Codice di Procedura Penale art. 149 - Notificazioni urgenti a mezzo del telefono e del telegrafo 1 .Notificazioni urgenti a mezzo del telefono e del telegrafo1. 1. Quando nei casi previsti dall'articolo 148, comma 4, ricorre una situazione di urgenza, il giudice o il pubblico ministero dispongono, anche su richiesta di parte, che le persone diverse dall'imputato siano avvisate o convocate a mezzo del telefono a cura, rispettivamente, della cancelleria o della segreteria. 2. Dell'attività svolta è redatta attestazione che viene inserita nel fascicolo, nella quale si dà atto del numero telefonico chiamato, del nome, delle funzioni o delle mansioni svolte dalla persona che riceve la comunicazione, del suo rapporto con il destinatario e dell'ora della telefonata. 3. Alla comunicazione si procede chiamando il numero telefonico corrispondente ai luoghi indicati nell'articolo 157, commi 1 e 2, o il numero indicato dal destinatario o che dagli atti risulta in uso allo stesso. Essa non ha effetto se non è ricevuta dal destinatario, da persona che conviva anche temporaneamente col medesimo ovvero che sia al suo servizio. 4. La comunicazione telefonica ha valore di notificazione con effetto dal momento in cui è avvenuta, sempre che della stessa sia data immediata conferma al destinatario mediante telegramma o, in alternativa, mediante comunicazione all'indirizzo di posta elettronica indicato dallo stesso. 5. Quando non è possibile procedere nel modo indicato nei commi precedenti, la notificazione è eseguita, per estratto, mediante telegramma.
[1] Articolo sostituito dall'articolo 10, comma 1, lett. b) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Il testo dell'articolo, come precedentemente modificato dall'art. 9, comma 2, d.l. 18 ottobre 2001, n. 374, conv., con modif., in l. 15 dicembre 2001, n. 438, era il seguente: <<1. Nei casi di urgenza [167; 643 att.], il giudice può disporre, anche su richiesta di parte, che le persone diverse dall'imputato [60, 61] siano avvisate o convocate a mezzo del telefono a cura della cancelleria [57]. 2. Sull'originale dell'avviso o della convocazione sono annotati il numero telefonico chiamato, il nome, le funzioni o le mansioni svolte dalla persona che riceve la comunicazione, il suo rapporto con il destinatario, il giorno e l'ora della telefonata [552 att.]. 3. Alla comunicazione si procede chiamando il numero telefonico corrispondente ai luoghi indicati nell'articolo 157, commi 1 e 2. Essa non ha effetto se non è ricevuta dal destinatario ovvero da persona che conviva anche temporaneamente col medesimo. 4. La comunicazione telefonica ha valore di notificazione con effetto dal momento in cui è avvenuta, sempre che della stessa sia data immediata conferma al destinatario mediante telegramma [55 att.]. 5. Quando non è possibile procedere nel modo indicato nei commi precedenti, la notificazione è eseguita, per estratto, mediante telegramma [55 att.].>> InquadramentoLa disposizione dell'art. 149 regola la specifica ipotesi in cui il giudice, per ragioni di urgenza, decida di far avvisare o convocare persone diverse dall'imputato a mezzo del telefono, con successiva conferma mediante invio di telegramma. Ove non si possa procedere nella modalità indicata, la norma dispone che la notificazione venga eseguita, per estratto, attraverso il solo invio di telegramma. I limiti di applicazione della normaAlla stregua del comma 1 dell'art. 149, la notifica a mezzo del telefono è consentita nei soli casi di urgenza. In carenza di ogni specificazione ulteriore, la dottrina (Grilli, 330) ha ritenuto che l'indicata clausola debba essere interpretata nel senso che la notifica deve essere effettuata a mezzo del telefono quando il ricorso alle ordinarie forme di notificazione, ed in particolare di quelle previste dall'art. 148, potrebbe pregiudicare la realizzazione del previsto adempimento processuale. In ogni modo, l'errata valutazione del giudice circa la ricorrenza della situazione giustificativa di urgenza non determina alcuna invalidità della notifica telefonica, e del conseguente atto processuale. La giurisprudenza ha, invece, affermato che non é consentito, in quanto affetto da nullità assoluta, ex artt. 178, comma 1, lett. c), e 179, l'avviso al difensore dell'imputato, comunicato a mezzo telefono, del rinvio del dibattimento disposto fuori udienza dal presidente del collegio, in assenza del requisito dell'urgenza (Cass. II, n. 43736/2007). Allo stesso modo, la notifica al difensore dell'indagato dell'avviso di deposito dell'ordinanza applicativa di misura cautelare personale, se effettuata a mezzo del telefono, non è valida, né determina la decorrenza del termine per proporre l'istanza di riesame, trattandosi di adempimento non riconducibile ai “casi di urgenza” che legittimano l'uso di tale strumento ai sensi dell'art. 149 (Cass. VI, n. 25280/2014). Possono essere notificati a mezzo del telefono, poi, solo avvisi, da ritenersi direttamente riferiti all'atto, e convocazioni, da intendersi quali veri e propri ordini di comparizione. I destinatariDestinatari della notifica a mezzo del telefono possono essere solo le persone diverse dall'imputato. Deve ritenersi che non può essere utilizzata la notifica ex art. 149 neppure nei confronti dell'indagato (Cass. III, n. 13057/2003). La giurisprudenza ha considerato, tra i soggetti cui è consentita la notifica ex art. 149, la figura del difensore. Così, è stato ritenuto che la notificazione al difensore dell'avviso di fissazione dell'udienza nel procedimento di riesame, attesa la ristrettezza dei termini previsti per tale procedimento, può essere effettuata anche per mezzo del telefono (Cass. IV, n. 16369/2008). Allo stesso modo, è stato affermato che la disposizione dell'art. 450, comma 5, che stabilisce la notifica al difensore della data fissata per l'udienza per il giudizio direttissimo susseguente all'arresto in flagranza, deve ritenersi osservata quando l'avviso sia dato a mezzo telefono da un ufficiale di polizia giudiziaria (Cass. IV, n. 12252/2005). Pur prevedendo espressamente la norma che la notifica a mezzo del telefono può essere disposta dal giudice, eventualmente su richiesta di parte, la prevalente dottrina (Cerqua, 146) ritiene che tale modalità di notificazione possa essere effettuata pure su iniziativa del pubblico ministero, sul presupposto che l'art. 55 disp. att. stabilisce che il successivo telegramma di conferma deve essere inviato a cura della cancelleria o della segreteria. Ai sensi dell'art. 64, comma 3, disp. att., poi, la procedura ex art. 149 può essere utilizzata in caso di urgenza per effettuare la comunicazione di atti del giudice ad un altro giudice, ovvero dal giudice al pubblico ministero. Il procedimentoIl giudice o — come appena detto — il pubblico ministero deve disporre la notificazione a mezzo telefono attraverso l'adozione di un provvedimento che, per la dottrina (Grilli, 334), deve necessariamente avere la forma di atto scritto, stante l'eccezionalità dello strumento di notifica utilizzato. Per espressa previsione normativa, in particolare dei commi 2 e 3 dell'art. 149, la telefonata deve essere fatta chiamando il numero telefonico corrispondente ai luoghi di cui all'art. 157, commi 1 e 2, e deve essere ricevuta, ai fini della sua validità, dal destinatario o da persona con costui, anche temporaneamente, convivente. Sull'originale dell'atto devono, poi, essere annotati il numero telefonico chiamato, il nome, le funzioni o le mansioni della persona che riceve la comunicazione, il suo rapporto con il destinatario, nonché il giorno e l'ora della telefonata. La mancata annotazione sull'originale dell'avviso del numero di telefono chiamato, però, non causa di nullità del successivo adempimento processuale (Cass. IV, n. 1305/1997). Le modalità di comunicazione degli avvisi a mezzo telefono debbono intendersi osservate, quando, pur mancando nell'originale dell'atto le generalità complete, la persona che ha ricevuto la telefonata risulti individuata attraverso le mansioni svolte (Cass. IV, n. 7419/1990), ovvero quando la telefonata venga ricevuta da un collega di studio del difensore, considerato che il requisito della convivenza non ha natura solo familiare o affettiva, ma riguarda anche la condivisione dello studio professionale (Cass. IV, n. 16369/2008). Stante l'indicazione normativa per cui il numero di telefono deve corrispondere ad uno luoghi indicati dai primi due commi dell'art. 157, non dovrebbe essere valida una notificazione ex art. 149 effettuata mediante chiamata ad un'utenza cellulare. La giurisprudenza si è pronunciata, invece, in termini antitetici, affermando che in ipotesi di notificazione urgente a mezzo di telefono cellulare dell'avviso al difensore della data dell'udienza di convalida, il buon esito della comunicazione non determina nullità che si riverberano sul successivo interrogatorio, e ciò nonostante il fatto che il recapito telefonico del cellulare non corrisponda ai luoghi indicati nei commi 1 e 2 dell'art. 157 (Cass. IV, n. 1305/1997). Le formalità dettate dalla norma indurrebbero, poi, ad escludere che possa essere considerata valida la notificazione a mezzo del telefono effettuata mediante chiamata ricevuta da una segreteria telefonica, stante la ritenuta necessità che la persona ricevente la telefonata venga ad essere individuata in modo compiuto. La giurisprudenza di legittimità ha osservato, in termini nuovamente contrari, che, con riferimento a procedimenti riguardanti la libertà personale dell'indagato, è valida la notifica effettuata mediante chiamata sulla segreteria telefonica del difensore, sul presupposto che è su tale ultimo che incombe l'onere di apprenderne il relativo contenuto essenziale (Cass. IV, n. 2341/2004), nonché, più in generale, di assicurarsi che vi sia il corretto funzionamento dei mezzi tecnici necessari (Cass. S.U., n. 39414/2002). Il telegramma di confermaIl comma 4 dell'art. 149 specifica che la comunicazione telefonica produce i suoi effetti notificatori dal momento di effettuazione della telefonata, sempre che di essa venga data immediata conferma al destinatario mediante telegramma. Ciò ha indotto la dottrina (Carbone-Frangini-Spirito, 737) a qualificare la procedura di notifica come un'ipotesi “complessa”, che si realizza sia per il tramite della chiamata telefonica che della successiva conferma telegrafica. Per alcuni autori (Jazzetti -Pacini, 193), anzi, tale conferma rappresenterebbe una condizione di validità del procedimento, consentendo al destinatario di verificare l'ufficialità dell'avviso. La questione relativa all'individuazione delle conseguenze scaturenti dal mancato invio del telegramma di conferma, rispetto alla procedura notificazione di cui all'art. 149, è stata oggetto di particolare attenzione da parte della giurisprudenza di legittimità. In esito ad una complessa evoluzione interpretativa, la più recente esegesi è giunta a ritenere la validità diuna notifica effettuata a mezzo del telefono cui non faccia seguito il successivo invio del telegramma di conferma (Cass. IV, n. 12252/2005), trattandosi di omissione non prevista tra le tassative ipotesi di nullità indicate dall'art. 171. Le Sezioni Unite hanno, tuttavia, specificato che, in tema di avvisi al difensore, nei casi in cui, ricorrendo una situazione di urgenza, la legge, in luogo di prevedere la “notifica” dell'avviso, si limiti a stabilire che lo stesso deve essere “dato” al difensore, deve ritenersi sufficiente procurare al destinatario dell'avviso l'effettiva conoscenza della notizia, anche se questa è comunicata con forme diverse da quelle prescritte per le notificazioni. Peraltro, quando non sia possibile procurare tale conoscenza “effettiva”, è solo la conoscenza “legale” che può far ritenere osservata la norma che prescrive l'avviso, sicché in tal caso occorre usare le forme stabilite per le notificazioni, che costituiscono il mezzo normalmente previsto dal legislatore per portare a conoscenza delle persone atti del procedimento da compiere o già compiuti (Cass. S.U., n. 23/1994). In applicazione dell'indicato principio, è stato affermato che, non contenendo l'art. 294 nessuna previsione espressa riguardo alle formalità dell'avviso e della notificazione o comunicazione al difensore, in caso di interrogatorio di persona sottoposta a custodia cautelare, è valido ed efficace quello effettuato a mezzo del telefono, senza che al destinatario competa la conferma telegrafica di cui al quarto comma dell'art. 149 (Cass. IV, n. 2341/2003). In termini generali, deve ritenersi osservata la disciplina prevista dall'art. 149 quando l'avviso, dato a mezzo del telefono, sia ricevuto dal difensore personalmente, anche se non sia seguito dalla conferma mediante telegramma (Cass. II, n. 44998/2012). Non può dirsi omesso, infine, per il solo fatto che il difensore non sia comparso, l'avviso di fissazione dell'udienza dinanzi al tribunale del riesame notificato al difensore dell'indagato nelle forme di cui all'art. 149, ancorché la corretta data comunicata dall'ufficio giudiziario via telefono risulti diversa da quella, antecedente, erroneamente indicata nel telegramma di conferma spedito al destinatario della notifica (Cass. VI, n. 27088/2010). La notificazione mediante telegrammaL'ultimo comma dell'art. 149 prevede, in modo espresso, che, qualora non sia possibile ricorrere alla procedura indicata nei commi precedenti, la notificazione deve essere eseguita per estratto mediante telegramma. L'invio del telegramma, in tal caso, non é effettuato al fine di confermare la precedente comunicazione telefonica, bensì come strumento di diretta effettuazione della notificazione. Ai sensi dell'art. 55 disp. att., sia tale telegramma che quello di conferma previsto dal comma 4 sono spediti a cura della cancelleria o della segreteria, cui spetta allegare agli atti del procedimento la copia e la ricevuta di spedizione del telegramma ed il testo del fonogramma di cui all'art. 149, comma 2, con l'indicazione della persona che lo trasmette, di quella che lo riceve, dell'ora e del giorno di trasmissione. In assenza di espressa specificazione normativa la giurisprudenza maggioritaria ritiene, quanto alla decorrenza degli effetti della notificazione, che qualora la notifica dell'avviso al difensore sia effettuata per telegramma, ai sensi dell'art. 149, comma 5, la prova richiesta ai fini della sua validità ed efficacia è costituita, ex art. 55 disp. att., dalla sola copia del telegramma e dalla ricevuta di spedizione dello stesso, mentre non è richiesta la firma del destinatario, per ricezione del telegramma (Cass. IV, n. 16369/2008). Modifiche introdotte dal d.lgs. n. 150/2022 (c.d. “riforma Cartabia”)L'art. 10, comma 1, lett. b), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, ha dettato modifiche all'art. 149 di mero adeguamento all'intervenuto riconoscimento del mezzo telematico quale ordinario strumento utilizzato per le notificazioni, con legittimazione anche alle comunicazioni di conferma all'indirizzo di posta elettronica indicato da parte del destinatario. Trattasi, invero, di interpolazioni di non rilevante incidenza, in ragione delle quali: le notifiche a mezzo del telefono sono possibili, sempre e solo in favore di destinatari diversi dall'imputato, non in ogni caso di urgenza, bensì solo quando essa ricorra nell'ipotesi di cui all'art. 148, comma 4, di impossibilità di procedere con notifica telematica; la comunicazione può essere effettuata al numero di telefono indicato dal destinatario o che dagli atti risulta in uso allo stesso; la conferma al destinatario della comunicazione telefonica , indispensabile per conferire a quest'ultima valore di notificazione, può essere inviata, in alternativa al telegramma, anche «mediante comunicazione all'indirizzo di posta elettronica indicato dallo stesso» destinatario. Per come esplicato nella Relazione illustrativa, il legislatore della novella ha optato per il mantenimento del riferimento al pur desueto mezzo del telegrafo, al precipuo scopo di prevedere uno strumento di chiusura che avesse la possibilità di essere sempre praticabile. Entrata in vigore della riforma In difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella si applicherà secondo il principio tempus regit actum. BibliografiaBartolini-Bartolini-Savarro, Le notificazioni nel processo civile e nel processo penale, Piacenza, 2010; Carbone-Frangini-Spirito, Le notificazioni, Milano, 2004; Cerqua, Le notificazioni nel processo penale, Milano, 2004; Gaito, In tema di avviso effettuato tramite telefono cellulare, in Giur. it., 1998, 1901; Geraci, In tema di avvisi lasciati sulla segreteria telefonica del cellulare, in Giur. it., 2002, 369; Gialuz, Per un processo penale più efficiente e giusto. Guida alla lettura della riforma Cartabia, Profili processuali, in Sistema penale, 2022, 1; Grilli, Le notificazioni penali, Milano, 1990; Jazzetti-Pacini, La disciplina degli atti nel nuovo processo penale, Milano, 1993; Silvestri, Ragionevole durata del processo e forme di comunicazione in funzione partecipativa dell'imputato e delle altre parti, in Cass. pen., 2004, 1092. |