Codice di Procedura Penale art. 93 - Intervento degli enti o delle associazioni.Intervento degli enti o delle associazioni. 1. Per l'esercizio dei diritti e delle facoltà previsti dall'articolo 91 l'ente o l'associazione presenta all'autorità procedente un atto di intervento che contiene a pena di inammissibilità: a) le indicazioni relative alla denominazione dell'ente o dell'associazione, alla sede, alle disposizioni che riconoscono le finalità di tutela degli interessi lesi, alle generalità del legale rappresentante; b) l'indicazione del procedimento; c) il nome e il cognome del difensore e l'indicazione della procura [100, 101]; d) l'esposizione sommaria delle ragioni che giustificano l'intervento; e) la sottoscrizione [110] del difensore. 2. Unitamente all'atto di intervento sono presentate la dichiarazione di consenso della persona offesa [92] e la procura al difensore se questa è stata conferita nelle forme previste dall'articolo 100, comma 1. 3. Se è presentato fuori udienza, l'atto di intervento deve essere notificato [152] alle parti e produce effetto dal giorno dell'ultima notificazione. 4. L'intervento produce i suoi effetti in ogni stato e grado del procedimento. InquadramentoLa norma in esame disciplina le concrete modalità di esercizio dei diritti e delle facoltà attribuite agli enti esponenziali prevedendo le forme dell’intervento davanti all'autorità giudiziaria che procede (pubblico ministero o giudice) e richiedendo, nel caso di intervento avvenuto fuori udienza, che il relativo atto sia notificato alle parti. L'atto di interventoAi sensi dell’art. 93, infatti, l’intervento dell’ente è condizionato al deposito un atto il cui contenuto è costruito sulla falsa riga di quello previsto per la costituzione della parte civile. Il legislatore ha, infatti, previsto la necessaria presenza di determinati requisiti, la cui assenza comporta l'inammissibilità dell'intervento. Tali requisiti, invero, attengono in primo luogo all'identificazione dell'ente interventore. Deve essere indicata non solo la denominazione, ma anche la sede; e, soprattutto, dovranno essere specificate le disposizioni che riconoscono le finalità di tutela degli interessi lesi, oltre alle generalità del rappresentante dell'ente stesso. Come per la parte civile, anche in questo caso è prevista una rappresentanza necessaria per cui l'ente deve necessariamente preventivamente nominare un difensore — il cui nominativo deve essere riportato nell'atto unitamente all'indicazione della procura. Quanto a quest'ultima prescrizione, va precisato che si tratta di un onere imposto nel caso in cui la procura stessa sia rilasciata ai sensi del dettato dell'art. 100 comma 1; mentre non rileva nel caso di procura rilasciata a margine in quanto già facente parte dell'atto. In ogni caso, sarà necessaria la sottoscrizione del difensore. L'atto di intervento va proposto all'autorità procedente. Nella fase delle indagini preliminari, mancando un'autorità procedente, l'atto andrà depositato nella segreteria del P.M. In ordine al contenuto, inoltre, la legge prescrive che debbano essere enunciate le ragioni per le quali si intende intervenire. Si tratta di mere precisazioni che non possono esplicitare né petitum né causa petendi; ciò in quanto il ruolo di accusatore sussidiario non gli attribuisce un diritto di chiedere l'applicazione della legge penale, compito primario che spetta al P.M. (Amodio, in Amodio-Dominioni, 562). Nel caso in cui il contenuto dell'atto contenga anche domande, le stesse devono intendersi come non apposte, non essendo idonee ad inficiare la validità dell'atto. L'art. 93, comma 2, richiede che unitamente all'atto di intervento sia depositata la procura e l'atto col quale viene rilasciato il consenso dalla persona offesa. Intervento fuori udienzaL'atto di intervento può anche essere effettuato fuori udienza, ma dovrà essere notificato alle parti, al fine consentire alle stesse di averne piena conoscenza e produrrà i suoi effetti dal momento in cui risulti eseguita l'ultima notificazione. La notifica, peraltro, assume rilevanza anche sotto altro aspetto in quanto costituisce il dies ad quem per la proporre opposizione ai sensi dell'art. 95. L'utilizzo del termine parti risulta improprio se riferito alla fase delle indagini, nella quale non vi sono parti — ma non sembra dubbio che con tale termine il legislatore abbia richiamato le cd. parti potenziali, ossia quelle destinate ad acquisire lo status di parte a seguito dell'esercizio dell'azione penale. Tra i destinatari della notifica va ricompresa anche la persona offesa, nonostante essa sia, ovviamente, già a conoscenza dell'intervento avendo rilasciato il consenso, in quanto in ogni caso interessata a conoscere le modalità di esercizio della legittimazione riconosciuta col proprio consenso. Tra le parti, senza alcun dubbio interpretativo, va certamente ricompreso anche il P.M., in quanto è titolare di un potere di opposizione, nonostante il fatto che l'atto sia depositato presso la sua segreteria. Immanenza dell'interventoPer espresso dettato normativo, l'intervento ha effetto in ogni stato e grado del procedimento. Si tratta del cd. principio d'immanenza, che non rende necessaria la rinnovazione della costituzione in rapporto alle singole fasi o gradi del processo (Cass. III, n. 10496/1996). BibliografiaAmato, Impianti per la produzione di energia derivante dalla trasformazione dei rifiuti: inquinamento atmosferico, natura del CDR, procedure semplificate e ruolo degli enti locali e delle associazioni ambientali, in Dir. giur. agr., 2003, fasc. 11; Ariolli, La legittimazione processuale degli enti territoriali e delle associazioni di protezione ambientale, con particolare riferimento al processo penale, in Dir. giur. agr., 1994, 100; Chiliberti, Azione civile e nuovo processo penale, Milano, 2006; Ciani, sub art. 93, in Codice di procedura penale, Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di Lattanzi-Lupo, Milano, 2007; Cinelli, Sulla legittimazione a costituirsi parte civile delle associazioni ambientalistiche, in Cass. pen. 1995, 1932; Morlacchini, Danno ambientale e costituzione di parte civile iure proprio delle associazioni ambientaliste: un passo indietro nella labirintica giurisprudenza della Corte di Cassazione, in Cass. pen. 2004, 1711; Pennisi, voce Persona offesa dal reato, in Enc. dir., Agg., I, Milano, 1997. |