Codice di Procedura Civile art. 770 - Inventario da eseguirsi dal notaio.

Mauro Di Marzio

Inventario da eseguirsi dal notaio.

[I]. Quando all'inventario deve procedere un notaio [769 1], il cancelliere gli consegna, ritirandone ricevuta:

1) le chiavi da lui custodite a norma dell'articolo 756;

2) copia del processo verbale di apposizione dei sigilli [752 ss.], dell'istanza e del decreto di rimozione [763 3];

3) una nota delle opposizioni [764 1] che sono state proposte con indicazione del nome, cognome degli opponenti e della loro residenza [43 2 c.c.] o del domicilio da essi eletto o del loro indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o del domicilio digitale speciale eletto1 [47 1 c.c.].

[II]. La copia indicata nel numero 2 e la nota indicata nel numero 3 sono unite all'inventario.

[1] Numero modificato dall'art. 3, comma 8, lett. q) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha aggiunto dopo le parole «da essi eletto» le seguenti: «o del loro indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o del domicilio digitale speciale eletto»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

A differenza del ricorso per apposizione di sigilli, si ritiene che il ricorso per la formazione dell'inventario possa essere proposto « dal notaio che ha ricevuto la dichiarazione di accettazione con beneficio di inventario o che è stato officiato dal notaio per riceverla » (Brama, 86). Ciò perché ai notai è concessa la facoltà di « sottoscrivere e presentare ricorsi relativi agli affari di volontaria giurisdizione, riguardanti le stipulazioni a ciascuno di essi affidate dalle parti » (art. 1 l. n. 89/1913). In effetti — come è stato detto — lo ius postulandi del notaio si fonda sulla « necessaria complementarietà fra la sua postulazione e la sua stipulazione » (Migliori, 663). E, nel caso di specie, tale complementarietà si ha quando il ricorso per la formazione dell'inventario segua la dichiarazione di accettazione beneficiata resa al notaio, ex art. 484 c.c., ovvero sia proposto in vista di questa.

In giurisprudenza si è osservato che, quando agisce in forza del menzionato art. 1, il notaio non deve essere munito di apposita procura, poiché la sua legittimazione processuale trova il suo fondamento nella legge (App. Potenza 12 febbraio 1994, Riv. not., 1995, II, 679; App. Potenza 12 dicembre 1978, Vita not., 1978, I, 1157 e App. Caltanissetta, 31 dicembre 1956, Giust. civ., 1957, I, 721).

Neppure è necessario che il notaio abbia già ricevuto la dichiarazione di accettazione beneficiata, essendo sufficiente che il ricorso per inventario sia in collegamento anche solo con un atto da compiere, giacché il citato art. 1 l. n. 89/1913 non distingue tra atti stipulati e stipulandi (Serretta, 213).

Si discute se il notaio possa presentare il ricorso per la formazione dell'inventario anche ad un tribunale situato al di fuori del distretto notarile. Il quesito sorge dal fatto che l'art. 27, comma 2, l. n. 89/1913, fa divieto al notaio di prestare il suo ministero fuori del distretto in cui trovasi la sede notarile. Ma si è obbiettato che una volta compiuto l'atto nel distretto, esso può essere presentato a qualsiasi autorità giudiziaria, poiché il notaio che presenta un ricorso di volontaria giurisdizione ad autorità giudiziaria che sia al di fuori del suo distretto non presta la sua opera fuori di esso, di guisa che non è invocabile l'art. 27 (Mazzacane, 20).

Si deve convenire, perciò, che il notaio possa presentare il ricorso per la formazione dell'inventario anche ad un tribunale esterno al distretto in cui si trova la sede notarile.

Inventario eseguito da notaio

La disposizione in commento presuppone che l'inventario dei beni sia stato preceduto dalle operazioni di apposizione e rimozione dei sigilli (Satta, 1971, 82): ma la consecuzione tra sigillazione ed inventario è di regola meramente eventuale: è dunque ben possibile che il notaio sia direttamente investito della redazione dell'inventario, senza che esso sia stato preceduto dall'apposizione e rimozione dei sigilli.

Nell'ipotesi che la sigillazione vi sia invece stata, la disposizione in esame elenca gli adempimenti posti a carico del cancelliere, il quale, ritirandone ricevuta, consegna al notaio le chiavi detenute ai sensi dell'art. 756, copia del verbale di apposizione dei sigilli, dell'istanza e del decreto di rimozione, nonché una nota delle eventuali opposizioni proposte con indicazione delle generalità degli opponenti o del domicilio da questi eletto.

Quest'ultima pone in condizioni il notaio di individuare i creditori che, ai sensi dell'art. 771, comma 1, n. 4, hanno diritto ad assistere alla formazione dell'inventario.

Con la consegna delle chiavi il notaio assume le funzioni e gli obblighi del custode.

La copia del processo verbale di apposizione dei sigilli, dell'istanza e del decreto di rimozione insieme alla nota delle opposizioni che sono state proposte diventano parte integrante dell'inventario.

Nella formazione dell'inventario la posizione del notaio è quella di ausiliario del giudice (Cass. n. 1953/1976; Cass. n. 9648/2000).

Bibliografia

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