Codice di Procedura Penale art. 81 - Esclusione di ufficio della parte civile.Esclusione di ufficio della parte civile. 1. Fino a che non sia dichiarato aperto il dibattimento di primo grado [492], il giudice, qualora accerti che non esistono i requisiti per la costituzione di parte civile, ne dispone l'esclusione di ufficio, con ordinanza [444 2]. 2. Il giudice provvede a norma del comma 1 anche quando la richiesta di esclusione è stata rigettata nella udienza preliminare [420]. InquadramentoLa successiva rilevazione della assenza dei presupposti necessari dell’avvenuta costituzione di parte civile determina l’esclusione della stessa dal processo. IntroduzioneIn applicazione dei principi civilistici che dominano l'azione civile nel processo penale, gli effetti della costituzione conseguono all'atto posto in essere dalla parte, senza che a ciò occorra alcun provvedimento del giudice. Tuttavia, se gli effetti del deposito dell'atto di costituzione ovvero della notifica eseguita dal danneggiato conseguono direttamente dalla legge, al giudice è attribuito il potere di verificare la sussistenza dei presupposti per la costituzione e, se ne è priva, disporre l’esclusione della parte civile dal processo. PresuppostiNella fase preliminare, il controllo svolto dal giudice in ordine alla sussistenza dei presupposti della legittimità dell’atto di costituzione è limitata alla prospettazione fattane dalla parte nell'atto di costituzione, in quanto la decisione sul merito avviene con la decisione finale. In tale ottica, il potere riconosciutogli non è condizionato da alcuna istanza di parte e riguarda tutte le condizioni per la regolarità della costituzione ossia il petitum, la causa petendi, il nesso causale con il fatto-reato contestato all'imputato e, soprattutto, il controllo formale avente ad oggetto la sussistenza di tutti gli elementi richiesti dalla legge— a pena di inammissibilità. Non può costituire, pertanto, provvedimento abnorme quello con il quale il giudice escluda la parte civile non ritenendo sussistente un rapporto di causalità diretta tra il danno ed i fatti di cui all'imputazione, rientrando nel potere-dovere del giudice valutare l'ammissibilità della costituzione di parte civile (Cass. III, n. 4364/2012). TermineLa legge prevede un termine finale per l’esercizio del potere di esclusione della parte civile da parte del giudice, fissato nell'apertura del il dibattimento. Lo sbarramento normativo per il giudice, pertanto, è posticipato rispetto a quanto stabilito per la parte privata dall'art. 80. Tuttavia, va evidenziato che quest'ultima può riproporre la richiesta di esclusione entro il termine previsto dall'art. 81, comma 1, ma nei limiti in cui non si sia verificata la decadenza prevista dal precedente art. 80, comma 2. Va da sé che il potere del giudice può essere legittimamente sollecitato dalla parte fino all'apertura del dibattimento in caso di giudizio ordinario solo se sia stata precedentemente sollevata la questione in sede di udienza preliminare e la stessa sia stata rigettata. In ogni caso, quando la legittimazione della parte civile appaia dubbia — e solo all'esito del dibattimento emergano elementi sufficienti per la decisione sul punto — il giudice dovrà differirla fino al momento della pronuncia della sentenza (cfr. relazione al progetto preliminare del 1978 p. 109). In conclusione, può ritenersi che la parte civile, come detto, può essere esclusa con ordinanza solo prima della dichiarazione di apertura del dibattimento. L'eventuale inammissibilità della domanda proposta dalla parte civile può essere dichiarata anche con la sentenza che definisce il giudizio, perché il termine posto dall'art. 81 — che attiene solo al provvedimento ordinatorio di esclusione — non preclude alcuna delle possibili pronunce sull'azione civile (Cass. V, n. 14575/2005). OrdinanzaIl giudice provvede con ordinanza sulla richiesta di esclusione della parte civile sollecitata dalle altre parti ovvero nell'esercizio del proprio potere. L'atto, in applicazione della regola generale, deve essere motivato. Il regime di impugnazione di detto provvedimento è il medesimo previsto nel caso di pronuncia su sollecitazione della parte (art. 80). Ne consegue che l'ordinanza dibattimentale di esclusione della parte civile è sempre e definitivamente inoppugnabile (Cass. S.U., n. 12/1999), anche perché il soggetto escluso non ha la qualità di parte e quindi non è legittimato all'impugnazione (Cass. VI, n. 8942/2011). L'ordinanza è tuttavia suscettibile di ricorso per cassazione ove affetta da abnormità, in quanto caratterizzata da un contenuto di tale assoluta singolarità da porsi in posizione «extra-vagante» rispetto al sistema ordinamentale ed al diritto positivo (Cass. III, n. 39321/2009). BibliografiaConso - Illuminati, Commentario breve al codice di procedura penale, Padova, 2015; Giarda - Spangher, Codice di procedura penale, Milano, 2007. |