Codice di Procedura Penale art. 242 - Traduzione di documenti. Trascrizione di registrazioni 1

Enrico Campoli

Traduzione di documenti. Trascrizione di registrazioni 1

1. Quando è acquisito un documento redatto in lingua diversa da quella italiana, il giudice ne dispone la traduzione a norma dell'articolo 143 se ciò è necessario alla sua comprensione.

2. Quando è acquisita una registrazione, il giudice ne dispone, se necessario, la trascrizione a norma dell'articolo 268, comma 723.

[1] L'art. 2, comma 1, lett. b), n. 2), d.l. 30 dicembre 2019, n. 161, conv. con modif. in l. 28 febbraio 2020, n. 7, ha così sostituito la presente rubrica. A norma dell'art. 2, comma 8, d.l. n. 161, cit., come sostituito dall'art. 1, comma 2, d.l. 30 aprile 2020, n. 28, conv., con modif., in l. 25 giugno 2020, n. 70la presente disposizione si applica «ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto 2020.».  Il testo della rubrica applicabile ai procedimenti iscritti fino alla data suindicata è la seguente: "Traduzione di documenti. Trascrizione di nastri magnetofonici» 

[2] L'art. 2, comma 1, lett. b), n. 1), d.l. 30 dicembre 2019, n. 161, conv. con modif. in l. 28 febbraio 2020, n. 7, ha sostituito le parole: «acquisita una registrazione» alle parole «acquisito un nastro magnetofonico». A norma dell'art. 2, comma 8, d.l. n. 161, cit., come sostituito dall'art. 1, comma 2, d.l. 30 aprile 2020, n. 28, conv., con modif., in l. 25 giugno 2020, n. 70la presente disposizione si applica «ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto 2020.».

[3] L'art. 3, comma 1, lett. a) d.lgs. 29 dicembre 2017, n. 216,  ha dapprima disposto la sostituzione delle parole «a norma dell'articolo 493-bis, comma 2»  alle parole «a norma dell'articolo 268 comma 7» . Il termine di applicabilità originariamente previsto dall'art. 9 comma 1 d.lgs. n. 216, cit., ovvero « alle operazioni di intercettazione relative a provvedimenti autorizzativi emessi dopo il centottantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto », era stato già differito dall'art. 2  comma 1 d.l. 25 luglio 2018, n. 91, conv., con modif. in l. 21 settembre 2018, n. 108, sostituendolo con il termine « dopo il 31 marzo 2019 » , poi dall'art. 1 comma 1139 lett. a) n. 1) l. 30 dicembre 2018, n. 145, Legge di bilancio 2019, sostituendolo con il termine « dopo il 31 luglio 2019 » e dall'art. 9 comma 2 lett. a) d.l. 14 giugno 2019, n. 53, conv., con modif., in l. 8 agosto 2019, n. 77, con il termine « dopo il 31 dicembre 2019 ». Ma l'articolo 2, comma 1, lett. b), n. 1), d.l. 30 dicembre 2019, n. 161, conv. con modif. in l. 28 febbraio 2020, n. 7ha poi confermato le originarie parole: «a norma dell'articolo 268, comma 7» in luogo delle suddette parole «a norma dell'articolo 493-bis, comma 2». A norma dell'art. 2, comma 8, d.l. n. 161, cit., come sostituito dall'art. 1, comma 2, d.l. 30 aprile 2020, n. 28, conv., con modif., in l. 25 giugno 2020, n. 70la presente disposizione si applica «ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto 2020.». Precedentemente a norma dell'art. 2, comma 8 d.l. n. 161, cit., conv. con modif. in l. 28 febbraio 2020, n. 7, tali disposizioni si applicano «ai procedimenti penali iscritti dopo il 30 aprile 2020».

Inquadramento

L'art. 242 disciplina sia l'acquisizione di documenti redatti in lingua straniera riguardo ai quali il giudice, — su della prova ricadente sulla parte interessata —, deve valutarne la necessità della produzione e sia, ove necessaria, la trascrizione di quanto acquisito su nastro magnetofonico.

L'acquisizione dei documenti redatti in lingua straniera

Profili generali

È sempre più frequente nella prassi la necessità che l'autorità giudiziaria acquisisca al processo documenti redatti in lingua diversa da quella italiana che, laddove se ne intenda fare un uso processuale in punto di prova, necessitano di essere tradotti.

Ciò è dovuto, ovviamente, non solo per la tipologia di alcuni reati transnazionali (si pensi, soprattutto, alla materia finanziaria) che per le loro modalità travalicano i confini del territorio italiano ma anche, più banalmente, per i flussi migratori che insediano in esso persone delle nazionalità più disparate.

La traduzione

Prima di operare il rimando alla regolamentazione dettata dagli artt. 143 e ss. il legislatore demanda all'autorità giudiziaria una valutazione sulla necessità di ricorrere ad essa laddove il documento sottoposto alla sua attenzione sia comprensibile.

Solo se tale comprensione, — che ovviamente non è schiacciata sulle conoscenze linguistiche dell'autorità giudiziaria (art. 143, comma 3) —, non è possibile si ricorrerà alla traduzione del contenuto del documento onde poterlo utilizzare probatoriamente nel processo.

Onere della prova

La necessità della traduzione del documento scritto in lingua straniera sussiste solo quando esso assume concreta pregnanza sotto il profilo probatorio e ricade sulla parte interessata l'onere di illustrare i motivi per i quali è da ritenere necessaria e, di conseguenza, il pregiudizio che ne deriverebbe sotto il profilo dell'accertamento della verità se ciò non accadesse (Cass. S.U., n. 38343/2014).

Le valutazioni del giudice riguardo all'acquisizione dei nastri magnetofonici

Profili generali

I nastri magnetofonici portano incisi le registrazioni di colloqui e/o conversazioni.

In quanto documenti probatori essi possono essere oggetto di trascrizione nelle forme previste dal codice.

Con il d.l. n. 161/2019  (poi convertito, senza modifiche sul punto, dalla legge 28 febbraio 2020 n. 7)  il legislatore dopo avere aggiornato la rubrica della norma, – “Traduzione di documenti. Trascrizione di intercettazioni” –,  ha, altresì, adeguato l'espressione utilizzata in precedenza – “acquisito un nastro magnetofonico” – con quella più moderna ed avanzata di “acquisita una registrazione” – adoperando così, volutamente, non solo una forma più ampia ed onnicomprensiva dell'espressione fattuale ma anche una fattispecie maggiormente aperta ai successivi sviluppi tecnologici, prescindendo, quindi, dal supporto utilizzato ed incentrando ogni significato sui risultati ottenuti. Ai fini dell'utilizzabilità processuale di quest'ultimi si è disposto, inoltre, uno specifico rimando alle forme ed ai modi dettati, non più dall'art. 493-bis c.p.p. norma introdotta nell’ordinamento dal d. lgs. n. 216/2017, rimandata più volte nell’applicazione e poi, infine, abrogata dalla legge n. 7 del 20 febbraio 2020 —, bensì all'art. 268, comma 7, il quale li richiama affidandosi alle “garanzie previste per l'espletamento delle perizie”.

Quale momento processuale in cui procedere alla trascrizione della registrazione è stato scelto, come mera indicazione, quello della formazione del fascicolo del dibattimento — declinando l'intervento di  quest'ultimo nei diversi modi di sviluppo dell'esercizio dell'azione penale - ma alcuna sanzione processuale è stata prevista per il mancato rispetto destinando, molto probabilmente, lo svolgimento dello stesso alle prassi applicative, fino ad ora tese all'inapplicabilità, se non in presenza di una reale, e concreta, necessità manifestata dalle parti e/o dal giudice.

Registrazioni private

Le conversazioni private registrate (da uno degli interlocutori) su nastro magnetico sono legittimamente acquisibili al processo costituendo, — a mezzo della relativa trascrizione —, prova documentale pienamente utilizzabile.

Discrezionalità

Nel decidere in ordine alla «trascrizione» del contenuto del nastro magnetofonico il giudice deve sempre prendere in considerazione la necessarietà o meno della stessa, necessarietà che ha quale fulcro della valutazione, dapprima, l'autenticità della provenienza e, successivamente, l'utilità probatoria.

Casistica

Per gli atti da compiere nel procedimento dinanzi all'autorità giudiziaria che procede vige l'obbligo di usare la lingua italiana mentre per quelli già formati, che vengono acquisiti al processo, si applica la disciplina di cui agli artt. 143, comma 2, e 242, comma 1, con la conseguenza che la loro traduzione è obbligatoria solo se l'utilizzazione può pregiudicare i diritti di difesa dell'imputato e sempre in forza dell'eccezione sul punto da parte di quest'ultimo (Cass. V, n. 32352/2014).

Bibliografia

Cantone, La prova documentale, Milano, 2004; Zacchè, La prova documentale, Milano, 2012.

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