Codice di Procedura Penale art. 156 - Notificazioni all'imputato detenuto.Notificazioni all'imputato detenuto. 1. Le notificazioni all'imputato [60, 61] detenuto, anche successive alla prima, sono sempre eseguite nel luogo di detenzione mediante consegna di copia alla persona1. 2. In caso di rifiuto della ricezione, se ne fa menzione nella relazione [168] di notificazione e la copia rifiutata è consegnata al direttore dell'istituto o a chi ne fa le veci [57, 58 att.]. Nello stesso modo si provvede quando non è possibile consegnare la copia direttamente all'imputato, perché legittimamente assente. In tal caso, della avvenuta notificazione il direttore dell'istituto informa immediatamente l'interessato con il mezzo più celere. 3. Le notificazioni all'imputato detenuto in luogo diverso dagli istituti penitenziari, anche successive alla prima, [284, 286, 386 5, 449 1], sono eseguite a norma dell'articolo 157, con esclusione delle modalità di cui all'articolo 148, comma 12. 4. Le disposizioni che precedono si applicano anche quando dagli atti risulta che l'imputato è detenuto per causa diversa dal procedimento per il quale deve eseguirsi la notificazione o è internato in un istituto penitenziario. 5. In nessun caso le notificazioni all'imputato detenuto o internato possono essere eseguite con le forme dell'articolo 159 [164]. [1] Comma modificato dall'articolo 10, comma 1, lett. h), num. 1) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha inserito le parole: «, anche successive alla prima,» dopo la parola: «detenuto» e dopo la parola: «sono» ha inserito la parola: «sempre». Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [2] Comma modificato dall'articolo 10, comma 1, lett. h), num. 2) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha inserito le parole: «, anche successive alla prima,» dopo la parola: «penitenziari» e dopo la parola: «157» ha inserito le seguenti: «, con esclusione delle modalità di cui all'articolo 148, comma 1». Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. InquadramentoL'art. 156 regola le modalità di esecuzione delle notificazioni all'imputato detenuto con riferimento a tutte le ipotesi di detenzione previste, tra cui anche quella in luoghi diversi dagli istituti penitenziari ovvero quella per causa diversa dal procedimento per cui deve essere effettuata la notifica. La notificazione all'imputato detenuto in carcereA norma del comma 1 dell'art. 156, le notificazioni all'imputato detenuto devono essere eseguite nel luogo di detenzione mediante consegna di copia all'interessato. Tale consegna viene effettuata, alternativamente, dall'ufficiale giudiziario o dalla polizia penitenziaria. Nella nozione di detenuto, indispensabile ai fini dell'applicazione del disposto dell'art. 156, deve intendersi sia il soggetto sottoposto ad un'ordinanza applicativa di custodia cautelare che l'imputato condannato a pena definitiva. È controverso, invece, se questa speciale forma di notificazione, possa essere estesa anche a coloro che siano ristretti per effetto di misure precautelari della polizia giudiziaria. È necessario, comunque, che il detenuto sia ristretto all'interno del territorio italiano (Cass. VI, n. 3217/1999). La notifica all'imputato latitante o evaso, successivamente arrestato all'estero, deve essere effettuata, infatti, ai sensi dell'art. 165, mediante la consegna dell'atto al difensore, non potendo trovare applicazione la speciale procedura prevista dall'art. 169, riguardante l'imputato dimorante o residente all'estero (Cass. III, n. 44065/2014). Le Sezioni unite hanno chiarito che le notifiche all’imputato detenuto, anche qualora abbia dichiarato o eletto domicilio, vanno eseguite nel luogo di detenzione, con le modalità di cui all’art. 156, comma 1, mediante consegna di copia alla persona. La notifica al detenuto eseguita presso il domicilio dichiarato o eletto dà luogo ad una nullità a regime intermedio, soggetta alla sanatoria prevista dall’art. 184 (Cass. S.U., n. 12778/2020). Quanto, poi, alle conseguenze derivanti dal mancato rispetto delle forme previste, è stato osservato che l'inosservanza delle modalità fissate dall'art. 156 per la notifica all'imputato detenuto del decreto di citazione a giudizio si risolve in una nullità assoluta ed insanabile ex art. 179, senza che assuma rilievo l'eventuale conoscenza dell'udienza dibattimentale che l'imputato abbia in altro modo acquisito (Cass. VI, n. 21848/2015). In ragione di quanto previsto dalla prima parte del comma 2 dell'art. 156, in caso di rifiuto della ricezione dell'atto da parte del detenuto, ne viene dato conto nella relata di notifica e viene consegnata la copia rifiutata al direttore dell'istituto o a chi ne fa le veci, sul presupposto che il buon esito della procedura non può dipendere dalla mera volontà del destinatario. Ai sensi dell'art. 57 disp. att., l'atto rifiutato viene inserito nel fascicolo personale del detenuto, che può sempre richiedere in prosieguo che gli venga consegnato. A norma della seconda parte del comma 2, ove non sia possibile consegnare la copia dell'atto da notificare direttamente al detenuto, perché legittimamente assente, essa viene consegnata al direttore dell'istituto o a chi ne fa le veci. Il detenuto viene, poi, informato dal direttore, con il mezzo più celere, dell'intervenuta notifica, con annotazione, ex art. 58 disp. att., di data, ora e modalità dell'informazione. Nei casi previsti dal comma 2 dell'art. 156 la notifica si deve considerare perfezionata al momento della consegna della copia dell'atto al direttore dell'istituto. Ciò troverebbe conforto nella lettura del dettato normativo, che espressamente prevede che il direttore debba provvedere ad informare tempestivamente il detenuto della «avvenuta notificazione» dell'atto. È stato ritenuto, in proposito, dalla giurisprudenza di legittimità che, in caso di assenza temporanea del detenuto per motivi legittimi, la consegna — dalla quale decorrono gli eventuali termini di impugnazione — deve essere effettuata al direttore dell'istituto, il quale è tenuto ad informare immediatamente l'interessato dell'intervenuta notifica; qualora il direttore non provveda alla predetta informazione — preordinata a tutelare il diritto di difesa — la notifica non spiega efficacia nei confronti dell'imputato detenuto (Cass. I, n. 5501/2002). La notificazione all'imputato detenuto in altri luoghiIl comma 3 dell'art. 156 disciplina la modalità di effettuazione della notificazione all'imputato detenuto in un luogo diverso dagli istituti penitenziari (come, ad esempio, nei casi di: arresti domiciliari, custodia cautelare in luogo di cura, detenzione domiciliare, permanenza domiciliare), stabilendo che essa deve essere eseguita a norma dell'art. 157. Secondo la dottrina (Jazzetti-Pacini, 108) prevalente, tuttavia, la disposizione deve essere interpretata in maniera relativa, nel senso che la notifica deve sempre essere effettuata, in primo luogo, presso il luogo di detenzione — ove, peraltro, l'imputato è prontamente reperibile — demandando alla sola eventualità che l'interessato sia assente la possibilità di procedere ai sensi dell'art. 157 per l'individuazione degli altri possibili consegnatari dell'atto. La notificazione all'imputato detenuto per altra causaLa norma del comma 4 dell'art. 156 estende l'applicazione delle disposizioni contenute nei primi tre commi all'imputato detenuto per causa diversa dal procedimento per il quale deve eseguirsi la notificazione, ovvero internato in un istituto penitenziario, purché, in entrambi i casi, la detenzione risulti dagli atti del procedimento. Coerentemente, è nulla la notificazione effettuata presso il domicilio dichiarato o eletto dall'imputato detenuto, il cui sopravvenuto stato di detenzione sia noto al giudice procedente (Cass. VI, n. 18628/2015). Lo stato di detenzione per altra causa, sopravvenuto alla dichiarazione o all'elezione di domicilio, non impone tuttavia, se l'autorità giudiziaria non ne è stata portata a conoscenza da parte dell'interessato, di eseguire le successive notificazioni presso il luogo di detenzione piuttosto che presso il domicilio precedentemente dichiarato od eletto (Cass. II, n. 32588/2010). È specifico onere dell'imputato comunicare al giudice la propria condizione di detenuto per altra causa ai fini delle notificazioni (Cass. IV, n. 11395/2006). L'inapplicabilità delle forme previste per gli irreperibiliIl comma 5 dell'art. 156 esclude che la disciplina dettata per la notifica agli irreperibili dall'art. 159 possa essere applicata anche all'imputato detenuto o internato. La norma, per come osservato in dottrina (Grilli, 144), appare alquanto logica nella sua determinazione, non potendo lo stato di detenzione essere compatibile con quello di irreperibilità. D'altro canto, per potersi fare ricorso al rito degli irreperibili è necessaria una completa ed articolata indagine, anche presso l'amministrazione penitenziaria centrale, dalla quale non può non risultare lo stato di detenzione del soggetto (Cass. V, n. 4140/1998). In ogni caso, nell'ipotesi in cui lo stato detentivo dovesse intervenire nei confronti di un imputato già dichiarato irreperibile, le notificazioni dovranno essere eseguite ai sensi dell'art. 156, e non più in applicazione della norma dell'art. 159. Modifiche introdotte dal d.lgs. n. 150/2022 (c.d. “riforma Cartabia”)L'art. 10, comma 1, lett. h), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, ha apportato due significative modifiche al sistema di notificazione all'imputato detenuto, stabilendo che: tutte le notificazioni, anche successive alla prima, devono essere sempre effettuate mediante consegna di copia dell'atto all'imputato nel luogo di detenzione; nelle ipotesi di imputato detenuto in luogo diverso dagli istituti penitenziari, tutte le notifiche, anche successive alla prima, devono essere eseguite presso i luoghi indicati dall'art. 157, con esclusione della possibilità del ricorso alle modalità telematiche di cui all'art. 148, comma 1. La prima novella ha, all'evidenza, conferito dignità normativa al principio espresso dalle Sezioni unite (Cass. S.U., n. 12778/2020), per cui le notificazioni all'imputato detenuto devono sempre essere eseguite, mediante consegna di copia alla persona, nel luogo di detenzione, anche in presenza di dichiarazione od elezione di domicilio. Nella Relazione illustrativa è stato precisato, inoltre, che, con riguardo alla detenzione in luoghi diversi da quelli penitenziari, le ragioni della esclusione della possibilità del ricorso alle modalità telematiche è stata dettata dalla previsione di problematiche derivanti dal possibile variegato contenuto delle prescrizioni (tra cui, ad esempio, il divieto di comunicazione con terze persone) imposte con le misure restrittive diverse da quelle da eseguirsi in ambiente penitenziario. Il favor conferito ad un regime di notifica esclusivamente caratterizzato dalla consegna alla persona, anche per ciò che attiene a quelle successive alla prima, è stato determinato, invece, dall'esigenza di offrire una maggiore garanzia all'interessato a fronte, al contempo, di un pressoché sicuro esito positivo, sin da subito, della notifica, tale da non rendere necessario il ricorso, per l'amministrazione, alle procedure sussidiarie di cui ai commi 2 e ss. dell'art. 157. Entrata in vigore della riforma La modifica normativa ha decorrenza dal 30 dicembre 2022, ai sensi di quanto stabilito dall'art. 6 del d.l. 31 ottobre 2022, n. 162. In difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella si applicherà secondo il principio tempus regit actum. BibliografiaBartolini - Bartolini - Savarro, Le notificazioni nel processo civile e nel processo penale, Piacenza, 2010; Carini, Condizioni per la legittimità della dichiarazione di latitanza e controlli sulla rituale instaurazione del contraddittorio, in Giur. it., 2004, 161; Cerqua, Le notificazioni nel processo penale, Milano, 2004; ; Gialuz, Per un processo penale più efficiente e giusto. Guida alla lettura della riforma Cartabia, Profili processuali, in Sistema penale, 2022, 1; Grilli, Le notificazioni penali, Milano, 1990; Jazzetti-Pacini, La disciplina degli atti nel nuovo processo penale, Milano, 1993; Palumbo, Le notificazioni nel rito penale, Napoli, 1992. |