Codice di Procedura Penale art. 344 - Richiesta di autorizzazione a procedere.

Aldo Aceto

Richiesta di autorizzazione a procedere.

1. Il pubblico ministero chiede l'autorizzazione [343; 111 att.] prima di procedere a giudizio direttissimo [449 s.] o di richiedere il giudizio immediato [453], il rinvio a giudizio [4054, 416], il decreto penale di condanna [459] o di emettere il decreto di citazione a giudizio. La richiesta deve, comunque, essere presentata entro trenta giorni dalla iscrizione nel registro delle notizie di reato [335] del nome della persona per la quale è necessaria l'autorizzazione1 (1).

2. Se la persona per la quale è necessaria l'autorizzazione è stata arrestata in flagranza [3433], il pubblico ministero richiede l'autorizzazione a procedere immediatamente e comunque prima della udienza di convalida [391].

3. Il giudice sospende il processo [181b] e il pubblico ministero richiede senza ritardo l'autorizzazione a procedere qualora ne sia sorta la necessità dopo che si è proceduto a giudizio direttissimo [449 s.] ovvero dopo che sono state formulate le richieste previste dalla prima parte del comma 1. Se vi è pericolo nel ritardo, il giudice provvede all'assunzione delle prove richieste dalle parti [467].

4. Quando si procede nei confronti di più persone per alcune delle quali soltanto è necessaria l'autorizzazione e questa tarda ad essere concessa, si può procedere separatamente [18] contro gli imputati per i quali l'autorizzazione non è necessaria.

 

[1] Comma modificato dall'art. 182 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto dal 2 giugno 1999, ai sensi dell'art. 247, come modificato dall' art. 1 , L. 16 giugno 1998, n. 188.

Inquadramento

L'art. 344 scandisce forme e tempi per la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal pubblico ministero. Secondo il disposto dell'art. 111 disp. att., nella richiesta il P.M. enuncia il fatto per il quale intende procedere, indica le norme che si assumono violate e fornisce all'autorità competente a decidere gli elementi sui quali la richiesta si fonda.

La richiesta di autorizzazione a procedere

L'autorizzazione a procedere è condizione di procedibilità dell'azione.

Perciò deve essere chiesta dal pubblico ministero prima dell'esercizio dell'azione penale e comunque non oltre trenta giorni dalla data di iscrizione nel registro delle notizie di reato della persona per la quale è necessaria (o, si deve ritenere, dalla diversa data accertata dal giudice ai sensi dell'art. 335-quater). Se la persona in questione è stata arrestata in flagranza di reato, l'autorizzazione deve essere richiesta immediatamente e comunque prima dell'udienza di convalida.

La norma in commento non indica i requisiti contenutistici della richiesta; tuttavia, quando si procede nei confronti di un membro del Parlamento, la richiesta deve enunciare il fatto per il quale è in corso il procedimento indicando le norme che si assumono violate e gli elementi sui quali essa si fonda (art. 5, l. n. 140/2003).

Il diniego dell'autorizzazione impone l'archiviazione del procedimento penale.

Se la necessità dell'autorizzazione a procedere sorge dopo l'esercizio dell'azione penale, il pubblico ministero deve chiederla senza ritardo ed il processo resta medio tempore sospeso (con conseguente sospensione dei termini di prescrizione fino al giorno del suo accoglimento; art. 159, comma 1, lett. a). Il giudice però può compiere attività istruttoria se (congiuntamente): a) vi è pericolo nel ritardo; b) vi è la richiesta delle parti.

In caso di esercizio cumulativo dell'azione penale contro più persone, se l'autorizzazione tarda ad essere concessa, il giudice può procedere separatamente nei confronti degli altri imputati per i quali l'autorizzazione non è necessaria (si veda l'art. 18, comma 1, lett. b, al cui commento si rinvia). In tal caso, sentite le parti, decide con ordinanza la separazione dei processi (art. 19).

Se, esercitata l'azione penale, l'autorizzazione non è concessa (o se comunque il P.M. esercita l'azione penale in assenza di autorizzazione a procedere) il giudice deve pronunciare sentenza con cui dichiara il non luogo a procedere (art. 425) o il non doversi procedere (art. 529). Ma tale sentenza non impedisce il rinnovato esercizio dell'azione penale per il medesimo fatto e nei confronti della medesima persona se l'autorizzazione dovesse essere successivamente concessa o dovessero venir meno le condizioni personali che la rendevano necessaria.

Casistica. Rinvio

Si veda la giurisprudenza riportata in sede di commento dell'art. 343.  

Bibliografia

Silvestri, Sub art. 344, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017.

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