Codice di Procedura Penale art. 229 - Comunicazioni relative alle operazioni peritali.

Aldo Aceto

Comunicazioni relative alle operazioni peritali.

1. Il perito indica il giorno, l'ora e il luogo in cui inizierà le operazioni peritali e il giudice ne fa dare atto nel verbale [134 s.].

2. Della eventuale continuazione delle operazioni peritali il perito dà comunicazione senza formalità alle parti presenti.

Inquadramento

Il diritto di partecipare alle operazioni peritali può essere validamente esercitato solo se la parte viene informata delle coordinate spaziali e temporali del convegno; sta a lei decidere: l’essenziale è fornire l’informazione.

Le comunicazioni alle parti

Le operazioni peritali devono essere svolte nel contraddittorio tra le parti; l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo è funzionale a questo scopo (anche per consentire ai consulenti delle parti di esercitare le facoltà loro attribuite dall'art. 230). Il perito può darne comunicazione già in sede di conferimento dell'incarico ed in tal caso le parti interessate e relativi consulenti devono considerarsi senz'altro edotti senza ulteriori oneri a carico del perito. La comunicazione fatta in udienza vale anche nei confronti di chi è assente ingiustificato (non per legittimo impedimento).

Altrimenti, ove il perito si riservi di comunicare l'inizio delle operazioni peritali, sarà suo onere effettuare tale comunicazione al pubblico ministero, ai difensori delle altre parti e relativi consulenti tecnici. La comunicazione può essere effettuata in qualunque modo, purché raggiunga lo scopo.

L'omissione della comunicazione al difensore della data di inizio delle operazioni determina una nullità a regime intermedio , a norma degli artt. 178, comma 1, lett. c) e 180 cod. proc. proc., che deve essere eccepita, a pena di decadenza, anteriormente alla definizione del giudizio di primo grado (Cass. VI, n. 24930/2018).

La prosecuzione delle operazioni deve essere comunicata senza formalità alle sole parti presenti. Ove le operazioni siano iniziate in assenza delle parti regolarmente avvisate, possono proseguire senza ulteriori incombenze.

Casistica

L'omessa comunicazione da parte del perito nominato nel corso del dibattimento del giorno, ora e luogo di inizio delle operazioni peritali, incide sul diritto di difesa, in quanto pregiudica l'eventuale esercizio della facoltà di nomina di un consulente tecnico di parte, e determina perciò una nullità di ordine generale, che deve essere dedotta prima della deliberazione della sentenza di primo grado (Cass. II, n. 11425/2003).

In tema di perizia, non è configurabile alcuna nullità nel caso in cui, dopo l'avviso dato a verbale relativamente a giorno, ora e luogo fissati per l'inizio delle operazioni peritali, venga omessa una ulteriore comunicazione formale ai difensori e consulenti tecnici di parte circa il giorno e l'ora di prosecuzione delle operazioni fuori dell'ufficio, gravando sui difensori l'onere di procurarsi le necessarie informazioni, attesa la differente formulazione testuale del secondo comma dell'art. 229 cod. proc. pen., rispetto a quella del primo comma del medesimo articolo (Cass. V, n. 36152/2019, che ha chiarito che, una volta indicato a verbale luogo e orario di inizio delle operazioni peritali, non sussiste alcun obbligo di dare avviso ulteriore al consulente nominato, né in capo al perito grava alcun obbligo di comunicazione); in senso conforme, Cass. V, n. 18756/2015; Cass. V, n. 25403/2013; Cass. II, n. 7814/1991.

In tema di perizia, oltre all'avviso del conferimento di un incarico peritale, il difensore ha diritto anche di presenziare alle conseguenti operazioni, a condizione che – qualora queste si svolgano senza la presenza del giudice – abbia esplicitamente chiesto a quest'ultimo di parteciparvi (Cass. III, n. 52604/2017).

Oltre all'avviso del conferimento di un incarico peritale, il difensore ha diritto anche di presenziare, sia nel giudizio di cognizione, sia nei procedimenti di esecuzione e sorveglianza, alle conseguenti operazioni , purché – qualora queste si svolgano senza la presenza del giudice – a quest'ultimo sia stata rivolta apposita ed espressa richiesta. Ne discende che l'esclusione del difensore che abbia chiesto di partecipare alle operazioni peritali è causa di nullità di ordine generale concernente la difesa dell'imputato, indipendentemente dalla presenza dei consulenti di parte (Cass. VI, n. 3523/2009; Cass. I, n. 3643/1998).

In caso di accertamento tecnico disposto dal giudice in udienza, senza formale conferimento di incarico peritale, e di omessa comunicazione del giorno del luogo e dell'ora di inizio delle operazioni peritali, è configurabile una nullità a regime intermedio, ex art. 178, lett. c), cod. proc. pen., che, ove non eccepita dalla parte che vi assiste immediatamente dopo il compimento dell'atto, è sanata ai sensi dell'art. 182, comma 2, cod. proc. pen. (Cass. IV, n. 42279/2017).

In tema di perizia, nel caso in cui, all'atto del conferimento dell'incarico, non venga indicata nel verbale la data di inizio delle operazioni, il perito deve tempestivamente procedere alla relativa comunicazione al difensore anche se questi non abbia nominato un consulente tecnico di parte; l'omissione di tale comunicazione determina la nullità a regime intermedio della perizia, a norma degli artt. 178, comma primo, lett. c) e 180 cod. proc. pen., da eccepire, a pena di decadenza, anteriormente alla definizione del giudizio di primo grado (Cass. III, n. 40260/2015; Cass. III, n. 54/2007; Cass. II, n. 11425/2003).

Non è nulla la perizia qualora sia stata omessa a favore dei consulenti di parte non presenti alle operazioni peritali la comunicazione del prosieguo di queste ultime in altra data , atteso che detta comunicazione, ancorché senza formalità, è obbligatoria ex art. 229, comma secondo, cod. proc. pen. soltanto in favore delle parti presenti all'inizio delle predette operazioni (Cass. IV, n. 13068/2013; Cass. IV, n. 18484/2008).

È nulla la perizia disposta dal G.i.p. – a seguito di richiesta di sostituzione della misura di custodia in carcere con altra meno afflittiva – qualora l'anticipo delle operazioni peritali non sia comunicato ad uno dei difensori dell'imputato; infatti, l'assenza di formalità in ordine alla continuazione delle operazioni peritali, prevista al comma secondo dell'art. 229 cod. proc. pen., riguarda la parte già informata di tempo e luogo di inizio delle predette operazioni, momento in cui si instaura il rapporto con il perito, di seguito informale. Ne consegue che l'art. 229, comma secondo, cod. proc. pen., non si applica all'ipotesi di mutamento delle indicazioni del perito in ordine all'inizio delle operazioni peritali, mutamento che deve essere direttamente comunicato dal perito a ciascuna parte facoltizzata a presenziare. (Cass. V, n. 22800/2010).

L'indicazione, da parte del perito, ai sensi dell'art. 229, comma primo, cod. proc. pen., del giorno, dell'ora e del luogo in cui inizierà le operazioni peritali costituisce una garanzia tassativamente prevista, onde, qualora intervengano variazioni rispetto alla detta indicazione, il perito è tenuto a darne comunicazione anche al difensore, senza che in contrario possa invocarsi il disposto di cui al comma secondo del citato art. 229 cod. proc. pen., il quale, nel prevedere la semplice comunicazione, senza formalità, alle parti presenti, si riferisce alla eventuale “continuazione” delle operazioni già iniziate e non può, quindi, trovare applicazione in caso di modifica unilateralmente decisa dal perito non nel corso delle operazioni ed in presenza, almeno virtuale, delle parti, ma prima che le operazioni stesse abbiano inizio (Cass. I, n. 1371/1996).

Non è causa di nullità della perizia l'omesso avviso al consulente tecnico di parte della data di prosecuzione delle operazioni, se la comunicazione sia stata data al difensore (Cass. II, n. 24493/2009; Cass. I, n. 32494/2004; Cass. V, n. 2885/1999; Cass. VI, n. 275/1997, secondo cui l'avviso dato al difensore dell'inizio o del prosieguo delle operazioni peritali soddisfa le esigenze di tutela dell'assistenza dell'imputato quale prevista dall'art. 178 lett. c, cod. proc. pen.).

In tema di svolgimento delle operazioni peritali, la comunicazione dell'eventuale continuazione in altra data delle operazioni medesime è data senza formalità. Ne consegue che la prova dell'avvenuta comunicazione può essere desunta da ogni elemento significativo (Cass. IV, n. 34354/2004 che ha ritenuto tale la partecipazione del difensore al successivo svolgimento delle operazioni).

Qualora un consulente di parte venga nominato successivamente al regolare inizio delle operazioni peritali e prima della fissazione di una nuova data per la loro prosecuzione, le modalità di comunicazione di essa devono ritenersi libere, in considerazione dell'assenza di formalità che, a norma dell'art. 229, comma secondo, cod. proc. pen., caratterizza questa fase del procedimento (Cass. I, n. 1079/1995).    

Bibliografia

R. Adorno, Perizia (dir. proc. pen.), Enc. Dir., Annali, Vol III, Giuffrè, 2010, pagg. 885 e segg.; F. Cordero, Procedura penale, Giuffrè, 2012, pagg. 781 e segg.; Siracusano, Galati, Tranchina, Zappalà, Diritto processuale penale, Giuffrè 2013, pag. 289; P. Tonini, Manuale di procedura penale, Giuffrè, 2020, pagg. 332 e segg.; G. Lozzi, Lezioni di procedura penale, Giappichelli, 2002, pag. 246 e seg.; G. Ubertis, Sistema di procedura penale, Giuffrè, 2020, Vol. II, pagg. 268 e segg.; P. Palladino, sub art. 229, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Giuffrè, 2017, pagg. 344 e segg.; G. Conso, V. Grevi, Compendio di procedura penale, Padova, 2008, pag. 345 e seg.; vedi anche sub art. 220.

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