Codice di Procedura Civile art. 779 - Istanza di liquidazione proposta dai creditori e legatari.Istanza di liquidazione proposta dai creditori e legatari. [I]. L'istanza dei creditori e legatari prevista nell'articolo 509 del codice civile si propone con ricorso [125]1. [II]. Il giudice fissa con decreto [135] l'udienza di comparizione dell'erede e di coloro che hanno presentato le dichiarazioni di credito [498 2 c.c.]. Il decreto è comunicato [136] alle parti dal cancelliere2. [III]. Il tribunale provvede con ordinanza non impugnabile in camera di consiglio [737 ss.], previa audizione degli interessati a norma del comma precedente3. [IV]. L'istanza di nomina non può essere accolta e la nomina avvenuta deve essere revocata in sede di reclamo, se alcuno dei creditori si oppone e dichiara di voler far valere la decadenza dell'erede dal beneficio d'inventario [505 4 c.c.]. [V]. Se l'erede contesta l'esistenza delle condizioni previste nell'articolo 509 del codice civile, il giudice provvede all'istruzione della causa, a norma del libro secondo, disponendo gli opportuni mezzi conservativi, compresa eventualmente la nomina del curatore4. [1] Comma modificato dal r.d. 20 aprile 1942, n. 504. [2] Comma così modificato dall'art. 115 1a d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. InquadramentoL'art. 505 c.c. disciplina le cause di decadenza dal beneficio che sono proprie della liquidazione concorsuale. Esso distingue le due ipotesi che la liquidazione sia stata conseguenza dell'opposizione spiegata dai creditori e legatari, secondo l'art. 498, comma 1, c.c., oppure dell'iniziativa dello stesso erede beneficiato, ex art. 503 c.c. Nel primo caso — recita la disposizione — la decadenza dal beneficio di inventario discende dall'inosservanza delle norme stabilite dall'art. 498 c.c., ovvero dal mancato compimento della liquidazione o dello stato di graduazione nel termine stabilito dall'art. 500 c.c. L'inosservanza dell'art. 498, in particolare, può consistere nell'effettuazione di pagamenti di creditori o legatari dopo che è stata notificata l'opposizione ovvero nell'omissione dell'invito ai creditori e della relativa pubblicazione sul foglio degli annunci legali. Nel secondo caso, la decadenza è prodotta dall'effettuazione di pagamenti dopo l'invito ai creditori ovvero dall'inosservanza del termine fissato dal giudice ex art. 500 c.c. L'art. 505 c.c., poi, prosegue affermando una regola comune sia alla procedura di liquidazione individuale che concorsuale, ossia che il pagamento effettuato in favore di creditori privilegiati o ipotecari non determina decadenza. Alle ipotesi di decadenza contemplate dall'art. 505 c.c. vanno aggiunte quelle, già altrove ricordate, derivanti dalla violazione degli artt. 487, comma 2, 488, 493 e 494 c.c. I creditori ereditari e legatari, in caso di decadenza dal beneficio, possono omettere di farla valere e, invece, chiedere che la liquidazione concorsuale sia proseguita mediante la nomina di un curatore ex art. 509 c.c. Procedimento di nomina del curatoreSotto il profilo della procedimento di nomina del curatore di cui all'art. 509 c.c., occorre combinare il dettato di quest'ultima disposizione con l'art. 779, come modificato dall'art. 115 d.lgs. n. 51/1998. L'istanza, dunque, si presenta con ricorso indirizzato al tribunale del luogo dell'aperta successione. Competente a nominare il curatore di cui all'art. 509 c.c. è il tribunale in composizione monocratica del luogo dell'aperta successione. Quest'ultimo fissa con decreto l'udienza di comparizione dell'erede e di coloro che hanno presentato le dichiarazioni di credito. Il decreto è comunicato alle parti dal cancelliere. A prima vista potrebbe apparire che l'espressione « il tribunale provvede con ordinanza non impugnabile in camera di consiglio », contenuta nell'art. 779, comma 3, sia riferita al provvedimento reso dal tribunale in composizione monocratica sul ricorso per nomina del curatore. Ma l'ordinanza non impugnabile contemplata dal comma in esame, allora, verrebbe contraddittoriamente considerata reclamabile nel comma successivo. Sicché, di fronte all'anfibologia che si prospetta, non sembra irragionevole credere che l'art. 779, comma 3, sia riferito non alla decisione del tribunale in composizione monocratica, ma a quella del tribunale, questa volta in composizione collegiale, sul reclamo contro il provvedimento pronunciato dal giudice unico. Quest'ultimo provvedimento, invece, non sembra disciplinato dall'art. 779, sicché, facendo applicazione della disciplina generale dettata dall'art. 737, deve ritenersi occorra pronunciare con decreto motivato. Secondo un'opinione, il procedimento « ha la forma, ma non la sostanza della volontaria giurisdizione » (Satta, 1971, 90). Il decreto di nomina del curatore è iscritto nel registro delle successioni, annotato a margine della trascrizione prescritta dal secondo comma dell'art. 484 c.c., e trascritto negli uffici dei registri immobiliari dei luoghi dove si trovano gli immobili ereditari e negli uffici dove sono registrati i beni mobili. 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