Codice di Procedura Penale art. 337 - Formalità della querela.

Aldo Aceto

Formalità della querela.

1. La dichiarazione di querela è proposta, con le forme previste dall'articolo 333, comma 2, alle autorità alle quali può essere presentata denuncia [331, 333] ovvero a un agente consolare all'estero. Essa, con sottoscrizione autentica [2703 c.c.; 110], può essere anche recapitata da un incaricato o spedita per posta in piego raccomandato [107 att.].

2. Quando la dichiarazione di querela è proposta oralmente [357, 373, 380 3, 381 3], il verbale in cui essa è ricevuta è sottoscritto [110] dal querelante o dal procuratore speciale [122].

3. La dichiarazione di querela proposta dal legale rappresentante di una persona giuridica, di un ente o di una associazione deve contenere la indicazione specifica della fonte dei poteri di rappresentanza.

4. L'autorità che riceve la querela provvede all'attestazione della data [111] e del luogo della presentazione, all'identificazione della persona che la propone e alla trasmissione degli atti all'ufficio del pubblico ministero [51].

Inquadramento

La norma disciplina, sul piano formale, il modo con cui deve essere esercitato il diritto di querela.

La querela come volontà di punizione

In quanto denunzia qualificata dalla volontà di punizione, la querela è essenzialmente dichiarazione di questa volontà che deve manifestarsi nelle forme stabilite dal codice.

In quanto denunzia sporta da privato, la querela può essere sporta nei modi previsti dall'art. 333, c. 2 : oralmente o per iscritto, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria oppure a un agente consolare all'estero.

Se presentata oralmente, la relativa dichiarazione è raccolta a verbale (artt. 357, c. 2, lett. a); 373, c. 1, lett. a) che deve essere sottoscritto anche dal querelante (o dal suo procuratore speciale).

Se formalizzata per iscritto, la sottoscrizione deve essere autenticata (anche da una delle persone indicate dall'art. 39 disp. att.) e l'atto, così confezionato, può essere recapitato anche da un incaricato o spedito per posta in piego raccomandato (sulla necessità della autenticazione della sottoscrizione in caso di querela sporta dal legale rappresentante di un ente pubblico o da un pubblico ufficiale si veda la Casistica).

Se proposta dal legale rappresentante di un ente, la dichiarazione di querela deve contenere l'indicazione specifica della fonte dei poteri di rappresentanza, non essendo necessario alcuno specifico mandato a sporgere querela.

L'autorità che riceve la querela scritta provvede all'attestazione della data e del luogo della presentazione, all'identificazione della persona che la propone e alla trasmissione degli atti all'ufficio del pubblico ministero. Non rileva l'assenza, nel verbale di ratifica, dell'indicazione del soggetto querelato, poiché tale indicazione non è richiesta dalla disposizione citata (Cass. V, n. 28061/2019).

Casistica

È valida la querela presentata da soggetto non legittimato in presenza di tempestiva ratifica da parte del soggetto legittimato, implicando tale atto successivo il recepimento integrale, con effetto ex tunc, della manifestazione di volontà contenuta nell'atto precedente (Cass. II, n. 35023/2020; Cass. IV, n. 4937/2010).

La volontà di chiedere la punizione del colpevole non è sottoposta a particolari formalità e può ricavarsi dall'esame dello stesso atto di querela, onde a tal fine è sufficiente che la denuncia di un fatto costituente reato alla polizia giudiziaria venga successivamente ratificata, dovendosi dedurre da tale comportamento l'implicita volontà di perseguirne penalmente l'autore (Cass. III, n. 28837/2020).

Nello stesso senso Cass. V, n. 19827/2003, secondo cui la querela è negozio processuale, che va interpretato, ricostruendo la effettiva volontà del querelante, desumibile, tanto dal testo del documento, quanto dalla condotta del querelante, anche successiva alla presentazione della istanza di punizione, purché, ovviamente ricollegabile alla originaria manifestazione di volontà; ne consegue che la inesatta indicazione delle generalità del querelato non è necessariamente rilevante, essendo sufficiente che l'atto contenga l'inequivoca manifestazione dell'intenzione del querelante affinché si proceda penalmente nei confronti dell'autore del reato, anche se costui sia ignoto o non correttamente identificato (nel senso che l'inesatta indicazione delle generalità del querelato è irrilevante, essendo sufficiente che l'atto contenga l'inequivoca manifestazione dell'intenzione del querelante affinché si proceda penalmente nei confronti dell'autore del reato, anche se costui sia ignoto o non correttamente identificato, cfr. Cass. 13281/2020).

Ai fini dell'esercizio del diritto di querela è sufficiente la espressa qualificazione formale dell'atto con il quale esso viene esercitato, costituendo il termine “querela” sintesi della manifestazione della volontà che lo Stato proceda penalmente in ordine al fatto di reato in essa descritto (così Cass. IV, n. 10789/2020 in un caso di lesioni personali colpose da sinistro stradale, in cui la querelante aveva espressamente dichiarato, con l'atto raccolto nel verbale redatto dalla polizia giudiziaria, di voler “sporgere formale denuncia-querela” nei confronti della persona alla guida dell'auto investitrice). Nello stesso senso Cass. IV, n. 3733/2020 secondo cui ai fini della validità della querela, la manifestazione della volontà di perseguire l'autore del reato, è univocamente desumibile dall'espressa qualificazione dell'atto, formato dalla polizia giudiziaria, come “verbale di denuncia querela”, qualora l'atto rechi la dichiarazione, sottoscritta dalla persona offesa “previa lettura e conferma”, di sporgere “la presente denuncia-querela” (conformi Cass. V, n. 42994/2016; Cass. V, n. 1710/2014).

La volontà di proporre querela non è desumibile dalla presentazione di un mero atto di denuncia che, anche se accompagnato dalla copia della videoregistrazione dell'azione criminosa e da indicazioni finalizzate al rintraccio del colpevole, sia privo di qualunque espressione indicativa della volontà del denunziante di perseguire il responsabile (Cass. V, n. 50949/2019).

In tema di querela, nel caso di società di grandi dimensioni in cui i poteri di rappresentanza legale sono specificamente assegnati a particolari soggetti, la procura speciale rilasciata per lo svolgimento di determinate operazioni inerenti beni della società non può ritenersi automaticamente attributiva anche della legittimazione a proporre querela (Cass. II, n. 29775/2020).

In tema di querela presentata in nome e per conto di una società di capitali, l'onere di indicare la fonte specifica dei poteri di rappresentanza è adempiuto con la mera indicazione della qualifica di amministratore, senza necessità di ulteriori allegazioni, poiché tale indicazione comporta l'implicito riferimento all'art. 2384 cod. civ. che costituisce la fonte della legittimazione (Cass. II, n. 36119/2019, che ha evidenziato che la procura speciale prevista dall'art. 122 c.p.p. è necessaria solo nel caso in cui il potere di rappresentanza abbia fonte negoziale o sia presentata da soggetto terzo che con la società querelante non abbia alcun rapporto organico; Cass. II, n. 35192/2013; Cass. V, n. 11074/2010).

Più in generale, si ritiene che il legale rappresentante di una società di capitali è legittimato, in mancanza di uno specifico divieto statutario o assembleare, a sporgere la querela senza necessità di specifico e apposito mandato, in quanto titolare dei poteri di gestione e di rappresentanza per tutti gli atti rientranti nell'oggetto sociale e per le attività funzionali al raggiungimento degli scopi della società, rilevando, a tal fine, non già la distinzione tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, ma la verifica in concreto dei poteri e della facoltà conferite. L'esercizio del diritto di querela, infatti, ancorché atto di straordinaria amministrazione, rientra naturaliter tra i compiti del legale rappresentante di una società, senza necessità di specifico o apposito mandato. Ne deriva che non è necessaria la prova della veridicità delle dichiarazioni di quest'ultimo, la quale deve al contrario presumersi fino a contraria dimostrazione (Cass. II, n. 45402/2019; Cass. VI, n. 16150/2012; Cass. V, n. 19368/2006; Cass. V, n. 46806/2005; Cass. V, n. 3549/1999; Cass. VI, n. 4081/1997; Cass. II, n. 9714/1991).

Ai fini della riferibilità della querela ad una persona giuridica, la previsione di cui all'art. 337 c.p.p. si limita a richiedere l'indicazione della fonte dei poteri di rappresentanza da parte del soggetto che la presenta e non già la prova della veridicità delle dichiarazioni di quest'ultimo sul punto, con la conseguenza che detta veridicità deve presumersi fino a contraria dimostrazione (Cass. II, n. 23534/2019; Cass. V, n. 8368/2014; Cass. II, n. 12455/2008).

La legittimazione alla proposizione della querela per il reato di appropriazione indebita posto in essere ai danni della società amministrata da parte del legale rappresentante che sia anche socio di maggioranza spetta al singolo socio titolare delle residue quote, dovendo lo stesso considerarsi non solo danneggiato dal reato, ma anche persona offesa, in quanto titolare del bene giuridico costituito dalla integrità del patrimonio sociale (Cass. II, n. 11970/2020 che ha rilevato che se, di regola, nei reati patrimoniali commessi ai danni di una società la legittimazione a proporre querela appartiene soltanto al legale rappresentante, sarebbe irragionevole affermare il medesimo principio quando la condotta illecita sia stata posta in essere proprio da quest'ultimo; conforme Cass. II, n. 40578/2014).

In tema di atti relativi alla procedibilità, l'omessa trasmissione della querela all'ufficio del pubblico ministero in violazione dell'art. 337, comma 4, c.p.p. non ne determina l'invalidità o l'improduttività dei suoi effetti, né comporta violazione del diritto di difesa, in quanto detta norma non può essere ricondotta al novero delle disposizioni concernenti l'intervento dell'imputato, la cui inosservanza integra una nullità di ordine generale ai sensi dell'art. 178, comma 1, lett. c), c.p.p. (Cass. III, n. 16470/2020).

La mancata acquisizione, “ab initio”, al fascicolo delle indagini preliminari della prova dell'effettiva sussistenza della querela non comporta l'invalidità o l'inutilizzabilità degli atti compiuti e del conseguente esercizio dell'azione penale, in quanto i documenti necessari alla verifica della procedibilità possono essere acquisiti in ogni stato e grado del giudizio di merito, senza che ne derivi un nocumento al diritto di difesa, potendo l'imputato chiedere l'immediata declaratoria di improcedibilità ai sensi dell'art. 129, comma 1, c.p.p. e dovendo il giudice verificare, in tal caso, se la condizione di procedibilità sussista effettivamente (Cass. III, n. 16470/2020).

Il contenuto della querela può essere legittimamente utilizzato nel corso della deposizione della persona offesa quale «aiuto alla memoria» ex art. 499, comma 5, nel caso in cui essa sia stata redatta dallo stesso testimone e presentata per iscritto al pubblico ministero, ad un ufficiale di polizia giudiziaria o ad un agente consolare all'estero, ovvero ai fini delle contestazioni ex art. 500, commi 1 e 2, quando la querela sia stata proposta oralmente e ricevuta in apposito verbale, trattandosi di dichiarazioni precedentemente rese dal testimone e contenute nel fascicolo del pubblico ministero (Cass. II, n. 16026/2020).

È validamente proposta una querela il cui contenuto sia determinato mediante il rinvio “per relationem” ad altri atti specificamente richiamati (Cass. V, n. 2472/2020 che, in tema di diffamazione, ha ritenuto validamente proposta la querela nella quale ai fini della individuazione delle espressioni offensive, veniva fatto riferimento ad un fascicolo processuale contenente una annotazione di polizia giudiziaria che riportava alcuni “post” apparsi su “facebook”).

Il bene giuridico protetto dal delitto di furto è individuabile non solo nella proprietà o nei diritti reali personali o di godimento, ma anche nel possesso – inteso come relazione di fatto che non richiede la diretta fisica disponibilità – che si configura anche in assenza di un titolo giuridico e persino quando esso si costituisce in modo clandestino o illecito, con la conseguenza che anche al titolare di tale posizione di fatto spetta la qualifica di persona offesa e, di conseguenza, la legittimazione a proporre querela (Cass. S.U., n. 40354/2013che ha riconosciuto al responsabile di un supermercato la legittimazione a proporre querela).

La querela recapitata da un incaricato del soggetto legittimato deve presentare la sottoscrizione autenticata anche nel caso in cui tale soggetto rivesta la qualità di pubblico ufficiale senza però essere incardinato in un ufficio pubblico (Cass. IV, n. 39064/2004in un caso di presentazione della querela ad opera di un incaricato del curatore speciale della persona offesa. La Corte ha rilevato che la esenzione dalla necessità della autenticazione della firma in calce alla querela, è ammissibile soltanto quando a sottoscrivere sia il responsabile di un ente pubblico e non già chiunque svolga una funzione che gli attribuisce la qualità di pubblico ufficiale).  

Bibliografia

Silvestri, Sub art. 337, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017.

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