Codice di Procedura Penale art. 168 - Relazione di notificazione.

Alessandro D'Andrea

Relazione di notificazione.

1. Per le notificazioni effettuate con modalità telematiche la ricevuta di avvenuta consegna, generata dal sistema, assume valore di relazione di notificazione. Quando la notificazione non è eseguita con modalità telematiche, salvo quanto previsto dall'articolo 157, comma 6 [155], l'ufficiale giudiziario che procede alla notificazione scrive, in calce all'originale e alla copia notificata, la relazione in cui indica l'autorità o la parte privata richiedente, le ricerche effettuate, le generalità della persona alla quale è stata consegnata la copia, i suoi rapporti con il destinatario, le funzioni o le mansioni da essa svolte, il luogo e la data [59 att.] della consegna della copia, apponendo la propria sottoscrizione [110, 171]1.

2. Quando vi è contraddizione tra la relazione scritta sulla copia consegnata e quella contenuta nell'originale, valgono per ciascun interessato le attestazioni contenute nella copia notificata.

3. La notificazione produce effetto per ciascun interessato dal giorno della sua esecuzione.

[1] Comma modificato dall'articolo 10, comma 1, lett. u) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 che ha sostituito le parole seguenti: «Per le notificazioni effettuate con modalità telematiche la ricevuta di avvenuta consegna, generata dal sistema, assume valore di relazione di notificazione. Quando la notificazione non è eseguita con modalità telematiche, salvo» la parola: «Salvo»; per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

Inquadramento

L'art. 168 disciplina la relazione di notificazione, ovvero l'indicazione che l'ufficiale giudiziario appone in calce all'originale ed alla copia dell'atto notificato, in cui è tenuto ad annotare una serie di elementi specifici, dettagliatamente previsti dalla norma.

La relata si pone, dunque, quale atto conclusivo del procedimento di notificazione, avente il precipuo scopo di verificare l'effettiva regolarità della stessa.

La relata di notifica e la sua natura giuridica

La giurisprudenza di legittimità ha più volte considerato la relazione di notifica, allo scopo di individuarne la sua specifica natura giuridica.

Così, per una prima interpretazione, la mancata previsione, nell'art. 168, del principio circa la natura “fidefaciente” fino ad impugnazione di falso del contenuto della relata di notifica eseguita dall'ufficiale giudiziario con riguardo a quanto egli attesti aver fatto o essere avvenuto in sua presenza, non significa che il giudice possa liberamente valutare la falsità di un estremo documentato nella relazione sulla base di quanto la parte adduce, ma comporta soltanto la caduta del presupposto dell'incidente di falso in omaggio al principio della semplificazione e speditezza del processo; ne consegue che restano sottratte alla libera valutazione del giudice le attestazioni concernenti i fatti compiuti dall'ufficiale notificatore e quelli avvenuti al suo cospetto, e che se la parte vuole addurre la falsità delle modalità emergenti dalla relata non può provarle se non dimostrando che il pubblico ufficiale ha commesso il reato di cui all'art. 479 cod. pen. (Cass. II, n. 17737/2008). La nullità della notificazione di un atto, pertanto, non può essere dichiarata sul solo presupposto che una parte adduca la falsità delle modalità attestate nella relazione di notificazione senza fornire la prova che il pubblico ufficiale notificatore abbia commesso un delitto di falso (Cass. II, n. 13748/2009).

In termini coerenti, è stato ritenuto che la presunzione di veridicità che assiste la relata in cui l'ufficiale giudiziario attesta che il consegnatario dell'atto è convivente con l'interessato, può essere da questi contrastata — attesa la libera valutazione attribuita al giudice — ma solo a condizione che venga fornita una prova contraria precisa e rigorosa, la quale in nessun caso può consistere in una “autocertificazione” della insussistenza della situazione di convivenza (Cass. II, n. 24575/2001).

A questa interpretazione si contrappone un secondo indirizzo, maggiormente rigido, per il quale se si intende contestare il contenuto della relazione di notifica, attribuendone non conformità al vero, l'unico rimedio possibile è la querela di falso, trattandosi di una attestazione operata dal pubblico ufficiale, all'esito di quanto da lui in merito compiuto agli effetti della ritualità della notifica di un provvedimento (Cass. VI, n. 26066/2004).

E' stato altresì ritenuto, in tema di notificazioni a mezzo del servizio postale, che al fine di escludere la riconducibilità al destinatario dell'atto della firma apposta per il ritiro del piego è necessario proporre querela di falso, in quanto istituto elettivamente predisposto a privare l'atto della sua attitudine probatoria, mentre non è sufficiente che l'interessato presenti una denuncia penale di falso (Cass. II, n. 33870/2019).

A conforto del principio per cui la relata di notifica non ammette equipollenti, è stato osservato che è invalida la notifica del decreto che dispone il rinvio a giudizio qualora manchi la relata della notificazione — ancorché vi sia annotazione dell'incombente nel registro cronologico delle notificazioni e attestazione, su richiesta dell'autorità giudiziaria, dello stesso ufficiale giudiziario che affermi di avere consegnato l'atto “a mani proprie” — in quanto la disciplina delle notificazioni nel processo penale è regolata da disposizioni e meccanismi formali non suscettibili di surroga con atti equipollenti, di guisa che la dichiarazione, resa successivamente dall'ufficiale giudiziario, non è in grado di raggiungere gli esiti processuali della relata di notificazione, la quale riveste natura di atto pubblico fidefacente (Cass. V, n. 24902/2011).

Il contenuto

Il contenuto della relazione di notificazione è stato indicato, con previsione analitica e dettagliata, dalla norma dell'art. 168.

Ed infatti, dopo aver fatto salvo, in ogni caso, il disposto dell'art. 157, comma 6 — relativo alla notifica mediante consegna in plico chiuso alla persona convivente, al portiere o a chi ne fa le veci, con relata di notifica effettuata ai sensi dell'art. 148, comma 3 — il primo comma dell'art. 168 prevede espressamente che l'ufficiale giudiziario scriva, in calce all'originale e alla copia notificata, la relazione, in cui devono essere indicati: l'autorità o la parte privata richiedente, le ricerche effettuate, le generalità della persona alla quale è stata consegnata la copia, i suoi rapporti con il destinatario, le funzioni o le mansioni da essa svolte, il luogo e la data della consegna della copia, la propria sottoscrizione.

Le conseguenze dell'inosservanza della norma

Nonostante l'art. 168 disciplini in maniera tassativa il contenuto che la relazione di notificazione deve assumere, esso, tuttavia, non indica le conseguenze che derivano dal mancato rispetto delle predette previsioni.

Conseguentemente, a dover trovare applicazione è la norma dell'art. 171, che espressamente regola le singole cause che determinano la nullità della notificazione, riconducibili alla mancata o non completa osservanza delle disposizioni dettate in materia.

Così, a seconda dell'indicazione dell'art. 168 che l'ufficiale giudiziario non osserva, consegue la verificazione della coincidente ipotesi di nullità della notificazione prevista dall'art. 171.

L'ambito di operatività dell'art. 168, pertanto, finisce per coincidere in gran parte con quello dell'art. 171, nell'accezione interpretativa offertane dalla giurisprudenza di legittimità, cui, pertanto, deve essere fatto rinvio, rimandando alla rappresentazione fattane a commento dell'art. 171.

Naturalmente, ove non si verifichi l'indicata coincidenza tra l'omissione del contenuto ex art. 168 e la causa di nullità prevista dall'art. 171, l'omissione dell'ufficiale giudiziario non potrà determinare nessuna ipotesi di nullità della notificazione.

 E' stato affermato che costituisce mero errore materiale, come tale inidoneo a inficiare la validità dell'atto pubblico, l'attestazione nella relata di notifica della consegna di un atto diverso da quello effettivamente consegnato (Cass. V, n. 26650/2004)

È stato osservato, ancora, che non dà luogo a nullità, ma ad una mera irregolarità, la notificazione all'imputato mediante consegna al difensore, a norma dell'art. 161, comma 4, che ometta di menzionare nella relata di notifica l'impossibilità di effettuare la consegna al domicilio eletto o al domicilio dichiarato e le ricerche svolte per raggiungere l'effettivo destinatario dell'atto, nel caso in cui l'imputato stesso si sia trasferito dal luogo del domicilio eletto o dichiarato senza revocare l'originaria elezione o dichiarazione (Cass. VI, n. 3714/2013).

È stato chiarito, infine, che in presenza di una attestazione formale da parte dell'ufficiale giudiziario di aver consegnato l'atto a persona capace e convivente, non sono da considerarsi adempimenti necessari ai fini della validità e del perfezionamento dell'atto, l'identificazione del ricevente e l'indicazione del luogo ove l'atto viene notificato (Cass. II, n. 28081/2015).

Modifiche introdotte dal d.lgs. n. 150/2022 (c.d. “riforma Cartabia”)

L’art. 10, comma 1, lett. u), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, è intervenuto a modificare la parte introduttiva del testo normativo, individuando nella ricevuta di avvenuta consegna, generata dal sistema, la relata di notifica in caso di notificazione effettuata con modalità telematica. Trattasi di norma di adeguamento della fase di documentazione del procedimento di notificazione, in quanto comprensiva anche della (ormai) ordinaria forma di notifica per via telematica, lasciando, per il resto, invariate le disposizioni dettate a disciplina della notificazione effettuata a mezzo di ufficiale giudiziario.

Entrata in vigore della riforma

La modifica normativa ha decorrenza dal 30 dicembre 2022, in ossequio alla disposizione dell’art. 6 del d.l. 31 ottobre 2022, n. 162. 

In difetto di una normativa transitoria ad hoc, la novella si applicherà secondo il principio tempus regit actum.

Bibliografia

Bartolini-Bartolini-Savarro, Le notificazioni nel processo civile e nel processo penale, Piacenza, 2010; Batà-Carbone, Le notificazioni. Dottrina e giurisprudenza, Milano, 2010; Cerqua, Le notificazioni nel processo penale, Milano, 2004; Cusato, La notificazione degli atti civili, penali, amministrativi e tributari, Padova, 2008; Gialuz, Per un processo penale più efficiente e giusto. Guida alla lettura della riforma Cartabia, Profili processuali,in Sistema penale, 2022, 1;Grilli, Le notificazioni penali, Milano, 1990; Jazzetti-Pacini, La disciplina degli atti nel nuovo processo penale, Milano, 1993; Palumbo, Le notificazioni nel rito penale, Napoli, 1992; Vitale, voce Notificazione (dir. proc. pen.), in Dizionario di diritto pubblico, IV, Milano, 2006, 3822.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario