Codice di Procedura Penale art. 260 - Apposizione dei sigilli alle cose sequestrate. Cose deperibili. Distruzione di cose sequestrate 1 .

Enrico Campoli

Apposizione dei sigilli alle cose sequestrate. Cose deperibili. Distruzione di cose sequestrate 1.

1. Le cose sequestrate si assicurano con il sigillo dell'ufficio giudiziario e con le sottoscrizioni [110] dell'autorità giudiziaria e dell'ausiliario [126] che la assiste ovvero, in relazione alla natura delle cose, con altro mezzo, anche di carattere elettronico o informatico, idoneo a indicare il vincolo imposto a fini di giustizia [349 c.p.] 2.

2. L'autorità giudiziaria fa estrarre copia dei documenti e fa eseguire fotografie o altre riproduzioni delle cose sequestrate che possono alterarsi o che sono di difficile custodia, le unisce agli atti e fa custodire in cancelleria o segreteria gli originali dei documenti, disponendo, quanto alle cose, in conformità dell'articolo 259. Quando si tratta di dati, di informazioni o di programmi informatici, la copia deve essere realizzata su adeguati supporti, mediante procedura che assicuri la conformità della copia all'originale e la sua immodificabilità; in tali casi, la custodia degli originali può essere disposta anche in luoghi diversi dalla cancelleria o dalla segreteria 3.

3. Se si tratta di cose che possono alterarsi, l'autorità giudiziaria ne ordina, secondo i casi, l'alienazione o la distruzione [83, 85 2 att.] 4.

 

3-bis. L'autorità giudiziaria, anche su richiesta dell'organo accertatore o della persona offesa, quando il decreto di sequestro o di convalida del sequestro non è più assoggettabile a riesame, dispone il prelievo di uno o più campioni, con l'osservanza delle formalità di cui all'articolo 364, e ordina la distruzione della merce residua, nel caso di merci di cui sono comunque vietati la fabbricazione, il possesso, la detenzione o la commercializzazione, quando le stesse sono di difficile custodia ovvero quando la custodia risulta particolarmente onerosa o pericolosa per la sicurezza, la salute o l'igiene pubblica ovvero quando risulti evidente la violazione dei predetti divieti, anche in ragione della natura contraffatta o usurpativa delle merci. Se la conservazione della merce è assolutamente necessaria per la prosecuzione delle indagini, l'autorità giudiziaria dispone in tal senso con provvedimento motivato 5.

3-ter. Nei casi di sequestro nei procedimenti a carico di ignoti, la polizia giudiziaria, decorso il termine di tre mesi dalla data di effettuazione del sequestro,  procede alla distruzione delle merci contraffatte o usurpative sequestrate, previa comunicazione all'autorità giudiziaria. La distruzione può avvenire dopo quindici giorni dalla comunicazione, salva diversa decisione dell'autorità giudiziaria, ed è preceduta dal prelievo di uno o più campioni, con l'osservanza delle formalità di cui all'articolo 364.6

 

 

 

[1] Rubrica così modificata dall'art. 2 del d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, che ha inserito le parole «Distruzione di cose sequestrate».

[2] L'art. 8 l. 18 marzo 2008, n. 48 ha modificato il presente comma inserendo le seguenti parole: «, anche di carattere elettronico o informatico,».

[3] L'art. 8 l. 18 marzo 2008, n. 48 ha modificato il presente comma inserendo l'ultimo periodo.

[4] Per la campionatura e la distruzione di sostanze stupefacenti e psicotrope, v. gli artt. 87 e 88 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309. Relativamente ai tabacchi lavorati esteri sequestrati (per i quali v. anche sub art. 259) v. art. 4 3 d.lg. 9 novembre 1990, n. 375. Vedi anche art. 151 3 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115.

[5] Comma sostituito dall'art. 53, comma 1, lett. a), l. 27 dicembre 2023, n. 206. Il testo precedente, inserito dall'art. 2 d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, era il seguente «L'autorità giudiziaria procede, altresì, anche su richiesta dell'organo accertatore alla distruzione delle merci di cui sono comunque vietati la fabbricazione, il possesso, la detenzione o la commercializzazione quando le stesse sono di difficile custodia, ovvero quando la custodia risulta particolarmente onerosa o pericolosa per la sicurezza, la salute o l'igiene pubblica ovvero quando, anche all'esito di accertamenti compiuti ai sensi dell'articolo 360, risulti evidente la violazione dei predetti divieti. L'autorità giudiziaria dispone il prelievo di uno o più campioni con l'osservanza delle formalità di cui all'articolo 364 e ordina la distruzione della merce residua».

[6] Comma inserito dall'art. 2 d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., dalla legge 24 luglio 2008, n. 125. Successivamente, l'art. 53, comma 1, lett. b), l. 27 dicembre 2023, n. 206 ha sostituito, al primo periodo, le parole «procede» alle parole «può procedere»  e inserito le parole «o usurpative» dopo le parole: «merci contraffatte» e ha sostituto il secondo e il terzo periodo. Il testo precedente dei periodi era il seguente: «La distruzione può avvenire dopo 15 giorni dalla comunicazione salva diversa decisione dell'autorità giudiziaria. È fatta salva la facoltà di conservazione di campioni da utilizzare a fini giudiziari.».

Inquadramento

L'art. 260 regolamenta tutti gli aspetti riguardanti la conservazione e la custodia delle cose sequestrate preoccupandosi non solo di preservarne il valore nel corso del procedimento ma anche di provvedere a tutte le incombenze necessarie qualora le stesse presentino caratteristiche di immediata deperibilità che inducano ad una pronta distruzione delle stesse ed ad una loro conseguenziale monetizzazione.

Le procedure di sigillatura

 

Profili generali

Non appena le cose sono sottoposte a sequestro l'organo che procede, (di solito, la polizia giudiziaria su delega del pubblico ministero), provvede all'apposizione del sigillo ed alla controfirma dello stesso.

Modalità

Alla procedura di sigillatura può anche provvedersi presso l'autorità giudiziaria laddove si tratti di cose che, per idoneità ed opportunità, possono essere depositate presso la segreteria del pubblico ministero o la cancelleria del giudice.

Non sempre, per la tipologia delle cose sottoposte a sequestro, è possibile procedere con la canonica apposizione del sigillo dell'ufficio e la controfirma del titolare dello stesso bensì è necessario accedere ad altre forme di sigillatura che tengano conto delle specifiche peculiarità del bene.

In tali casi il sigillo può assumere anche altre forme (del più diverso tipo, cartaceo, meccanico o industriale che sia) che si adegui al tipo di bene in sequestro e quel che più rileva assicuri all'esterno la conoscibilità del vincolo cui lo stesso è sottoposto.

Si è evidenziato in sede di legittimità, sottolineando la valenza sostanzialistica e non formalistica della procedura di sigillatura, che non v'è necessità che i sigilli siano materialmente apposti purché sia chiara all'esterno la volontà dello Stato di non consentire l'accesso alla cosa sequestrata  (Cass. III, n. 24684/2015).

La copia dei documenti in sequestro

 

Profili generali

Le cose sequestrate possono essere oggetto di alterazione o deterioramento con il semplice trascorrere del tempo ragion per cui l'autorità giudiziaria può assumere determinati accorgimenti per cristallizzarne la loro immagine contingente.

Modalità

Le modalità, a mezzo delle quali l'autorità giudiziaria può preservare il dato naturalistico e contingente delle cose sequestrate, possono essere le più varie.

Difatti, così come esse possono essere meramente fotografate, ed acquisite in copia agli atti, possono anche essere oggetto di riproduzione nelle più diverse forme (cartacea; informatica; etc.).

La copia dei dati informatici in sequestro

 

Profili generali

Peculiare disciplina è prevista per la custodia dei dati informatici in sequestro i quali proprio in forza della loro facile alterabilità necessitano di essere conservati su adeguati supporti che ne assicurino, in ogni momento, la pedissequa riproducibilità dagli originali e la loro successiva inaccessibilità.

Conservazione

Attesa la loro natura immateriale i dati informatici necessitano di un sempre possibile ragguaglio con gli originali ed è per tale ragione che la conservazione di quest'ultimi può essere oggetto di deroga riguardo al luogo di deposito, tutte le volte in cui le condizioni di sicurezza legate agli stessi lo renda necessario.

È per tale ragione che, in simili evenienze, laddove l'autorità giudiziaria ha dato luogo all'estrazione di copia dei dati informatici, restituendo al soggetto interessato gli originali, non viene a determinarsi la cessione del vincolo probatorio, — e, quindi, l'interesse all'impugnazione —, in quanto con il proprio agire investigativo essa ha fatto cessare l'esclusività dell'informazione in capo al soggetto originariamente detentore - (Cass. IV, n. 24617/2015).

La vendita o la distruzione delle cose sequestrate deperibili

 

Profili generali

Le cose sequestrate possono essere naturalisticamente deteriorabili. Si pensi, per tutte, alle derrate alimentari che non possono giacere, anche laddove conservate in modo ottimale, per considerevole tempo pena la perdita del loro valore commerciale ovvero la loro commestibilità.

La vendita delle cose deperibili

In alcune circostanze il sequestro di cose deteriorabili non è legato ad alcuna violazione in tema di igiene, salute, sicurezza, etc. (si pensi ad esempio a merce di provenienza furtiva di cui non sia facile nell'immediatezza risalire ai legittimi proprietari) ragion per cui la distruzione delle stesse può essere del tutto diseconomico.

In tali circostanze, l'autorità giudiziaria è autorizzata a disporne la vendita immediata monetizzando il valore delle cose sequestrate in modo che qualora, all'esito del procedimento, dovesse essere individuato l'avente diritto alla restituzione lo stesso riceverebbe la somma recuperata mentre laddove quest'ultimo rimanesse ignoto il danaro otterrebbe una destinazione exart. 262, comma 3- bis .

Con la legge n. 206 del 27 dicembre 2023 (art. 53) il Legislatore ha provveduto ad una nuova stesura dell'art. 260, comma 3 bis, cod. proc. pen. prevedendo, una volta formatosi il giudicato cautelare riguardo al decreto di sequestro o alla sua convalida, che l'Ag debba disporre, d'ufficio o su richiesta di parte, alla campionatura dei beni sottoposti a vincolo, secondo le forme dettate dall'art. 364, per poi ordinare  – in via generale -, “la distruzione della merce residua” – sia essa contraffatta o di provenienza usurpativa - in tutta una serie di situazioni, normativamente previste, che ne rendano vietata, gravosa, pericolosa od onerosa la custodia.

Nel corso delle indagini preliminari, – e fino all'esercizio dell'azione penale –, l'Ag funzionalmente competente a provvedere va individuata nell'ufficio del pubblico ministero, soprattutto, laddove lo stesso si stia determinando alla definizione del procedimento secondo i canoni dettati dall'art. 405 cod. proc. pen.

La regola generale è, quindi, stabilita nei sensi di provvedere sempre alla distruzione della merce in sequestro potendo l'Ag optare, motivatamente, per la soluzione alternativa ma solo a mezzo di un apposito provvedimento.

La cogenza di provvedere alla distruzione è resa ancor più esplicita dalle modifiche dell'art. 262, comma 3 ter, in tema di procedimenti contro ignoti, laddove, si declina direttamente in capo alla polizia giudiziaria l'onere di determinarsi in proposito una volta decorsi tre mesi dall'apposizione del vincolo, e potendovi, materialmente, provvedere solo dopo averne dato comunicazione all'Ag e qualora quest'ultima, nei quindici giorni, dalla ricezione della stessa, non si sia determinata diversamente con apposito provvedimento motivato.

L'art. 83 disp. att. autorizza la vendita da parte della cancelleria o della segreteria dell'autorità giudiziaria anche a mezzo di trattativa privata, cioè senza alcun vincolo di gara pubblica.

Sono implicitamente escluse dalla vendita tutte le merci sequestrate che rientrano nella fattispecie di cui all'art. 260, comma 3-bis.

Nel concetto di deterioramento ben può essere ricompreso anche il deprezzamento del bene sottoposto a vincolo con la conseguenza che, in tali casi, “all'autorità giudiziaria è attribuito il potere di determinare una conseguenza che va ben oltre a quella connessa naturalmente all'imposizione del vincolo coercitivo, perché viene a realizzarsi il trasferimento, in capo al giudice o al pubblico ministero, di uno dei contenuti del diritto di proprietà : la facoltà di disporre definitivamente di un bene” – Cass. II, n. 1916/2017 - : è per tale ragione che un'autovettura sottoposta a sequestro preventivo per equivalente ben può essere posta in vendita purché vengano indicate le ragioni che rendono necessario ed opportuno procedere alla stessa.

La distruzione delle cose sequestrate che possono alterarsi, secondo il combinato disposto dell'art. 260, comma 3, c.p.p. e dell'art. 83 disp. att. c.p.p., non costituisce accertamento tecnico irripetibile ma semplice adempimento esecutivo che può trovare attuazione senza particolari formalità non dovendo essere preceduto, se non nel caso in cui occorre procedere a campionatura, dall'avviso al difensore (Cass., III, n. 2202/2019).  

La distruzione delle cose deperibili

In stretta alternativa alla vendita delle cose sequestrate deperibili il legislatore prevede la distruzione delle stesse.

Modalità esecutive

Al principio generale sancito dall'art. 260, comma 3, funge da norma di servizio l'art. 83, comma 2, disp. att. secondo cui l'autorità giudiziaria procedente può provvedere alla distruzione delle cose sequestrate tanto a mezzo di apposita trattativa privata quanto delegando allo scopo persona idonea (anche persona esterna, appositamente nominata e retribuita) ovvero la polizia giudiziaria che ha operato il sequestro.

Può accadere, nella prassi, che fermo restando la delega alla polizia giudiziaria affinché provveda alla distruzione quest'ultima necessiti comunque dell'ausilio di personale esterno, anche di natura privatistica.

In questo caso l'autorità giudiziaria può delegare la polizia giudiziaria procedente a scegliere, a mezzo di trattativa privata, persona o società idonea.

Le spese di giustizia relative alla procedura a seconda della definizione del procedimento saranno a carico dell'erario ovvero del soggetto condannato.

Prelievo campionature

Al fine di conservare una campionatura delle cose destinate alla vendita o alla distruzione, — laddove la stessa possa essere utile ai fini processuali sotto il profilo probatorio —, l'autorità giudiziaria ha il dovere di disporre il prelievo di campionature dando avviso, laddove costituito, al difensore del soggetto interessato.

Esistono nell'ordinamento specifiche ipotesi di custodia e campionatura, come in materia di sostanze stupefacenti (artt. 87 e 88 d.P.R. n. 309/1990) e di tabacchi lavorati esteri (art. 3 l. n. 92/2001).

Incidente di esecuzione

Può anche accadere che la necessità di intervento sulle cose deperibili, sebbene programmata, nella norma di interesse, nella fase delle indagini preliminari ed in prossimità del sequestro, — con la rispettiva competenza in capo al pubblico ministero ovvero al giudice che procede, a seconda se si è prima o dopo l'esercizio dell'azione penale —, possa prospettarsi allorquando il procedimento risulta già definito, con sentenza irrevocabile o con decreto di archiviazione: in questi ultimi casi è sempre competente il giudice dell'esecuzione che potrà provvedere con le forme semplificate di cui agli art. 667, comma 4, e 676.

All'incidente di esecuzione può ricorrersi tutte le volte in cui le parti interessate hanno necessità di prospettare rispetto ai provvedimenti assunti peculiari circostanze di restituzione ovvero altre questioni attinenti la titolarità dei beni.

La distruzione delle merci

 

Profili generali

L'ipotesi regolamentata nel comma 3-bis dell'art. 260 esula dalla deperibilità delle cose sequestrate ed incentra il proprio interesse sul fatto che le stesse, ed in particolare le merci, possano essere intrinsecamente illecite, circostanza questa che induce alla immediata distruzione delle stesse.

 

Tipologia della merce

I motivi per i quali le merci sequestrate possono essere immediatamente distrutte riguardano tutti i casi in cui le stesse siano vietate sotto il profilo del possesso, della fabbricazione, della detenzione o della loro successiva commercializzazione.

In sostanza, tutte le merci che una volta sottoposte a sequestro non possono più legittimamente rientrare nel circuito commerciale è del tutto inutile, oltre che diseconomico, mantenerle sotto vincolo, fermo restando la necessità di conservarne una campionatura a fini probatori.

Nei casi in cui l'autorità giudiziaria si determini per la distruzione della merce va da sé che alcuna destinazione alternativa può essere adottata, fosse anche a fini benefici  (Ad esempio, una fornitura di scarpe Hogan contraffatte non può essere destinata ad una comunità di assistenza alle persone bisognose).

 

Ulteriori ipotesi di distruzione

Oltre all'intrinseca illiceità delle merci sequestrate l'autorità giudiziaria può decidere in merito alla distruzione delle stesse tutte le volte in cui la loro custodia sia particolarmente onerosa, tale, addirittura, da potere, nel breve periodo, anche superare il valore delle stesse.

Altrettale conclusione la si raggiunge nella situazione in cui la custodia di quelle merci sia pericolosa per la salute pubblica ovvero per l'igiene o la sicurezza oppure quando si rivela inutile sotto il profilo probatorio, — fermo restando sempre la campionatura —, essendo già stati svolti gli accertamenti irripetibili di cui all'art. 360.

Nell'ipotesi da ultimo menzionata, — quando la parte interessata abbia formulato riserva d'incidente probatorio (art. 360, comma 4) —, l'autorità giudiziaria potrà comunque disporre la distruzione sempre fatta salva la campionatura utile ai fini probatori.

 

Svolgimento

L'autorità giudiziaria può procedere in tutti i casi sin qui commentati tanto d'ufficio quando su richiesta dell'organo accertatore.

In quest'ultimo caso, l'organo accertatore, già in sede di sequestro, può chiedere, anche oralmente, la delega all'autorità giudiziaria al fine di provvedere alla distruzione immediata, sempre fatta salva la campionatura ovvero l'avvio degli accertamenti tecnici irripetibili.

Tale situazione trova sovente concretizzazione allorquando la polizia giudiziaria specializzata nel controllo degli alimenti (Nas; Asl) pone in sequestro cibi avariati o in cattivo stato di conservazione, rispetto a cui la procedura di distruzione necessita di immediato intervento.

La distruzione delle merci contraffate nei procedimenti contro ignoti

 

Profili generali

Costituisce un'ulteriore appendice della immediata distruzione delle merci quella avente ad oggetto beni contraffatti il cui sequestro sia avvenuto a carico di soggetti ignoti.

Modalità di svolgimento

Nei procedimenti contro ignoti, proprio in quanto non esistono soggetti identificati o identificabili cui contestare successivamente le condotte, il legislatore, onde evitare inutili spese di custodia oltre che rischi di indebita appropriazione, tenuto anche conto della non possibile successiva commercializzazione di tali beni, in quanto intrinsecamente illeciti, concede alla polizia giudiziaria la facoltà, previa comunicazione all'autorità giudiziaria, — che può disporre diversamente ovvero limitarsi ad ordinarne una campionatura —, di disporre la immediata distruzione degli stessi.

Casistica

  E' appellabile ex art. 322 bis cod. proc. pen. l'ordinanza del giudice che autorizzi o neghi, ex art. 260, comma 3, l'alienazione o la distruzione delle cose sottoposte a sequestro preventivo da chi sia titolare di un interesse concreto – (Cass., VI, n. 8111/2022).

Bibliografia

Conforti - Montesano Cancellara, Il sequestro nel procedimento penale, Milano, 2014; Scarcella, I sequestri, Milano, 2012.

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