Codice di Procedura Penale art. 256 bis - Acquisizione di documenti, atti o altre cose da parte dell'autorità giudiziaria presso le sedi dei servizi di informazione per la sicurezza1.

Enrico Campoli

Acquisizione di documenti, atti o altre cose da parte dell'autorità giudiziaria presso le sedi dei servizi di informazione per la sicurezza1.

1. Quando deve disporre l'acquisizione di documenti, atti o altre cose presso le sedi dei servizi di informazione per la sicurezza, presso gli uffici del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza o comunque presso uffici collegati all'esercizio delle funzioni di informazione per la sicurezza della Repubblica, l'autorità giudiziaria indica nell'ordine di esibizione, in modo quanto più possibile specifico, i documenti, gli atti e le cose oggetto della richiesta.

2. L'autorità giudiziaria procede direttamente sul posto all'esame dei documenti, degli atti e delle cose e acquisisce agli atti quelli strettamente indispensabili ai fini dell'indagine. Nell'espletamento di tale attività, l'autorità giudiziaria può avvalersi della collaborazione di ufficiali di polizia giudiziaria.

3. Quando ha fondato motivo di ritenere che i documenti, gli atti o le cose esibiti non siano quelli richiesti o siano incompleti, l'autorità giudiziaria informa il Presidente del Consiglio dei ministri, che provvede a disporre la consegna di ulteriori documenti, atti o cose o, se ne ricorrono i presupposti, a confermare l'inesistenza di ulteriori documenti, atti o cose.

4. Quando deve essere acquisito, in originale o in copia, un documento, un atto o una cosa, originato da un organismo informativo estero, trasmesso con vincolo di non divulgazione, l'esame e la consegna immediata sono sospesi e il documento, l'atto o la cosa è trasmesso immediatamente al Presidente del Consiglio dei ministri affinché vengano assunte le necessarie iniziative presso l'autorità estera per le relative determinazioni in ordine all'apposizione del segreto di Stato.

5. Nell'ipotesi prevista al comma 4, il Presidente del Consiglio dei ministri autorizza l'acquisizione del documento, dell'atto o della cosa ovvero oppone o conferma il segreto di Stato entro sessanta giorni dalla trasmissione.

6. Se il Presidente del Consiglio dei ministri non si pronuncia nel termine di cui al comma 5, l'autorità giudiziaria acquisisce il documento, l'atto o la cosa.

 

[1] Articolo inserito dall'art. 15 l. 3 agosto 2007, n. 124, con effetto a decorrere dal 12 ottobre 2007.

Inquadramento

L'art. 256-bis disciplina l'intervento dell'autorità giudiziaria presso le sedi dei servizi di informazione per la sicurezza curando sia l'aspetto dell'accesso (alternativo alla perquisizione) che quello dell'esibizione (alternativo al sequestro diretto) di documenti, atti o cose da sottoporre ad acquisizione (vincolo probatorio).

L'accesso alla sedi dei servizi di informazione per la sicurezza

Profili generali

Ad integrazione della disciplina già dettata dall'art. 256 il legislatore, — con lo specifico intervento della l. n. 124/2007 —, si è preoccupato anche di regolamentare l'acquisizione di documenti, atti o cose in possesso dei servizi di informazione per la sicurezza allorché gli stessi si trovino depositati presso le sedi di quest'ultimi.

Sedi dei servizi

L'individuazione delle sedi dei Servizi di sicurezza è affidata ad una dizione volutamente generica (proprio in considerazione della peculiare attività svolta che necessita di “mimetizzazione”) in quanto rientrano in essi non solo i luoghi ufficiali bensì (e potremmo dire, soprattutto) gli uffici collegati.

Modalità

In modo significativo non sono state interpolate le norme codicistiche sulle perquisizioni optando per l'introduzione, all'interno della disciplina sui sequestri, (definiti, edulcoratamente, acquisizioni), dell'accesso presso le sedi dei servizi.

La stessa norma, solo apparentemente ridondante, nel prevedere il possibile ausilio che l’autorità giudiziaria può chiedere agli ufficiali di polizia giudiziaria (comma 2, seconda parte, dell'art. 256-bis) rende evidente che quest'ultimi, — senza la richiesta di collaborazione loro rivolta —, non possono accedere presso le sedi dei servizi.

L'ordine di esibizione

Profili generali

Altrettale attenzione di quella dedicata all'accesso presso le sedi dei servizi è quella riguardante l'acquisizione di documenti, atti o cose che si trovino depositati (ovvero in possesso) presso quest'ultimi.

Fermo restando le caratteristiche generali di un qualsiasi decreto motivato di sequestro lo svolgimento passa esclusivamente attraverso la forma e le modalità dell'ordine di esibizione, replicando, in modo ancor più articolato, la disciplina della richiesta di consegna di cui all'art. 248.

Contenuto

Il legislatore richiede all'autorità giudiziaria, nella formulazione dell'ordine di esibizione, uno sforzo rigoroso affinché oggetto dell'acquisizione sia, “in modo quanto più possibile specifico”, indicato.

Ove quanto consegnato sia ritenuto dall'autorità giudiziaria soddisfacente rispetto a quanto richiesto quest'ultima può determinarsi anche ad acquisire eventuali documenti o atti a mezzo di copie cartacee ovvero su supporti, laddove si tratti di materiale informatico.

L'intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri

Profili generali

Tutte le volte in cui l'autorità giudiziaria ritiene che quanto consegnato non sia corrispondente a quanto richiesto ovvero non sia esaustivo essa ha la possibilità di richiedere il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio dei ministri, — quale vertice degli apparati di sicurezza —, affinché si determini in proposito.

Modalità

Il Presidente del Consiglio dei ministri, una volta raggiunto dalla richiesta, ha diverse modalità di intervento.

Potrà, difatti, tanto confermare l'inesistenza di ulteriori documenti ovvero la corrispondenza di quanto esibito dai servizi a quanto in loro possesso così come potrà integrare tale documentazione ordinandone la consegna all'autorità giudiziaria.

Fondamentale è al riguardo la possibilità che il Presidente del Consiglio dei ministri, nel termine di sessanta giorni dalla richiesta, opponga (o confermi) il segreto di Stato, rimuovibile solo a mezzo del conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale.

L'eventuale silenzio nel termine di sessanta giorni legittima l'autorità giudiziaria all'acquisizione.

L'acquisizione di atti, documenti o cose dei servizi di sicurezza esteri

Profili generali

La procedura di acquisizione può riguardare anche documenti, atti o cose, “originati” da un servizio di sicurezza estero di cui i nostri servizi siano legittimamente in possesso ma con il vincolo di non divulgazione.

Obbligo di non divulgazione

Lo Stato italiano, nei suoi apparati di sicurezza, necessariamente interloquisce con analoghi settori dei servizi di informazione esteri e lo scambio di comunicazioni può avere ad oggetto atti, documenti o cose che possono rientrare nell'interesse investigativo.

In tali casi configgono la finalità del sequestro probatorio riconducibile all'autorità giudiziaria con quella del mantenimento del segreto che i servizi di sicurezza italiani possono avere assunto riguardo alla non divulgazione.

Modalità

Così come sancito per gli atti, i documenti e le cose in possesso dei servizi di sicurezza italiani altrettanto è stabilito per quelli appartenenti ai servizi esteri che li hanno concessi con l'obbligo della non divulgazione.

Dinanzi, pertanto, ad un'acquisizione di tale natura v'è la sospensione dell'acquisizione e l'innesto dell'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri che ha la possibilità di svolgere tutti gli approfondimenti necessari, — “presso l'autorità estera” —, onde potersi correttamente determinare, entro sessanta giorni, riguardo alla sussistenza o meno del segreto di Stato.

Bibliografia

V. sub art. 253.

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