Codice di Procedura Penale art. 80 - Richiesta di esclusione della parte civile.Richiesta di esclusione della parte civile. 1. Il pubblico ministero, l'imputato e il responsabile civile possono proporre richiesta motivata di esclusione della parte civile. 2. Nel caso di costituzione di parte civile per l'udienza preliminare [416 s.], la richiesta è proposta, a pena di decadenza [173], non oltre il momento degli accertamenti relativi alla costituzione delle parti nella udienza preliminare [420] o nel dibattimento [484, 491]. 3. Se la costituzione avviene nel corso degli atti preliminari al dibattimento [465-469] o introduttivi dello stesso [478-495], la richiesta è proposta oralmente a norma dell'articolo 491, comma 1. 4. Sulla richiesta il giudice decide senza ritardo con ordinanza. 5. L'esclusione della parte civile ordinata nell'udienza preliminare [416 s.] non impedisce una successiva costituzione fino a che non siano compiuti gli adempimenti previsti dall'articolo 484. InquadramentoL'art. 80 esamina le problematiche che sorgono in tema di regolarità di costituzione ed ammissione della parte civile nel processo. Soggetti legittimatiI profili di natura soggettiva si collegano, in primo luogo, ai soggetti legittimati a sollevare le questioni relative alla presenza della parte civile nel processo penale. Questi sono , i il Pubblico Ministero, l’imputato e il responsabile civile. L'elencazione fatta dal legislatore deve ritenersi tassativa, pertanto non vi sono altri soggetti legittimati a poter chiedere l'esclusione della parte civile. Ne consegue che non può ritenersi che il civilmente obbligato per la pena pecuniaria (art. 89), possa reclamare l'esclusione della parte civile. FormalitàL’esclusione della parte civile va proposta con richiesta motivata. Il contenuto può avere ad oggetto la contestazione sia della legittimazione sostanziale che di quella processuale, ovvero i profili formali (art. 78) e la tempestività dell’atto di costituzione. La richiesta può essere presentata in forma scritta o orale. Nel caso in cui sia proposta a seguito di costituzione avvenuta direttamente nella fase degli atti preliminari al dibattimento, la richiesta dovrà necessariamente essere formulata oralmente. Sicché deve ritenersi che, qualora una persona giuridica sia costituita parte civile a mezzo di procuratore speciale, al quale la procura sia stata conferita da soggetto che abbia agito nella dichiarata qualità di organo istituzionalmente investito, per legge o per statuto, del necessario potere di rappresentanza, spetti a chi contesti l'esistenza di tale potere di fornire la prova del suo assunto (Cass. I, n. 11925/2003). TermineI termini di presentazione della richiesta sono perentori. Questa, infatti, non può essere presentata oltre il momento degli accertamenti relativi alla costituzione delle parti nell'udienza preliminare (art. 420) e nel dibattimento (art. 484). Il rigore col quale il legislatore ha inteso circoscrivere l'ambito entro il quale possono essere proposte le questioni dalle parti, lo ha indotto a precisare che, diversamente da quanto previsto per la costituzione di parte civile, le questioni attinenti l'esclusione della parte civile possono essere precluse se non prospettate subito dopo aver compiuto per la prima volta l'accertamento della costituzione delle parti e sono decise immediatamente (art. 491, comma 1). Di talché l'eventuale rinnovazione, anche ex novo, del giudizio non consentirà al soggetto interessato di poter richiedere l'esclusione della parte civile. Viceversa, la tempestiva costituzione di parte civile, che non abbia dato luogo ad opposizione «in limine» e che sia stata mantenuta nel giudizio di primo grado, impedisce la successiva proposizione di questioni relative alla legitimatio ad processum, che non siano state dedotte nei termini, rendendo — conseguentemente — stabile il rapporto civilistico instauratosi tra le parti (Cass. V, n. 2911/1998). DecisioneSulla richiesta di esclusione della costituita parte civile il giudice deve provvedere immediatamente, in limine litis, pronunciando ordinanza con la quale accoglie la doglianza della parte istante e, per l'effetto, esclude la parte civile, ovvero rigetta l'istanza, confermando implicitamente la regolarità della avvenuta costituzione della parte civile. In tale fase il sindacato del giudice sarà limitato, al di là dell'accertamento dei presupposti formali della costituzione, alla verifica della sola legitimatio ad causam e non anche la persistenza di un danno tuttora risarcibile, la cui valutazione attiene al merito dell'azione risarcitoria e non alla legittimazione a stare in giudizio (Cass. IV, n. 40288/2007). L'ordinanza con la quale il giudice, nel provvedere sulla richiesta di esclusione della parte civile, ne disponga l'esclusione, deve ritenersi inoppugnabile mentre l'ordinanza di inammissibilità o di rigetto della richiesta di esclusione, va ritenuta impugnabile unitamente alla sentenza e ciò sia per i profili formali sia per quelli sostanziali. Va, in ogni caso rilevato che l'esclusione della parte civile non esclude la possibilità di una reiterazione dell'atto di costituzione, qualora non si determini una causa di decadenza, ossia sino a quando non sia stata controllata la regolarità della citazione delle parti. Il provvedimento di esclusione, peraltro, non incide neanche sul diritto sostanziale della parte ad ottenere il risarcimento dei danni, in quanto preclude solo l'esperibilità della relativa azione in sede penale (Cass. S.U., n. 12/1999), e ciò anche nel caso in cui il giudice neghi l'esistenza di un rapporto di causalità diretta tra il danno ed i fatti di cui all'imputazione. Tale giudizio, seppure risultasse errato, non può certamente attribuire all'ordinanza i caratteri del provvedimento abnorme, rientrando nel potere-dovere del giudice valutare l'ammissibilità della costituzione di parte civile, alla quale si erano opposte le difese degli imputati. Né può ritenersi abnorme l'ordinanza con cui il giudice escluda la costituzione della parte civile per la mancanza di un rapporto di causalità diretta tra il danno ed i fatti di cui all'imputazione, in quanto rientra nel potere-dovere del giudice valutare l'ammissibilità della costituzione di parte civile (Cass. III, n. 4364/2012). BibliografiaCarlotti, Difesa personale ed impugnabilità delle ordinanze in materia di esercizio dell'azione civile nel processo penale, in Nuovo dir. 1998, 125; Chiliberti, Azione civile e nuovo processo penale, Milano, 2006; Lualdi, Un'altra sentenza delle sezioni unite sulle formalità di costituzione della parte civile, in Arch. n. proc. pen. 1999, 614; Svariati, Impugnabilità delle ordinanze di ammissione o esclusione della parte civile, in Cass. pen. 1997, 487; Tonini, Manuale di procedura penale, Milano, 2011; Varraso, Vademecum delle Sezioni Unite in materia di azione civile da reato nel processo penale, in Giust. pen. 2000, 489. |