Codice di Procedura Penale art. 238 - Verbali di prove di altri procedimenti (1).

Enrico Campoli

Verbali di prove di altri procedimenti (1).

1. È ammessa l'acquisizione di verbali di prove di altro procedimento penale [78 att.] se si tratta di prove assunte nell'incidente probatorio [392 s.] o nel dibattimento [496 s.] (2).

2. È ammessa l'acquisizione di verbali di prove assunte in un giudizio civile definito con sentenza che abbia acquistato autorità di cosa giudicata [324 c.p.c.].

2-bis. Nei casi previsti dai commi 1 e 2 i verbali di dichiarazioni possono essere utilizzati contro l'imputato soltanto se il suo difensore ha partecipato all'assunzione della prova o se nei suoi confronti fa stato la sentenza civile (3).

3. È comunque ammessa l'acquisizione della documentazione di atti che non sono ripetibili. Se la ripetizione dell'atto è divenuta impossibile per fatti o circostanze sopravvenuti, l'acquisizione è ammessa se si tratta di fatti o circostanze imprevedibili (4).

4. Al di fuori dei casi previsti dai commi 1, 2, 2-bis e 3, i verbali di dichiarazioni possono essere utilizzati nel dibattimento soltanto nei confronti dell'imputato che vi consenta; in mancanza di consenso, detti verbali possono essere utilizzati per le contestazioni previste dagli articoli 500 e 503 (5).

5. Salvo quanto previsto dall'articolo 190-bis, resta fermo il diritto delle parti di ottenere a norma dell'articolo 190 l'esame delle persone le cui dichiarazioni sono state acquisite a norma dei commi 1, 2, 2-bis e 4 del presente articolo (6).

(1) Articolo così sostituito dall'art. 3 d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356.

(2)C. cost. 26 maggio 1994, n. 198, ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, una questione di legittimità costituzionale del presente comma, sollevata in riferimento agli artt. 3 e 24 Cost.

(3) Comma aggiunto dall'art. 3 l. 7 agosto 1997, n. 267, e successivamente così sostituito dall'art. 9 1 lett.a) l. 1° marzo 2001, n. 63.

(4) Comma così sostituito dall'art. 9 1 lett. b) l. n. 63, cit.

(5) Comma così sostituito dall'art. 9 1 lett. c) l. n. 63, cit. Precedentemente la Corte cost., con sentenza 2 novembre 1998, n. 361, aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma «nella parte in cui non prevede che, qualora in dibattimento la persona esaminata a norma dell'art. 210 rifiuti o comunque ometta in tutto o in parte di rispondere su fatti concernenti la responsabilità di altri già oggetto delle sue precedenti dichiarazioni, in mancanza di consenso dell'imputato alla utilizzazione si applica l'art. 500, commi 2-bis e 4».

(6) Comma così modificato dall'art. 3 l. n. 267, cit.

Inquadramento

L'art. 238, norma archetipo del giusto processo, prende in considerazione un’ampia gamma di prove e di dichiarazioni, rese, e sviluppatesi, all’esterno del procedimento penale e delle quali è possibile, nel rispetto di alcune garanzie difensive, chiedere l’acquisizione e l’utilizzazione.

Oltre a definire gli spazi ed i limiti di tale acquisizione documentale il legislatore riconosce un fondamentale diritto all'imputato: quello di richiedere l'esame delle persone che hanno reso le dichiarazioni in altro procedimento.

L'acquisizione di prove di altri procedimenti: spazio e limiti

Profili generali

Nel procedimento penale possono confluire verbali di prove acquisite in altro procedimento penale.

Il momento dell'acquisizione documentale resta distinto da quello della utilizzazione in quanto quest'ultimo necessita del verificarsi di alcuni presupposti.

Prove assunte nel contradditorio

Nello specificare i verbali ammessi si è avuto cura di evidenziare che gli stessi devono avere ad oggetto prove assunte nel rispetto del contraddittorio, e cioè sviluppatesi in sede d'incidente probatorio ovvero in sede dibattimentale.

Il limite dettato dall’art. 238, comma 1 riguardo ai verbali di altro procedimento, che circoscrive l’acquisizione alle prove assunte nell’incidente probatorio o nel dibattimento, non si applica al giudizio abbreviato, purché non viziate da inutilizzabilità patologica (Cass. V, n. 12491/2020).

Ambito cautelare

L'acquisizione e l'utilizzazione dei verbali di prova assunti in altri procedimenti penali può anche riguardare la fase cautelare.

Gli elementi di prova acquisiti dal pubblico ministero dopo la scadenza dei termini delle indagini preliminari, possono essere utilizzati ai fini cautelari solo se acquisiti nel corso di indagini estranee ai fatti oggetto del procedimento i cui termini siano scaduti ovvero se provenienti da altri procedimenti relativi a fatti di reato oggettivamente e soggettivamente diversi, essendo comunque necessario che tali risultanze non siano il risultato di indagini finalizzate alla verifica ed all’approfondimento degli elementi emersi nel corso del procedimento penale i cui termini sono scaduti (Cass. VI, n. 9386/2017).

L'acquisizione di prove assunte in sede civile : spazio e limiti

Profili generali

Mentre per i verbali di prova assunti in altro procedimento penale la loro produzione non necessita che essi riguardino fatti già oggetto di giudizio definitivo per quelle assunte in sede civile il legislatore vincola l'acquisizione a tale dato (“sentenza che abbia acquistato autorità di cosa giudicata”, secondo i canoni di cui all'art. 324 c.p.c.).

Regime

Il diverso regime di acquisizione previsto dal legislatore a seconda del fatto che i verbali di prova siano provenienti da altro procedimento penale ovvero da un procedimento civile risponde sia alle evidenti diversità di assunzione probatoria che regolamentano i due ordinamenti e sia alle differenze sistemiche sottese all'accertamento fattuale, nel secondo quasi esclusivamente governato dalle parti.

L'utilizzazione delle prove esterne al procedimento contro l'imputato

Profili generali

Il momento dell'utilizzazione è scisso e successivo a quello dell'acquisizione e pone al centro del proprio interesse il rispetto del diritto di difesa dell'imputato.

Limiti

Pur essendo stato concesso che nel procedimento penale, — governato dal principio "sacrale" del contraddittorio —, possano confluire dati probatori (documentali) provenienti da altri procedimenti sono stati posti due limiti esattamente corrispondenti alle situazioni regolamentate dai commi 1 e 2 dell'art. 238.

I verbali di prova, provenienti da altro procedimento penale, per essere utilizzati contro l'imputato necessitano del fatto che il suo difensore (ovviamente, nell’accezione impersonale del termine) abbia partecipato all'assunzione della prova mentre per quanto riguarda quelli provenienti dal processo civile è “sufficiente” che la sentenza emessa in quella sede faccia stato contro di lui.

L'acquisizione di atti irripetibili

 

Profili generali

Espressa deroga riguardo all'acquisizione ed utilizzazione dei verbali di prova formatisi in altro procedimento è prevista per gli atti irripetibili: di quest'ultimi è, difatti, sancito “comunque” l'ingresso.

Circostanze sopravvenute

Nei casi in cui la irripetibilità trova ragione nel verificarsi di circostanze sopravvenute, ai fini dell'acquisizione occorre che le stesse siano il frutto di imprevedibilità.

Tale valutazione può essere oggetto di prova nel contraddittorio ed è affidata alla scelta discrezionale del giudice, la cui motivazione sarà, ovviamente, soggetta a controllo.

L'utilizzazione residuale: consenso dell'imputato

Profili generali

Per tutto quanto esula dalla regolamentazione dei commi precedenti i verbali di dichiarazioni possono essere utilizzati nel dibattimento solo nei confronti dell'imputato che presta il proprio consenso: in mancanza di quest'ultimo si rientra nel regime delle contestazioni di cui agli artt. 500 e 503.

Modalità

L'espresso rimando alle regole dibattimentali, dettate per l'esame testimoniale e per quello delle parti private, rende evidente la volontà di inquadrare la prova assunta in altro procedimento penale nell'ambito del pieno contraddittorio, ponendo al centro la volontà dell'imputato riguardo al discrimine tra l'ingresso pieno della stessa, senza alcun filtro di utilizzazione, ovvero il suo ingresso “controllato” a mezzo del regime delle contestazioni.

Il diritto dell'imputato all'esame delle persone sentite in altro procedimento

Profili generali

La regola generale del giusto processo trova nell'ultimo comma dell'art. 238, — norma interamente riscritta con la riforma della l. n. 63/2001 —, il suo manifesto più eloquente.

Doppio binario

Fermo restando quanto dettato dall'art. 190-bis, — che per i reati in esso previsti prevede una speciale deroga sul punto —, le parti interessate hanno sempre il diritto di ottenere l'esame delle persone le cui dichiarazioni sono state acquisite al procedimento secondo quanto previsto dai commi 1, 2, 2-bis e 4 del medesimo articolo.

L'unica (ovvia) eccezione è prevista per gli atti irripetibili, nelle modalità e nei limiti di quanto sopra commentato.

In mancanza del consenso dell’imputato ovvero del suo difensore, – cui non può essere ritenuto equipollente il mero silenzio -, i verbali di prova di altro procedimento non possono essere utilizzati (Cass. IV, n. 1529/2013); laddove, invece, i testi siano citati nel nuovo procedimento per confermare le dichiarazioni precedentemente rese e viene fatto salvo il diritto di difesa di sentirli nel contraddittorio non vige alcun divieto di utilizzazione (Cass. II, n. 46966/2016).

E’, difatti, illegittima l’acquisizione e l’utilizzazione a fini probatori di verbali di dichiarazioni rese in altro procedimento se ad essa non fa seguito la citazione dei testi e la loro audizione : qualora ciò venga rispettato, e cioè sia consentito alla parte di esaminare “nuovamente” i testi nel contraddittorio, non v’è alcuna ragione per ritenere sussistenti nullità ed inutilizzabilità.

 

Casistica

Le dichiarazioni rese dal consulente tecnico di parte in altro dibattimento sono inutilizzabili se il difensore dell'imputato nel procedimento “ad quem” non abbia partecipato alla loro assunzione (Cass., IV, n. 2242/2020).

Le dichiarazioni rese dall'imputato in diverso procedimento penale possono essere utilizzate, ex art. 238, comma 3, cod. proc. pen, - così come richiamato dall'art. 511-bis -, qualora egli rifiuti di sottoporsi ad esame atteso che il rifiuto  rende, di fatto, irripetibile l'atto d'interrogatorio in precedenza compiuto con l'interrogatorio dinanzi al 

al pubblico ministero – (Cass., I, n. 5219/2021).

Bibliografia

Laronga, La prova documentale, Torino, 2004; Picozza, La rilevanza delle pronunce del giudice amministrativo nel giudizio civile ed in quello penale, in Dir. proc. amm., n. 1/2013, 44.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario