Codice di Procedura Civile art. 590 bis - Assegnazione a favore di un terzo 1Assegnazione a favore di un terzo 1 [I]. Il creditore che e' rimasto assegnatario a favore di un terzo deve dichiarare in cancelleria, nei cinque giorni dalla pronuncia in udienza del provvedimento di assegnazione ovvero dalla comunicazione, il nome del terzo a favore del quale deve essere trasferito l'immobile, depositando la dichiarazione del terzo di volerne profittare. In mancanza, il trasferimento e' fatto a favore del creditore. In ogni caso, gli obblighi derivanti dalla presentazione dell'istanza di assegnazione a norma del presente articolo sono esclusivamente a carico del creditore.
[1] Articolo inserito dall'articolo 4, comma 1, lettera g) del d.l. 3 maggio 2016 n. 59, conv., con modif., in l. 30 giugno 2016, n. 119. A norma dell'art. 4, comma 6, d.l. n. 59, cit. la presente disposizione si applica alle istanze di assegnazione presentate, nei procedimenti di esecuzione forzata per espropriazione immobiliare, successivamente al decorso del termine di trenta giorni dalla data di entrata in vigore della l. n. 119, cit. InquadramentoLa norma è stata introdotta dal recentissimo d.l. 3 maggio 2016, n. 59, nella prospettiva di favorire, in un’ottica acceleratoria delle procedure esecutive immobiliari e di favor nei confronti degli istituti di credito ai fini del trasferimento dei beni a società di gestione patrimoniale, la definizione delle stesse con l’assegnazione dell’immobile non solo in favore del creditore, quanto, altresì, di un soggetto terzo indicato dallo stesso. La disciplina dettata dall’art. 590-bis trova applicazione, peraltro, per le istanze di assegnazione presentate, nei procedimenti di esecuzione forzata per espropriazione immobiliare, successivamente al decorso del termine di 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del d.l. n. 59/2016. Pertanto, poiché la legge di conversione è entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e, quindi, il 3 luglio 2016, l’art. 590-bis potrà operare per le istanze di assegnazione depositate a decorrere dal 2 agosto 2016. La disciplina dettata dall’art. 590-bis affinché si “perfezioni” l’assegnazione a favore del terzo è molto simile a quella prevista dall’art. 583 c.p.c. in tema di aggiudicazione per persona da nominare nella vendita con incanto nell’ambito della stessa espropriazione immobiliare. Formalità necessarie per l’assegnazione a favore del terzoLa disciplina dettata dalla disposizione in esame affinché si “perfezioni” l’assegnazione a favore del terzo è molto simile a quella prevista dall’art. 583 in tema di aggiudicazione per persona da nominare. Si prevede, in particolare, che i presupposti per l’assegnazione in favore del terzo siano i seguenti: a) entro cinque giorni dall'assegnazione (o dalla comunicazione del relativo provvedimento ove emesso fuori udienza) il creditore deve indicare il nominativo del terzo in favore del quale l’immobile deve essere trasferito; b) deve essere prodotta, inoltre, la dichiarazione del terzo di volerne profittare. Difatti la necessità del mandato nella fattispecie di cui all’art. 583 si correla alla circostanza che il delegato a presentare l’offerta di acquisto per persona da nominare deve essere un avvocato, mentre in questa ipotesi non avrebbe senso l’attribuzione di un mandato al creditore. Sul piano dogmatico, si riproporrà anche per l’istituto in esame, l’interrogativo in ordine all’inquadramento dello stesso nell’ambito della rappresentanza ovvero del contratto per persona da nominare, interrogativo “sciolto” in quest’ultima direzione dalla giurisprudenza di legittimità per quanto attiene all’aggiudicazione per persona da nominare (Cass. III, n. 5145/1981, in Foro it., 1982, n. 4, I, 1117, con nota di Trifone). Considerato che l’art. 590-bis non prevede un’indicazione preventiva nel senso che l’istanza è presentata in favore del terzo, potrà trovare a fortiori applicazione l’orientamento per il quale l’offerente, i.e. nel caso il creditore che ha presentato istanza di assegnazione, sino a quando non effettui una valida e tempestiva dichiarazione di nomina, è legittimato all'esercizio dei diritti processuali correlati all'offerta e pertanto può esperire le azioni a tutela degli stessi (Cass. I, n.1966/1994). Una volta avvenuta l’indicazione dell’effettivo assegnatario e depositata la dichiarazione di quest’ultimo di volerne profittare, invece, la legittimazione all’esercizio dei poteri processuali spetterà esclusivamente al terzo (cfr. Cass. n. 2085/1969, in Giust. Civ., 1969, I, 2072). Conseguenze dell’omessa electio amiciCome già nell’ambito dell’aggiudicazione per persona da nominare, si prevede che, qualora le indicate formalità non vengano rispettate da parte del creditore, l’aggiudicazione si perfezionerà in capo allo stesso. In sostanza, se nel termine di cinque giorni dall’aggiudicazione non viene indicato dal creditore il soggetto in favore della quale la stessa deve perfezionarsi ovvero, ad esempio, il terzo non dichiara di volerne profittare, il provvedimento di assegnazione non sarà invalido, perfezionandosi il trasferimento del bene al creditore che ha presentato l’istanza. Ratio della normaL’art.590-bis ha l’obiettivo quello di favorire il ceto creditorio nell’acquisizione di beni nell’ambito delle procedure esecutive immobiliari. La norma consente, infatti, agli istituti di credito di trasferire più agevolmente i beni oggetto delle procedure a società di gestione patrimoniale interne al proprio gruppo, mediante la definizione dell’esecuzione con l’assegnazione dell’immobile non solo in favore del creditore, quanto, altresì, di un soggetto terzo indicato dallo stesso. La riforma deve infatti inquadrarsi in un più ampio disegno normativo volto ad evitare che le procedure esecutive si procrastinino sine die per la sola insistenza dei creditori nel presentare l’istanza di vendita in quanto, come noto, l’art. 164-bis disp. att. introdotto dal d.l. 12 settembre 2014, n. 132, ha attribuito al giudice dell’esecuzione il potere di chiudere anticipatamente i procedimenti che non possano ragionevolmente soddisfare i diritti dei creditori rispetto al presumibile valore di realizzo dei beni. Peraltro, la disposizione trova generale applicazione a tutti i creditori sicché potrebbe prestarsi, in alcune ipotesi, ad operazioni in frode agli stessi creditori. Difatti, il creditore che abbia a propria volta creditori potrebbe essere interessato a richiedere l’assegnazione del bene facendolo tuttavia trasferire ad un terzo soggetto (ad esempio, un congiunto) onde sottrarlo alla propria garanzia patrimoniale. 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