Codice di Procedura Civile art. 707 - [Comparizione personale delle parti] 1

Rosaria Giordano

[Comparizione personale delle parti]1

[[I]. I coniugi debbono comparire personalmente davanti al presidente con l'assistenza del difensore.]

[[[II]. Se il ricorrente non si presenta o rinuncia, la domanda non ha effetto.]

[[III]. Se non si presenta il coniuge convenuto, il presidente può fissare un nuovo giorno per la comparizione, ordinando che la notificazione del ricorso e del decreto gli sia rinnovata.]

 

[1]  Articolo così sostituito, in sede di conversione, dall'art. 23 lett. e-ter) d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2 3-quinquies d.l. n. 35, cit., le modifiche si applicano ai procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006. Il testo precedentemente in vigore, recitava: «Comparizione personale delle parti. - [I]. I coniugi debbono comparire personalmente davanti al presidente [senza assistenza di difensore]. - [II]. Se il ricorrente non si presenta, la domanda non ha effetto. - [III]. Se non si presenta il coniuge convenuto, il presidente può fissare un nuovo giorno per la comparizione, ordinando che la notificazione del ricorso e del decreto gli sia rinnovata». La Corte cost., con sentenza 30 giugno 1971, n. 151, aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale del primo comma, unitamente all'art. 708, nella parte in cui ai coniugi, comparsi personalmente davanti al presidente del tribunale, e in caso di mancata conciliazione, era inibito di essere assistiti dai rispettivi difensori. Successivamente abrogato dall'art. 3, comma 49,  lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

Si riporta, considerata la pendenza di procedimenti regolati dal regime anteriore al d.lgs. n. 149 del 2022, il testo delle disposizioni, corredato del relativo commento, anteriore all'abrogazione dell'articolo in commento.

La disposizione in esame è stata anch'essa oggetto di novellazione da parte della l. n. 80/2005.

Significativa è l'imposizione dell'assistenza del difensore sin dalla prima fase presidenziale, nella quale pure le parti sono onerate della comparizione personale in vista del tentativo di conciliazione.

Per alcuni si tratterebbe di un vero e proprio obbligo di difesa tecnica ex art. 82 (Cipriani, 2005, 142), per altri di un'assistenza ad adiuvandum che non necessita del conferimento della procura attesa la natura non contenziosa della prima fase (Balena (-Bove), 402).

Se il ricorrente non compare all'udienza o rinuncia al ricorso la domanda sarà inefficace. È discusso se in presenza di gravi e comprovate ragioni possa essere disposto un rinvio a fronte della mancata comparizione (in questo senso Luiso - Sassani, 243).

Nell'ipotesi di mancata comparizione del convenuto, pur non dipendente da vizi della vocatio in jus (contra: Balena (-Bove), 402), che renderebbero doverosa la rinnovazione della notifica ex art. 291,il presidente può disporre un rinvio dell'udienza ordinando la rinnovazione della notifica nei confronti del convenuto non comparso.

Onere di comparizione personale

La norma in commento prevede che i coniugi debbano comparire personalmente all'udienza presidenziale: tale onere, ritenuto essenziale, è finalizzato a consentire l'espletamento del tentativo di conciliazione da parte del Presidente (cfr.Barchi, 26).

Né è consentito alle parti conferire, ai fini della comparizione, i necessari poteri di rappresentanza sostanziale ad altri soggetti, atteso che, come autorevolmente evidenziato, “il tentativo di conciliazione incide su situazioni sì gelosamente personali da indurre ad escluderne la rappresentanza volontaria” (Andrioli IV, 314).

Tuttavia, le ammissioni di una parte all'udienza presidenziale e, più in generale, nel corso del giudizio di separazione personale dei coniugi, vertendosi in materia di diritti indisponibili,  non possono assumere valore di confessione in senso stretto, a norma dell'art. 2730 c.c., ma possono essere utilizzate - unitamente ad altri elementi probatori - quali presunzioni ed indizi liberamente valutabili, sempre che esprimano non opinioni o giudizi o stati d'animo personali, ma fatti obiettivi, suscettibili, in quanto tali, di essere valutati giuridicamente come indice della violazione di specifici doveri coniugali (v., tra le molte, Cass. I, n. 7998/2014).  Ne deriva che l'omessa valutazione di dette dichiarazioni non integra il vizio di cui all'art. 112 c.p.c. in quanto si tratta soltanto elementi di fatto concorrenti alla complessiva valutazione finale da parte del giudice di merito (Cass. I, n. 4860/2017).

E' stato per altro verso da lungo tempo chiarito in giurisprudenza che nella fase presidenziale del giudizio di separazione, l'udienza di prima comparizione dei coniugi che sia stata tenuta innanzi al Presidente capo del tribunale anziché innanzi al Presidente da lui delegato è pienamente valida, anche se della sostituzione non è stata data comunicazione alle parti, in quanto la stessa non incide ne' sulla costituzione del giudice, ne' comporta violazione del principio del contraddittorio (Cass., n. 4889/1981). 

Difesa tecnica

La norma in commento, anche sotto tale profilo modificata dalla l. n. 80/2005, prevede che i coniugi debbano essere assistiti da un difensore. Si tratta di un'evoluzione normativa, rispetto all'assetto originario nel quale la comparizione dinanzi al Presidente doveva avvenire senza l'assistenza di un difensore, correlata ad una risalente decisione della Corte Costituzionale che aveva dichiarato costituzionalmente illegittimo l'allora vigente comma 1 dell'art. 707 e dell'art. 708 nella parte in cui precludevano alla parte la facoltà di farsi assistere da un difensore nel corso dell'udienza presidenziale (Corte cost. n. 151/1971, in Riv. dir. proc., 1972, 498, con nota di Cipriani).

Si è osservato che la disposizione deve intendersi nel senso dell'onere, sin da questa prima fase, per entrambe le parti della difesa tecnica, in omaggio al disposto dell'art. 82 (Cipriani, 2005, 142; Salvaneschi, 2006, 142).

Per altri, invece, considerato che la prima fase è stata configurata come non contenziosa proprio dalla riforma di cui alla l. n. 80/ 2005 ed atteso che nella stessa non maturano preclusioni (v. art. 706), il convenuto potrebbe essere assistito solo ad adiuvandum da un legale, neppure munito di procura (cfr. Balena (-Bove), 402; Doronzo, in Cipriani - Monteleone, 2007, 571).

Mancata comparizione o rinuncia del ricorrente

È previsto espressamente, inoltre, che se all'udienza presidenziale il coniuge ricorrente non compare o rinuncia al ricorso, la domanda sarà senza effetto.

In primo luogo, è sorto l'interrogativo, pur nel silenzio del legislatore, e tenendo conto che l'attuale art. 4, comma 7, l. n. 898/1970, non prevede più una possibilità di disporre un rinvio in presenza di gravi e comprovati motivi della mancata comparizione, se nondimeno di eventuali circostanze in tal senso addotte dal difensore il Presidente possa tenere conto (in tal senso Luiso - Sassani, 243).

Inoltre non è prevista la forma della declaratoria di inefficacia della domanda ossia se debba disporsi a tal fine un mutamento del rito (in tal senso cfr. Trib. Siena, 25 febbraio 2012, la quale ha ritenuto irrilevante, nell’assenza della parte ricorrente, la presenza del difensore della stessa) ovvero  se, come sembra preferibile anche in ragione della natura di questa prima fase, il Presidente possa limitarsi ad emettere il provvedimento con ordinanza, analoga a quella ex art. 306 (anche nell'ipotesi di mancata comparizione del ricorrente che concreta, invero, un comportamento processuale concludente espressamente equiparato alla rinuncia).

Quest'ultima tesi sembra trovare riscontro in quella giurisprudenza di merito per la quale la circostanza che l'art 707 comma 2 preveda una disciplina propria degli effetti processuali della rinuncia operata nella fase presidenziale non vale a stravolgere i principi generali in materia processuale ma è dettata dalla peculiarità della natura non contenziosa della udienza presidenziale e dalla connessa esigenza di consentire una definizione rapida del giudizio quando non vi è interesse alla prosecuzione dello stesso, dovendosi ritenere che la crisi coniugale sia rientrata (Trib. Nola I, 8 giugno 2012).

Mancata comparizione del convenuto

Il comma 3 della disposizione in esame, per il quale il Presidente può fissare una nuova udienza di comparizione ove non sia comparso il convenuto, disponendo la rinnovazione della notifica del ricorso e del decreto, deve intendersi nel senso che tale facoltà prescinda dalla sussistenza di un vizio del procedimento notificatorio, ipotesi nella quale ciò sarebbe stato comunque necessario in omaggio all'art. 291.

In senso contrario opina, tuttavia, una parte della dottrina la quale ritiene che detto rinvio debba comunque essere giustificato da un vizio nella vocatio in jus ovvero da un legittimo impedimento (Balena (-Bove), 403).

Bibliografia

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