Codice di Procedura Penale art. 253 - Oggetto e formalità del sequestro.

Enrico Campoli

Oggetto e formalità del sequestro.

1. L'autorità giudiziaria dispone con decreto motivato il sequestro del corpo del reato e delle cose pertinenti al reato necessarie per l'accertamento dei fatti [187, 714, 715 4, 716; 81 att.; 10 reg.]1.

2. Sono corpo del reato le cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso nonché le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo [240 c.p.].

3. Al sequestro procede personalmente l'autorità giudiziaria [103 4] ovvero un ufficiale di polizia giudiziaria delegato con lo stesso decreto [370].

4. Copia del decreto di sequestro è consegnata all'interessato, se presente [103 3].

 

[1] V. l'art. 3 l. 8 agosto 1977, n. 533 in tema di reati concernenti armi e esplosivi, reati di cui agli artt. 241, 285, 286 e 306 c.p. e alla l. 20 giugno 1952, n. 645. Per la possibilità di ritardare od omettere atti di cattura, arresto o sequestro, v. l'art. 98 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, in tema di reati riguardanti stupefacenti. Si veda inoltre l'art. 87 d.P.R. n. 309, cit. circa la destinazione delle sostanze stupefacenti o psicotrope sequestrate dall'autorità giudiziaria e circa il dovere dell'autorità che effettua il sequestro di simili sostanze di darne immediata notizia al Servizio centrale antidroga. Vedi inoltre l'art. 7 d.l. 15 gennaio 1991, n. 8, conv., con modif., nella l. 15 marzo 1991, n. 82, in tema di sequestro di persona a scopo di estorsione, del quale rileva, in particolare, il comma 3. Per la possibilità di ritardare l'esecuzione di provvedimenti di sequestro v. art. 9 l. 16 marzo 2006, n. 146, che ha abrogato alcune disposizioni in tema di ritardo di atti e operazioni sotto copertura, relative a determinati reati, dettando una disciplina generale in argomento.

Inquadramento

L'art. 253 delinea, in via generale, l'oggetto e le formalità del sequestro probatorio.

Poiché l'oggetto del vincolo probatorio è individuato nel corpo del reato o nelle cose pertinenti ad esso risulta fondamentale sia la sua esatta definizione che le modalità attraverso cui lo stesso si sviluppa.

L'oggetto del sequestro

 

Profili generali

Il sequestro probatorio è uno dei principali mezzi di ricerca della prova connesso funzionalmente alle perquisizioni, ma non necessariamente ben potendo essere avulso dalle stesse raggiungendo direttamente l'apprensione della cosa da sottoporre a vincolo reale.

L'art. 252, che precede la norma in commento, costituisce, pertanto, una norma di raccordo tra i due mezzi di ricerca della prova (la perquisizione ed il sequestro) ma solo il primo è teleologicamente collegato al secondo che può, al contrario, prescindere da ogni propedeuticità.

Forma e nesso funzionale

L'autorità giudiziaria pone in essere il sequestro probatorio a mezzo del decreto motivato.

Oggetto finalistico del provvedimento di sequestro probatorio è il corpo del reato e le cose pertinenti ad esso per come definite dal comma 2 dell'art. 253.

La motivazione, — a pena di nullità —, deve riguardare non solo la relazione di stretta attinenza tra la cosa, oggetto del sequestro, e la fattispecie di reato, oggetto di indagine, ma anche la necessaria funzionalità del vincolo riguardo all'accertamento fattuale.

Le S.U. (Cass. S.U., n. 36072/2018) hanno avuto modo di specificare che il decreto di sequestro (così come il decreto di convalida di sequestro) probatorio, anche ove abbia ad oggetto cose costituenti corpi di reato, deve contenere una specifica motivazione, per quanto concisa,  sulla finalità perseguita per l’accertamento dei reati” così correggendo, quegli orientamenti che, sulla scia, di Cass. S.U., n. 2/1994, ritenevano che la qualifica di corpo di reato esentasse da tale onere attesa l’esigenza probatoria in re ipsa del corpus delicti.

Richiamandosi alla portata letterale dell'art. 253, comma 1, - “del tutto sottovalutato nelle impostazioni giurisprudenziali che esentano il provvedimento di sequestro del corpo del reato da un onere motivazionale” -, i giudici del massimo consesso sottolineano che è proprio il dato normativo a richiedere che il decreto di sequestro debba essere motivato “essendo tale connotato....espresso in termini assoluti nell'incipit della disposizione e, dunque, indipendentemente dalla natura delle cose da apprendere a fini di prova, solo successivamente indicate dalla disposizione”.

L'onere motivazionale va, quindi, specificamente valorizzato al fine di mantenere “sotto controllo” l'intervento penale stante il suo potenziale, e traumatico, impatto con le libertà fondamentali ed i beni costituzionalmente protetti (proprietà privata e libera iniziativa economica) dovendo, pertanto, trovare spazio applicativo anche per il sequestro probatorio, così come già per le misure cautelari reali, i principi di proporzionalità, adeguatezza e gradualità dettati dall'art. 275 in tema di coercizione personale.

Va, dunque, in definitiva disconosciuto quell'orientamento che ha introdotto un'artificiosa distinzione tra cose che avrebbero in sé l'autoevidenza probatoria da altre che non ne sarebbero connaturate sancendo un onere di motivazione sulle finalità perseguite solo per quest'ultime trovando esso smentita nell'art. 262 il quale sancisce che anche il corpo del reato, sottoposto a sequestro probatorio, debba essere restituito  tutte le volte in cui non v'è più necessità del suo mantenimento, fatto salvo che non debba essere modificato il tipo di vincolo per  perseguire finalità diverse (ad esempio, preventivo/confisca).

Controllo della motivazione

In materia di sequestro probatorio la motivazione deve essere, in definitiva, effettiva e completa tant'è che il Tribunale del riesame non ha alcun potere di integrarla, — potere, invece, riconosciuto al pubblico ministero nella sede di gravame —, con la conseguenza che il difetto in tal punto del provvedimento genetico determina un'originaria nullità dello stesso - (Cass. V, n. 13917/2015).

È il caso concreto che modula la tipologia della motivazione che, volta per volta, supporta il provvedimento di sequestro probatorio.

Tale motivazione assume carattere ancor più pregnante laddove il nesso tra la cosa sequestrata ed il reato è indiretto dovendo essere prodotto, in tal caso, uno sforzo argomentativo più intenso a differenza di quando il collegamento sia, invece, di immediata evidenza nel qual caso possono trovare spazio anche espressioni più sintetiche - (Cass. II, n. 11325/2015).

Il corpo del reato e le cose pertinenti ad esso

 

Profili generali

Assume importanza fondamentale la definizione di cosa sia esattamente corpo del reato o cosa pertinente ad esso.

Tale definizione, difatti, costituisce il caposaldo delle letture a mezzo delle quali, successivamente, interpretare la fondatezza motivazionale del vincolo (probatorio) imposto sulle cose ed altro.

Corpo del reato quale mezzo di commissione

La prima declinazione di corpo del reato offerta dal legislatore è quella secondo cui esso è rappresentato dalle cose “sulle quali o mediante le quali” il reato ha avuto naturalisticamente a verificarsi.

È quello che, in sede di legittimità, si è avuto modo di rappresentare come necessità del vincolo probatorio in re ipsa, stante la coessenzialità della cosa da porre in sequestro con la fattispecie di reato oggetto d'accertamento.

In tali casi, la finalità probatoria costituisce un connotato ontologico ed immanente rispetto a quella determinata cosa da porre in sequestro.

Prodotto, profitto, prezzo del reato

Complementare alla definizione appena analizzata è quella secondo cui corpo del reato sono le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo.

La possibile alternatività del vincolo rende lo spazio d'intervento probatorio molto ampio purché, però, venga mantenuta la relazionalità con il reato oggetto d'accertamento.

Di peculiare problematicità è l'applicazione del vincolo probatorio riguardo al denaro.

Per quest'ultimo è, difatti, necessario non il mero rinvenimento in occasione di un accertamento investigativo bensì che lo stesso abbia, nella sua materialità, una stretta attinenza con le operazioni illecite ipotizzate - (Cass. I, n. 36921/2015).

Per lo stesso motivo una somma di denaro può essere qualificata come corpo del reato di esercizio di raccolta abusiva di scommesse qualora, al di là della sua materialità, possa essere messa, per le sue caratteristiche (banconote di piccolo taglio; monete) in stretta relazione con la figura di reato oggetto di accertamento - (Cass. III, n. 22110/2015).

Il potere di disporre il sequestro

 

Profili generali

Trattandosi di un mezzo della ricerca di prova è nel corso delle indagini preliminari che si ha lo sviluppo più ampio del sequestro probatorio.

Iniziativa

È in capo all'autorità giudiziaria, — e, per la ragione sopra menzionata, in capo all'ufficio del pubblico ministero —, che è riconosciuto il potere di iniziativa.

Quest'ultimo può essere specificamente delegato dall'autorità giudiziaria procedente, con lo stesso decreto motivato che impone il vincolo, all'ufficiale di polizia giudiziaria.

Qualora la polizia giudiziaria abbia agito d'urgenza, — nel rispetto dei presupposti di cui agli artt. 352 e ss. —, l'operato della stessa è soggetto a procedura di convalida da parte del pubblico ministero (art. 355).

In caso di non convalida da parte del pubblico ministero del sequestro operato d'iniziativa dalla polizia giudiziaria nulla impedisce che il primo provveda, successivamente, con autonomo provvedimento, ad imporre il vincolo probatorio sulle medesime cose - (Cass. II, n. 41786/2015).

Richiesta del soggetto interessato

Costituisce complementare deroga al potere d'iniziativa dell'autorità giudiziaria la possibilità, — riconosciuta dall'art. 368 —, che al sequestro probatorio si addivenga su richiesta della persona offesa. 

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (Cass. S.U., 26 aprile 1990) hanno avuto modo di precisare, sul punto, che l'art. 368 non può che riguardare il  sequestro probatorio.

Tutte le volte in cui il pubblico ministero intende avallare la richiesta di sequestro probatorio formulata dalla parte interessata emette il decreto motivato di cui all'art. 253 mentre laddove assume posizione contraria alla stessa ha il dovere di trasmettere l'istanza al giudice per le indagini preliminari con il proprio parere dissenziente.

L'eventuale accoglimento da parte del giudice per le indagini preliminari, — nella forma del decreto motivato, — comporta che, prima dell'esercizio dell'azione penale, questi trasmetterà gli atti al pubblico ministero per l'esecuzione.

Il rigetto da parte del pubblico ministero, così come quello del giudice per le indagini preliminari, della richiesta della persona offesa non sono impugnabili né vanno comunicati alla parte istante.

Formalità del sequestro

 

Profili generali

Il vincolo probatorio può essere tanto il precipitato di un decreto emesso dall'autorità giudiziaria, — eventualmente anche contestuale ad un decreto di perquisizione —, quanto, come già sopra anticipato, il frutto di un agire d'iniziativa della polizia giudiziaria in presenza di determinati presupposti d'urgenza (artt. 352 e ss.)

Consegna copia

Tutte le volte in cui il soggetto interessato è presente alle operazioni di polizia giudiziaria relative al sequestro probatorio va consegnato allo stesso copia del decreto.

Come già detto, al provvedimento di vincolo probatorio la polizia giudiziaria può giungere d'iniziativa all'esito di operazioni svolte nell'immediatezza dei fatti nel qual caso le modalità formali relative all'apposizione del vincolo sono assunte a valle, e non a monte, dell'agire investigativo (art. 355, comma 1).

Assenza del soggetto interessato

Qualora in sede d'esecuzione del sequestro probatorio la parte interessata sia assente, — tanto da non potergli essere consegnata copia del decreto —, l'agire investigativo non subisce alcuna interruzione, potendosi, — laddove necessario —, accedere alla perquisizione, sempre che non sia stata originariamente preventivata ed autorizzata.

Il verbale delle operazioni

 

Profili generali

L'intero svolgimento delle operazioni deve sempre essere oggetto di verbalizzazione da parte della polizia giudiziaria che agisce, d'iniziativa o su delega dell'autorità giudiziaria.

Modalità d'esecuzione

L'art. 81 disp. att. disciplina, nel dettaglio, il contenuto del verbale di sequestro ed, in particolare, prevede che esso contenga sempre l'elenco delle cose sequestrate e tutti gli accorgimenti adottati per la loro custodia e conservazione.

Sul punto, in sede di legittimità, si è avuto modo di sostenere che la mancanza dell'analitica indicazione nel verbale previsto dall'art. 81 disp. att. delle cose sottoposte a sequestro non comporta alcuna conseguenza allorquando alle operazioni sia stato presente il soggetto interessato, il quale è stato messo, in tal modo, nelle condizioni di esercitare il proprio diritto di difesa - (Cass. II, n. 41360/2015).

Casistica

In tema di sequestro probatorio, l'esecuzione di una perquisizione e sequestro nei confronti di una delle persone indicate dagli artt. 200 e 201 non deve essere preceduta dall'avvertimento della facoltà di opporre il segreto professionale (nella specie connesso al lavoro di giornalista) o di ufficio e può dunque essere eseguita nelle forme ordinarie, senza ulteriori limitazioni sino all'opposizione “per iscritto” del limite (Cass., VI, n. 9989/2018).

E' abnorme il provvedimento di “confisca anticipata” disposto dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, in quanto strutturalmente estraneo all'ordinamento processuale penale – (Cass., III, n. 9986/2020). 

Il provvedimento di rigetto della revoca del sequestro probatorio adottato dal giudice in udienza preliminare è ricorribile in cassazione essendo assimilabile alla decisione sull'opposizione ex 263, comma 5, cod. proc. pen. – (Cass., III, n. 40789/2021)

Bibliografia

Conforti -Montesano Cancellara, Il sequestro nel procedimento penale, Milano, 2014; Scarcella, I sequestri, Milano, 2012.

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