Codice di Procedura Penale art. 128 - Deposito dei provvedimenti del giudice.Deposito dei provvedimenti del giudice. 1. Salvo quanto disposto per i provvedimenti emessi nell'udienza preliminare [424] e nel dibattimento [544], gli originali dei provvedimenti del giudice sono depositati in cancelleria entro cinque giorni dalla deliberazione. Quando si tratta di provvedimenti impugnabili [111 Cost.; 568], l'avviso di deposito contenente l'indicazione del dispositivo è comunicato al pubblico ministero e notificato a tutti coloro cui la legge attribuisce il diritto di impugnazione. InquadramentoMentre dei provvedimenti emessi in udienza è data lettura, e tale lettura equivale a notificazione per le parti presenti, tutti gli altri provvedimenti del giudice assumono efficacia con il deposito in cancelleria. Per il deposito in forma telematica introdotto dalla cd. Riforma Cartabia si veda sub art. 111-bis. Profili generaliSi è già osservato nel commento subart. 125 che gli effetti giuridici di un provvedimento del giudice, fuori dai casi di lettura o comunicazione in udienza, si determinano nel momento in cui l'atto, che pure è già valido e perfetto, esce dalla disponibilità interna dell'ufficio che lo ha deliberato mediante il deposito in cancelleria e la relativa certificazione dell'ausiliario. Tale certificazione sarà progressivamente sostituita dalle ricevute elettroniche – od annotazioni informatiche – generate dal sistema di gestione dei fascicoli processuali quando anche i magistrati saranno abilitati ai depositi telematici ovvero vi provvederanno in loro vece gli ausiliari, a seconda del modello che L'Amministrazione intenderà implementare. Gli ausiliari svolgono, dunque, la funzione di imprimere il sigillo dell'autenticità agli atti del giudice, conferendo ad essi rilevanza esterna intersoggettiva: solo con l'intervento dell'ausiliario l'atto giudiziario perfeziona la sua capacità di produrre effetti sulle situazioni giuridiche soggettive degli interessati (in tema Cass. III, n. 2939/2000). Materialmente tale sigillo consiste nel deposito in cancelleria. Ed è individuabile un principio generale, valido sia nel processo penale che in quello civile, in base al quale la data certa del provvedimento è quella risultante dalla certificazione del relativo deposito da parte del cancelliere o del segretario; ed è solo da tale data che decorrono gli effetti giuridici dell'atto; dunque, non da quella in cui il magistrato, datando il provvedimento, lo compila materialmente, bensì è quella del deposito. Al momento della concreta realizzazione dei depositi in forma esclusivamente telematica, come previsto dal nuovo art. 111-bis, tale data coinciderà con quella di effettivo deposito nel fascicolo telematico del provvedimento. Il deposito in cancelleria quale mera attività materialeIl deposito in cancelleria costituisce una semplice attività materiale non soggetta a specifiche formalità, e richiede unicamente l'indicazione della data, la inequivoca indicazione dell'atto del giudice che viene depositato nonché del funzionario che cura il deposito. Il cancelliere, nel ricevere l'atto, assume la responsabilità della sua esistenza, della sua autenticità e della provenienza dal giudice che ne risulta autore; proprio per questo è stato considerato rituale anche il deposito del provvedimento di convalida dell'arresto trasmesso via fax dal giudice all'esito dell'udienza di convalida e del quale il funzionario di cancelleria aveva riconosciuto l'autenticità, apponendovi il timbro dell'avvenuto deposito ed esecuzione (Cass. IV, n. 3616/1998). La mancanza di tale sottoscrizione è stata peraltro ritenuta, invero da risalente giurisprudenza (Cass. I, n. 119/1992) mera irregolarità quando comunque si sia provveduto alla indicazione della data di deposito; infatti, essendo il deposito adempimento ordinario di un atto di ufficio, esso deve presumersi come avvenuto alle date indicate nella attestazione del funzionario di cancelleria, indipendentemente dalla sottoscrizione della stessa da parte di questi. La mancanza dell'ora e della data del depositoPer la mancanza della indicazione della data ovvero dell'ora del deposito si rinvia al commento sub art. 111. Le comunicazioniLa norma stabilisce che l'originale dei provvedimenti del giudice diversi da quelli pronunciati in udienza siano depositati in cancelleria entro cinque giorni dalla loro deliberazione. Se si tratta di provvedimenti impugnabili, il cancelliere deve comunicare o notificare l'avviso di deposito contenente non già l'intero testo del provvedimento, ma solo la sua parte dispositiva, a tutti gli aventi diritto alla impugnazione. La norma costituisce dunque eccezione al principio stabilito dall'art.148, secondo cui «l'atto è notificato per intero, salvo che la legge disponga altrimenti»; e questo proprio perché nel procedimento camerale il cancelliere ha l'obbligo di notificare o comunicare ai soggetti titolari del diritto di impugnazione soltanto «l'avviso di deposito contenente l'indicazione del dispositivo» della decisione adottata (in tema Cass. I, n.34863/2022). Per il deposto del provvedimento in originale da parte del giudice è fissato un termine di giorni cinque dalla deliberazione; termine che, per quanto ordinatorio, è comunque cogente e la cui inosservanza può fondare una responsabilità disciplinare o patrimoniale del magistrato, per la quale si rinvia al commento sub art. 124. Per l'inoltro della comunicazione di avvenuto deposito, invece, non è fissato alcun termine. E, del resto, il termine per la impugnazione decorre solo dalla data di ricezione di tale notifica o comunicazione. Destinatario dell'avviso è sempre il pubblico ministero, anche nella ipotesi in cui il provvedimento del giudice sia integralmente satisfattivo delle sue richieste. Egli è, del resto, parte pubblica ed è titolare del generale obbligo di vigilare sul rispetto della legge. Per gli altri soggetti, non è possibile desumere dall'ordinamento una unica regola generale ed astratta, dovendosi fare riferimento alla disciplina di ogni singolo procedimento in esito al quale sia stata assunta la decisione da comunicare e, talora, anche alle specificità del caso concreto. Si ritiene, però, che qualora il difensore proponga impugnazione prima che gli sia notificato l'avviso di deposito del provvedimento opera una sorta di sanatoria anticipata per il raggiungimento dello scopo, e la formalità della notificazione diviene superflua (Cass. I, n. 37346/2007). CasisticaIn applicazione di tali principi la giurisprudenza ha ritenuto che: a) il decreto di convalida del sequestro probatorio privo dell'attestazione della data del deposito presso la segreteria è nullo solo qualora tale data non possa desumersi da atti equipollenti meritevoli di fede (Cass. III, n. 2691/2019). b) poiché la sentenza emessa all'esito del giudizio abbreviato è pubblicata mediante lettura del dispositivo in udienza, il difensore e l'imputato non hanno diritto a ricevere l'avviso di deposito (Cass. II, n. 38770/2006); c) le parti non hanno diritto a ricevere l'avviso di deposito della sentenza di non doversi procedere, neppure quando il giudice si sia avvalso della possibilità di differire la redazione dei motivi entro il termine di trenta giorni dalla pronuncia, sempre che i motivi siano redatti entro il detto termine (Cass. S.U., n. 31312/2002); d), l'imputato non comparso nel procedimento in camera di consiglio con il quale si celebra il giudizio di appello derivante da rito abbreviato ha diritto alla notificazione dell'avviso di deposito del provvedimento che definisce il giudizio anche se dello stesso è stata data lettura in udienza, sicché il termine per proporre impugnazione decorre solo dalla data della notificazione e non già da quella in cui sia avvenuta la pubblicazione della sentenza (Cass. III, n. 29286/2015); e) il provvedimento del Pubblico Ministero di convalida del sequestro ha effetto non dalla data che il magistrato vi appone nell'atto di compilarlo, ma dal giorno nel quale lo stesso provvedimento, attraverso la certificazione di deposito del cancelliere o del segretario, acquisisce giuridica esistenza (Cass. II, n. 19309/2015). BibliografiaVedi sub art. 125. |