiunta con il monitorio, sostenendosi che si sarebbe trattato di riconoscere all'istruttore un potere, non attribuitogli alla legge, di sostituire o modificare il decreto opposto (Cass. III, n. 2549/1976).

La novella ha introdotto la possibilità per il creditore di ottenere la concessione della provvisoria esecuzione parziale — che è atto dovuto per il giudice — del decreto ingiuntivo opposto «limitatamente alle somme non contestate, salvo che l'opposizione sia proposta per vizi procedurali».

L'art. 4, comma 1, lett. m) d.l. 3 maggio 2016 n. 59, convertito con modifiche dalla l. 30 giugno 2016 n. 119, ha di seguito sostituito la parola «concede» con «deve concedere», onde rimarcare l'obbligatorietà del provvedimento di provvisoria esecuzione parziale in caso di somme non contestate dal debitore ingiunto (sempre con esclusione dell'ipotesi di opposizione basata su vizi procedurali).

Detto intervento normativo si limita a recepire l'interpretazione sostanzialmente pacifica della previsione introdotta dal d.lgs. n. 231/2002, posto che la dottrina riteneva già che si trattasse di un atto “dovuto” del giudice e che nello stesso senso era orientata la giurisprudenza (Valitutti, 2047).

Ad avviso dell'opinione giurisprudenziale dominante, la modifica introdotta dal d.lgs. n. 231/2002 ha confermato l'inammissibilità della concessione dell'esecuzione provvisoria parziale del decreto ingiuntivo, avendola introdotta limitatamente all'ipotesi specifica in cui sia contestata solo una parte dell'importo ingiunto (Trib. Crotone 28 maggio 2019; Trib. Torino 4 febbraio 2011; Trib. Torino 5 dicembre 2006; Trib. Verona 8 ottobre 2004).

In giurisprudenza sono, tuttavia, controverse la conseguenza che derivano dalla concessione parziale della provvisoria esecuzione, al di fuori dell'ipotesi normativamente prevista, atteso che, un primo indirizzo, attribuisce a tale ordinanza natura di sentenza, impugnabile con gli ordinari mezzi di impugnazione (Cass. III, n. 6901/2001), una seconda tesi, invece, è nel senso di ritenere che tale ordinanza non sia impugnabile con l'appello, non trattandosi di provvedimento abnorme, che esuli del tutto dalla fattispecie normativa (Cass. II, n. 3012/2006).

La cauzione

Se la parte richiedente offre idonea cauzione per l'ammontare delle restituzioni, spese e danni, l'art. 648, ult. comma, impone un obbligo del giudice di concedere la provvisoria esecuzione del decreto.

Sul punto è intervenuta la Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 648, comma 2, nella parte in cui prevede l'obbligo e non la facoltà per il giudice di concedere la provvisoria esecuzione del decreto a fronte del versamento di cauzione (Corte cost. n. 137/1984).

In seguito all'intervento della Corte costituzionale, ad oggi, anche a fronte di cauzione, non vi è più l'obbligo per il giudice di concedere la provvisoria esecuzione del decreto che il giudice potrà concedere dopo averne valutato l'opportunità (Franco, 1568).

La cauzione offerta dalla parte che ha chiesto la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto può anche essere prestata, se il giudice lo dispone, mediante garanzia fideiussoria di un terzo (Cass. III, n. 12861/1992) o da compagnia assicuratrice (Cass. III, n. 13069/2007).

La giurisprudenza di merito ha osservato che l'art. 648 non prevede alcuna facoltà, in capo al giudice del giudizio di opposizione di imporre una cauzione qualora questa non venga spontaneamente offerta. Né il potere di imporre cauzione può essere desunto dai principi generali dell'ordinamento ed, in particolare, dagli artt. 119 e 642. Deve essere, pertanto, disattesa l'istanza con la quale l'ingiunto opponente chiede che al creditore opposto venga imposta cauzione in assenza di prestazione spontanea (Trib. Rovereto 6 ottobre 2009).

Anche la dottrina risulta orientata in tal senso, posto che la possibilità di imporre cauzione è sempre stata ritenuta eccezionale e riferita ai casi tassativamente previsti dal legislatore (Valitutti - De Stefano, 401).

Rapporti con l'ordinanza ingiunzione ex art. 186 ter

L'opinione maggioritaria nella giurisprudenza di merito reputa che qualora, nel corso di un procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, non risulti ammissibile la concessione dell'esecuzione provvisoria del decreto opposto di cui all'art. 648, il convenuto-opposto, sussistendo contestazione della parte opponente, potrà chiedere l'emanazione di un'ordinanza ingiuntiva in corso di causa ex art. 186-ter  per un importo inferiore rispetto a quello oggetto di ingiunzione “ante causam, dal momento che il rischio di duplicazione dei titoli esecutivi per il medesimo credito dipenderebbe da inerzia e negligenza del debitore e sarebbe comunque ovviabile in sede di esecuzione (Trib. Napoli 6 dicembre 2013; Trib. Torino 4 febbraio 2011; Trib. Ivrea 5 novembre 2004).

Anche la dottrina prevalente risulta orientata in tal senso (Valitutti - De Stefano, 436; contra Gabellini, 1043), evidenziando che la concedibilità di una separata ed autonoma ordinanza ex artt. 186-bis e 186-ter  sarebbe da ricondurre all'ipotesi in cui il creditore abbia prodotto ulteriore materiale probatorio in corso di causa oppure si sia verificata una ammissione (o non contestazione) da parte del debitore circa la debenza della somma ingiunta o di una parte di essa.

Bibliografia

Asprella, Opposizione a decreto ingiuntivo tra teoria e pratica, in Giur. mer. 2011, 7-8, 2013 ss.; Balbi, Ingiunzione (procedimento di), in Enc. giur., XVII, Roma, 1997; Franco, Guida al procedimento di ingiunzione, Milano, 2009; Garbagnati, Il procedimento d’ingiunzione, Milano, 1991; Giordano, Note in tema di giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in Giust. civ. 2013, 9, 489 ss.; Ronco, Struttura e disciplina del rito monitorio, Torino, 2000; Scarselli, I compensi professionali forensi dopo il decreto sulle specializzazioni, in Corr. giur., Speciale, 2012, 2, 67 ss; Sciacchitano, Ingiunzione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XXI, Milano, 1971; Vaccari, Le modifiche alla disciplina del procedimento di ingiunzione derivanti dalla c.d. riforma parametri, Giur. mer. 2013, 4, 857 ss; Valitutti, Il procedimento di ingiunzione: le problematiche più controverse, in Giur. mer. 2010, 7-8, 2032 ss.; Valitutti - De Stefano, Il decreto ingiuntivo e la fase di opposizione, Padova, 2013.

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