Codice di Procedura Civile art. 745 - Rifiuto o ritardo nel rilascio.

Rosaria Giordano

Rifiuto o ritardo nel rilascio.

[I]. Nel caso di rifiuto o di ritardo da parte dei cancellieri o dei depositari di cui all'articolo precedente, l'istante può ricorrere al giudice di pace, al presidente del tribunale o della corte presso cui il cancelliere o depositario esercita le sue funzioni 1.

[II]. Nel caso di rifiuto o di ritardo da parte dei pubblici depositari di cui all'articolo 743, l'istante può ricorrere al presidente del tribunale nella cui circoscrizione il depositario esercita le sue funzioni.

[III]. Il presidente o il giudice di pace provvede con decreto [135], sentito il pubblico ufficiale2 .

 

[1] Commi così modificati dall'art. 104 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

[2] Commi così modificati dall'art. 104 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999.

Inquadramento

Il procedimento può essere esperito soltanto con riferimento ad atti detenuti da notai, cancellieri e segretari giudiziari, nonché in caso di rifiuto o ritardo del conservatore dei registri immobiliari nel ricevere titoli e note, nel rilasciare certificati o copie ovvero nell'eseguire trascrizioni, iscrizioni o annotazioni, ai sensi degli artt. 2674 c.c.art. 113-bis disp. att. c.c., art. 30 l. n. 540/1943 (Civinini, 771).

Nell'ipotesi di rifiuto o ritardo da parte di cancellieri o depositari giudiziari il giudice competente è il capo dell'ufficio presso il quale essi esercitano le loro funzioni (App. Roma, 6 marzo 1991), mentre in caso di rifiuto o ritardo da parte di altri pubblici depositari è competente sempre il presidente del tribunale ordinario, nella cui circoscrizione essi esercitano le loro funzioni (App. Bari, 16 luglio 1984).

In dottrina è prevalente la tesi per la quale si tratta di un procedimento di natura contenziosa che ha alla base la risoluzione di un conflitto tra posizioni giuridiche soggettive (Evangelista, 3; Panzarola, 300 ss.; Petrucci, 640).

Tuttavia nella giurisprudenza di legittimità costituisce jus receptum l'assunto per il quale il procedimento deve ritenersi di volontaria giurisdizione e, quindi, non contenzioso, non avendo ad oggetto la risoluzione di un conflitto di interessi, ma il regolamento, secondo la legge, dell'interesse pubblico alla pubblicità immobiliare (Cass. n. 15131/2015).

Ambito d'applicazione

La norma disciplina il procedimento che può essere attivato esclusivamente dal richiedente la documentazione ai sensi degli artt. 743 e 744 nelle ipotesi di rifiuto o di ritardo da parte dei cancellieri o dei pubblici depositari.

Non rientrano nell'ambito applicativo della previsione le controversie, peraltro demandate alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, aventi ad oggetto il diritto di accesso ai documenti amministrativi ai sensi degli artt. 22 e ss. l. n. 241/1990 (cfr. Cass. S.U., n. 1629/2010).

Inoltre in luogo del procedimento in esame deve essere utilizzato quello di cui all'art. 476 laddove la questione attenga alla spedizione di ulteriori copie in forma esecutiva ai sensi dell'art. 746 (Andrioli, IV, 1968, 552).

Pertanto, come evidenziato in dottrina, il procedimento può essere esperito soltanto con riferimento ad atti detenuti da notai, cancellieri e segretari giudiziari, nonché in caso di rifiuto o ritardo del conservatore dei registri immobiliari nel ricevere titoli e note, nel rilasciare certificati o copie ovvero nell'eseguire trascrizioni, iscrizioni o annotazioni, ai sensi degli artt. 2674 c.c. art. 113-bis disp. att. c.c., l. 25 giugno 1943, n. 540, art. 30 (Civinini, 771).

Sotto altro profilo, il procedimento ha un oggetto delimitato all'accertamento della legittimità del rifiuto o del ritardo e non può estendersi a questioni ulteriori, sicché il ristoro delle eventuali conseguenze patrimoniali dannose, di tale rifiuto o ritardo, deve essere fatto valere in sede contenziosa ordinaria (Trib. Potenza, 20 marzo 2000 in Foro it., 2000, I, 2685).

Competenza

Nell'ipotesi di rifiuto o ritardo da parte di cancellieri o depositari giudiziari il giudice competente è il capo dell'ufficio presso il quale essi esercitano le loro funzioni (App. Roma, 6 marzo 1991).

Si tratta, in particolare, del giudice di pace, del presidente del tribunale ordinario, del presidente del tribunale dei minorenni, del presidente della corte d'appello, del presidente della Corte di Cassazione (Evangelista, 2).

Nell'ipotesi di rifiuto o ritardo da parte di altri pubblici depositari è competente sempre il presidente del tribunale ordinario, nella cui circoscrizione essi esercitano le loro funzioni (App. Bari 16 luglio 1984).

Procedimento

Il procedimento in esame è incardinato con ricorso che deve essere corredato degli elementi di cui all'art. 125.

L'autorità giudiziaria provvede previa audizione, da ritenersi obbligatoria, del pubblico ufficiale che ha ritardato o rifiutato la spedizione dell'atto richiesto.

In dottrina è oggetto di vivace discussione la natura del procedimento. Appare prevalente la tesi per la quale si tratta di un procedimento di natura contenziosa che ha alla base la risoluzione di un conflitto tra posizioni giuridiche soggettive (Evangelista, 3; Panzarola, 300 ss.; Petrucci, 640).

Peraltro, nella giurisprudenza di legittimità costituisce jus receptum l'assunto per il quale il procedimento deve ritenersi di volontaria giurisdizione e, quindi, non contenzioso, non avendo ad oggetto la risoluzione di un conflitto di interessi, ma il regolamento, secondo la legge, dell'interesse pubblico alla pubblicità immobiliare (Cass. n. 15131/2015).

Conseguenza di tale assunto è che nel procedimento non può aversi una condanna alle spese, che, se assunta, legittima al ricorso per cassazione, ai sensi dell'art. 111 Cost., avendo tale pronuncia valenza decisoria (Cass. n. 2095/2011).

Impugnazioni

È costante la S.C. nell'affermare il principio per il quale è inammissibile il reclamo alla corte di appello, ai sensi dell'art. 739, avverso il decreto ex art. 745 con cui il presidente del tribunale ordina al conservatore dei registri immobiliari di procedere alla trascrizione di un atto privato, essendo il reclamo in questione previsto con riferimento ai provvedimenti emessi in camera di consiglio, tra i quali non rientra quello contemplato dall'art. 745, che è di competenza del presidente del tribunale (Cass. n. 6628/2008; Cass. n. 7259/2003).

Sotto altro profilo, è stato più volte ribadito che è inoltre inammissibile il ricorso per cassazione proposto in base all'art. 111 Cost. contro il decreto emesso dal Presidente del tribunale, in sede di ricorso ex art. 745, trattandosi di un provvedimento conclusivo di un procedimento che non comporta esplicazione di un'attività giurisdizionale in sede contenziosa, in quanto non ha ad oggetto la risoluzione di un conflitto di interessi, ma il regolamento secondo legge dell'interesse pubblico alla pubblicità immobiliare, e non suscettibile di passare in giudicato, potendo le parti interessate adire la normale via contenziosa per ottenere una pronuncia sull'esistenza del loro diritto (Cass. n. 6628/2008).

Bibliografia

Civinini, I procedimenti in camera di consiglio, Torino, 1994; Comoglio, Decreto ex art. 745 c.p.c. Condanna della P.A. a un facere, in Nuova giur. civ. comm. 1987, I, 63 s.; Evangelista, Copia, collazione e riproduzione di atti e documenti, in Enc giur., IX, Roma, 1988; Fazzalari, Giurisdizione volontaria (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XIX, Milano, 1970, 330 s.; Jannuzzi-Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Lanfranchi, La cameralizzazione del giudizio sui diritti, in Giur. it. 1989, IV, 33 s.; Martinetto, Copia e collazione di atti, in Nss. D.I., IV, Torino, 1964, 842 s.; Panzarola, Il procedimento per copia e collazione di atti pubblici (artt. 743 ss. c.p.c.), in Giusto processo civile e procedimenti decisori sommari, a cura Lanfranchi, Torino, 2001, 293; Panzarola, Copia, collazione e riproduzione di atti e documenti, in Enc giur., Agg., Roma, 2007; Petrucci, Copia e collazione di atti pubblici, in Enc. dir., X, Milano, 1962, 636 s.; Trisorio Liuzzi, Copia e collazione di atti, in Dig. civ., IV, Torino, 1989, 400 s.; Verde, Sulla consultazione del fascicolo fallimentare e sul rilascio di copie degli atti, in Giust. civ. 1970, I, 1687.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario