Codice di Procedura Penale art. 339 - Rinuncia alla querela.Rinuncia alla querela. 1. La rinuncia espressa alla querela è fatta personalmente o a mezzo di procuratore speciale [122], con dichiarazione sottoscritta [110], rilasciata all'interessato o a un suo rappresentante. La dichiarazione può anche essere fatta oralmente a un ufficiale di polizia giudiziaria [57] o a un notaio, i quali, accertata l'identità del rinunciante, redigono verbale. Questo non produce effetti se non è sottoscritto dal dichiarante. 2. La rinuncia sottoposta a termini o a condizioni non produce effetti. 3. Con la stessa dichiarazione può essere fatta rinuncia anche all'azione civile per le restituzioni e per il risarcimento del danno [74]. InquadramentoLa norma disciplina sul piano processuale la rinunzia espressa alla querela prevista dall'art. 124 c.p. La rinuncia alla querelaLa rinuncia espressa alla querela deve essere effettuata nelle medesime forme richieste per la sua presentazione (si rinvia al commento degli artt. 336, 337). La rinunzia deve essere incondizionata, altrimenti non produce effetti. La scadenza del termine o l'avverarsi della condizione non fanno venir meno, di conseguenza, la volontà di procedere nei confronti della persona querelata. Ma con la rinuncia alla querela si può manifestare la volontà di rinunciare all'azione civile per le restituzioni e il risarcimento del danno. La rinuncia all'azione civile non equivale, però, a rinuncia alla querela (Cass. F, n. 39184/2013; Cass. VI, n. 35958/2002). La rinunzia tacita non è disciplinata dalla norma in commento per l'evidente ragione che non v'è un fatto da formalizzare, ma solo un comportamento da interpretare (ed è affare del giudice di merito). CasisticaLa stipula di un contratto di transazione in ordine al danno subito non costituisce, di per sé, atto incompatibile con la volontà di presentare querela e non configura, pertanto, un'ipotesi di rinuncia tacita della persona offesa alla proposizione della querela, ai sensi dell'art. 124, comma terzo, cod. pen. (Cass. F, n. 39184/2013). La dichiarazione di rinuncia al diritto di querela ove menzionata in una relazione di servizio di P.G . e non contenuta invece in un verbale, non integra rinuncia espressa per difetto dei requisiti formali previsti dalla legge processuale e non può nemmeno valere come rinuncia tacita, salvo che ad essa non si accompagnino fatti valutabili, di per se stessi, come incompatibili con la volontà di sporgere querela (Cass. V, n. 35564/2012). Nel caso in cui il querelante manifesti contestualmente la volontà di perseguire alcuni colpevoli e non altri, l'intento punitivo ha prevalenza, in quanto esso, in base all'art. 123 c.p., permane e si espande, mentre la rinuncia risulta inoperante, in quanto implicitamente sottoposta alla condizione che vengano perseguiti gli altri responsabili e, dunque, priva di efficacia, secondo quanto disposto dall'art. 339 comma 2 (Cass. V, n. 10398/1999). BibliografiaSilvestri, Sub art. 339, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017. |