Codice di Procedura Civile art. 669 quinquies - Competenza in caso di clausola compromissoria, di compromesso o di pendenza del giudizio arbitrale 1 .Competenza in caso di clausola compromissoria, di compromesso o di pendenza del giudizio arbitrale1. [I]. Se la controversia è oggetto di clausola compromissoria [808 1] o è compromessa in arbitri [806, 807 1, 808-bis] anche non rituali [808-ter] (2) o se è pendente il giudizio arbitrale [813, 816 ss.], la domanda si propone al giudice che sarebbe stato competente a conoscere del merito [818] , salvo quanto disposto dall'articolo 818, primo comma2.
[1] La sezione (comprendente gli articoli da 669-bis a 669-quaterdecies ) è stata inserita dall'art. 74, comma 2, l. 26 novembre 1990, n. 353, entrata in vigore il 1° gennaio 1993. L' art. 92 stabilisce inoltre: « Ai giudizi pendenti a tale data si applicano, fino al 30 aprile 1995, le disposizioni anteriormente vigenti ». L'art. 90, comma 1, l. n. 353, cit., come sostituito dall'art. 9 d.l. 18 ottobre 1995, n. 432, conv., con modif., nella l. 20 dicembre 1995, n. 534, estende ulteriormente l'applicabilità delle disposizioni ai giudizi pendenti alla data del 30 aprile 1995. [2] Comma così modificato dall'art. 23 lett. e-bis) n. 1 d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv. con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80 e successivamente dall'art. 3, comma 47, lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che aggiunto, in fine, le seguenti parole: «, salvo quanto disposto dall'articolo 818, primo comma» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". InquadramentoL'art. 669-quinquies, relativo all'individuazione della competenza cautelare in ipotesi di controversia devoluta alla cognizione arbitrale, afferma la competenza sulla cautela del giudice che sarebbe stato competente a conoscere della causa di merito oggetto di clausola compromissoria o compromessa in arbitri. Competenza cautelare e arbitratoNella sua originaria formulazione, l'art. 669-quinquies si limitava a colmare il vuoto di potestà cautelare tradizionalmente affliggente gli arbitri (in forza del previgente art. 818), attribuendo la cognizione della domanda di cautela proposta prima o nel corso del giudizio arbitrale al giudice che sarebbe stato altrimenti competente per il merito. Con una modesta aggiunta all'art. 669-quinquies, la l. n. 80/2005 ha poi chiarito l'interrogativo dell'ammissibilità della domanda giudiziale di tutela cautelare allorché la controversia sia devoluta alla cognizione di arbitri irrituali. Sia l'arbitrato irrituale che l'arbitrato rituale, del resto, risultano riconducibili all'autonomia privata ed alla legittimazione delle parti a derogare alla giurisdizione per ottenere una decisione di fonte consensuale della lite, da collocarsi in posizione del tutto autonoma ed alternativa rispetto al giudizio civile. Piuttosto, mentre nell'arbitrato rituale le parti intendono ottenere un lodo suscettibile di essere reso esecutivo e di produrre gli effetti di cui all'art. 825, con l'osservanza del regime procedimentale di cui agli artt. 816 e ss. c.p.c., in quello irrituale esse si propongono di rimettere all'arbitro la soluzione di controversie insorte o insorgendo soltanto mediante una composizione amichevole o un negozio di accertamento, impegnandosi le parti stesse ad accettare la decisione come espressione della loro volontà. In tale senso, non poteva certamente più ammettersi che il compromesso per arbitrato irrituale, determinando una rinuncia dei contraenti alla tutela giudiziaria dei diritti relativi al rapporto litigioso, comporti il difetto del potere del giudice di statuire sulla domanda giurisdizionale, tanto in via ordinaria, quanto in via cautelare. Di tal che, l'ammodernamento in chiave interpretativa dell'art. 669-quinquies appare meritevolmente diretto ad impedire che la scelta dell'arbitrato irrituale dissimuli un'intollerabile rinuncia al diritto, preservandone perciò la tutelabilità mediante gli strumenti cautelari. Il legislatore del 2005, tuttavia, ha sottovalutato le complicazioni dell'adattamento del procedimento cautelare uniforme alla struttura ed ai contenuti dell'arbitrato irrituale. L'interesse delle parti ad ottenere la tutela cautelare può essere soddisfatto sempre nei limiti imposti dal negozio compromissorio e dalle caratteristiche volontarie del modus operandi degli arbitri liberi. Nella giurisprudenza di merito, si è sostenuto che, allorché le parti abbiano deferito le controversie contrattuali ad arbitrato estero, tale deferimento si estende anche alla materia cautelare e pertanto va dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice italiano (Trib. Frosinone 19 settembre 2017, in Riv. arb. 2017, 4, 759). Per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto, l'articolo in commento reca un'espressa salvezza di “quanto disposto dall'articolo 818, primo comma”, a norma del quale, parimenti novellato, le parti possono ora, anche mediante rinvio a regolamenti arbitrali, attribuire agli arbitri il potere di concedere misure cautelari con la convenzione di arbitrato o con atto scritto anteriore all'instaurazione del giudizio arbitrale. La competenza cautelare attribuita agli arbitri è esclusiva. La Riforma ha così riconosciuto agli arbitri rituali, in presenza di espressa volontà delle parti, il potere di emanare provvedimenti cautelari, coerentemente alle esigenze di effettività della tutela giurisdizionale e alla necessaria complementarità che a tal fine riveste la tutela cautelare. 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