Codice di Procedura Civile art. 725 - [Immissione in possesso temporaneo] 1

Rosaria Giordano

[Immissione in possesso temporaneo]1

[[I]. Il tribunale provvede in camera di consiglio [737 ss.] sulle domande per apertura di atti di ultima volontà e per immissione nel possesso temporaneo dei beni dell'assente [50 2 c.c.], quando sono proposte da coloro che sarebbero eredi legittimi [565 c.c.].]

[[II]. Se la domanda è proposta da altri interessati, il giudizio si svolge nelle forme ordinarie [163 ss.] in contraddittorio di coloro che sarebbero eredi legittimi.]

[[III]. Con lo stesso provvedimento col quale viene ordinata l'immissione nel possesso temporaneo, sono determinate la cauzione [119; 86 att.] o le altre cautele previste nell'articolo 50, ultimo comma, del codice civile, e sono date le disposizioni opportune per la conservazione delle rendite riservate all'assente a norma dell'articolo 53 dello stesso codice2.]

 

[1]   Articolo abrogato dall'art. 3, comma 49,  lett. a), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[2] Comma modificato dal r.d. 20 aprile 1942, n. 504.

Inquadramento

Si riporta, considerata la pendenza di procedimenti regolati dal regime anteriore al d.lgs. n. 149 del 2022, il testo delle disposizioni, corredato del relativo commento, anteriore all'abrogazione dell'articolo in commento.

Qualora l'apertura degli atti di ultima volontà dell'assente ovvero l'immissione nel possesso temporaneo dei beni dello stesso sia richiesta da coloro che sarebbero stati eredi legittimi nel giorno in cui risale l'ultima notizia dello stesso il procedimento è disciplinato nelle forme camerali di cui agli artt. 737 e ss.

Se, invece, la domanda è proposta, per l'immissione nel possesso temporaneo, dagli eredi testamentari e per l'apertura degli atti di ultima volontà anche da altri soggetti interessati il procedimento segue le forme ex artt. 163 e ss. di un giudizio contenzioso ordinario.

In tale giudizio sono contraddittori necessari gli eredi legittimi (Costantino, 397), il potenziale conflitto di interessi con i quali giustifica la previsione delle forme contenziose (Vullo, 37).

Legittimazione

Ai sensi dell'art. 50 c.c. sono legittimati a richiedere l'apertura degli atti di ultima volontà dell'assente il pubblico ministero e gli altri soggetti che vantino un interesse.

In dottrina si è osservato che tra questi rientrano anche i creditori (Romagnoli, 1972, 222).

L'immissione nel possesso temporaneo può invece essere richiesta da coloro i quali sarebbero risultati eredi testamentari o legittimi dell'assente se fosse morto nel giorno nel quale risulta l'ultima notizia.

Procedimento nell'ipotesi di domande proposte dagli eredi legittimi

Qualora, dichiarata l'assenza del soggetto, venga richiesta da coloro i quali sarebbero eredi legittimi dello stesso l'apertura degli atti di ultima volontà o l'immissione nel possesso temporaneo dei beni il tribunale decide secondo le forme del procedimento in camera di consiglio.

Tale procedimento trova applicazione anche se a proporre il ricorso per l'apertura degli atti di ultima volontà è il p.m.

Procedimento nel caso di domande proposte dagli altri interessati

Se la domanda è proposta da altri interessati, ossia gli eredi testamentari, nonché, per l'apertura degli atti di ultima volontà, anche i legatari, donatari ed i creditori dell'assente, il giudizio si svolge nelle forme del processo ordinario di cognizione ex artt. 163 e ss. e pertanto si conclude con sentenza impugnabile.

È precisato dalla norma in esame che il giudizio deve svolgersi nel contraddittorio necessario (sicché ricorre una delle ipotesi di cui all'art. 102: Costantino, 397) con gli eredi legittimi.

Proprio il potenziale conflitto di interessi degli eredi legittimi con i soggetti legittimati a presentare tali domande giustifica l'adozione delle forme contenziose (Vullo, 52).

Provvedimenti consequenziali all'accoglimento della domanda di immissione in possesso

In ogni caso, ossia a prescindere dal procedimento seguito, se è accolta la domanda di immissione nel possesso temporaneo, tale atto deve essere preceduto dalla redazione dell'inventario. Inoltre, deve essere determinata la cauzione o altra cautela conservativa e possono essere adottati gli opportuni provvedimenti per la conservazione delle rendite dell'assente.

E’ stato precisato che la disciplina dell'immissione temporanea nel possesso dei beni della persona scomparsa e dell'ammissione all'esercizio temporaneo dei diritti dipendenti dalla di lui morte, dettata dall'art. 50 c.c. per il caso di dichiarazione di assenza dello scomparso stesso, riguarda esclusivamente il patrimonio dell'assente al momento della scomparsa, ed è diretta a tutelare, le aspettative di eredi o di altri interessati al patrimonio predetto, mentre non può implicare il sacrificio delle ragioni di terzi, con l'introduzione a loro carico di obblighi che risulterebbero insussistenti in caso di ritorno dell'assente: pertanto, deve escludersi che la dichiarazione di assenza possa essere invocata dai presunti superstiti per conseguire, sia pure in via provvisoria, prestazioni pensionistiche indirette da parte di enti previdenziali (Cass. n. 299/1983).

Casistica

In caso di morte di colui che, ai sensi dell'art. 50 comma 2 c.c., sarebbe erede dell'assente, si determina immediatamente in capo ai suoi successori il subingresso nella titolarità dell'azione volta a ottenere l'immissione nel possesso temporaneo dei beni, senza che possa darsi luogo alla sostituzione prevista nel testamento. L'apertura della successione e la delazione dell'eredità si verificano nel giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente (Trib. Verona 3 agosto 2000, in Giur. it., 2001, 2300, con nota di Dalla Massara).

In tema di azione (di accertamento) di un coniuge, volta alla dichiarazione di assenza dell'altro coniuge ed al regolamento interinale del patrimonio dello scomparso, l'Inps è passivamente legittimato in ordine alla pretesa dell'attore concernente l'attribuzione, a titolo di assegno alimentare ai sensi dell'art. 51 c.c., di una quota della pensione dell'assente (Cass. n. 3405/1992).

La moglie di persona assente ha diritto all'erogazione pro quota dei ratei pensionistici spettanti all'assente a titolo di pensione di reversibilità (Cass. lav., n. 6168/1988). Qualora, a seguito della dichiarazione di assenza di una persona, il coniuge di quest'ultima si rivolga al giudice per ottenere dall'ente previdenziale l'erogazione della pensione di riversibilità quale coniuge superstite, se il diritto alla pensione (diretta) del coniuge assente sia contestato dall'ente erogatore, va dichiarato il diritto del coniuge, per il solo fatto della dichiarazione pregressa di assenza, di chiedere, in via amministrativa e, se del caso, giudiziaria (davanti al giudice previdenziale) la pensione di riversibilità a seguito della morte dell'assente; tale pronuncia sarà vincolante nel successivo procedimento, nel senso che il diritto alla pensione non potrà essere negato per il fatto che non risulti la morte del coniuge dell'istante, ma solo la sua assenza (Trib. Catania 4 giugno 1993, in Dir. fam., 1994, I, 229).

La disciplina dell'immissione temporanea nel possesso dei beni della persona scomparsa e dell'ammissione all'esercizio temporaneo dei diritti dipendenti dalla di lui morte, dettata dall'art. 50 c.c. per il caso di dichiarazione di assenza dello scomparso stesso, riguarda esclusivamente il patrimonio dell'assente al momento della scomparsa, ed è diretta a tutelare, le aspettative di eredi o di altri interessati al patrimonio predetto, mentre non può implicare il sacrificio delle ragioni di terzi, con l'introduzione a loro carico di obblighi che risulterebbero insussistenti in caso di ritorno dell'assente: pertanto, deve escludersi che la dichiarazione di assenza possa essere invocata dai presunti superstiti per conseguire, sia pure in via provvisoria, prestazioni pensionistiche indirette da parte di enti previdenziali (Cass. lav., n. 299/1983).

Bibliografia

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