Codice di Procedura Civile art. 820 - Termine per la decisione 1 .

Mauro Di Marzio

Termine per la decisione1.

[I]. Le parti possono, con la convenzione di arbitrato o con accordo anteriore all'accettazione degli arbitri, fissare un termine per la pronuncia del lodo.

[II]. Se non è stato fissato un termine per la pronuncia del lodo, gli arbitri debbono pronunciare il lodo nel termine di duecentoquaranta giorni dall'accettazione della nomina.

[III]. In ogni caso il termine può essere prorogato:

a) mediante dichiarazioni scritte di tutte le parti indirizzate agli arbitri;

b) dal presidente del tribunale indicato nell'articolo 810, secondo comma, su istanza motivata di una delle parti o degli arbitri, sentite le altre parti; il termine può essere prorogato solo prima della sua scadenza.

[IV]. Se le parti non hanno disposto diversamente, il termine è prorogato di centottanta giorni nei casi seguenti e per non più di una volta nell'ambito di ciascuno di essi:

a) se debbono essere assunti mezzi di prova;

b) se è disposta consulenza tecnica d'ufficio;

c) se è pronunciato un lodo non definitivo o un lodo parziale;

d) se è modificata la composizione del collegio arbitrale o è sostituito l'arbitro unico. Il termine per la pronuncia del lodo è sospeso durante la sospensione del procedimento. In ogni caso, dopo la ripresa del procedimento, il termine residuo, se inferiore, è esteso a novanta giorni.

[1] Articolo sostituito dall'art. 23, d.lg. 2 febbraio 2006, n. 40, a far data dal 2 marzo 2006. Ai sensi dell'art. 27, comma 4, d.lg. n. 40, cit., la disposizione si applica ai procedimenti arbitrali, nei quali la domanda di arbitrato è stata proposta successivamente alla data di entrata in vigore del decreto. L'articolo era stato precedentemente sostituito dall'art. 13 l. 5 gennaio 1994, n. 25. Il testo anteriore alla riforma recitava: «[I]. Se le parti non hanno disposto altrimenti, gli arbitri debbono pronunciare il lodo nel termine di centottanta giorni dall'accettazione della nomina. Se gli arbitri sono più e l'accettazione non è avvenuta contemporaneamente da parte di tutti, il termine decorre dall'ultima accettazione. Il termine è sospeso quando è proposta istanza di ricusazione e fino alla pronuncia su di essa, ed è interrotto quando occorre procedere alla sostituzione degli arbitri. [II]. Quando debbono essere assunti mezzi di prova, o sia stato pronunciato lodo non definitivo, gli arbitri possono prorogare per una sola volta il termine e per non più di centottanta giorni. [III]. Nel caso di morte di una delle parti il termine è prorogato di trenta giorni. [IV]. Le parti, d'accordo, possono consentire con atto scritto la proroga del termine».

Inquadramento

La norma sancisce anzitutto il potere delle parti di stabilire di comune accordo, nella convenzione di arbitrato o in altro atto successivo, purché anteriore all'accettazione degli arbitri, il termine da osservare per la pronuncia del lodo. Essa va letta unitamente all'art. 816-bis, secondo cui, in mancanza di espressa limitazione, riferita alla procura ai difensori, essi possono determinare o prorogare il termine per la pronuncia del lodo.

Fissazione e proroga del termine

Il termine, in mancanza di una diversa previsione delle parti, è fissato in duecentoquaranta giorni decorrenti dall'accettazione della nomina. In ipotesi di accettazione degli arbitri contenuta già nella clausola compromissoria il termine decorre dalla comunicazione agli arbitri della domanda di arbitrato.

Lo scrutinio della omessa pronunzia degli arbitri nel termine stabilito va effettuato con riguardo al momento in cui avviene la sottoscrizione del dispositivo della deliberazione da parte della maggioranza degli arbitri (Cass. n. 7863/1987).

Il comma 3 contempla il potere delle parti di prorogare consensualmente il termine per la decisione mediante dichiarazioni scritte rivolte agli arbitri. Non è necessaria la contestualità delle rispettive manifestazioni di volontà (Cass. n. 17022/2011). Occorre però che si tratti di manifestazioni di volontà espresse: la proroga del termine per la pronuncia del lodo arbitrale non può dunque essere ravvisata implicitamente nella concessione, ad opera degli arbitri, di un termine per memorie istruttorie su richiesta di una delle parti, ma postula l'effettiva ammissione di mezzi di prova, consentendosi altrimenti una proroga tacita del termine per la decisione senza il consenso di entrambi i contendenti, con inammissibile alterazione del contraddittorio (Cass. n. 18607/2014).

Trattandosi di termine di adempimento della prestazione dell'arbitro, una pattuizione che lo facesse dipendere dalla decisione del medesimo sarebbe affetta da nullità (Cass. n. 8243/1995, con riguardo ad arbitrato irrituale).

Lo stesso comma prevede una proroga del termine, discrezionalmente disposta dal presidente del tribunale del luogo ove ha sede l'arbitrato, su istanza motivata di una delle parti o degli arbitri.

Il comma 4 disciplina ipotesi di proroga ex lege del termine per la pronuncia del lodo: 1) quando vengono assunti mezzi di prova; 2) quando è disposta una consulenza tecnica d'ufficio (Cass. n. 12956/2016); 3) quando viene pronunciato un lodo non definitivo o un lodo parziale; tuttavia, gli arbitri ai quali le parti hanno assegnato un primo termine per statuire su alcuni capi della domanda, ed un secondo termine per definire la controversia, non possono prorogare quest'ultimo invocando detta disposizione, la quale presuppone che entro l'unico termine stabilito dalle parti il mandato sia stato adempiuto almeno in parte (Cass. n. 4992/2000); 4) quando è modificata la composizione del collegio arbitrale o è sostituito l'arbitro unico.

In detti casi il termine per la pronuncia del lodo è prorogato di centottanta giorni e per non più di una volta nell'ambito di ognuno di essi (per la cumulabilità delle proroghe motivate da ragioni diverse v. Cass. n. 12950/2016).

Il termine per la pronuncia del lodo è sospeso nelle diverse ipotesi di sospensione del processo arbitrale (artt. 819-bis, 816-ter, 816-sexies) e riprende il suo corso dal giorno in cui è proposta istanza per la prosecuzione del giudizio. Tale termine, ove inferiore a novanta giorni, si prolunga fino alla detta soglia.

Va rammentato che l'istituto della sospensione feriale dei termini processuali non si applica all'arbitrato (Cass. n. 24866/2008, che ha dichiarato altresì manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1 l. n. 742/1969). In tal senso depone la lettera dell'art. 1 l. n. 742/1969 che si riferisce ai termini «relativi alle giurisdizioni ordinarie ed a quelle amministrative».

In tema di arbitrato irrituale, infine, la scadenza del termine per l'adozione del lodo, prevista al fine di evitare che le parti siano indefinitamente vincolate alla conclusione extragiudiziale della controversia, è essenziale ed estingue il mandato conferito agli arbitri, ma, per il carattere negoziale del rapporto, è possibile che le parti intendano concedere una proroga ed attribuiscano al suddetto termine un valore meramente orientativo, quale una raccomandazione agli arbitri di procedere con la sollecitudine richiesta dalla natura della lite. Ne consegue che la proroga del suddetto termine può essere concordata sia dai difensori muniti di procura speciale, comprensiva della facoltà di transigere e dei più ampi poteri, che necessariamente includono anche la possibilità di concedere un differimento del termine per l'emissione del lodo, che dai difensori privi di mandato speciale, ma in tal caso è necessario che le parti non abbiano negato il proprio consenso alla proroga medesima. Il relativo accertamento, risolvendosi nella ricostruzione della volontà delle parti, è rimesso all'apprezzamento del giudice del merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente e correttamente motivato (Cass. n. 24562/2011).

Bibliografia

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