Codice di Procedura Penale art. 347 - Obbligo di riferire la notizia del reato 1 .Obbligo di riferire la notizia del reato1. 1. Acquisita la notizia di reato [330; 112 att.], la polizia giudiziaria senza ritardo [16 att.], riferisce [361 c.p.] al pubblico ministero [51], per iscritto [108-bis att.], gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute [55, 326, 348], delle quali trasmette la relativa documentazione [3506, 3524, 353, 3551, 357, 386] 2. 2. Comunica, inoltre, quando è possibile, le generalità, il domicilio e quanto altro valga alla identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini, della persona offesa e di coloro che siano in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti [349]. 2-bis. Qualora siano stati compiuti atti per i quali è prevista l'assistenza del difensore [350, 352, 3532, 354] della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini [61], la comunicazione della notizia di reato è trasmessa al più tardi entro quarantotto ore dal compimento dell'atto, salve le disposizioni di legge che prevedono termini particolari 3. 3. Se si tratta di taluno dei delitti indicati nell'articolo 407, comma 2, lettera a), numeri da 1 a 6 , del presente codice, o di uno dei delitti previsti dagli articoli 572,609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies, 609-octies, 612-bis e 612-ter del codice penale, ovvero dagli articoli 582 e 583-quinquies del codice penale nelle ipotesi aggravate ai sensi degli articoli 576, primo comma, numeri 2, 5 e 5.1, e 577, primo comma, numero 1, e secondo comma, del medesimo codice penale, e, in ogni caso, quando sussistono ragioni di urgenza, la comunicazione della notizia di reato è data immediatamente anche in forma orale [112 att.]. Alla comunicazione orale deve seguire senza ritardo quella scritta con le indicazioni e la documentazione previste dai commi 1 e 2 4. 4. Con la comunicazione, la polizia giudiziaria indica il giorno e l'ora in cui ha acquisito la notizia [221 coord.].
[1] Per talune disposizioni per favorire l'esercizio dell’attività giurisdizionale nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in particolare per il collegamento da remoto per la partecipazione alle udienze o nel corso delle indagini preliminari vedi l’art. 23, comma 2 , del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv., con modif., in l. 18 dicembre 2020, n. 176. Da ultimo, da ultimo v. art. 16, comma 1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif. in l. 25 febbraio 2022, n. 15, che stabilisce che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020 n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; in particolare, ai sensi dell'art. 16, comma 1-bis, aggiunto in sede di conversione, l'art. 23, comma 4, del d.l. n. 137/2020 cit., in materia di processo penale, continua ad applicarsi fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. V. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. [2] L'art. 4, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356 ha così sostituito il comma 1, inserito il comma 2-bis e sostituito il primo periodo del comma 3, che è stato successivamente così modificato dall'art. 21, comma 2, l. 8 agosto 1995, n. 332. V. sub art. 331 e per il procedimento davanti al giudice di pace, v. l'art. 11 d.lg. 28 agosto 2000, n. 274. [3] L'art. 4, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356 ha così sostituito il comma 1, inserito il comma 2-bis e sostituito il primo periodo del comma 3, che è stato successivamente così modificato dall'art. 21, comma 2, l. 8 agosto 1995, n. 332. V. sub art. 331 e per il procedimento davanti al giudice di pace, v. l'art. 11 d.lg. 28 agosto 2000, n. 274. [4] Le parole « , del presente codice, o di uno dei delitti previsti dagli articoli 572,609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies, 609-octies, 612-bis e 612-ter del codice penale, ovvero dagli articoli 582 e 583-quinquies del codice penale nelle ipotesi aggravate ai sensi degli articoli 576, primo comma, numeri 2, 5 e 5.1, e 577, primo comma, numero 1, e secondo comma, del medesimo codice penale, » sono state inserite dall'art. 1, comma 1, l. 19 luglio 2019, n. 69, in vigore dal 9 agosto 2019. Precedentemente l'art. 4, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356 ha così sostituito il comma 1, inserito il comma 2-bis e sostituito il primo periodo del comma 3, che è stato successivamente così modificato dall'art. 21, comma 2, l. 8 agosto 1995, n. 332. V. sub art. 331 e per il procedimento davanti al giudice di pace, v. l'art. 11 d.lg. 28 agosto 2000, n. 274. InquadramentoLa norma disciplina i tempi e i modi di adempimento dell’obbligo della polizia giudiziaria di trasmettere al pubblico ministero la notizia di reato. La trasmissione della notizia di reatoL'art. 347 apre il “capitolo” delle indagini che la polizia giudiziaria può compiere di propria iniziativa (artt. 55, 326, 330 e 348 al cui commento si rinvia). Se gli artt. 330 e 331 impongono regole e procedure riguardanti i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che nell'esercizio o a causa delle proprie funzioni hanno notizia di un reato, l'art. 347 stabilisce regole e procedure specifiche quando la notizia viene acquisita dalla polizia giudiziaria che ha un rapporto di dipendenza funzionale con il pubblico ministero ed è istituzionalmente deputata a «compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant'altro possa servire per l'applicazione delle legge penale» (art. 55). In questi casi, la notizia deve essere trasmessa senza ritardo, deve avere forma scritta e deve essere corredata dagli elementi eventualmente raccolti con l'indicazione delle fonti di prova e delle attività compiute delle quali deve trasmettere la relativa documentazione (sulla documentazione dell'attività della polizia giudiziaria si rimanda al commento dell'art. 357). L'art. 108-bis, disp. att., prevede, in generale, la possibilità della trasmissione per via telematica (e dunque anche tramite posta elettronica) o su supporto magnetico della notizia di reato che, in tal caso, tiene luogo della comunicazione scritta (sulla trasmissione per via telematica della notizia di reato, si veda il § 5 della Circolare Min. Giustizia 11/11/2016 in tema di attuazione del registro unico penale e criteri generali di utilizzo: «[l]o strumento tecnico è il Portale NDR, modulo di S.I.C.P. già proficuamente utilizzato da numerosissimi uffici requirenti di primo grado, anche di grandi dimensioni. Il Portale consente agli uffici di polizia (uffici fonte) di iscrivere un'annotazione e di trasmetterla alle procure della Repubblica di competenza le quali, rinvenuta la notizia nel modulo denominato “annotazioni preliminari”, procedono a iscriverla nel registro pertinente, mediante il mero “ribaltamento” dei dati inseriti dalla polizia giudiziaria. Il meccanismo, non comportando l'ingresso diretto dell'annotazione di polizia nei registri, concilia i vantaggi della descritta, rilevante semplificazione dei processi di lavoro con la certezza che l'iscrizione della notizia sarà curata dagli Uffici di Procura, cui pur sempre compete in esclusiva il potere di qualificazione giuridica dei fatti. Il sistema restituirà poi all'ufficio fonte le informazioni essenziali: il numero del procedimento, la data di iscrizione, eventualmente il nominativo del magistrato assegnatario»). Forme speciali di trasmissione per via telematica erano state previste nel periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19 (art. 83, comma 12-quater.2, d.l. n. 18/2020, conv. con modificazioni dalla legge n. 27/2020; art. 221, comma 1, d.l. n. 34/2020, conv. con modificazioni dalla legge n. 77/2020; art. 23, comma 1, d.l. n. 132/2020, conv. con modificazioni dalla legge n. 176/2020). La possibilità di trasmissione telematica della notizia di reato rientra, oggi, nel più ampio progetto del cd. processo penale telematico previsto dall'art. 1, comma 5, legge n. 134/2021 (cd. Riforma Cartabia) attuato dal legislatore delegato con gli articoli 110, 111, 111-bis, 111-ter, 116, comma 3-bis, 122, comma 2-bis, 125, comma 5, 134, comma 2, 135, comma 2, 162, comma 1, 172, commi 6-bis e 6-ter, 175-bis, 311, comma 3, 386, comma 1-ter, 391-octies, comma 3, 419, comma 5, primo periodo, 447, comma 1, primo periodo, 461, comma 1, 462, comma 1, 483, comma 1-bis, 582, commi 1 e 1-bis, 585, comma 4, nonché con le disposizioni di cui l'articolo 154, commi 2, 3 e 4 delle disposizioni di attuazione, di coordinamento e transitorie, del codice di procedura penale. I tempi della trasmissione La notizia di reato non richiede, per essere qualificata tale, l'identificazione dell'autore del fatto, né della persona offesa o di coloro che possono riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti. Si tratta di attività successive alla trasmissione della notizia di reato (cfr. art. 348, c. 2; si veda anche il commento degli artt. 331-333) ma se i dati sono già a conoscenza della polizia giudiziaria la devono accompagnare (per la definizione della notizia di reato si rinvia al commento dell'art. 335). Nella versione iniziale, l'art. 347 imponeva alla polizia giudiziaria di trasmettere immediatamente la notizia di reato e comunque non oltre le quarantotto ore. Il d.l. 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, ha modificato la norma stabilendo che la notizia deve essere trasmessa senza ritardo e lasciando il termine delle quarantotto ore nei soli casi previsti dal comma 2-bis. Se riguarda uno dei reati previsti dal comma 3 e comunque quando vi sono ragioni di urgenza, la notizia deve essere trasmessa immediatamente, anche in forma orale. Secondo la giurisprudenza di legittimità, ai fini della valutazione di tempestivo adempimento dell'obbligo della polizia giudiziaria di riferire la notizia di reato al pubblico ministero, le espressioni adoperate dalla legge – che ci si riferisca alla locuzione “senza ritardo” o all'avverbio “immediatamente”, usati, rispettivamente, nei commi primo e terzo dell'art. 347 – pur se non impongono termini precisi e determinati, indicano attività da compiere in un margine ristretto di tempo, e cioè non appena possibile, tenuto conto delle normali esigenze di un ufficio pubblico onerato di un medio carico di lavoro (Cass. VI, n. 18457/2007). La notizia deve essere trasmessa entro quarantotto ore se sono compiuti atti ai quali il difensore della persona nei cui confronti si procede ha diritto di assistere, con o senza avviso; il termine decorre dal compimento dell'atto. Presupposto di operatività del termine è il positivo compimento dell'atto di indagine a prescindere dall'effettiva assistenza del difensore; si tratta degli atti previsti dall'art. 356 (perquisizioni e sequestri), ma anche di quelli previsti dall'art. 350. Nel caso di identificazione (art. 349), arresto in flagranza (art. 386) o sequestro preventivo eseguito di iniziativa dalla polizia giudiziaria (art. 321, comma 3-bis) sono stabiliti specifici termini di trasmissione della notizia di reato. La notizia deve essere trasmessa immediatamente ed anche in forma orale se riguarda, come detto, uno dei delitti indicati dall'art. 407, c. 2, lett. a, numeri da 1 a 6, nonché, a seguito dell'aggiunta operata dall'art. 1, legge 19 luglio 2919, n. 69 (cd. Codice Rosso), di uno dei delitti previsti dagli articoli 572,609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies, 609-octies, 612-bis e 612-ter del codice penale, ovvero dagli articoli 582 e 583-quinquies del codice penale nelle ipotesi aggravate ai sensi degli articoli 579, primo comma, numeri 2, 5 e 5.1, e 577, primo comma, numero 1, e secondo comma, del medesimo codice penale. L'estensione dell'obbligo di comunicazione orale ai casi previsti dal cd. Codice Rosso ha l'evidente scopo di consentire al pubblico ministero di assumere immediatamente la direzione delle indagini e di procedere alla assunzione delle informazioni dalla persona offesa nei termini stabiliti dall'art. 362, comma 1-ter (al cui commento si rinvia). Desta perciò perplessità il fatto che siano rimasti estranei alla modifica i pur gravi delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù di cui all'art. 600 c.p., quello di prostituzione minorile di cui all'art. 600-bis, c.p., e quello di tratta di persone di cui all'art. 601 c.p. Il controllo del termine entro il quale la notizia deve essere trasmessa è garantito dal dovere della polizia giudiziaria di indicare il giorno e l'ora della acquisizione della notizia stessa. Il mancato rispetto del termine, però, non determina l'inutilizzabilità della notizia ma espone l'ufficiale/agente di polizia giudiziaria alle sanzioni disciplinari previste dall'art. 16, disp. att. Il mancato rispetto del termine dal compimento dell'atto assistito può però determinare l'inefficacia dell'atto stesso (artt. 321, comma 3-ter, 386, c. 7). La trasmissione tardiva della notizia di reato non determina la retrodatazione della sua iscrizione nel registro di cui all'art. 335 al momento della acquisizione da parte della polizia giudiziaria. L'art. 335-quater (al cui commento si rimanda) si applica nei casi in cui sia pubblico ministero abbia tardivamente iscritto la notizia di reato. CasisticaGli accertamenti e le verifiche svolte dalla Guardia di finanza in via autonoma, come previsto dagli artt. 51 e 52 l. n. 633 del 1972, non possono essere utilizzati per la ricerca di fonti di prova, con conseguente sequestro probatorio, nel caso in cui la notizia di reato sia già sussistente e provenga da un esposto presentato da un soggetto identificato ed informato dei fatti. In tal caso sussiste l'obbligo di informare il P.M., organo titolare delle indagini preliminari, che dovranno essere attivate e completate nel rispetto dei termini di legge previsti per la loro durata (Cass. III, n. 43984/2005che ha dichiarato la nullità del provvedimento di sequestro e della relativa convalida del P.M. avvenuti oltre il termine di sei mesi dalla ricezione della “notitia criminis”). In tema di abuso di ufficio, viola il dovere di astensione in presenza di un interesse di un prossimo congiunto, sancito non solo dall'art. 323 cod. pen. ma dal principio costituzionale di imparzialità della pubblica amministrazione, l'ufficiale di polizia giudiziaria che sollecita la propria moglie a presentargli denuncia per un supposto reato e svolge personalmente le relative indagini, non essendo tale dovere in alcun modo derogato dagli artt. 55 e 347 c.p.p. in tema di attività della polizia giudiziaria (Cass. VI, n. 11549/1998). BibliografiaD’Alessio, Sub art. 347, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017. |