Codice di Procedura Penale art. 82 - Revoca della costituzione di parte civile.

Irma Conti

Revoca della costituzione di parte civile.

1. La costituzione di parte civile [76, 78] può essere revocata in ogni stato e grado del procedimento con dichiarazione fatta personalmente dalla parte o da un suo procuratore speciale [122] in udienza ovvero con atto scritto depositato nella cancelleria del giudice e notificato alle altre parti.

2. La costituzione si intende revocata [23 2 att.] se la parte civile non presenta le conclusioni a norma dell'articolo 523 ovvero se promuove l'azione davanti al giudice civile [75 3].

3. Avvenuta la revoca della costituzione a norma dei commi 1 e 2, il giudice penale non può conoscere delle spese e dei danni che l'intervento della parte civile ha cagionato all'imputato e al responsabile civile. L'azione relativa può essere proposta davanti al giudice civile.

4. La revoca non preclude il successivo esercizio dell'azione in sede civile.

Inquadramento

In attuazione del principio per il quale l’azione civile nel processo penale risulta sempre regolata dai principi e norme proprie dell’ordinamento civile,  la costituzione di parte civile, trattandosi di un diritto disponibile del danneggiato, può essere sempre revocata. In linea generale, la disciplina si caratterizza per l’introduzione di una deroga al principio per cui electa via, in attuazione del principio generale di favorire l’azione civile nella sua sede naturale e librare il processo penale da questioni ad esso estranee.

Introduzione

Il legislatore dell'88 ha previsto la possibilità di una revoca espressa e di una revoca implicita che, tuttavia, non ricorre nei casi della mancata comparizione della parte civile al dibattimento e dell'omessa presentazione delle conclusioni nell'udienza preliminare.

Revoca espressa

È costituita da una dichiarazione che la parte civile — personalmente o attraverso il suo procuratore speciale — deve portare a conoscenza delle altre parti con le medesime formalità previste per la costituzione. Di talché, la parte dovrà provvedere o a depositare la dichiarazione direttamente in udienza ovvero effettuarne il deposito nella cancelleria del giudice — anche se, in tal caso, la parte stessa dovrà provvedere alla notifica alle altre parti (da identificarsi come le stesse alle quali deve essere eseguita la notifica dell’atto di costituzione ossia l’imputato), ossia l’imputato ed eventualmente il responsabile civile.

Come per l'atto di costituzione, si ritiene che l'atto di rinuncia non debba essere notificato anche al pubblico ministero, il quale è del tutto estraneo al rapporto civilistico sottostante l'esercizio dell'azione penale (Cass. IV, n. 5270/1997). Analogamente, la notifica non deve essere effettuata neanche al difensore dell'imputato. Trattandosi di atto unilaterale recettizio, la revoca di costituzione produce i suoi effetti nel momento in cui giunge a conoscenza delle parti; di talché, deve ritenersi che in caso di deposito nella cancelleria del giudice gli effetti dell'atto di rinuncia si produrranno solo dal momento della notifica.

Revoca tacita

Le ipotesi in cui la revoca può essere desunta da comportamenti posti in essere dalla parte sono state tassativamente indicate dalla legge. Ed invero, la norma di cui all'art. 82, comma 2, è una norma di carattere eccezionale e non può essere applicata per analogia ad una fattispecie diversa da quella prevista. Pertanto può aversi la revoca tacita della costituzione solo in presenza della mancata presentazione delle conclusioni all'esito della discussione nel corso del giudizio di primo grado ed in caso di promovimento della medesima azione innanzi al giudice civile.

Mancata presentazione delle conclusioni a norma dell'art. 523

Ai sensi dell'art. 82, comma 2, la costituzione della parte civile nel processo penale deve intendersi revocata se la parte civile non presenta le conclusioni in sede di discussione, per iscritto e con la determinazione dell'ammontare dei danni di cui si chiede il risarcimento, giusto il disposto dell'art. 523, comma 2.

In altri termini, trattandosi di pretesa civilistica, di revoca si può parlare solo se la parte civile non precisi in alcun modo le sue conclusioni nella fase della discussione e manchi alcuna traccia scritta dei termini delle sue conclusioni. Ancorché vi sia stato il precedente deposito delle conclusioni in forma scritta, si deve comunque «ritenere essenziale che la parte civile confermi le proprie richieste all'esito dell'istruzione dibattimentale» (Cass., III, n. 6249/2010). Di conseguenza, costituisce revoca implicita della costituzione di parte civile il fatto che le conclusioni orali di quest'ultima non richiamino quelle scritte, già depositate in precedenza ed idonee ad assicurare al processo una stabile documentazione delle richieste del danneggiato (Cass., V, n. 6111/2006), ma si limitino a chiedere genericamente al giudice che procede, «la condanna degli imputati come richiesto dal pubblico ministero»(Cass. V, n. 6641/2014). Viceversa non si configura la revoca tacita della costituzione di parte civile per mancata presentazione delle conclusioni allorché la parte si richiami alle conclusioni presentate all'atto della costituzione oppure siano verbalizzate le richieste relative al risarcimento del danno, alla concessione di provvisionale o alla rifusione delle spese (Cass. V, n. n. 42715/2012).

In applicazione del principio della c.d. immanenza della costituzione della parte civile, si esclude che possa essere qualificata come revoca tacita o presunta della costituzione di parte civile la mancata comparizione della stessa nel corso della fase finale del giudizio, salvo che la medesima assenza, come detto, non si traduca nella mancata presentazione delle conclusioni. Pertanto non costituisce una manifestazione tacita o presunta di revoca la mancata partecipazione della parte civile ad una mera udienza interlocutoria ovvero la mancata presentazione delle conclusioni, laddove queste siano state rassegnate in una precedente fase o in un precedente grado del giudizio (Cass. VI, n. 44906/2013). Di talché, il giudice è tenuto a pronunciarsi sull'azione civile in sede di legittimità se la parte civile non è comparsa, ma aveva rassegnato le sue conclusioni nei gradi precedenti (Cass. V, n. 35096/2010); nel giudizio di secondo grado se la parte civile, benché assente, aveva formulato le sue conclusioni nel giudizio di primo grado (Cass. II, n. 24063/2008); nel giudizio di rinvio, a seguito di annullamento della pronuncia di appello, se la parte civile aveva presentato le sue conclusioni sempre nel giudizio di prime cure (Cass. VI, n. 48397/2008); ed anche se non compare nella discussione finale nel corso del giudizio abbreviato, se la parte civile aveva accettato tale rito speciale ed aveva già formulato le sue conclusioni in precedenza in forma scritta (Cass. III, n. 6249/2011). Si ritiene, ancora, che in applicazione del principio della cd. immanenza non costituisce una ipotesi di revoca tacita la conclusione orale del patrono di parte civile. In tal caso, si potrebbe, al più, ravvisare una mera irregolarità, ma non un'ipotesi di revoca tacita della costituzione di parte civile — la quale è dall'art. 82 ricondotta a un comportamento omissivo equiparato a una manifestazione di volontà di revoca —; volontà che non può ricondursi a un diverso comportamento della parte civile, costituente chiara espressione della sua volontà di insistere nella costituzione (Cass. I, n. 12550/2015).

Impossibilità di configurazione di tacita esclusione nell'udienza preliminare

Implicitamente ma formalmente va esclusa la possibilità di configurare un' ipotesi di revoca tacita della costituzione di parte civile il mancato deposito delle conclusioni in forma scritta nel corso dell'udienza preliminare. 

Proposizione dell'azione davanti al giudice civile

Altra ipotesi di revoca tacita espressamente prevista è quella della proposizione dell'azione civile dopo l'avvenuta costituzione di parte civile. Nulla vieta al danneggiato di poter operare in tal senso anche se il processo civile rimarrà sospeso sino alla pronuncia della sentenza penale non più soggetta ad impugnazione (art. 75, comma 3).

L'effetto preclusivo, peraltro, si verifica solo quando sussiste coincidenza fra le due domande ed è finalizzata ad escludere la duplicazione dei giudizi (Cass. II, n. 62/2009). Ne consegue che la costituzione di parte civile non si intende tacitamente revocata se la parte propone davanti al giudice civile la domanda per la quantificazione del risarcimento del danno dopo aver ottenuto in sede penale l'affermazione del diritto ad ottenerlo, ancorché la relativa decisione non sia passata in giudicato in quanto in tale ipotesi non si registra un doppio esercizio della stessa azione, bensì l'esercizio di una azione autonoma fondata sulla prima (Cass. IV, n. 43374/2007).

In ogni caso l'azione proposta dinanzi al giudice civile deve riguardare le restituzioni ed il risarcimento del danno, come indicati dall'art. 74 e, pertanto, l'attore deve chiedere anche la declaratoria di responsabilità del convenuto, e non limitarsi a domandare la quantificazione del danno ovvero ad esercitare azioni di garanzia del credito di natura risarcitoria (Cass. IV, n. 47069/2016).

Morte della costituita parte civile

Alla morte della persona costituita parte civile non conseguono gli effetti della revoca tacita né quelli interruttivi del rapporto processuale previsti dall'art. 300 c.p.c. in quanto la costituzione resta valida ex tunc e gli eredi del defunto titolare del diritto possono intervenire nel processo senza effettuare una nuova costituzione ma semplicemente spendendo e dimostrando la loro qualità ereditaria (Cass. IV, n. 460/1998). Né possono integrare comportamento equivalente a revoca tacita o presunta tale la mancata comparizione in appello e il mancato deposito di conclusioni del difensore che si limiti a depositare solo il certificato di morte della parte civile. L’art. 82, comma 2, infatti, limita i casi di revoca presunta o tacita della costituzione di parte civile alle sole ipotesi di omessa presentazione delle conclusioni nel corso della discussione in fase di dibattimento di primo grado (Cass. V, n. 15308/2009).

Bibliografia

Canzio - Tranchina, Codice di procedura penale, Milano, 2012; Chiliberti, Azione civile e nuovo processo penale, Milano, 2006; Conso - Illuminati, Commentario breve al codice di procedura penale, Padova, 2015; Squarcia, La revoca tacita della costituzione di parte civile si applica anche in appello, in Cass. pen. 1998, 2155.

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