Codice di Procedura Civile art. 773 - Nomina di stimatore.InquadramentoAi sensi dell'art. 773 il cancelliere e il notaio incaricati della formazione dell'inventario hanno il potere discrezionale di nominare, quando occorre, uno o più stimatori per la valutazione degli oggetti mobili. La stima deve riflettere il valore reale del bene stimato, tenuto conto delle peculiari ed effettive condizioni in cui trova. E, trattandosi di inventario inserito nel procedimento di accettazione beneficiata, deve indicare il prezzo di realizzo del bene, non quello di acquisto, giacché esso — di regola — deve essere venduto per soddisfare le passività ereditarie. Secondo una pronuncia di merito la nomina dello stimatore compete non solo all'ufficiale incaricato della formulazione dell'inventario, ma anche al giudice, poiché dal sistema normativo emerge che nei procedimenti relativi all'apertura delle successioni vi è una potestà del giudice di sopraintendere al corretto funzionamento delle operazioni e di decidere eventuali contrasti sulla conduzione delle stesse (Pret. Roma 30 settembre 1972, Temi rom., 1974, II, 108). La norma è da porre in correlazione con il successivo art. 775, che prevede la stima dei soli beni mobili e non degli immobili, e si giustifica per il caso che il cancelliere o il notaio manchino della competenza specifica necessaria alla stima, che deve riflettere con sufficiente precisione il reale valore delle cose inventariate. Tuttavia, in proposito, si è affermato che la valutazione fatta dal cancelliere (con l'ausilio o meno dello stimatore) deve essere del tutto indicativa, essendo il momento della precisa valutazione rimandato ad una fase successiva, sia poi essa in sede di giurisdizione volontaria o contenziosa (Pret. Roma 30 settembre 1972, cit.). Secondo l'opinione preferibile, lo stimatore deve giurare di bene e fedelmente procedere alla stima, in applicazione analogica dell'art. 161 disp. att.. Il giuramento, raccolto dall'ufficiale che erige l'inventario, deve, naturalmente, essere menzionato nel verbale. Tuttavia, si è affermata anche la tesi contraria, che lo stimatore non presta giuramento (Pret. Roma, 30 settembre 1972, cit.). Non è ammissibile la nomina di consulenti di parte, essendo la finalità della valutazione unicamente quella di ausilio all'ufficio e dovendo eventuali contrasti essere poi risolti in sede contenziosa (Pret. Roma 30 settembre 1972, cit.). Deve ritenersi che la liquidazione del compenso allo stimatore vada fatta dal giudice, ai sensi dell'art. art. 168 d.P.R. n. 115/2002, recante il Testo unico in materia di spese di giustizia. In particolare, in accordo con l'opinione della giurisprudenza di legittimità, viene in considerazione, in materia estimativa, l'art. 13 d.m. giustizia 30 maggio 2002 (olim art. 13 d.P.R. n. 352/1988), con la precisazione che l'indicazione espressa del limite superiore dello scaglione massimo preclude la parametrazione del compenso a somme eccedenti il miliardo (Cass. n. 4243/1997). Oltre allo stimatore, il cancelliere o il notaio possono nominare uno o più ausiliari — si pensi al personale di fatica talvolta necessario a spostare i beni mobili da inventariare — ai sensi dell'art. 68. Anche in questo caso la nomina deve risultare dal verbale ed il compenso va liquidato dal giudice, ma non è previsto il giuramento. Stima di partecipazioni in società a responsabilità limitata ed in società di personeL'erede che accetta con il beneficio d'inventario, nel procedere alla formazione di quest'ultimo secondo le forme prescritte dal codice civile (art. 484), deve, con riferimento a un credito illiquido dipendente dalla valutazione di una quota sociale del de cuius, far sì che l'inventario rifletta gli elementi, reali o documentali, idonei e necessari a stabilire, con la maggior precisione possibile, quale fosse la situazione patrimoniale della società al momento del decesso (Cass. n. 1278/1974). Un giudice di merito ha posto l'accento sulla scelta del sintagma oggetti mobili per dedurne che vanno stimate le cose mobili, e non i beni mobili incorporali, quali devono essere considerate — ad esempio — le quote di partecipazione societaria (Trib. Vicenza 17 novembre 1983, Società, 1984, 683; in senso analogo, in tema di stima di quote di partecipazione di società personali, si veda Pret. Roma 3 aprile 1981, Dir. fall., 1981, 416). In una successiva pronuncia si è detto che, in caso di accettazione di eredità beneficiata, ed ai fini della redazione dell'inventario, le quote di partecipazione sociale appartenute al de cuius vanno soltanto indicate se trattatasi di partecipazioni in società di capitali; vanno, invece, anche stimate se trattatasi di partecipazioni in società di persone (Pret. Roma 20 aprile 1999, Nuovo dir., 1999, 1062). BibliografiaBonilini, La designazione testamentaria del notaio preposto alla redazione dell'inventario, in Fam. pers. succ. 2009, 748; Brama, Accettazione di eredità con beneficio di inventario, Milano, 1995; Calamandrei, Introduzione allo studio sistematico dei provvedimenti cautelari, Padova, 1936; Campanile, I riflessi del giudice unico sull'attività notarile, in Documenti giust. 649-662, 1999; Chiovenda, Principii di diritto processuale civile, Napoli, 1923; Chizzini, La disciplina processuale dei procedimenti relativi all'apertura della successione, in Bonilini (a cura di), Trattato di diritto delle successioni e donazioni, Milano, 2009; Civinini, I procedimenti in camera di consiglio, Torino, 1994; Comunale, Inventario, in Enc. dir., XXII, Milano, 1972; Di Marzio, I procedimenti di successione, Milano, 2002; Di Marzio e Thellung De Courtelary, Volontaria giurisdizione e successione mortis causa, Milano, 2000; D'Onofrio, Commento al codice di procedura civile, II, Torino, 1957; Doria, Necessaria unicità dell'inventario nella successione beneficiate, in Giur. it., 2010, 2076; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, in Comm. c.c., Torino, 1961; Grossi, Sigilli, in Enc. dir., XVII, Milano, 1990; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 1984; Lazzaro, Gurrieri e D'Avino, Il giudice unico nelle mutate regole del processo civile e nella nuova geografia giudiziaria, Milano, 1998; Lorefice, Dei provvedimenti di successione, Padova, 1991; Maltese, I procedimenti in camera di consiglio: la disciplina in generale, in Quad. Csm 1999; Masiello e Brama, La volontaria giurisdizione presso la pretura, Milano, 1992; Mazzacane, La volontaria giurisdizione nell'attività notarile, Roma, 1980; Migliori, Aspetti pratici della esecuzione testamentaria, in Riv. not. 1971, 239; Montesano, Giurisdizione volontaria, in Enc. giur., XV, Roma, 1989 Mortara, Commentario del codice e delle leggi di procedura civile, V, Milano, 1923; Moscati, Sigilli (Diritto privato e diritto processuale civile), in Nss. D.I., XVII, Torino, 1970; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c., diretto da De Martino, Roma, 1981; Redenti, Diritto processuale civile, III, Milano, 1957; Rocco, Trattato di diritto processuale civile, V, Torino, 1960; Scuto, Inventario (Diritto vigente), in Nss. D.I., IX, Torino, 1963; Serretta, La facultas postulandi del notaio nei procedimenti di volontaria giurisdizione, in Giust. civ. 1985, II, 211; Sessa, Artt. 743-783, in Codice di procedura civile commentato, a cura di Vaccarella e Verde, Torino, 1997. |