Codice di Procedura Penale art. 87 - Esclusione di ufficio del responsabile civile.Esclusione di ufficio del responsabile civile. 1. Fino a che non sia dichiarato aperto il dibattimento di primo grado [492], il giudice, qualora accerti che non esistono i requisiti per la citazione o per l'intervento del responsabile civile, ne dispone l'esclusione di ufficio, con ordinanza. 2. Il giudice provvede a norma del comma 1 anche quando la richiesta di esclusione è stata rigettata nella udienza preliminare. 3. L'esclusione è disposta senza ritardo, anche di ufficio, quando il giudice accoglie la richiesta di giudizio abbreviato [440]. InquadramentoIl potere di esclusione della parte civile è stato attribuito in via del tutto autonoma ed indipendente anche al giudice il quale può esercitarlo nel superiore interesse del buon andamento del processo. Limiti dell'esercizio del potere di esclusioneIl riconoscimento del potere di esclusione della parte civile al giudice che procede va sempre esercitato per il perseguimento di ragioni di pubblico interesse. Il suo esercizio non costituisce un obbligo per cui, anche in caso di omissione, non si determina alcuna conseguenza. Limiti temporali La dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, costituito dall'esaurirsi della fase prevista dall'art. 420, segna il limite di esercizio del potere proprio del giudice. Non è, pertanto, consentita l'estromissione della detta parte nel giudizio di appello, dovendo in questa sede il giudice pronunziarsi sulla fondatezza della domanda in tutti i suoi aspetti, con l'unica eccezione di poter rimettere al giudice civile la determinazione quantitativa del danno (Cass. IV, n. 810/1971). Limiti del contenuto Il limite temporale, a ben vedere, implicitamente circoscrive le ragioni che possono legittimare il giudice all'esclusione del responsabile civile. Prima della apertura dibattimentale, nella fase preliminare, infatti, le conoscenze del giudice non hanno ad oggetto il merito; di talché, deve necessariamente ritenersi che anche il suo potere di esclusione possa essere esercitato solo in riferimento ad aspetti formali — tra cui va anche compresa la mancanza di legittimatio ad causam, nella misura in cui la stessa emerga dalla prospettazione fatta dalla stessa parte, in assenza, quindi, di qualsiasi forma di accertamento di merito. CasisticaÈ legittima l'esclusione della compagnia assicurativa per mancanza di legittimatio ad causam, nel caso in cui l'incidente si sia verificato dopo la scadenza del termine per il pagamento e del conseguente periodo di sospensione, a nulla rilevando l'avvenuto versamento della somma lo stesso giorno dell'incidente. Ciò in quanto, l'effetto sospensivo dell'assicurazione per l'ipotesi di pagamento effettuato dopo il quindicesimo giorno dalla scadenza della rata precedente cessa a partire dalle ore 24,00 della data del pagamento, e non comporta l'immediata riattivazione del rapporto assicurativo dal momento in cui è stato effettuato, trovando applicazione analogica la disposizione dell'art. 1901, comma 1, c.c. (Cass. III, n. 13545/2006); il danneggiato, in assenza sia del presupposto oggettivo-sostanziale (obbligo del risarcimento ex lege) sia del presupposto soggettivo-processuale (destinatario del diritto all'indennizzo), non ha titolo diretto per l'azione civile nei confronti della società di assicurazione, di cui è pertanto legittima l'estromissione dal giudizio (Cass. IV, n. 4940/1997). Esclusione responsabile civile e giudizio abbreviatoLa celebrazione del processo con rito abbreviato è incompatibile con la presenza del responsabile civile, che va escluso anche d'ufficio, come espressamente stabilito dall'art. 87, comma 3, senza che a ciò sia d'ostacolo neppure l'avvenuta attiva partecipazione al processo da parte dello stesso responsabile civile, che non equivale ad acquiescenza (cfr. Cass. III, n. 5868/2011). Inoltre, l'estromissione del responsabile civile nel giudizio abbreviato consegue direttamente all'accoglimento della richiesta di instaurazione del rito alternativo, anche in assenza di un apposito provvedimento dichiarativo ad opera del giudice (Cass. V, n. 37370/2011). Su tale norma è anche ripetutamente intervenuta la Consulta la quale ha sempre confermato la legittimità costituzionale della disposizione, e ciò anche dopo l’entrata in vigore dalla l. n. 479/1999 che ha previsto la soppressione del requisito del consenso del pubblico ministero ed la possibilità di integrazioni del materiale probatorio utilizzabile ai fini della decisione, tanto su istanza dell’imputato (art. 438, comma 5), quanto per iniziativa officiosa del giudice (art. 441, comma 5). Ed invero, ha sostenuto la Corte, le modifiche legislative introdotte dalla legge citata, diversamente da quanto ritenuto dal giudice a quo, non hanno intaccato ma, viceversa, rafforzato le finalità dell’istituto del giudizio abbreviato, caratterizzato dal perseguimento di una finalità di celerità che legittima l’esclusione del responsabile civile il cui interesse, rimarca la Corte, non risulta minimamente leso stante la possibilità di farlo valere nelle opportuni sedi (C. cost. n. 216/2016). BibliografiaChiliberti, Azione civile e nuovo processo penale, Milano, 2006; De Caro, voce Responsabile civile, in Dig. d. pen., XII, 1997; Tonini, Manuale di procedura penale, Milano, 2011. |