Codice di Procedura Penale art. 78 - Formalità della costituzione di parte civile.Formalità della costituzione di parte civile. 1. La dichiarazione di costituzione di parte civile è depositata nella cancelleria del giudice che procede o presentata in udienza e deve contenere, a pena di inammissibilità: a) le generalità della persona fisica o la denominazione dell'associazione o dell'ente che si costituisce parte civile e le generalità del suo legale rappresentante; b) le generalità dell'imputato [60] nei cui confronti viene esercitata l'azione civile o le altre indicazioni personali che valgono a identificarlo; c) il nome e il cognome del difensore e l'indicazione della procura [100]; d) l'esposizione delle ragioni che giustificano la domanda agli effetti civili1; e) la sottoscrizione [110] del difensore. 1-bis. Il difensore cui sia stata conferita la procura speciale ai sensi dell'articolo 100, nonché la procura per la costituzione di parte civile a norma dell'articolo 122, se in questa non risulta la volontà contraria della parte interessata, può conferire al proprio sostituto, con atto scritto, il potere di sottoscrivere e depositare l'atto di costituzione2. 2. Se è presentata fuori udienza, la dichiarazione deve essere notificata [152], a cura della parte civile, alle altre parti e produce effetto per ciascuna di esse dal giorno nel quale è eseguita la notificazione. 3. Se la procura non è apposta in calce o a margine della dichiarazione di parte civile, ed è conferita nelle altre forme previste dall'articolo 100, commi 1 e 2, essa è depositata nella cancelleria o presentata in udienza unitamente alla dichiarazione di costituzione della parte civile 34.
[1] Le parole «agli effetti civili» sono state inserite dopo le parole «che giustificano la domanda» dall'art. 5, comma 1, lett. b), n. 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [2] Comma inserito dall'art. 5, comma 1, lett. b), n. 2), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [3] Comma così sostituito dall'art. 132l. 16 dicembre 1999, n. 479. [4] Per il procedimento davanti al giudice di pace, v. art. 23 d.lg. 28 agosto 2000, n. 274. InquadramentoLa norma in esame detta la disciplina relativa alla forma, e alle formalità che devono essere osservate nella redazione dell’atto di costituzione di parte civile; formalità la cui inosservanza determina un vizio dell’atto. Modalità di presentazioneSono previste due modalità attraverso le quali la costituenda parte civile può presentare l'atto di costituzione. La prima è il deposito nella cancelleria del giudice innanzi al quale pende la causa. La seconda è la presentazione in udienza. Nel primo caso, inoltre, il legislatore richiede che di detto deposito venga data effettiva conoscenza alle altre parti del processo. Per tale motivo il legislatore ha imposto l'obbligo di notifica dell'atto di costituzione depositato. I soggetti destinatari di tale notificazione sono tutte le altre parti private del processo. Si ritiene, infatti, che non sussista alcun obbligo di notificazione dell'atto di costituzione di parte civile depositato fuori udienza anche al P.M., in quanto la costituzione di parte civile realizza la inserzione nel processo penale di un rapporto civilistico per il risarcimento del danno e per le restituzioni, di cui sono parti il danneggiato, da un lato, e l'imputato ed il responsabile civile, dall'altro. Ne consegue che le altre parti, cui essa deve essere notificata, sono l'imputato ed eventualmente il responsabile civile — con esclusione del pubblico ministero, che è del tutto estraneo al suddetto rapporto (Cass. IV, n. 5270/1997). Analogamente, la notifica non deve essere effettuata neanche al difensore dell'imputato, posto che costui non rientra tra le “altre parti” richiamate dall'art. 78, comma 2 e che va bensì riferita esclusivamente al soggetto attivo e passivo dell'azione penale, nonché ai soggetti dell'eventuale azione civile proposta in sede penale (parte civile, responsabile civile, persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria) (Cass. IV, n. 3797/2014). A partire dalla data delle notifica derivano tutti gli effetti connessi alla costituzione, ovverosia l'instaurazione del contraddittorio civile nella sede penale. Secondo la giurisprudenza, però, si ritiene comunque legittimo che la persona offesa, prima della notifica, possa presentare una propria richiesta di ammissione dei testi mediante il deposito della relativa lista, in quanto tale richiesta è compresa nella facoltà di indicazione di elementi di prova di cui all'art. 90, con la conseguenza che la persona offesa dal reato, divenuta parte processuale a mezzo del deposito dell'atto di costituzione di parte civile, può certamente avvalersi del mezzo di prova già proposto, senza necessità di ripresentare la lista testimoniale già depositata in tempo utile rispetto a quello indicato dall'art. 468, comma 1 (Cass. IV, n. 4372/2011). Sempre con riferimento alla costituzione di parte civile effettuata ai sensi del secondo comma dell'art. 78 c.p.p., dalla notifica notifica – e quindi dall'instaurazione del contraddittorio civile in sede penale – discende un altro importante potere per la persona offesa, ovvero quello di richiedere il sequestro conservativo ex art. 316, comma 2 c.p.p. Tale richiesta potrà, infatti, essere presentata solo dopo aver notificato all'imputato l'atto di costituzione e ciò in quanto la parte civile potrà essere legittimata ad esercitare il ruolo dinamico nei confronti delle altre parti processuali, solo quando costoro vengano a conoscenza, attraverso la notificazione, della suddetta costituzione (Cass, II, n. 14164/2018). Per quanto attiene, invece, alla costituzione in udienza, la stessa può essere depositata dalla parte o dal difensore della persona offesa munito di procura speciale. Con riferimento a questo caso, recentemente la Suprema ha chiarito che nel caso in cui l'atto venga depositato dal difensore della persona offesa non legittimato, in quanto non abilitato o sospeso dall'esercizio della professione, ovvero cancellato dall'albo, se la parte non è presente personalmente non può considerarsi validamente perfezionato l'esercizio dell'azione civile in sede penale (Cass. V, n. 13432/2022). Di estrema rilevanza l'introduzione del comma 1-bis ad opera dell'art. 5 del d.lgs n.150 del 2022 (c.d. “riforma Cartabia”) il quale, coerentemente con la più recente giurisprudenza di legittimità, ha normativamente previsto il deposito della costituzione di parte civile da parte del sostituto processuale. In questo caso, il nuovo comma ha previsto dei margini più ampi rispetto a quelli dettati dalla giurisprudenza di legittimità (Cass. S.U, n. 12213/2018), specificando che la nomina a sostituto dovrà avvenire con atto scritto del difensore e che dalla procura rilasciata ai sensi dell'art. 100 nonché ai sensi dell'art. 122 per la costituzione di parte civile, non dovrà emergere la volontà contraria della parte. In difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella, in vigore dal 30/12/2022, si applicherà secondo il principio tempus regit actum. Contenuto dell'attoL’atto di costituzione deve contenere tutti i dati le analiticamente indicati dalla norma in esame. Generalità del soggetto che si costituisce parte civile La prima esigenza che deve essere garantita nell'atto di costituzione è quello della corretta e puntuale identificazione della persona che si intende costituire parte civile. Per tale motivo, la norma ha imposto l’indicazione delle sue complete generalità nell'atto. Nel caso in cui a costituirsi parte civile sia una persona fisica, le generalità richieste sono, ovviamente, quelle anagrafiche e devono essere riportate nella misura atta ad identificarlo. Nel caso di costituzione di un ente, devono essere riportate le generalità anagrafiche del legale rappresentante della società che si costituisce parte civile. Diversamente da quanto disposto per la parte, analoga richiesta non è imposta per il suo difensore, per il quale la norma in esame richiede, alla lett. c), semplicemente la indicazione del nome ed del cognome con l'indicazione della procura (Cass. I, n. 43723/2008). Ne consegue che non potrà essere ritenuta inammissibile l’atto di costituzione nel quale sia omessa l’indicazione delle generalità del difensore della parte civile. Generalità dell'imputato Alla pari di quanto previsto per il danneggiato, anche per l’imputato la legge ne richiede la puntuale identificazione. Nel caso dell’imputato è però consentita l’identificazione anche attraverso “altre indicazioni personali che valgano ad identificarlo”. In questo caso, quindi, si è privilegiato più del dato formale quello sostanziale della corretta identificazione, indipendentemente dalle modalità. In tale ottica, si è sostenuto che soddisfa il presupposto richiesto dalla norma anche il semplice richiamo alla generalità degli imputati di una specifica imputazione, poiché i destinatari dell'azione civile sono identificabili ex actis senza incertezze (Cass. II, n. 34147/2015). Causa petendi Rappresenta l’insieme delle ragioni che giustificano la domanda risarcitoria, funzionali all'individuazione della pretesa e del rapporto della stessa con il reato per il quale si procede. Tali ragioni devono necessariamente essere indicate nell'atto, ma, diversamente da quanto avviene in sede civile non è richiesta una analitica esposizione della ragioni che legittimino la domanda. Evidenti sono le ragioni della sostanziale differenza. E ciò in quanto, mentre in sede civile il rapporto processuale viene istituito esclusivamente attraverso la domanda giudiziale, il cui contenuto rappresenta pertanto l'unica fonte d'individuazione della pretesa, l'esperimento dell'azione civile nel processo penale si avvale della sua connessione necessaria con la fattispecie concreta descritta nell'imputazione; ragion per cui, fuori dai casi in cui la pretesa restitutoria e/o risarcitoria sia legata anche a fattori eccedenti i limiti della contestazione penale, è formalistico pretendere che venga giustificata con enunciazioni ulteriori rispetto a quella del legame eziologico che la collega al fatto-reato (Cass. II, n. 13815/1999). Per soddisfare il requisito imposto dalla norma non è richiesta, quindi, un'esposizione analitica della causa petendi, ben potendo essere soddisfatto anche col semplice richiamo al capo di imputazione (Cass. V, n. 12599/1998; Cass. V, n. 684/1999), almeno nei casi in cui il nesso fra il reato contestato e la pretesa risarcitoria sia immediato. Se detta condizione non si verifica, come nelle ipotesi di reato di pericolo o quando il danneggiato non si identifichi nella persona offesa, sarà necessaria una più approfondita analisi delle ragioni legittimanti la richiesta(Cass. V, n. 22034/2013). L'esposizione, peraltro, deve ritenersi limitata alla sola causa petendi e non si estende al petitum che deve ritenersi di per sé insito nella costituzione stessa, mentre la quantificazione dello stesso può avvenire in sede civile (Cass. II, n. 43405/2003). Sottoscrizione del difensore Altro requisito richiesto dalla norma attiene alla sottoscrizione del difensore dell'atto di costituzione. Si tratta di una firma diversa rispetto a quella richiesta per la procura speciale rilasciata al difensore stesso, in quanto tale atto svolge una funzione diversa. Tuttavia, la procura speciale al difensore della parte civile può anche essere apposta, a norma dell'art. 100, comma 2, in calce o a margine della dichiarazione di costituzione. Per tal motivi, la presenza in calce o a margine di tale atto della sottoscrizione della parte seguita da quella del procuratore può valere, tenuto conto delle circostanze concrete, a rendere esplicitala volontà della parte stessa di conferire a quel difensore la procura a compiere l'atto, mentre la sottoscrizione del procuratore può avere contemporaneamente la duplice finalità di autenticare la firma del cliente nonché la sottoscrizione dell'atto in sé (Cass. I, n. 24018/2002). Per cui, la sottoscrizione apposta dal difensore in calce alla dichiarazione di costituzione di parte civile, di seguito alla sottoscrizione della parte, pur se in funzione di attestazione dell'autenticità di quest'ultima, vale ad escludere l'inammissibilità della dichiarazione stessa, prevista dall'art. 78, comma 1, lett. e) (Cass. V, n. 273/1993; Cass. n. 23013/2009). InammissibilitàL’omissione di una delle prescrizioni o la sua erroneità determina l’inammissibilità dell’atto di costituzione, che deve essere dichiarata con ordinanza inoppugnabile ed immodificabile. Non è infatti possibile una revoca da parte del medesimo giudice fuori udienza, senza contraddittorio, al di fuori di ogni garanzia processuale e quindi in contrasto anche con i principi generali del processo penale. La non impugnabilità delle ordinanze relative all'ammissione della costituzione di parte civile è stata oggetto di attento esame da parte della Corte di Cassazione. In linea col più recente indirizzo giurisprudenziale, può fondatamente sostenersi che la vigente disciplina dell'art. 586, comma 1, individui direttamente il tipo dei provvedimenti impugnabili unitamente all'impugnazione contro la sentenza di merito: tutte «le ordinanze emesse nel corso degli atti preliminari ovvero nel dibattimento», per le quali non sia altrimenti ammesso un mezzo di gravame immediato «indipendentemente dall'impugnazione contro la sentenza» (ad esempio: l'ordinanza di sospensione del dibattimento ex art. 479, comma 2 e quelle in materia di libertà personale ex art. 586, comma 3). Ne consegue pertanto, che in mancanza di uno specifica previsione, l'ordinanza avente ad oggetto l'ammissione della costituzione di parte civile non possa che essere impugnata congiuntamente alla sentenza. Al contrario è consentito, con la sentenza di merito soggetta a sua volta agli ordinari mezzi di gravame, il controllo da parte del giudice dei presupposti di legittimità formale e sostanziale per l'esercizio dell'azione civile nel processo penale — sia la legitimatio ad causam, sia la legitimatio ad processum, sia l'osservanza delle formalità e dei termini prescritti dalla legge a pena d'inammissibilità — e per il conseguente riconoscimento del «diritto» della parte civile al risarcimento del danno (Cass. IV, n. 6633/2009). CasisticaIn assenza dell'avvenuta costituzione di parte civile, da cui derivano gli effetti per il danneggiato, deve ritenersi che non spetti allo stesso il diritto di avviso di fissazione dell'udienza preliminare alla quale non ha diritto a parteciparvi. Di conseguenza è anche inammissibile il ricorso per cassazione avverso il provvedimento del giudice dell'udienza preliminare che non abbia consentito la partecipazione del danneggiato all'udienza preliminare al dichiarato fine di costituirsi parte civile. Ciò non avrebbe impedito il tempestivo deposito dell'atto di costituzione nella Cancelleria del giudice procedente né preclude, naturalmente, la possibilità per il danneggiato di costituirsi parte civile anche dopo l'udienza preliminare e fino a che non siano compiute le formalità di apertura del dibattimento (Cass. III, ord. n. 21439/2005); la mancanza nell'atto di costituzione di parte civile della sottoscrizione costituisce ipotesi di inammissibilità della costituzione ed impone, se eccepita nei termini di legge (durante la trattazione delle questioni preliminari) deve essere dichiarata dal giudice, dovendosi escludere che possa trattarsi di mera irregolarità che possa essere tempestivamente sanata con la sottoscrizione dell'atto di costituzione da parte del difensore subito dopo che la questione sia stata dedotta (Cass. IV, n. 11357/1993); l'inammissibilità della parte civile dichiarata dal giudice non comporta l'inutilizzabilità di una consulenza tecnica richiesta dalla stessa parte civile in quanto le fonti di prova, una volta introdotte nel processo, vivono di vita propria e la loro inutilizzabilità può conseguire solo dall'inosservanza dei divieti all'ammissione di determinate prove o delle regole previste per l'acquisizione della prova (Cass. IV, n. 11357/1993); la sottoscrizione del difensore in calce all'atto di costituzione di parte civile, richiesta a pena d'inammissibilità dall'art. 78 lett. e), può ritenersi supplita dalla trascrizione apposta dal medesimo difensore al fine di autenticare la firma della stessa parte in calce all'atto della sua costituzione, quando quest'ultima abbia in precedenza rilasciato al medesimo difensore la procura speciale per la costituzione di parte civile (Cass. IV, n. 388/1993); - è inammissibile la costituzione di parte civile nei confronti di imputati non compiutamente identificati. Tale è l'indicazione riferimento solo generico ad uno degli imputati nei cui confronti viene esercitata l'azione civile (Cass. IV, n. 6225/2009). BibliografiaConso-Illuminati, Commentario breve al Codice di procedura penale, Padova, 2015; Cudemo, E' ammissibile il deposito della lista testi da parte della persona offesa, in Dir. pen e proc. 2011, 1471; Potetti, Modifica dell'imputazione e costituzione di parte civile, in Cass. pen. 1996, 2483. |