Codice di Procedura Civile art. 709 bis - [Udienza di comparizione e trattazione davanti al giudice istruttore] 1

Rosaria Giordano

[Udienza di comparizione e trattazione davanti al giudice istruttore]1

[[I]. All'udienza davanti al giudice istruttore si applicano le disposizioni di cui agli articoli 180 e 183, commi primo, secondo e dal quarto al decimo. Si applica altresì l'articolo 184. Nel caso in cui il processo debba continuare per la richiesta di addebito, per l'affidamento dei figli o per le questioni economiche, il tribunale emette sentenza non definitiva relativa alla separazione. Avverso tale sentenza è ammesso soltanto appello immediato che è deciso in camera di consiglio [340, 361]

 

[1] Articolo introdotto, in sede di conversione, dall'art. 23 lett. e-ter) d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, come modificata dall'art. 14l. 28 dicembre 2005, n. 263, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2 3-quinquies d.l. n. 35, cit., le modifiche si applicano ai procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006. Successivamente abrogato dall'art. 3, comma 49, lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

Si riporta, considerata la pendenza di procedimenti regolati dal regime anteriore al d.lgs. n. 149 del 2022, il testo delle disposizioni, corredato del relativo commento, anteriore all'abrogazione dell'articolo in commento.

La norma, introdotta nell'ambito della riforma realizzata dalla l. n. 80/2005, realizza in primo luogo un coordinamento tra la fase contenziosa del giudizio di separazione ed il processo ordinario di cognizione: in sostanza, la prima udienza dinanzi al giudice istruttore è analoga a quella ex art. 183, esclusa la possibilità del tentativo di conciliazione che finirebbe per essere una inutile duplicazione di quello già svolto nella fase presidenziale (Luiso-Sassani, 248).

Viene riconosciuta espressamente, inoltre, in conformità al “diritto vivente”, la possibilità di una pronuncia non definitiva sullo status anche in tema di separazione, pronuncia avverso la quale è proponibile solo appello immediato, con conseguente inapplicabilità dell'art. 340 sulla riserva d'appello.

L'impugnazione è decisa secondo il procedimento in camera di consiglio: per alcuni tale rito si applica anche nell'ipotesi delle sentenze definitive sulla separazione personale, in ragione dell'operatività dell'art. 23 l. n. 74/1987 (Cipriani, 2005, 144).

Norme applicabili all'udienza dinanzi al giudice istruttore

La norma in esame è stata introdotta nell'ambito della più ampia riforma realizzata dalla l. n. 80/2005, e trova applicazione per i soli procedimenti promossi, con il deposito del ricorso, dopo il 1° marzo 2006.

Si prevede, in primo luogo, nell'ottica di un opportuno coordinamento con il processo ordinario di cognizione, che dinanzi al giudice istruttore si applicheranno infatti le disposizioni di cui agli artt. 180 e 183, commi 1, 2 e dal 4 al 10 e 184.

Pertanto, la prima udienza della fase contenziosa viene configurata alla stregua di un'unica “udienzona” di comparizione e trattazione — come, peraltro, ormai anche nel rito ordinario, attesa la riformulazione dell'art. 180 e 183 — all'interno della quale il giudice istruttore è tenuto a verificare la corretta instaurazione del contraddittorio e, ove una siffatta verifica dia esito positivo, ad effettuare le consuete attività di cui all'art. 183 ossia concedere termini per modificazione o precisazione delle domande, eccezioni e conclusioni già proposte dalle stesse e per repliche, e per effettuare istanze di prova dirette e contrarie.

Non viene anche richiamato, tuttavia, il comma 3 dell'art. 183, sicché il giudice non potrà fissare una nuova udienza funzionale alla comparizione personale delle parti per interrogarle liberamente sui fatti di causa e tentarne la conciliazione in caso di richiesta congiunta (Balena (-Bove), 414).

La previsione è stata giustificata in quanto funzionale ad evitare un inutile dispendio di attività processuale correlato all'espletamento del tentativo di conciliazione, nonostante l'infruttuosità dello stesso dinanzi al Presidente (Luiso-Sassani, 248).

Per alcuni, peraltro, la valenza generale di disposizioni come gli artt. 117 e 185 consentirebbe in ogni caso al giudice istruttore di interrogare liberamente le parti e di cercare di procurarne la conciliazione (Salvaneschi, 2006, 150).

Sentenza non definitiva sullo status

La disposizione in commento, avallando un orientamento già dominante nella prassi anche per i procedimenti di separazione personale (v., tra le altre, Cass. n. 15157/2005), sebbene la relativa previsione riguardasse in precedenza i soli giudizi di divorzio, consente al giudice istruttore di pronunciare sentenza non definitiva di separazione e disporre con ordinanza la prosecuzione del giudizio, ai fini dell'espletamento della relativa attività istruttoria, per la decisione sulle domande di affidamento dei figli e di mantenimento nonché sull'eventuale domanda di addebito.

La S.C. ha sottolineato che tale previsione sancisce in maniera esplicita, in materia di pronuncia immediata sullo status, la già ritenuta equiparazione fra il procedimento di separazione tra i coniugi e quello di divorzio, volendo evitare condotte processuali dilatorie, suscettibili di incidere negativamente sul diritto di una delle parti ad ottenere una pronuncia sollecita in ordine al proprio status (Cass. n. 10484/2012).

Appello

L'ultimo periodo dell'art. 709-bis prevede che avverso la sentenza non definitiva sullo status è proponibile soltanto appello immediato che sarà deciso nelle forme camerali.

Pertanto, non trova applicazione l'art. 340 sulla possibilità di effettuare la riserva d'appello (Trib. Bari I, 10 marzo 2009, n. 817).

Come evidenziato dalla S.C. già prima dell'emanazione della disposizione in esame, tale regola è coessenziale al regime impugnatorio della sentenza parziale sulla domanda di separazione, atteso che una decisione siffatta non avrebbe ragione di essere anticipata ove, con lo strumento dell'appello differito, fosse consentito di bloccarne l'efficacia, mantenendola comunque legata ai tempi di decisione sul merito della domanda in ordine all'addebito, in tal modo condizionando la legittima aspirazione a conseguire lo stato di separato, quale necessaria condizione precedente la definitiva rescissione del vincolo matrimoniale, alle esigenze istruttorie relative a questioni accessorie ancora da definire (Cass. n. 15157/2005).

L'impugnazione sarà decisa, analogamente a quanto avviene per l'appello delle sentenze di divorzio (anche definitive), secondo il procedimento in camera di consiglio.

È stato osservato, peraltro, che, sebbene si faccia riferimento alle sole sentenze non definitive sulla separazione, il procedimento camerale deve trovare applicazione anche per quelle definitive, dovendo ritenersi che l'art. 23 l. n. 74/1987 non sia stato implicitamente abrogato dalla riforma di cui alla l. n. 80/2005, sicché, in virtù di tale norma transitoria, il giudizio di appello avverso le decisioni sulla separazione personale dei coniugi deve essere sempre deciso in camera di consiglio, alla stregua di quanto previsto per il divorzio dall'odierno art. 4, comma 15, l. n. 898/1970, alla quale dovrebbe pertanto farsi riferimento per la determinazione del rito applicabile (Cipriani, 2005, 144; Salvaneschi, 2006, 151; contra Balena (-Bove), 415; Danovi, 2006, 861; Graziosi, 1114).

Bibliografia

Briguglio-Capponi (a cura di), Commentario alle riforme del processo civile, I, Padova, 2007; Casaburi, Il nuovo processo di famiglia, in Giur. mer. 2006/3, 5 ss.; Cea, I processi di separazione e divorzio all'indomani della promulgazione della l. n. 80/2005, in Riv. dir. civ. 2006, II, 103 ss.; Cea, L'affidamento condiviso. Profili processuali, in Foro it. 2006, V, 100; Chiarloni (a cura di), Le recenti riforme del processo civile, II, Bologna, 2007; Cipriani, I provvedimenti presidenziali nell'interesse dei coniugi e della prole, Napoli, 1970; Cipriani, Dalla separazione al divorzio, Napoli, 1971; Cipriani, Sulla revoca del consenso per la separazione consensuale (ancora in difesa dell'art. 711 c.p.c.), in Riv. arb. 1994, 938 ss.; Cipriani, Processi di separazione e di divorzio, in Foro it. 2005, V, 140; Cipriani-Monteleone (a cura di), La riforma del processo civile, Padova, 2007; Danovi, Le nuove norme sui procedimenti di separazione e di divorzio, in Riv. dir. proc. 2005, 849; Graziosi, Osservazioni sulla riforma dei processi di separazione e di divorzio, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2005, 1113; Luiso-Sassani, La riforma del processo civile, Milano, 2006; Lupoi, La riforma dei procedimenti della crisi matrimoniale: profili sistematici e fase introduttiva, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2006, 955; Lupoi, Aspetti processuali della normativa sull'affidamento condiviso, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2006, 1063; Mandrioli, I provvedimenti presidenziali nel giudizio di separazione dei coniugi, Milano, 1953; Mandrioli, Il « rito ambrosiano » nei giudizi di separazione e divorzio, in Fam. e dir. 1994, 215 ss.; Pagano, Modifica dell'art. 710 del cod. di proc. civ. in materia di modificabilità dei provvedimenti del tribunale nei casi di separazione personale dei coniugi, in Nuove leggi civ. comm. 1989, 367 ss.; Salvaneschi, Provvedimenti presidenziali nell'interesse dei coniugi e della prole e procedimento cautelare uniforme, in Riv. dir. proc. 1994, 1063 ss.; Salvaneschi, Alcuni profili processuali della legge sull'affidamento condiviso, in Riv. dir. proc. 2006, 1292; Salvaneschi, La Corte Costituzionale modifica la competenza nei giudici di divorzio, in Riv. dir. proc. 2009, 491; Tommaseo, Nuove norme per i giudizi di separazione e di divorzio, in Fam. e dir. 2005, 231; Tommaseo, La disciplina processuale della separazione e del divorzio dopo le riforme del 2005 (e del 2006), in Fam. e dir. 2006, 7 ss.; Tommaseo, Dichiarate parzialmente illegittime le regole sul foro competente per i giudizi di divorzio: una sentenza scontata o un'occasione perduta?, in Fam. e dir. 2008, 669.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario